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Autore: _astronaut_    24/12/2018    1 recensioni
Zoom su episodi di vita di alcuni dei nostri eroi, dopo il ritorno sulla Terra in seguito alla sconfitta di Thanos.
Stucky, Stark Family, Brutasha and so on: se l'ispirazione chiama, rispondo presente, e spero davvero di regalarvi qualcosa di piacevole da leggere (se siete interessati a capire meglio le coppie, vi consiglierei di leggere l'epilogo di "And it hurts like hell": in caso contrario, potete tranquillamente fare finta che questa parentesi non esista e passare direttamente a leggere questa raccolta xD).
Aggiornamenti ogni due settimane, puntualmente di domenica. Enjoy!
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PERSONAGGI: TONY e SOPHIE
QUANDO: ANNI DOPO LA SCONFITTA DI THANOS

 
Nuvole Bianche
 
Le note di Nuvole Bianche, di Einaudi, risuonavano leggere nella grande sala dell’immensa villa di Malibù, e riempivano il silenzio assorto che si creava sempre quando Tony, sentendo la figlia mettere mano al pianoforte, si stendeva sul divano e chiudeva gli occhi, lasciando che la dolcezza di quelle note gli entrasse nel cuore e nella mente, rilassandolo e ponendolo in una condizione di pace con il mondo intero.
Schiudendo appena gli occhi, Stark non poté fare a meno di restare a bocca aperta alla vista della sconcertante bellezza di quella bambina prodigio, che a soli dieci anni, già aveva scritto i suoi primi brani e dato dei concerti a delle serate di gala.
Bella, delicata e dolce come un fiocco di neve in una sera invernale, dal sorriso splendente come il sole di un tiepido pomeriggio primaverile, si muoveva con sinuosità, perfetta e composta nella sua postura, elegante come una regina, un tutt’uno con lo strumento che stava abilmente suonando, gli occhi chiusi, le mani piccole ed esperte che si muovevano sicure sui tasti bianchi e neri.
Bianchi come la sua anima, pura e innocente, neri come l’inchiostro che già aveva scritto tre canzoni: una dedicata a Peter, una a lui e Pepper, una alla sua famiglia.
Con un moto di commozione, si trovò ad asciugarsi una piccola lacrima che, traditrice, gli stava solcando il viso. Non riusciva a credere che una creatura del genere fosse davvero sua figlia.
Sembrava un angelo, sceso apposta dal cielo per sanare con il suo amore tutte quelle ferite che nessun essere umano, nemmeno Pepper, avrebbe mai potuto curare, per mettere a tacere il suo dolore con l’avvolgente melodia del battito del proprio cuore. Da quando lo aveva sentito, era diventato il suo suono preferito, accompagnato dalla risata di Peter e dalla voce di Pepper.
Sophie possedeva numerosi tratti che la rendevano simile a Pepper, tra cui la dolcezza e la passione per la musica classica, ma altrettanti che non avrebbero fatto dubitare nessuno del fatto che fosse anche figlia sua, come per esempio la genialità, o il carattere un po’ diffidente e bisognoso d’affetto.
Tony si perse ad osservare i capelli che, con delle onde appena accennate, le ricadevano sulle spalle: osservarla in controluce aveva un non so che di straordinario, dato che i capelli castano chiaro rilucevano di riflessi dorati, e sembrava che il sole la avvolgesse in un abbraccio caldo e confortevole.
Il pensiero tuttavia di lasciarla andare, la consapevolezza che un giorno lui, Tony Stark, l’indomabile Iron Man, non avrebbe più aperto gli occhi e non avrebbe più potuto sorridere a un miracolo vivente come Sophie, gli metteva più angoscia di quanto fosse disposto ad ammettere.
Non poter più essere lì per lei, non poterle più accarezzare la testa nei momenti di sconforto, non poter più trascorrere del tempo con lei in laboratorio, anche senza parlare, semplicemente immersi ognuno nei propri lavori, erano tutte cose che lui amava e che, sapeva, prima o poi sarebbero finite.
“La fine fa parte del viaggio” si era detto, una mattina, allo specchio, notando i primi capelli bianchi e le rughe dell’età che, impietose, solcavano il suo viso ancora attraente. Quella sera, aveva stretto a sé Pepper come se fosse l’ultima volta che gli fosse concesso di starle accanto. Lei, che aveva capito tutto, si era limitata a stringerlo a sé con quanto più amore potesse, facendogli capire che, tutto sommato, era una cosa che entrambi avrebbero dovuto accettare.
Il mondo sarebbe andato avanti anche senza di loro. Ed era giusto così.
Sophie stava crescendo a vista d’occhio, e lui, d’altro canto, invecchiava inesorabilmente.
Non si accorse nemmeno del fatto che la melodia fosse finita fino al momento in cui gli occhi color caramello di Sophie andarono a incontrare i suoi, umidi di lacrime.
“Papi?” domandò la bimba con voce sottile “Perché piangi?”
Tony si riscosse, accogliendo tra le braccia la piccola che, preoccupata, era corsa davanti a lui, prendendogli il viso rigato di lacrime tra le mani candide e sottili.
 “Cosa succede, papà?” continuò la piccola, seria, appoggiando la guancia sulla sua spalla, stringendolo forte.
“Niente” negò Tony, accarezzandole la schiena, il labbro che tremava “Ti voglio bene, Sophie”
“Lo so che mi vuoi bene” mormorò la piccola “Ma io te ne voglio di più”
Tony sentì una fitta al cuore. Una fitta piacevole, di quelle che mai, prima che Sophie nascesse, avrebbe mai pensato di poter provare. Una di quelle fitte che lui non era mai stato in grado di regalare a suo padre, una di quelle fitte che tanto avrebbe voluto donare, almeno a sua madre, prima che fosse troppo tardi.
L’uomo trattenne un singhiozzo. Sophie lo disarmava, gli leggeva dentro con una facilità e una naturalezza tali da fare impressione.
“Oggi è il tuo compleanno” sussurrò la bimba “Io ti ho scritto una canzone, te la volevo fare sentire, prima che arrivassero la mamma e Peet, e tutti gli altri zii, perché voglio che tu la senta per primo, da solo, ma se non vuoi…”
Tony sorrise, lasciando che lacrime calde gli scorressero lungo il viso, poi le diede un bacio sulla testa, pieno di tutto l’affetto che avrebbe voluto poterle dare in eterno. “Sei un tesoro. Fammela sentire”
Sophie sorrise, e corse al pianoforte, cominciando a suonare una melodia nuova, immensamente dolce. Il cuore di Tony prese a battere velocemente, pesante di commozione, ma alleggerito dall’immensa gioia che stava provando.
Sophie terminò, voltandosi verso di lui con un sorriso carico d’aspettativa.
“Grazie, piccola. E’… il più bel regalo di compleanno che io abbia mai ricevuto”
La bambina si alzò felice, e corse ad abbracciarlo stretto, dandogli un bacio sulla guancia. Rimasero così per un po’, poi lui la prese in braccio e la sollevò in aria – non senza sentire un po’ tirare la schiena – facendola ridere come non mai.
“Mettimi giù!” urlò la bambina, ridendo serena.
“Mhm… Cosa mi dai in cambio?” domandò Tony caricandosela come un sacco sulle spalle.
“Peet! Peet!” la bambina chiese aiuto al fratello, appena entrato in casa, ancora vestito di tutto punto.
“Ciao, Peet!” lo salutò Tony, ridendo e lasciando che Sophie si liberasse e andasse ad abbracciare il fratello, che la prese in braccio senza fare alcuna piega dopo aver appoggiato la giacca sul divano.
“Ciao, papà” rispose Peter dopo aver salutato la piccola “Mamma?”
“Qui!” si palesò Pepper “E ho compagnia!”
Tutti gli Avengers, con figli al seguito, fecero capolino dalla porta della villa di Malibù.
Quel compleanno fu il migliore della vita di Tony. E guardandosi in giro, vedendo Sophie ridere assieme al figlio di Strange e al figlio di Rogers e Barnes, notando lo sguardo sempre attento di Peter verso la sua sorellina, non poté fare a meno di sentirsi, finalmente, tranquillo.
Sophie non sarebbe mai stata sola.
 
(1128 parole)

 
Angolino disagiato
Oh, vi giuro, ho ancora le lacrime agli occhi.
Spero di aver scritto qualcosa di decente, perché il clima natalizio, la malinconia tipica della consapevolezza del fatto che un altro anno sia passato, e il bellissimo brano di Einaudi a cui mi sono ispirata per scrivere questa OS, hanno fatto sì che uscisse una cosa a metà tra il fluff e il profondamente malinconico. Ho sempre voluto scrivere qualcosa di serio su Tony e Sophie, soprattutto su come Tony si comporti come padre, cosa pensi nelle vesti precedentemente ricoperte da Howard, ma non avevo mai trovato il contesto adatto, né l’ispirazione adeguata. E poi, dovevo ancora capire che tipo volevo che fosse la piccola erede Stark. E niente, ecco tutto, alla fine ho trovato il coraggio di scrivere questa OS. Spero che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuto a me scriverla, fatemi sapere, se vi va!
Per il resto, volevo ringraziarvi per tutto il supporto che mi avete donato, è stato un anno fantastico e ricco di soddisfazioni. Grazie.
Non posso fare altro se non augurarvi un felicissimo Natale e un grandioso anno nuovo, vi abbraccio immensamente. Ci vediamo a Gennaio!
 
_astronaut_
   
 
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