III
A Lucia. Perché è troppo divertente vedere il povero Shikamaru vessato da Temari.
Spero ti piaccia.
Era la sesta – no, la settima – volta che cadeva nel giro di 20 minuti.
Inutile a dirlo, ma Shikamaru non aveva un grande senso dell'equilibrio, soprattutto con quei cosi ai suoi piedi. A differenza di Temari, che invece sfrecciava tutta contenta per la pista di pattinaggio su ghiaccio. Alla faccia delle zone afose in cui era nata.
La sua ragazza lo fissava con atteggiamento di sfida, come a volerlo prendere in giro, senza degnarsi minimamente di aiutarlo.
«Seccatura» mormorò Shikamaru, afferrando il bordo della pista. Alcuni bambini si erano fermati ad osservarlo, curiosi.
«Signore, - disse uno – vuole una mano?»
Fantastico, adesso gli davano pure del vecchio rincoglionito.
«No, grazie.» borbottò di tutta risposta, riuscendo a mettersi in piedi. Cadde rovinosamente subito dopo mentre arrivava Temari, che lo osservava beffarda.
«Dicevi che avresti imparato in 10 minuti, eppure ne sono passati 20»
Touché.
C'era da dire che in realtà Temari era stata molto gentile nell'essersi offerta di insegnargli almeno a reggersi in piedi: era stato Shikamaru che, pur di non dargliela vinta, le aveva detto di no.
E ora la sua ragazza lo squadrava in un misto tra il divertito e l'irritato.
«Quando per te non sarà un problema darmi ragione, – e calcò sulle ultime due parole – fammi un fischio e ti farò vedere come ci si regge in piedi.»
Fece per girarsi, ma Shikamaru l'afferrò ad una gamba, facendola inciampare. La ragazza però non cadde, recuperando l'equilibrio in fretta.
«Maledetta.» bofonchiò Shikamaru.
Lei sorrise sorniona, allontanandosi di nuovo: «Come hai detto, prego?»
Piuttosto che ammettere la sconfitta, Shikamaru sarebbe uscito completamente nudo in quella fredda giornata di dicembre.