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Autore: Ram92    29/12/2018    0 recensioni
Su un'isoletta dell'East Blue un giovane capitano e la sua ancora poco affiatata ciurma si aggirano in cerca di cibo.
Troveranno qualcos'altro.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nami, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo due.
 
Rufy si fermò. Il ragazzino continuava a fissarlo con la lama sguainata.
- Ohi, moccioso, lascia subito la mia katana!
Zoro fece per avanzare mettendo mano alle due else che ancora portava al fianco, quando Rufy sembrò ritrovare il dono della parola.
- Aki?
Da sotto la tesa di paglia, la voce del capitano suonava stranamente seria.
Il ragazzino annuì con veemenza.
- Mi chiamo Aki e ti sfido a duello. – disse brandendo la katana. – Da pirata a pirata!
Nami guardò il piccoletto con sospetto. Come poteva sapere che loro erano…?
- Pirata?
La ragazza poté percepirlo prima ancora di voltarsi. Un sorriso molto poco promettente si era dipinto sul volto del capitano.
- D’accordo, accetto la sfida.
Il sorriso idiota sulla faccia di gomma si allargò, le mani fecero scrocchiare le dita preparandosi in un pugno.
- Ehi, Rufy. – intervenne Nami. – Non vorrai davvero combattere, è soltanto un bambi…
- Fatti sotto! – gridarono entrambi gli sfidanti all'unisono.
Poi successe tutto molto velocemente.
Rufy portò il braccio destro all’indietro nello stesso momento in cui il ragazzino si era messo a correre.
- Gomu gomu no pist… eh?
- Troppo lento. – fece Aki, anticipando il colpo e facendosi fin troppo vicino.
- Muchi! – ritentò l’altro, virando il braccio.
Il corpo del pirata si deformò in modo ancor più innaturale. Distratto dalla sorpresa, il ragazzino saltò in aria appena in tempo e riatterrando perse per un attimo l’equilibrio. Rufy ne approfittò per sferrare un nuovo pugno, che però colpì la parete di legno del locale alle spalle del suo avversario con tanta forza che la mano rimase incastrata. Il ragazzino, che si era acquattato a terra, saltò agilmente sul braccio rimasto teso e corse fino a sferrargli un calcio dritto in faccia, carambolando a tutta velocità e con gran fracasso insieme alla testa di quell’insolito avversario sulla parete opposta del vicolo.
Quando la polvere attorno a loro si diradò, Nami vide le gambe del ragazzino avvinghiate attorno al collo di Rufy il quale a sua volta stringeva con i denti la lama della Wado, tutto questo un attimo prima che il contraccolpo dei tessuti in gomma del capitano spedisse entrambi dalla parte opposta della strada con l’ennesimo tonfo e caduta di calcinacci.
Questo ci costerà caro, non poté fare a meno di pensare con un sospiro, adocchiando i proprietari al di là delle pareti distrutte.
- Ohi, Rufy, non mordere la mia katana! – gridò Zoro, senza dare accenno di essere minimamente impressionato dallo sfacelo di quella battaglia.
Liberato il pugno, Rufy non perse tempo e si affrettò a schivare il ragazzino che aveva già allungato di nuovo la mano verso il cappello.
Si ritrovarono uno di fronte all’altro tra macerie e schegge di legno, col fiato corto.
- Ci è mancato poco. – disse Rufy tirando un sospiro di sollievo.
Attorno a loro si era riunita una piccola folla di curiosi.
Rufy si riaggiustò il cappello sulla testa e sorrise con aria di sfida. Il ragazzino digrignò i denti e si lanciò all’attacco.
- Gomu gomu no gatling!
Aki strabuzzò gli occhi e riuscì a schivare il primo colpo, il secondo gli sfiorò appena la testa, ma il terzo lo colpì in pieno stomaco. E questa volta fu Rufy a doversi sorprendere.
- Cosa…?
Il ragazzino ghignò soddisfatto, con una ciocca di capelli rosso sangue che era sfuggita al berretto. Stava già preparando la katana per il contrattacco, quando…
Nami lanciò un grido e il tonfo secco di uno sparo risuonò alle spalle del ragazzino. Rufy sentì il colpo prenderlo dritto nello stomaco.
 
- Rufy! – gridarono insieme Nami e Zoro quando lo videro piegarsi in due sullo stomaco.
Comodamente adagiato al bancone del locale semidistrutto e con la pistola ancora fumante, un capitano della Marina osservava divertito la scena attorniato da una mezza dozzina di sottoposti.
Il ragazzino si voltò, la mascella contratta dalla rabbia.
Un nuovo sparo sferzò l’aria a pochi centimetri dalla sua faccia, facendo volare lontano il vecchio cappello di lana e lasciando comparire una massa di capelli rossi tagliati corti. Il ragazzino non si era mosso di un millimetro e continuava a fissare il Marine con odio.
- Aki, il fantasma rosso. – disse quello con un ghigno. – Allora quel che dicono è vero.
- Fantasma rosso? – Nami sentì Zoro mormorare.
Ma fu presto un’altra voce a reclamare tutta la sua attenzione.
- Gomu gomu no…
Il ragazzino e il Marine si voltarono di scatto, con la medesima espressione incredula.
- …pachinko*! – gridò Rufy rialzandosi in piedi e rispedendo indietro il proiettile.
Una bottiglia dietro al bancone del bar andò in frantumi, mentre un rivolo di sangue correva sulla guancia dell’uomo che aveva sparato.
Atterrito, il proprietario del locale si gettò a terra, così come gran parte dei curiosi e degli avventori. Il Marine, al contrario, scoppiò a ridere.
- Due possessori di frutti del diavolo in un colpo solo! – esclamò portandosi alle labbra ciò che rimaneva del suo boccale. – Deve essere la mia giornata fortunata. – aggiunse poi pulendosi la bocca dall’alcol e dal sangue.
- Due possessori…? – mormorò Nami, perplessa.
- Questo spiega molte cose. – fece Zoro tra i denti.
Era certo che il suo affondo di pochi minuti prima non potesse essere andato a vuoto.
- Tu, ragazzino. – il dito del Marine puntava dritto su Rufy che si guardava intorno con la sua solita espressione ebete. – Non so chi tu sia, ma faresti bene a levarti di torno. La Marina si farà carico delle spese di ricostruzione del locale, ma la mocciosa è roba mia.
- Mocciosa? – chiese perplesso il pirata.
- Mocciosa? – gli fecero eco i suoi compagni.
Gli occhi di tutti caddero sul piccoletto con i capelli rossi.
- Beh? – borbottò questa incrociando le braccia. – Che avete da guardare?
La tonante risata del Marine tornò a risuonare nel locale.
- I vestiti e il parlare** da maschio sono stati una buona idea, devo ammetterlo. – disse rivolto alla ragazzina. – Ma il modo in cui quel pugno prima e il proiettile poi ti hanno trapassata senza lasciare alcuna ferita insieme al rosso dei capelli non lasciano alcun dubbio. E pensare – aggiunse ridendo. – che in molti pensano ancora si tratti di una leggenda, o peggio ancora di un vero fantasma!
- Eh? Un fantasma? – si chiese Rufy guardando la ragazzina con rinnovato interesse.
- Non sono un fantasma, idiota! – ribatté quella.
Il Marine nel frattempo aveva smesso di ridere.
- Sarà interessante. – mormorò prendendo una pesante katana che un suo sottoposto gli porgeva.
In un attimo l’uomo si scagliò sulla ragazza che riuscì ad evitare il colpo appena in tempo. La parte piatta della lama le sfiorò il braccio. Qualche goccia di sangue sgorgò dalla ferita. Aki la fissò incredula e si affrettò a mettere quanta più distanza possibile tra sé e il suo avversario, che aveva ripreso a ridere.
 
- Kairoseki.*** - mormorò Nami.
- Kairoseki?- chiese Rufy incuriosito.
- E’ una pietra che ha gli stessi effetti dell’oceano.- provò a spiegare.
- E quindi?- continuò Rufy stolidamente.
- E quindi ha la capacità di privare dei poteri dei frutti del diavolo. – venne in suo soccorso Zoro, senza distogliere lo sguardo dal combattimento.
- Che cosa?!
- Non è una di quelle cose che ci si aspetta che tu sappia? – protestò con veemenza lo spadaccino.
Nami stringeva forte i pugni.
- Attaccare così una ragazzina, possibile che la Marina non abbia di meglio da fare? –mormorò tra sé, attirando l’attenzione dei suoi compagni.
Ma in quel momento furono interrotti da un nuovo clangore di spade e Zoro tornò a preoccuparsi per la sua katana. La ragazzina, dopo aver evitato prontamente un primo attacco, aveva dovuto pararne un secondo in uno scontro diretto. Il Marine si stava rivelando più veloce del previsto.
- Ehi tu! – le gridò Zoro. - Vedi di non ammaccare la mia katana!
- Posso provarci. – ansimò lei, tremando per lo sforzo di tenere a bada l’avversario.
Con un movimento deciso riuscì a liberarsi dalla morsa del Marine e rapida guadagnò il centro del locale, trovando il tempo di studiare la situazione.
Quando quello si voltò decise di non lasciargli il tempo di attaccare.
Una ventata tagliente colpì l’uomo che dovette proteggersi la faccia. Aki approfittò di quell’attimo di distrazione per avvicinarsi e colpire di nuovo, ma l’altro se ne accorse appena in tempo e le lame si incrociarono di nuovo con violenza.
I gemiti di Zoro distrassero molti dal combattimento.

Aki strinse i denti e cercò di non distogliere lo sguardo. Il Marine non sembrava intenzionato a demordere.
- Adesso basta. – mormorò Nami facendo comparire i pezzi per comporre il suo bastone.
La mano di Rufy le si posò il braccio.
- Va tutto bene. – le disse con un sorriso. – Quella ragazzina sembra piuttosto forte.
- E il modo in cui usa la katana… - aggiunse Zoro, suo malgrado. – Anche se ha movimenti piuttosto grezzi, si vede che ha ricevuto un allenamento di qualche tipo.
La navigatrice riportò lo sguardo sul duello.
 
La ragazzina tremava per lo sforzo di tenere testa all’avversario.
Era più forte di lei. Inoltre la sua katana era sicuramente molto più spessa e pesante. A dire il vero quella che aveva lei tra le mani, anche se ben bilanciata e resistente, non sembrava nemmeno una vera katana, così leggera e sottile, era come se fosse adatta a qualcuno di piccolo, come…
- Non dovresti distrarti. – sussurrò a mezza voce il Marine.
Aki si riscosse. Stava perdendo terreno. Con un enorme sforzo, riuscì a respingere l’attacco e il Marine, conscio del proprio vantaggio, caricò di nuovo.
Zoro si protese  ancor più nervosamente verso il combattimento, preparandosi ad intervenire. Stava per gettarsi tra i duellanti, quando quel che vide lo lasciò di sasso.
Giusto un istante prima che le due lame entrassero in contatto, Aki precedette l’avversario, deviò leggermente l’affondo con un gesto rapido del polso e gettò lontano la katana.
La lama si conficcò vicina ai piedi di Zoro nel momento stesso in cui la spada del Marine affondò nel fianco della ragazzina.






* Gomu gomu no pachinko, secondo wikipedia, è il nome che nell'anime ad un certo punto viene dato alla mossa con cui Rufy fa quello che fa qui, ovvero rispedisce indietro i proiettili dopo essere stato colpito. In generale io non ricordo che lo annunciasse, ma mi serviva che Rufy dicesse qualcosa.

** Molti dialoghi di questa storia sono stati pensati originariamente con quelle due parole che One Piece mi ha insegnato di giapponese. Tra le altre cose, il giapponese distingue un modo di parlare di sé al femminile e al maschile e Aki, travestendosi, usa il maschile ('ore' al posto di 'atashi'). Mi è piaciuto tenerla, anche perché non avevo altro modo di mantenere il tentativo di travestimento, ma comunque anche in italiano, volendo (anche se è molto tirata) si può dire che fin qui Aki si è espressa in modo un po' maschile, con tutto il lessico del duello. Bo, vedetela come preferite.

*** Algamaltolite - scusate, è che la versione italiana mi suona troppo strana.
  
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