Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: LeanhaunSidhe    31/12/2018    11 recensioni
La lama brillava ed era sporca. Imuen girò il taglio della falce verso la luna e ghignò incontrando il proprio riflesso. Si sentiva di nuovo vivo. Non distingueva il rosso dei suoi capelli da quello del sangue dei suoi nemici. La sua voce si alzò fino a divenire un urlo. Rideva, rinato e folle, verso quel morto vivente che era stato a lungo: per quanto era rimasto lo spettro di se stesso? Voleva gridare alla notte.
È una storia con tanto originale, che tratta argomenti non convenzionali, non solo battaglia. È una storia di famiglia, di chi si mette in gioco e trova nuove strade... Non solo vecchi sentieri già tracciati... PS: l'avvertimento OOC e' messo piu' che altro per sicurezza. Credo di aver lasciato IC i personaggi. Solo il fatto di averli messi a contatto con nemici niente affatto tradizionali puo' portarli ad agire, talvolta, fuori dalla loro abitudini, sicuramente lontano dalle loro zone di comfort
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Kiki, Aries Mu, Aries Shion, Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ballata dei finti immortali'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mnemosine gli pose una ciotola con qualcosa di caldo. Si scusò se la zuppa non fosse stata di suo gradimento ma si sarebbe dovuto adattare. Non cucinava spesso per gli esseri umani e non poteva lasciarlo andare, fino a che non fossero stati sicuri che fosse del tutto fuori pericolo. Mu accettò di buon grado. Capiva perfettamente di essere sorvegliato a vista e si stupì, anzi, di essere tenuto in un letto comodo dell'infermeria, piuttosto che in una branda dentro una cella, messo ai ceppi.

"Sei sempre così silenzioso o qui ti annoi?"

Gli domandò quella mattina Mnemosine, dopo avergli cambiatole bende alla schiena ed aver predisposto rotoli di garza sopra un tavolo. Li per li non Mu non capì se la domanda avesse un che di retorico o fosse una affermazione. Poi riflettè su come avrebbe dovuto essere schietto il carattere della guaritrice, per quel poco che avesse avuto modo di conoscerla. Optò decisamente per la seconda possibilità. Rispose perciò gentilmente.

"Vi vedo sempre impegnata. Non vorrei disturbare."

Mnemosine lo guardò in tralce.

"Beh, se ti annoi, mi potresti dare una mano. Così posso controllare meglio se ti riprendi e mi togli una parte di lavoro, se te la senti."

Mu annuì, cortese, e la udì sospirare, mentre gli dava le spalle per sistemare delle ampolle con unguenti dalle note balsamiche.

"Voi cavalieri di rango superiore potete curare le ferite da taglio col cosmo, giusto?"

Mu confermò, confuso.

"La stazza di chi curi può essere un problema?"

Capì poco il senso della domanda. Poi realizzò che, mediamente, i guerrieri Dunedain fossero più alti di lui e più robusti.

"Affatto, e neppure il numero dei feriti conta per me"

La vide rasserenarsi parecchio. Lei gli raccomandò di riposarsi nel frattempo, perchè avrebbero avuto parecchio da fare nel pomeriggio.

La prima a bussare alla porta, poche ore dopo, fu proprio Seleina, che lo scrutò perplessa. Prima ancora che la giovane potesse chiedere perchè si trovava fuori dal letto, Mnemosine, agitata, la indirizzò subito verso Mu.

Seleina si rabbuiò all'istante. Si reggeva il braccio offeso da un taglio profondo ma non era certo quello il motivo del suo malumore.

"Zalaia aveva da fare in città e non è qui a darle una mano. La ricognizione di Sire Haldir e Sire Imuen deve essere andata male parecchio se Mnemosine si aspetta un numero tale di feriti da mettere in moto persino voi."

Si rivolse, desolata, a Mu, mostrandole il braccio che le sanguinava.

"Mi aiutate voi?"

Iniziado a comprendere la reale difficoltà in cui versavano, Mu cercò di rendersi utile più che poteva.

"Almeno oggi, avrei potuto cercare di non farmi ammazzare agli allenamenti come gli altri giorni."

Borbottò Seleina, più per se stessa che per il cavaliere che la curava. Mu concentrò la luce del suo cosmo pensieroso, attento a carpire ogni singolo particolare degli eventi. Di sicuro, Kiki sarebbe stato più efficace nel consolare la ragazza. Lui era sempre stato impacciato nei rapporti umani, nonostante il grande intuito. Non appena ebbe risanato il taglio al braccio, pose la mano sulla spalla di Seleina.

"Vedi di tenere a mente il proposito di poco fa, invece!"

La rimproverò, al contrario una voce maschile. Seleina incassò la testa tra le spalle, riconoscendo Zalaia,rientrato all'improvviso. Il ragazzo aveva buttato il mantello fradicio di pioggia in un angolo e si stava lavando con energia le mani, consumando una saponetta bianca dall'odore pungente. Da un cassetto, aveva estratto un grembiule bianco che svolse ed indossò in pochi gesti. Li aveva squadrati in fretta, palesemente seccato. Aver visto Seleina che condivideva un gesto che gli sembrò così intimo con quel cavaliere era l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Si legò i capelli, imponendosi freddezza.

"Ti hanno ferito anche oggi, agli allenamenti?"

Chiese poi, scettico, non sentendo odore di sangue.

"Mi ha guarita Mu."

Gli spiegò l'amica, colpevole, mentre lui cercava di domare la chioma immensa fino a sistemarla sotto la cuffia. Il giovane si rese allora conto di doversi mordere la lingua e dover ringraziare quello smidollato.

"Hai doti di guaritore?"

Mu, sorpreso, spiegò anche a lui che sapeva fare.

"Dacci una mano, per favore!"

Zalaia si era portato due dita alla base del naso. Stava implorando la persona che, fino ad un attimo prima, avrebbe voluto maciullare.

"Mia madre non ha la resistenza fisica necessaria a gestire da sola tutto il casino che si scatenerà qui tra poco."

A quella richiesta accorata, Mu si rese disponibile in tutto e per tutto. Avrebbe anche potuto richiamare aiuti dal santuario, in caso di bisogno. Pure se quel ragazzo non lo ringraziò, più di tutti intuì quanto di non detto c'era, nella sua salda stretta di mano.

"Sel, tu fuori dai piedi."

Zalaia aveva poi spinto fuori dall'infermieria la ragazzina, anche se, più di tutto, gli avrebbe giovato l'incoraggiamento di lei soltanto. La principessina, inconsapevole, gli fece solo promettere di mandarla a chiamare, se ne avessero avuto bisogno. Concentrato, Zalaia aveva confermato, prima di sbatterle la porta in faccia. Mu, confuso, non capì perchè l'aveva mandata via, se poteva essere utile.

"I figli di Haldir curano solo la psiche. Intervengono in pochi casi: i malati a cui dobbiamo somministrare cure dolorose non riescono a star tranquilli, ed è raro, o si tratta di agonizzanti che non trovano pace ad un passo dalla morte, ed è la norma."

Il cavaliere d'ariete comprese.

"Se interviene Seleina, è perchè tu e tua madre avete fallito."

Zalaia trapassò Mu col suo sguardo tagliente. Il cavaliere d'ariete capì di aver fatto centro e di essersi guadagnato il suo rispetto. Per il resto delle ombre che il ragazzo aveva nei suoi confronti, ci sarebbe stato tempo.

Zalaia aveva modi bruschi ma si vedeva che era dovuto più allo stato dall'erta in cui si trovava che al suo carattere. Indicò a Mu uno zainetto che aveva lasciato vicino al mantello, poco prima. Lo invitò a servirsi delle provviste che avrebbe trovato dentro. Si trattava dell'unico pasto che potevano fornirgli in quel momento. Il cavaliere riconobbe l'odore di cibi confezionati in città popolose, proprie dell'epoca moderna e si stupì non poco di aprire una confezione d'asporto di cibo vagamene asiatico.

"Lo fanno passare per cinese. Te lo devi far piacere"

Mnemosine era rietrata in quel frangente ed aveva storto il naso notando il contenitore che Mu aveva in mano.

"Possibile che mangi solo quello schifo quando vai in città?"

Zalaia, dandole le spalle, aveva roteato gli occhi.

"Meglio quattro piccioni crudi con la fionda dal parco dell'università?"

Non era nè il tempo nè il luogo per terminare la discussione e la madre brontolò che sarebbe stato un problema se fossero stati stanchi perchè non nutriti a sufficienza. Poi uscì per sistemare altre brande nelle stanze attigue e Mu udì sospirare il giovane. Mai avrebbe immaginato di assistere ad una scena del genere. Non seppe se ridere od essere compiaciuto della familiarità con cui comunicavano tra loro esseri che credeva tanto diversi.

"Non mi farai la morale perchè ho risposto male a mia madre, spero?"

In realtà, era basito del fatto che uno grande e grosso come lui, decantato braccio destro d Imuen, potesse essere messo in riga con quella facilià da una donna. Perchè una cosa era conoscere i luoghi comuni della gente, un altro vederli coi propri occhi. Forse, in un ambiente maschile come quello del grande Tempio, certe scene erano piuttosto rare.

"Noi non abbiamo bisogno di costringere le nostre femmine ad indossare maschere per riconoscerne il valore."

Ammise Zalaia, alzando le spalle.

"A ovest, poi, c'è un villaggio di sole femmine che vanta guerriere così potenti che perfino parecchi dei tuoi pari farebbero bene a guardarsi dal far arrabbiare. Anzi, alcune di loro sono solo da amare."

Mu scosse il capo: tutto si aspettava, fuorchè finire a parlare di donne, poco prima che si scatenasse il putiferio.

"Parli per esperienza diretta?"

Il ragazzo, un po' per darsi arie, un po' perchè aveva bisogno di credersi superiore a lui, e poi perchè era vero, sorrise a trentadue denti, più le zanne.

"Più di una, caro mio."

Si scoprì il collo per mostrare una cicatrice di artigli.

"Me la sono sudata ma accidenti se la valeva."

Mu arrossì, lievemente in imbarazzo. Gli avevano detto che, per certi versi, anche Kiki aveva assunto comportamenti simili.

"Sicuro di non essere tu a mancare di rispetto alle... femmine, saltando così, di fiore in fiore?"

Zalaia, serio, si voltò verso di lui.

"Io non gualcisco i fiorellini che collezionate voi cavalieri del Grande Tempio. Non per fare accuse, ma si sa che voi ve la spassate con le ancelle. Io tratto alla pari con guerriere. Hai visto donne che avessero in mano solo una ramazza in questo villaggio o facessero solo gli angioletti del focolare? Le nostre donne hanno quasi tutte in mano una spada, si difendono e sanno difendere. Non sono oche ammaliate dall'oro. Sono donne di sangue, che amano e odiano uomini che gli sanno tenere testa."

Mu aveva notato l'occhiata che Zalaia aveva lanciato, di sfuggita, fuori dalla finestra dove, in un mucchio di polvere, Seleina era caduta, l'ennesima volta, a terra contro un suo avversario.

"Donne come quella là?"

Lo prese in giro, delicato ma deciso.

"Anche. Perchè quella è molto più Dunedain di tante che lo sono per nascita. Seleina traccerà la sua strada e andrà lontano. Non ha niente a che vedere con le vostre femmine con la maschera o con la ramazza."

All'ariete, finalmente, fu chiara una bella parte del malumore del suo interlocutore. Si sbrigò a cambiar discorso, visto che avevano parecchio da fare. Aprì il contenitore e mandò giù, con poco entusiasmo, il cibo che vi era dentro, o ciò che facevano passare per tale. Donne di sangue, aveva detto Zalaia, riferendosi alla principessina, che già aveva due o tre tagli che sanguinavano copiosi alle braccia. Non aveva controbattuto tanto al discorso del giovane, sulle mansioni ed il rispetto che avevano loro per le donne del santuario. Non poteva negare che il loro ambiente fosse prettamente maschile, come del resto era anche Asgard. Si era fatto fare un bel discorsetto sulla parià dei sessi da un ragazzetto per metà animale. Che Seleina, in un certo senso, cercasse solo un suo posto nel mondo e quella società di uomini selvaggi metà lupi fosse un posto migliore per ottenerlo? La osservò prendere tante di quelle legnate da chiedersi che senso avesse, farla allenare. Eppure la piccola non cedeva. La stessa testa dura di Cristal contro Scorpio. Il boccone che aveva sollevato con le bacchette rimase sollevato a mezz'aria. Seleina lo guardava, perplessa, in un attimo di pausa, non capendo che volesse da lei, per fissarla. Gli aveva agitato la mano in segno di saluto. Suo malgrado, Mu arrossì e rispose al gesto, finendo il cibo restante in fretta e silenzio. Donna di sangue anche lei, che le stava prendendo da un'altra donna altrettanto sanguigna che la sovrastava. Seleina si abbassò su se stessa, afferrò a palmi uniti la spada dell'avversaria. Si lasciò scivolare in terra, rotolando sulla schiena. Coun una capriola,veva sbilanciato l'avversaria e le era atterrata sul bacino. Le aveva tolto di mano la spada e gliela restituiva puntata alla gola. La strada da percorrere era un po' più breve. Ansimavano entrambe quando il cielo si fece scuro. I dunedain rientravano in branco. Era finita la pausa.

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: LeanhaunSidhe