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Autore: polytlas    06/01/2019    0 recensioni
❝ If you can ship it, you can read about it. ❞
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Una raccolta di One Shots in cui i vari personaggi di Boku No Hero Academia si ritrovano all'interno dei nostri capolavori Disney preferiti. ✿
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter #9;
 
 
 
-  …. run.
 



 
Subito dopo aver partecipato al matrimonio della figlia del signor Nezu, e dopo che questi diede loro l’indirizzo del proprio autista, Izuku e Shinso raggiunsero il luogo senza perdere ulteriore tempo.
Casa di quel cosiddetto signor Kirishima si trovava fuori città, e per raggiungere la porta d’ingresso dell’abitazione, i due dovettero attraversare un delizioso ponticello in legno.
A Izuku toccò spostare alcune piante per poter pressare il dito sul campanello, che attivò delle musichette tribali davvero originali.
Aveva persino cominciato a piovere, ma un enorme albero lì accanto era abbastanza folto per ripararli entrambi.
 
« Signor Kirishima? Midoriya Izuku, polizia di Tokyo. Vogliamo solo sapere cos’è successo a Tokoyami Fumikage. »
 
Non passò neppure mezzo secondo dalle parole di Izuku, che la porta si aprì, ma mai del tutto. Il signor Kirishima dovette aprire diversi catenacci prima di poter fare capolino con un solo occhio.
Shinso si avvicinò maggiormente ad Izuku, e da dietro la porta si sentì quasi un ruggito rabbioso e frustrato.
 
« Voi dovreste domandare cosa è successo a me. »
 
Kirishima spostò la porta in modo da esporre per intero il viso, e gli occhi di Shinso e Izuku si sgranarono all’inverosimile. L’uomo presentava una vistosa cicatrice sul viso, proprio vicino l’occhio, e il suo sguardo era spaventato e turbato.
 
« Oh. Un tale gentiluomo l’ha … ridotta così? »
 
Shinso faticò davvero a crederci. Conosceva Tokoyami, sapeva quanto, durante gli anni, si fosse impegnato per controllare il proprio quirk, e sapeva bene quanto fosse estremamente capace di controllarlo. Era una potenza distruttiva, non si sarebbe mai scagliato contro qualcuno senza una ragione di una certa importanza.
Izuku si passò una mano fra i capelli.
 
« Cosa è successo? »
 
Kirishima continuò a guardarli con lo sguardo cupo, e le sue mani presero a tremare dinanzi a quei ricordi. Si rivolse a Izuku.
 
« Era … un vero animale. Si muoveva a quattro zampe, ha distrutto l’auto e con quella sua ombra … era un selvaggio! »
 
Nella mente di Kirishima riaffiorarono quelle immagini, e tremò al pensiero di poterselo ritrovare davanti da un momento all’altro. Era troppo forte. Ingestibile, indomabile.
 
« Così all’improvviso, si mise a parlare degli ululatori notturni. Gridava e parlava degli ululatori notturni », aggiunse, ancora con aria sconvolta.
 
Questa volta fu Shinso a prendere parola.
 
« D’accordo, allora, anche lei sa degli ululatori notturni? Bene, bene bene, perché se siamo qui è per parlare degli ululatori notturni, giusto? »
 
Si rivolse ad Izuku, che di fatto restava la figura ufficiale che doveva condurre quel caso. Kirishima, poi, era spaventato, e andava preso con le buone. Izuku allora tornò sull’attenti e resse alla perfezione il gioco di Shinso.
 
« Sì! Sì, e se ci apre la porta e ci dice che cosa sa, noi le diremo ciò che sappiamo, okay? »
 
Izuku gli sorrise sinceramente, cercando di infondergli quanta più sicurezza possibile. E funzionò davvero.
Kirishima annuì e socchiuse la porta per poter togliere gli ultimi lucchetti.
 
Izuku si voltò verso Shinso, che lo fissò con un sorriso compiaciuto e un sopracciglio inarcato. Gli sorrise.
 
« Sei proprio acuto, eh. »
 
Dall’interno dell’abitazione del signor Kirishima, però, si levò un urlo. Un  urlo lamentoso, che proprio Kirishima rilasciò. Sentirono anche alcuni oggetti cadere, infrangendosi rumorosamente per terra.
Senza neanche pensarci, Izuku avanzò e aprì lentamente la porta e quel che gli si presentò davanti, fece gelare il sangue ad entrambi.
 
« … signor Kirishima? »
 
Kirishima era accasciato per terra: urlava, si lamentava e si muoveva come in preda al demonio. Come se stesse cercando di controllare qualche forza esterna che si era impossessata del suo corpo.
Shinso indietreggiò d’impulso, e afferrò Izuku per la maglia.
 
« … ehi, amico? »
 
« Va … tutto be -? »
 
Izuku non riuscì neppure a terminare la domanda, che Kirishima si voltò verso di loro, e il suo sguardo aveva smesso di essere impaurito. In quel momento era come inselvaggito. Totalmente deumanizzato.
 
Izuku sgranò gli occhi e deglutì con fatica.
 
« Fagli il brainwash, Shinso. »
 
« Non posso, non mi ha parlato. »
 
« Allora corri. CORRI! »
 
Izuku lo afferrò prontamente per un braccio e trascinò Shinso via da lì, mentre Kirishima, in tutta la sua furia disumana e distruttiva, cominciò a rincorrerli. Il suo quirk era l’indurimento, e in quell’istante le sue braccia sembravano essersi trasformate in trivelle. Cominciarono a distruggere tutto quel che gli si parava davanti, e se solo li avesse presi, li avrebbe ridotti a brandelli in pochi secondi.
Shinso non era forte al punto da poterlo contrastare, e lui, Izuku, non voleva neppure provarci. Il suo quirk gli consentiva solo di spostare e attirare contro di sé oggetti; aveva provato a muovere contro di sé la porta, cercando di chiuderla, ma era stato un gesto vano: Kirishima l’aveva distrutta con una spallata.
 
« MA CHE GLI È PRESO? »
 
Shinso lo urlò disperato mentre cercarono di approfittare del fatto che Kirishima fosse troppo pesante per essere agile.
Kirishima distrusse il ponticello, e Izuku disse a Shinso di saltare, finendo dentro un ruscello. L’acqua era bassa, ma la pesantezza di Kirishima lo avrebbe di certo rallentato. Specie dal momento che li seguì e si tuffò nel torrente.
 
Ringhiava, e il suo sguardo era inferocito. Distruggeva persino i sassi che gli si presentavano davanti, e Izuku pensò che prima o poi le sue fibre muscolari si sarebbero distrutte, se avesse continuato a distruggere tutto con quella foga. Ma non potevano aspettare un suo esaurimento fisico: doveva chiamare i rinforzi, o non ne sarebbero usciti vivi.
 
Cercarono di perdere tempo nascondendosi dietro massi e tronchi che Kirishima continuava a ridurre in pezzi.
 
« Agente Midoriya a centrale! »
 
-
 
 
Da dietro il bancone, Kaminari stava amorevolmente illustrando la sua app su Momo ad un criminale in manette.
Ignorando bellamente la spia lampeggiante dell’altoparlante.
 
« Conosci Momo, la più grande cantante contemporanea, l’angelo della creazione? Già, no, la devi vedere. È un fenomeno. »
 
Mostrò al tipo un video con Momo intenta in uno dei suoi balletti, con dietro il fisico di uno dei suoi ballerini super palestrati, sopra il quale era incollata la foto della faccia di Denki.
 
Wow, sei un gran ballerino, Kaminari Denki, disse la voce metallica dell’app, che suscitò un’incontrollata gioia da parte di Kaminari, che per l’emozione rilasciò una piccola saetta nell’aria.
 
« Sono io! Credevi fosse vero? Sembrava vero! Oh … Non lo è, è solo un’app. »
 
Volse velocemente lo sguardo alla spia dell’altoparlante, e notandola lampeggiare, si scusò col tizio e pressò il pulsante che gli consentì di ascoltare il messaggio.
Ma fece un balzo indietro quando l’urlo di Midoriya riuscì quasi a rompere i vetri della centrale.
 
« KAMINARI! »
 
Subito tutti si voltarono verso di lui, che immediatamente si mise in contatto con Midoriya.
 
« KAMINARI ASCOLTAMI, ABBIAMO UN DIECI NOVANTUNO, IL SIGNOR KIRISHIMA NON GESTISCE PIÙ IL SUO QUIRK INDURIMENTO, È IMPAZZITO. CI TROVIAMO NEL DISTRETTO DI KOTO »
 
-
 
Shinso e Izuku riuscirono ad arrampicarsi su una piattaforma sulla quale passava la funivia che li avrebbe condotti in città. Per fortuna, osservò Izuku, non c'erano altre persone. Né bambini.
Kirishima si era indebolito via via, ma la sua ferocia restava ancora indomabile, al punto che con un balzo fece per raggiungere Izuku e ucciderlo, ma questi lo scansò con un’agile mossa; nel salvarsi, però, scivolò e quasi cadde giù dalla piattaforma.
Kirishima volse il suo sguardo inferocito verso Shinso, che terrorizzato mise le mani avanti e cominciò a parlargli, nel vano tentativo che quella bestia indomabile potesse rispondere.
Ma quello oltre a non parlare, pareva proprio non ascoltare un tubo.
 
Al punto che Shinso si ritrovò a pensare che proprio quelli fossero i suoi ultimi attimi di vita, e quando Kirishima balzò verso di lui, non poté che mettere le mani avanti e rannicchiarsi su se stesso, aspettando che quel pugno di pietra gli sbriciolasse le ossa come wafer. Con suo stupore, però, non arrivò.
 
Da dietro, Izuku aveva legato Kirishima per una gamba con dei nastri particolari, che gli consentivano di indebolire il quirk del malvivente. Questo consentì a Shinso di sgusciare via da lui, ma nel modo in cui tentò di afferrarlo ancora, Shinso si sbilanciò e cadde addosso a Izuku, facendo rompere la fragile ringhiera della piattaforma, facendoli cadere di nuovo nel torrente.
Nuotarono verso la riva, accertandosi che nessuno dei due si fosse fatto male, e solo in quel momento, finalmente, arrivarono i rinforzi.
 
-
 
« Sembrava un semplice caso di persona scomparsa, invece è molto di più, » spiegò Izuku, conducendo Endeavor e il resto dei rinforzi sul luogo in cui aveva catturato e trattenuto Kirishima.
 
« Il signor Tokoyami in realtà non è scomparso, ma lui, e il signor Kirishima si sono – trasformati in selvaggi », spiegò ancora, avanzando verso la piattaforma.
 
Il capitano Endeavor scosse il capo.
 
« Selvaggi? Non siamo nell’età della pietra, le persone non si trasformano improvvisamente in selvaggi. » 
 
« Anch’io lo credevo. Poi ho visto questo. »
 
Izuku scostò due grandi foglie che ostruivano il passaggio, ma quando fece per mostrare il misfatto a tutta la squadra, non trovò nessuno.
Nessun signor Kirishima imbestialito, niente di niente.
Sgranò gli occhi e si guardò freneticamente intorno.
 
« Cosa?! Ma era proprio qui! »
 
Sul volto del capitano si levò un sorrisino divertito.
 
« Il signorino selvaggio? »
 
Izuku cominciò a correre avvicinandosi proprio al punto in cui aveva legato Kirishima, continuando a cercarlo con lo sguardo, temendo potesse tornare da un momento all’altro per attaccarlo di nuovo.
Ma di quell’essere disumano, neppure l’ombra. Non più.
 
« Signore, so quel che ho visto, ci ha quasi uccisi! »
 
Endeavor però non si risparmiò le puntualizzazioni pesanti.
 
« O forse qualsiasi delinquente aggressivo, con un quirk decisamente più forte del tuo, risulterebbe spaventoso ad un poliziotto che riesce solo ad attirare gli oggetti contro di sé? Andiamo via! »
 
Diede l’ultimo ordine in modo strafottente, ma Izuku lo bloccò ancora.
 
« Aspetti! Signore, non sono l’unico ad averlo visto, » volse lo sguardo verso Shinso, e gli fece segno di avvicinarsi: « psst! Shinso kun! »
Endeavor, però, non parve lasciarsi convincere.
 
« E pensi che io creda ad uno scapestrato con i capelli strani? »
 
« Be’, è un testimone chiave e -. »
 
« Due giorni per trovare Tokoyami, o davi le dimissioni. Questo era l’accordo. Il distintivo. »
 
« Ma signore -. »
 
« IL DISTINTIVO! »
 
Non gli diede neppure il tempo di ribattere, o di difendersi ulteriormente. Endeavor era stato categorico, e Izuku si era ritrovato con le spalle al muro. Abbassò lo sguardo sconfitto, e senza avere la forza di proferire parola, fece per togliersi il distintivo.
Una voce familiare, però, si levò nell’aria.
 
« Ahm, no! »
 
Endeavor si voltò minaccioso verso Shinso, che dovette mordersi le guance più e più volte per non usare il suo quirk e metterlo in ridicolo. Era pur sempre attorniato da altri agenti di polizia che lo avrebbe sbattuto in galera senza pensarci due volte.
 
« Cosa hai detto, ragazzino? »
 
« Scusi, quello che ho detto è: NO! » Scosse il capo e si avvicinò verso Izuku con fare apparentemente strafottente: « Non le darà il suo distintivo. »
 
Endeavor e tutta la squadra lo fissarono confusi, in cerca di risposte. E Shinso Hitoshi era lì, pronto a dargliele tutte.
 
« Senta, lei gli ha dato un giubbino, un triciclo giocattolo e due giorni per risolvere un caso che voi tutti non avete risolto in due settimane? Già, ovvio che chiedesse aiuto ad un amico fidato, nessuno di voi lo avrebbe aiutato, non è vero? »
 
Endeavor fece per ribattere, ma Shinso, con grazia e diplomazia, non glielo permise.
 
« Ah, e comunque capitano, gli aveva dato quarantotto ore, quindi tecnicamente ce ne restano altre…», fece un breve conto aiutandosi con le dita e tornò a sostenere lo sguardo spiazzato di Endeavor: « dieci per trovare il signor Tokoyami, ed è esattamente ciò che faremo, quindi se vuole scusarci abbiamo un’enoooorme pista da seguire. E un caso da risolvere. Buona giornata. »
 
Fece un inchino di cortesia, e si diresse verso la funivia arrivante, insieme ad un Izuku che si era stretto nelle proprie spalle e si era ritrovato col viso in fiamme. Shinso bloccò la funivia, aprì la porticina, e guardò Izuku negli occhi, con un immenso sorriso sincero.
Il sorriso tipico di un vero amico fidato.
 
« Agente Midoriya. »
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
   
 
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