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Autore: queenjane    07/01/2019    5 recensioni
The Ring Cycle, an Empress, Wagner and Ludwig II of Bavaria, quote " In quella sera del marzo 1904, rifletteva che Wagner aveva avuto una vita tormentata, ricca di scandali, avventure e opportunità, creando quelle perfette composizioni, che narravano di eroismi, morte, tradimenti, amori appassionati, avventure e quanto altro.
Si sfiorò il ventre, nella discreta penombra, il bambino si era mosso, finalmente. Sarebbe stato un maschio, non poteva che essere così, un segno che si fosse palesato ascoltando quelle struggenti melodie.
Movimenti leggeri come piume, si impose di non piangere, commossa, pensando a Wagner, che le sue fortune erano risalite nel 1864, quando, a 51 anni, oberato dai debiti e inseguito dai creditori, Luigi II di Baviera era asceso al trono.
Cugino di Elisabetta Wittelsbach, imperatrice d'Austria, SISSI, era giovane, cupo e tormentato, era diventato il mecenate del musicista, ne aveva pagato i debiti e lo aveva fatto installare a Monaco...."Un divertissement con alcuni pezzi su Alexei Nicolaevich Romanov, il figlio dell'imperatrice, sul suo coraggio, a soldier prince, a knight, full of grace and courage, a Ring within the Ring.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Si sussurrava che la zarina, dal 1904, si fosse ritirata dalla realtà, in un suo mondo, come aveva fatto Ludwig II di Baviera, il suo,  colorato dalle musiche di Wagner.


Era il 12 agosto 1904, la zarina sedeva sul suo divano, ingrossata e oppressa da emicrania e cattivi presagi, pochi giorni avanti si era rotto uno specchio in mille frammenti senza che nessuno lo avesse sfiorato, si era staccato mentre lei vi passava davanti, toccandosi protettiva il ventre ormai enorme.
Verso le 12 mattutine percepì i noti dolori del parto, il quinto, dopo una oretta giunse il tanto atteso bambino, un maschio, desiderato e cercato.
Alle una lo Zar si inchinò dinanzi a lei, che ancora non sapeva l’esito, appariva così debilitata che nessuno aveva osato darle la bella notizia e la lesse sul viso del marito.
“Non può essere, è davvero un maschio?”
“Sì..” Parole frantumate “ Sarà Aleksej..” come il padre di Pietro il Grande, il sovrano preferito dello Zar, fin qui nulla di male, tranne che era stato il nome del figlio di Pietro il grande, che aveva complottato contro suo padre, morendo poi per suo ordine.




Telegrammi di congratulazioni piovevano a ritmo serrato, padrino onorario era ogni soldato e ufficiale dell’esercito, oltre all’imperatore tedesco e al principe di Galles, lo zarevic ebbe il titolo onorario di colonnello di molti reggimenti, e nastri e decorazioni. E i doni e i regali .. Addirittura un elefante.
Il battesimo venne celebrato il 3 settembre, un piovoso martedì a Peter Hof.

Lo portava tra le braccia la principessa G., guardarobiera imperiale, su un cuscino d’oro, assicurato alle spalle della madrina da una fascia dorata, e per precauzione aveva delle suole antiscivolo. Era avvolto in un mantello d’oro, ricamato di ermellino, come era uso, per l’erede al trono.. Che pianse forte, come un bambino comune, quando venne immerso nell’acqua battesimale.

Per tradizione russa, i genitori erano assenti al battesimo, tuttavia, finita la cerimonia, l’imperatore giunse in chiesa. Sia lui che l’imperatrice erano nervosi, che temevano che la principessa G. potesse far cadere l’infante o che l’anziano sacerdote affogasse il bimbo nel fonte battesimale.

In principio gli zar, orgogliosi, non trascuravano occasione per mostrarlo. Quando Nicola incontrò Aleksander Mosolov, capo della cancelleria di corte, gli disse “Non credo che abbiate visto ancora il mio caro piccolo zarevic, ora ve lo mostro” Entrarono, raccontò poi Mosolov, stavano facendo il solito bagno quotidiano al bimbo, che tirava calci nell’acqua. Lo zar prese il piccolino dall’accappatoio, i suoi piedini nel cavo di una mano, reggendolo con l’altro braccio. Era nudo, colorito, paffutello, uno splendore, una bellezza, dopo lo zar informò sua moglie che aveva fatto sfilare lo zarevic.
A sei settimane iniziò a sanguinargli l’ombelico, il sangue non coagulava.
Era emofiliaco.
Alle volte Aleksandra pensava che sarebbe stato meglio impazzire per scampare a quel dolore.
Pare che Ludwig lo avesse affermato, meglio pazzo che vivo in questo mondo, dopo la morte di Wagner, il MAESTRO, nel 1883.
   
 
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