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Autore: Classicboy    18/01/2019    6 recensioni
Fanfiction interattiva, iscrizioni chiuse!
SurvivalGame!AU, Deathfic
Avvertimenti: violenza, sangue, morte di personaggi principali
...
Quando un gruppo di semidei si risveglia su di un'isola senza memoria di come sono giunti lì né il perché, delle domande cominciano a formarsi nelle loro menti. Domande che si fanno via via più insistenti quando scoprono che oltre a loro sull'isola sono presenti anche diverse specie di mostri, tutti ugualmente letali e pericolosi, alcuni anche troppo.
Chi ha portati lì il gruppo di adolescenti? Perché l'isola è disseminata di trappole e indovinelli? Cosa ci fanno dei mostri in un'isola che stranamente sembra raccoglierne tutti gli habitat? Cosa sono le rovine che si ergono al centro dell'isola? Cosa sono i messaggi criptati che si trovano sparsi e che sembrano a loro indirizzati?
Questi sono i misteri che popolano Demigod Island.
...
0) Il risveglio (completo)
I) Ciò che c'è di più caro (in corso...)
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mostri, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Semidei Fanfiction Interattive
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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CIÒ CHE C'È DI PIÙ CARO -
DIALOGHI E... ALLEANZE?

 

 

Montagna

 

Sentiero

 

Chris si rimise in piedi e si spazzolò la felpa mentre cercava di assumere un'aria disinteressata, come se risvegliarsi sulla cima di una montagna, essere inseguiti da dei polli giganti, andare a sbattere contro una ragazzina e poi essere salvati dalla stessa che si presentava come una semidea romana fosse una cosa tipica che gli capitava praticamente ogni giorno. Tuttavia non riuscì a trattenere gli sguardi nervosi che di sottecchi lanciava alla sua salvatrice.
Aveva detto di chiamarsi Katrina, se non sbagliava. In quel momento era ferma a pochi metri da lui, teneva gli occhi chiusi e la testa inclinata di lato, in una sorta di stato di profonda concentrazione. Le mani erano tenute dietro la schiena, e si stava dondolando sul posto, come se stesse ascoltando una qualche misteriosa melodia. A guardarla sembrava impossibile che poco prima avesse messo in fuga dei mostri tutta da sola. L'incarnato chiaro, troppo chiaro a suo parere, donava un aspetto innocente alla sua figura, aiutato forse dai lunghi capelli biondi che le arrivavano a metà del busto e dalla statura minuta. Era così piccolina e gracile che un “gigante” come lui sembrava quasi comico al suo fianco.
Alla fine prese il coraggio a due mani e si schiarì la gola.
La ragazza sussultò sorpresa e aprì gli occhi, guardando incuriosita nella sua direzione: “C'è qualcosa che non va?”
“Ehm, ecco io... io ti volevo ringraziare” borbottò rosso il ragazzo mentre si portava una mano dietro la testa e distoglieva lo sguardo. Quegli occhi azzurri lo mettevano a disagio. Soprattutto per la sfumatura che avevano. Parevano slavati, come se qualcuno avesse tolto loro luminosità.
Katrina si aprì in un ampio sorriso: “Ma ti pare?! Mica poteva permettere a quei cosi di sbranarti no? E poi diciamocelo: essere uccisi da dei grifoni sarebbe stato un modo molto stupido di morire, no?” e rise.
Chris accennò una risata incerta.
“Comunque come ti chiami? Io la mia presentazione l'ho fatta, ora è solo giusto che la faccia anche tu!” intervenne la giovane. Sembrava quasi saltare sul posto, come se non riuscisse a contenere l'eccitazione di fronte alla prospettiva che stava per conoscere una persona nuova.
Il ragazzo lo trovava estremamente destabilizzante.
“Ehm... Chris. Chris Wright” borbottò alla fine.
“Ooooh, che cognome curioso! Chris è il diminutivo di qualcosa, vero? Christian immagino, ma forse vuol dire anche Kristoff, magari tu lo pronunci Kris con la k e io non lo so. Magari se ce l'avessi scritto lo saprei. Beh, anche se lo scrivessi però per me non farebbe differenza, no? Eh eh, scusa, battutina per alleviare la tensione. Comunque hai un cognome davvero strano, si pronuncia come “right”, che in inglese vuol dire “esatto”. Tu sei un tipo esatto? Io per niente, spesso e volentieri sono imbranata, devi sentire il centurione della mia coorte come mi sgrida a volte. Comunque tu sai dove ci troviamo? Io mi sono svegliata poco fa dentro quella grotta, e non ho la più pallida idea di come ci sia finita lì. Sono però abbastanza sicura che non siamo vicini al Campo Giove. Oh, forse siamo vicini al Campo Mezzosangue? Non l'ho mai visitato, quindi non so come sia il paesaggio circostante, e anche se lo sapessi non potrei dirlo, però magari se riconosci qualcosa possiamo provare a fare congetture su dove ci troviamo. Mhm, ma perché ci sono dei grifoni, a quanto ne sapevo non vivono negli Stati Uniti, si trovano molto più a nord solitamente. Cosa ci fanno qui? Potremmo provare a...”
“Okay okay okay, stop, miss Lingua-da-competizione, stop, per favore. Mi stai facendo venire il mal di testa, parli troppo” la interruppe il figlio di Apollo senza mezzi termini, mentre sentiva l'emicrania premere contro le tempie.
“Oh, scusa. Colpa mia” si scusò la figlia di Favonio tirando un po' fuori la lingua e assumendo un'aria dispiaciuta.
“E di chi altri?” grugnì il greco mentre la guardava confuso e infastidito.
La giovane lo aveva bombardato, ma almeno era riuscito a capire qualcosa da quel racconto sconclusionato. Primo, la ragazza si era svegliata nelle sue stesse identiche condizioni, senza avere memoria di come fosse arrivata lì. Secondo, non sapeva dove si trovavano. Terzo, dovunque fossero era probabilmente distante dai luoghi di competenza di entrambi, visto che, come aveva fatto notare, gli Stati Uniti non erano il luogo in cui si potevano solitamente trovare colonie di grifoni.
Poi c'erano anche un altro paio di cose che aveva detto che gli premevano.
...anche se lo scrivessi però per me non farebbe differenza, no?...”
“...anche se lo sapessi non potrei dirlo...”

La guardò per un secondo. Si stava dondolando di nuovo sui talloni, le mani che giocavano col davanti della maglia, lo sguardo era puntato circa all'altezza del suo petto, senza una ragione specifica. Inoltre non pareva metterlo a fuoco, sembrava quasi perso nel vuoto...
Con uno shock finalmente capì.
“Tu sei cieca!” esclamò incredulo.
Katrina assunse un'aria sorpresa: “Non l'avevi ancora capito?”
“Ehm, no – rivelò imbarazzato – Da come ti comportavi non sembravi avere nessun tipo di problema. E poi visto il modo in cui sei riuscita a sconfiggere i grifoni...”
“Oh, quello – la romana liquidò la faccenda con un gesto della mano – Quello è merito dei venti, una mia caratteristica dovuta all'essere figlia di Favonio. Mi permettono di vedere il mondo esterno come se non avessi problemi, anche se sono limitati, ad esempio a volte non riesco a cogliere i particolari, e non so come sono i colori. Ma per il resto mi permettono di condurre una vita senza problemi!” e sorrise.
Sembrava sincera, ma a Chris sembrava impossibile che qualcuno riuscisse a parlare così bene e con un sorriso sulle labbra di un problema del genere.
In fretta cercò qualcos'altro da dire: “Ehm, allora... hai detto di esserti svegliata in una grotta, vero?”
Katrina annuì: “Sì, quella lì” e la indicò con una mano.
Chris percepì il lieve spostamento d'aria che indicava l'uso dei poteri da parte della ragazza. Se ci facevi caso sentivi quanto ne faceva uso.
Senza motivo apparente il semidio si diresse verso la caverna indicatagli dall'altra, seguito dalla giovane che gli ballonzolava dietro, come un cucciolo eccitato.
Era uno squarcio simile ad una bocca aperta in una smorfia mostruosa, la luce illuminava a stento i primi metri dell'entrata. Facendo attenzione vi entrò. Subito percepì il cambio di temperatura e non riuscì a trattenere lo starnuto che gli nacque sulle labbra.
“Salute!” esclamò con allegria la compagna.
“Grazie. Ehi senti Katrina, che ne dici se tu rimani qui a fare la guardia mentre io esploro un po' la caverna? Credo, ehm, di essere più adatto, magari visto che riesco a vedere posso notare cose che a te sono sfuggite” borbottò il giovane. In realtà non voleva che la ragazza corresse qualche rischio inutile. Era più probabile venir attaccati lì dentro piuttosto che da una minaccia esterna.
La giovane rimase stupita, ma si disse d'accordo. Chris si avviò con circospezione all'interno, facendo attenzione a non scivolare sul terreno accidentato. Aguzzò la vista e cercò di perlustrare l'ambiente umido della caverna. Fece avanti e indietro, tocco pareti alla ricerca di eventuali bottoni, leve o simili, si accovacciò e studio dietro le stalagmiti, come se fosse convinto che da qualche parte qualcuno avesse dimenticato qualcosa, un indizio che gli dicesse dove si trovavano o chi fossero i loro misteriosi rapitori.
“Allora? Trovato nulla?” domandò la voce di Katrina dall'ingresso.
“Nulla, solo pietre – si lamentò il biondo mentre si spolverava le mani e si guardava attorno distrattamente – Solo stupide, inutili, fastidiose pietre. Avrei avuto più successo nel cercare di convincere un segugio infernale a fare danza cla...” le parole gli morirono in gola mentre vedeva finalmente l'indizio che tanto aveva cercato.
Nascosto sotto una pietra un lembo di carta faceva capolino, come un piccolo fiore che spuntava da un marciapiede.
In fretta si avvicinò e scostò con cura il masso.
“Ehi, tutto bene? Trovato qualcosa?”
“Sì” esclamò riuscendo a stento a trattenere la soddisfazione nella voce. Erano due rettangoli di carta di dimensioni uguali, uno leggermente più pesante dell'altro. Parevano bene conservati nonostante l'ambiente umido nei quali si trovavano.
C'era scritto qualcosa sopra, ma nella penombra aveva difficoltà a leggerlo. Si alzò in piedi e raggiunse l'uscita.
“Allora? Cos'hai trovato?” domandò incuriosita Katrina.
“Dei fogli di carta. Non so cosa siano però sembra esserci scritto qualcosa sopra”
“E cos'è? Cos'è?”
“Calmati un po', molla in miniatura, ora leggo. Ecco c'è scritto...” si bloccò di colpo mentre impallidiva.
“Ehi, che c'è? Tutto ad un tratto il tuo cuore ha preso a battere all'impazzata” mormorò preoccupata la ragazza.
“Christian Wright figlio di Apollo...”
“Cosa?”
“Sono lettere. Su una c'è scritto il mio nome: Christian Wright figlio di Apollo, mentre sull'altra... - tirò su la busta più pesante – Katrina Seffir, figlia di Favonio”
La romana trattenne il fiato mentre alzava lo sguardo sperduta sull'altro.
“Cosa significa?”
“Non lo so...”
Dove Ade erano finiti?

 

 

 

Pianura

 

Prato

 

Polly canticchiava a bocca chiusa mentre si guardava attorno, la spada nella mano destra che andava avanti e indietro tra i lunghi fili d'erba circostanti, come se fosse un semplice bastoncino e non un'arma mortale, mentre la sinistra giocava con la strana collana con la pietra che aveva trovato poco prima e che si era prontamente messa al collo.
Era incuriosita su cosa fosse, ma questo sentimento era velocemente scemato, e ora andava in giro per quel prato così bello e pieno di fiori, in cerca di qualcos'altro da fare o che attirasse la sua attenzione.
I vantaggi dell'iperattività...
Cosa poteva fare ora? Quel posto era bello, però non le sembrava il Campo Mezzosangue. Magari qualche figlio di Demetra aveva usato i suoi poteri e aveva trasformato completamente il campo in un prato fiorito? Annuì. Era una possibilità da prendere in considerazione, sì.
Uffa, ora la pancia stava anche iniziando a brontolarle e non aveva neppure uno straccio di cibo con sé, che scocciatura!
Ad un tratto percepì il terreno sotto ai suoi piedi cambiare consistenza e le scarpe incontrare una superficie improvvisamente regolare. Si bloccò e guardò incuriosita sotto di sé. Era praticamente del tutto nascosto da una fitta vegetazione e in più punti era rovinato se non addirittura distrutto, ma si trovava su di un sentiero pavimentato. Alzò la testa e si guardò bene attorno. Ora che sapeva della sua esistenza riusciva anche a scorgerlo abbastanza bene mentre si snodava in direzione della foresta poco distante oppure verso la montagna.
Si voltò verso il bosco. Il sentiero procedeva dritto infilandosi tra gli alberi che lo circondavano e lo ombreggiavano donandogli un aspetto invitante.
Dall'altra parte invece si snodava andando prima verso la montagna per poi costeggiarla e svanire dietro di essa, forse di nuovo in direzione del bosco oppure verso un punto che i suoi occhi non riuscivano a scorgere da quella posizione.
Mhm, aveva trovato un sentiero, la cosa più logica - o almeno la cosa che più persone le avrebbero suggerito di fare - era seguirlo, ma per andare dove?
Sarebbe potuta andare in direzione della foresta, dove avrebbe potuto trovare un po' di riparo e frescura, e forse lì in mezzo magari anche qualche albero da frutto o qualcos'altro da mangiare. Oppure sarebbe potuta dirigersi in direzione della montagna, in fondo le sarebbe bastato andare oltre per vedere dove conduceva, e nel caso in cui avesse visto che era qualcosa di noioso o di pericoloso avrebbe sempre potuto fare marcia indietro.
Quindi dove andare? Bosco o montagna?

- Bosco                                                         - Montagna

 

 

 

Foresta

 

Bosco

 

Colin era fermo, la spada stretta in mano, gli occhi puntati addosso alla ragazza che poco prima era uscita dalla foresta completamente inzaccherata di fango. Con calma analizzò bene il suo aspetto: poteva avere sì no la sua età, forse più grande? Difficile dirlo. I capelli erano neri e tenuti corti, oltre che parecchio arruffati, come se si fosse appena svegliata e non avesse ancora avuto modo di sistemarseli per bene. Il volto era pallido e metteva quasi in risalto i profondi e scuri occhi grigi come un cielo una mattina nuvolosa. L'abbinamento dei vestiti era particolare: un giubbetto scuro sotto cui faceva capolino una maglietta arancione, una lunga gonna che le arrivava quasi alle scarpe e al collo quello che sembrava un collarino con un pendaglio a forma di nota musicale.
Ma erano altre due le cose che lo incuriosivano e che lo facevano stare all'erta: il marsupio legato attorno alla vita e che avrebbe potuto nascondere chissà che cosa - diciassette anni da semidio gli avevano insegnato ad essere sospettoso di tutto e tutti - e, soprattutto, la spada dai colori scuri che reggeva in mano. Aveva visto un'altra sola arma simile a quella, e in quel momento era stretta tra le sue mani
Da quando era comparsa nessuno dei due aveva ancora detto una sola parola, tutto ciò che avevano fatto era fissarsi negli occhi, ciascuno con la lama puntata addosso all'altro.
Colin soppesò le sue possibilità. La ragazza non sembrava rappresentare un pericolo immediato, e se non era ancora fuggita forse cercava, come lui, un dialogo.
Alla fine socchiuse le labbra e parlò: “Chi sei? Una semidea?”
La giovane sobbalzò appena, come se le fosse saltato addosso urlando come un ossesso invece di fare una semplice domanda, ma quando parlò la sua voce era ferma: “Madison Foster, figlia di Stige”
Il figlio di Ares annuì in maniera impercettibile, apparentemente per nulla turbato dal fatto che la ragazza si fosse limitata a dire lo stretto indispensabile: “Colin Hall, figlio di Ares - si presentò a sua volta - Sai dove ci troviamo?”
La ragazza si morse il labbro, ma alla fine scosse la testa: “Tu?”
“No. Sai come ci sei finita qui?”
“No”
Il silenzio scese di nuovo tra loro, ma nessuno dei due pareva turbato dalla cosa, anzi Colin era... incuriosito. Non si trovavano spesso semidei così calmi e silenziosi (l'iperattività e il disturbo da deficit dell'attenzione non aiutavano), eppure quella ragazza sembrava conoscere a fondo l'importanza del silenzio, come se quella situazione non la disturbasse più di tanto. Certo, era nervosa, si capiva dagli spasmi involontari delle mani strette attorno all'elsa, e dal fatto che non sembrava essere capace di togliergli gli occhi di dosso, in cerca del primo segnale di ostilità da parte sua. Eppure, nonostante il nervosismo e la chiara paura, era rimasta. Forse era solo perché le sembrava la soluzione meno pericolosa, oppure era perché non aveva altro in testa, ma di fatto non era arretrata quando si erano trovati faccia a faccia.
Aveva dimostrato coraggio, e Colin rispettava le persone coraggiose.
“Un'ultima domanda” mormorò con voce roca.
Madison strinse la mano sulla spada ma annuì.
“Hai intenzione di attaccarmi o farmi del male?”
La domanda sembrò cogliere di sorpresa la semidea, che prese a mordicchiarsi nervosamente il labbro.
“Permettimi di dire... - riprese il rosso prima che l'altra avesse modo di proferire parola - Che onestamente non credo lo farai. Sai che sono un figlio di Ares, e oltre a questo è chiaro che c'è un lieve dislivello fisico tra noi due che mi vede in vantaggio pertanto attaccarmi direttamente sarebbe da sciocchi. Non sembri neppure una tipa da attacchi alle spalle o simili. Tuttavia - lo sguardo si indurì e per un attimo le iridi si macchiarono di rosso - Nel caso prima o poi ti venga la malsana idea di provare a fare un azione del genere ti consiglio vivamente di essere pronta a mettere in campo tutte le armi a tua disposizione. Non lo dico per vantarmi: sono un tipo pericoloso, è un dato di fatto, e non mi faccio remore a infilzare con la spada chi mi è ostile, anche se si tratta di una ragazza o di un altro semidio”
Non c'era arroganza nelle sue parole, solo fredda determinazione e consapevolezza delle proprie capacità. Colin non sembrava avere paura a mettere in mostra i suoi difetti e i lati più sgradevoli del suo carattere. E forse fu proprio questo a colpire così violentemente Madison.
Il giovane abbassò la spada e assunse una posizione più rilassata: “Per conto mio non ho motivo di volerti fare del male, quindi non avere paura”
La mora lo studiò per qualche secondo: “Come faccio a fidarmi di te?”
“Non puoi - fu la schietta risposta del figlio di Ares - E non ho intenzione di fare qualcosa di talmente stupido come giurare sullo Stige che rispetterò una qualche promessa. La mia parola pura e semplice è tutto ciò che hai, può non sembrare bello, ma a volte la vita non ci offre seconde alternative”
Madison pareva combattuta, ma alla fine anche lei abbassò la spada, ma al contrario di Colin continuò a mantenere un'aria circospetta. Il ragazzo non se la prese. Era più che naturale per lei non fidarsi di lui, non c'era nulla di cui rimproverarla.
“Da dove vieni?” le chiese invece facendo cenno con la testa alle scarpe sporche di fango.
“Più in là c'è una palude. È lì che mi sono svegliata”
Una palude, eh? Beh, decisamente non il primo posto verso cui dirigersi, doveva ricordarselo.
Stava per fare qualche altra domanda ma in quel momento i due vennero raggiunti dal rumore di qualcosa che si muoveva verso di loro. Qualcosa di diverso di un umano che correva. Qualcosa di molto più grosso... e quindi molto più pericoloso.
Subito si voltò verso l'altra semidea, e a giudicare dall'espressione allarmata di Madison anche lei doveva aver sentito quei rumori ed essere giunta alla sua stessa conclusione.
In fretta si guardò attorno. Alla fine fece un cenno alla figlia di Stige. Quando questa si voltò a guardarlo lui accennò ai rami alti di un albero lì vicino, nascosti da delle foglie. Dopo un paio di secondi la semidea afferrò cosa l'altro le stesse dicendo e annuì. Subito si affrettarono verso la pianta. Colin si inginocchiò e mise le mani a formare uno scalino. Madison lo fissò nervosa, insicura se fidarsi o meno. Colin le fece un gesto irato con le mani per spingerla a muoversi, e alla fine la ragazza cedette. Con l'aiuto dell'altro si arrampicò sul ramo più basso dell'albero per poi aiutare l'altro a salire. I due si arrampicarono un altro po' e, una volta raggiunta una posizione tale da sentirsi finalmente sicuri, si fermarono e presero a guardare in basso dalle fronde dell'albero, col cuore che batteva a mille.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

L'ultimo aggiornamento risale al 6 di novembre, ciò significa che sono passati poco più di due mesi dall'ultimo aggiornamento. Uao, sto migliorando.

Ad ogni modo, come va? Spero che non vi siate stufati di seguire questa interattiva che viene aggiornata ogni morte di papa (ma viene aggiornata, teniamo conto di questo, eh?!) e che invece abbiate letto con piacere il nuovo capitolo.

Forse un po' corto come l'ultimo? Forse sì, ma sono onesto: non avevo idea su cosa altro scrivere per questo cap, complice anche la suddivisione. Come vi avevo già accennato seguo lo stesso ordine di pov della presentazione dei personaggi, pertanto il pg che seguiva Colin dovrebbe essere Madison, ma se avessi messo subito lei avrei perso la possibilità di fare questo fantastico cliffhanger a fine capitolo. Certo, potevo prendere in considerazione la possibilità di invertire Madison con il pg successivo, peccato che si trattasse di Darren. Gli voglio bene come pg, ma sarebbe stato troppo presto presentarlo a mio parere, visto che ha fatto la sua comparsa appena nel capitolo precedente con Emma. Una cosa tira l'altra e alla fine ho deciso di aggiornare ora così com'è la storia.

Le cose iniziano ad andare un po' avanti, Katrina e il suo nuovo compagno iniziano a muoversi assieme e a fare i primi passi e scoprono qualcosa di moooolto interessante e che ai lettori forse risulta familiare...

Prima che iniziate a tartassarmi dicendomi che pare leggermente forzato o conveniente che i due trovino lettere a loro indirizzate così, in una maniera molto meno probabile rispetto a quello che è successo ad Andromeda nello scorso capitolo, però vi invito a cambiare il vostro modo di pensare e a farvi un'altra domanda: in che modo ciò non sarebbe forzato? La risposta forse vi inquieterà se ci pensate bene...

La parte di Polly è breve, lo so, e mi dispiace, anche perché rileggendo la sua precedente anche erano poche righe in cui non succedeva praticamente nulla, ma sul serio non ho praticamente idee per lei scusate (in particolare chiedo scusa all'autrice)! Il mio scopo è quello di farla incontrare con qualcuno il prima possibile e da lì magari le parti su di lei inizieranno a diventare un po' più consistenti.

Infine la parte su Colin e Fos, che una persona in particolare aspettava da un bel po' col cuore in gola (a chiunque mi stia riferendo sai che questo messaggio è per te XD). Vediamo un po' più di Colin (il personaggio che per ovvie ragioni riesco a gestire meglio) e notiamo che si sono di nuovo ficcati in un guaio, maledizione!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e se è così lasciate una recensione. Nel prossimo capitolo scopriremo che cose si sta avvicinando a Colin e a Fos (voi cosa ne pensate? Che cosa sarà?), e come si evolverà invece il rapporto tra Darren e Emma lasciato in sospeso nello scorso capitolo, più qualche altra roba.
Se i vostri personaggi sono ooc per favore fatemelo notare e vi prometto che cercherò di correggere il prima possibil, grazie! (PS: ho corretto un paio di cose che non mi convincevano nel cap precedente, cioè lo strapotere di Katrina e il problema della spada di Emma per chi è interessato alla cosa, grazie per avermeli fatti notare.)

Ci sentiamo gente, bye!

   
 
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