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Autore: Kya_63    19/01/2019    0 recensioni
Percy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare.
Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i suoi amici e il mondo maglico, ma qualcosa stava cambiando.
Due mondi diversi, due eroi diversi e un pericolo in comune che minaccia di distruggere il mondo. Questa è la storia che nessuno ha il coraggio di raccontare, che nessun poeta o scrittore conosce veramente sino in fondo e che non ha mai trascritto. Questa è la storia che pure gli Dei hanno paura a narrare.
(Spoiler di Eroi dell'Olimpo, la saga di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo e Harry Potter. Non tiene conto di TOA)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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IL TEMPO NON È MAI ABBASTA


Kya sbuffò, passando il binocolo al ragazzo accanto a lei. Le mura erano circondate da un fossato, riempito con ogni tipo di mostro marino, mentre in alto, oltre ai mutaforma, c'era il filo spinato, che conduceva corrente elettrica. Alzò gi occhi al cielo, sperando in un qualche aiuto divino. Niente. Come al solito del resto. Le guardie giravano in torno. Ragazzini erano, di pochi anni in meno di lei. Come avrebbe fatto ad ucciderli, per passare? Ne avrebbe davvero avuto il coraggio? Sicuramente no. Si morse la lingua, mentre pensava a come agire. Normalmente sarebbe entrata senza farsi troppe paranoie, ma quello non era il caso. C'era in ballo la vita dei suoi amici e li voleva tutti vivi. Aveva scelto una piccola squadra, per quanto piccola potesse essere una squadra d'assalto. Le avevano detto che non era una buona idea, ma lei era partita lo stesso, stanca di stare con le mani in mano, ad aspettare di arrivare a casa. Doveva fare qualcosa o sarebbe impazzita. Brooke guardò la piantina che avevno disegnato sulla sabbia del deserto del New Mexico. Era solo il primo piano, o meglio: l'unica via d'ingresso. Brooke era stata molto chiara sulla pericolosità della missione, ma era stata la prima ad accettare di andare, praticamente, a morire. Aveva detto che doveva chiudere con il suo passato, per questo aveva accettato.

-Entriamo da qui, senza farci vedere- disse la figlia di Selene indicando un segno più spesso degli altri, che indicava la presenza del muro di calcestruzzo-Andrà solo qualcuno di noi, oppure tutti ci noteranno. Dall'altro lato, c'è una porta: il resto del gruppo passerà di lì. Dopo di chè, entreremo da una porta che si trova all'incirca qui, scenderemo diverse rampe di scale e giungeremo alla base vera e propria. Salveremo i ragazzini e ce ne scapperemo via. Dopo ciò, faremo saltare tutto in aria.
-Ci rendiamo conto che stiamo andando a morire, praticamente- commentò Alec indicando la mappa. Tutti annuirono e il figlio di Cupido annuì e alzò le spalle, incassando la testa tra di esse:-Bene, era solo per chiedere.
-Prepariamoci- ordinò la figlia di Ishatr, indossando la cintura con un piccolo pugnale appeso. la sua squadra annuì e i giovani semidei iniziarono a prepararsi, prendendo le proprie armi. Fatto ciò, s'incamminarono per raggiungere ciò che consideravano la prima vittima. Giunsero abbastanza vicini e si separarono. Il piccolo gruppo formato da Kya, Brooke, James e Jacob si diresse verso il primo punto d'entrata, mentre il resto, campeggiato da Kristen, si dirigeva verso la seconda entrata localizzata. Brooke manteneva loro invisibili, mentre camminavano verso il fossato abbasatanza profondo e largo da ospitare una bestia di notevoli dimensioni. Kya sperava che non ci fosse colei che temeva d'incontrare. Non sarebbe stato un incontro piacevole, neanche un po'.
-Come facciamo ad entrare?- chiese Jacob facendo scorrere lo sguardo sul muro di calcestruzzo. Brooke gli indicò una piccola porta, vicino allo scorrere dell'acqua:-La nostra entrata.
-Mi pento di avertelo chiesto, sai- commentò il giovane sbuffando. S'avvicinarono alla riva del fossato, ancora invisibili grazie alla magia di Brooke. Kya non si sentì al sicuro. Neppure un poco. Sentiva che c'era qualcosa che non andava ed era sicura che non fosse ciò che li stava aspettando dietro il calcestruzzo. Guardò l'acqua, troppo limpida per essere popolata da mostri. Vide delle bolle salire e scoppiare ed era sicura di aver visto un'ombra passate sotto il filo dell'acqua.
-Lanciamo una corda e poi attraversiamo- propose Brooke. I due ragazzi annuirono mentre la figlia di Ishatar guardava ancora l'acqua. I tre lanciarono una corda attaccata ad a una lancia dall'altro lato del fossato. Kya rivide quell'ombra ed i suoi sensi scattarono. Si sfilò l'anello d'argento, facendolo diventare una katana dalla lama nera e si mise sull'attenti, pronta a combattere. Vide di nuovo l'ombra passare veloce sotto l'acqua e alzò la spada giapponese. Poi fu tutto rapido: un serpente marino uscì fuori dall'acqua, spezzando la corda che avevano mandato dall'altro lato. Tiāmat, la dea delle acque salate primordiale, colei che Kya non voleva incontrare, neanche se l'avessero pagata oro. La dea serpentina  munita anche di corna fece un altro salto fuori dall'acqua, accendoli con i raggi del Sole che riflettevano sulle su scaglie d'oro. Ecco, siamo finiti, pensò Kya, mentre la sua mano iniziava a tremare come una foglia. Che cosa le stava prendendo? Impugnò con fermezza la spada giapponese e aspettò che la dea tornasse fuori dall'acqua per colpirla, o almeno provarci. Tiāmat non perse tempo ad attaccarli una seconda volta, scagliando però loro contro un'onda gigantesca. In quel momento, Kya avrebbe voluto Percy con lei. Che cosa poteva fare lei contro una dea dell'acqua? Niente. Non era il suo elemento. L'onda non li colpì e Kya alzò lo sgaurdo pe vedere James, con le mani tese in avanti, intento a reggere una barriera trasparente che impediva all'acqua di passare.
-Via, passate dall'altro lato!- gridò con voce tremante- Liberate i ragazzini. Forza!
-Non ti lascio qui da solo James!- urlò la ragazza dai capelli rosa ormai bagnati fradici. Non l'avrebbe lasciato, non con l'onda che poteva travolgerlo da un momento all'altro, non con una dea serpente che voleva mangiarselo a pranzo. Non voleva.
-Vai via per l'amore degli Dei!- protestò il figlio di Bau mentre lacrime salate gli rgavano il volto, perchè sapeva che non sarebbe sopravvissuto. Kya scosse la testa, mentre anche sul suo volto le lacrime iniziavano a scorrere:-Non voglio. Non senza di te.
-Jacob!- urlò James mentre le mani tremavano- Portala via. Subito. Vi troverò io, promesso.
Jacob annuì, prendendo poi la figlia di Ishtar sulle spalle contro la sua volontà, caricandola come se fosse un sacco di patate, mentre lei urlava scalciando, non volendo abbandonare il ragazzo che amava. Tiāmat si concentrò sul ragazzo che stava fermando la sua onda, non notando gli altri tre semidei che attraversavano il fossato. James lasció cadere la barriera e l'acqua lo investì. Kya, ancora sulle spalle di Jacob dall'altro del fossato, urlava il nome del figlio di Bau. Nel cuore della ragazza qualcosa si era spezzato, come se quel filo che li univa fosse stato tagliato. Sentiva che batteva troppo forte, il suo cuore, troppo per essere messo a tacere. Intanto, la sua mente, consciamente o meno, stava eleborando i momenti che avevano passato assieme: i baci, le carezze, le lacrime che lui tendeva ad asciugarle durante uno di quei pianti notturni, gli abbracci sulla ziggurat mentre guardavano le stelle, i combattimenti e le gare vinte assieme, come una squadre. Lei non era nulla senza di lui. Se non fosse stato per lui, avrebbe ceduto alla vendetta, lasciato il Campo Mesopotamia e, magari, avrebbe cercato di morire, per il troppo dolore, dopo la morte del padre, perchè lei, aveva covato quei sentimenti, nonstante gli amici. Adesso lui se n'era andato, o forse no. Non lo sapeva questo. Non poteva essere sopravvissuto, solo per il fatto che le portate dell'onda erano molto grandi. Si sentì spezzare definitivamente: dentro e fuori, ogni parte di lei era spezzata. Era vero: l'amore ti uccideva dentro. Lasciava scivolare via la parte migliore di te. Lasciava che, la tua unica sicurezza, sparisse definitivamente, mentre un fuoco chiedeva vendetta. Vendetta contro coloro che gli avevano tolto lui.
-Andiamo- disse Brooke. Jacob si limitò ad annuire, trascinando via anche la ragazza che James gli aveva affidato. Credeva in lui, certo, ma sapeva che c'erano minime probabilità di sopravvivenza. Era stato suo rivale per anni, ma sperava che fosse vivo. Nonostante i loro continui battibecchi, erano amici, in una maniera tutta loro. E poi, era l'unico che riusciva a tenere a bada la ragazza che, adesso, si stava portando dietro.
-Dobbiamo tornare indietro!- urlò la ragazza coi capelli rosa- Dobbiamo andare ad aiutarlo.
-Calmati!- la rimproverò Jacob scuotendola per le spalle- James sopravviverà, te lo prometto. Ora, però, devi concentrarti sulla missione. Abbiamo bisogno di te.
-Ed io ho bisogno di lui!- gridò la figlia di Ishatar- Io...io...
La ragazza scivolò via dalle braccia di Jacob, cadendo a terra, piangendo. Ogni cosa era perduta. Lui era perduto. Jacob si chinò e l'abbracciò, mentre lei piangeva sulla sua felpa, bagnandola con le lacrime. Era morta dentro. Lasciarono che si sfogasse un poc, incoraggiandola poi a camminare, per proseguire la missione. Kya strisciava i piedi, incapace di camminare come si deve. Il dolore che la stava affliggendo era troppo. Ogni tanto, una lacrima scendeva, come se non fossero abbastanza quelle che aveva versato prima. Certamente, piangere non sarebbe servito a riportalo indietro e doveva smetterla di comportarsi come la bambina che non era mai stata. Però il suo volto, quello di lui, con gli smeraldi al posto degli occhi, non poteva non farla piangere. La cosa assurda era che più ci pensava, più quelle immagini si facevano chiare nella sua mente, come se qualcuno volesse farle provare solo dolore.
-Siamo arrivati- mormorò Brooke indicando una piccola porta nascosta abbastanza bene da occhi indiscreti. La figlia di Selene aprì piano la porta, svelando un grande piazzale, dove ragazzi in mimetica verde con i fucili sulle spalle e armi sulla schiena, camminavano velocemente, per dare il cambio alle altre guardie. Jacob si voltò verso la figlia di Ishatr:-Credi di farcela a terminare la missione?
Kya annuì debolmente, neanche lei convinta. Jacob annuì a sua volta:-Contiamo su di te, ricorda. Sei ciò che può salvarli.
Avrebbe voluto urlare che lui non era riuscito a salvarlo, che James era morto, probabilmente. Lei non poteva salvare quei ragazzi. Eppure, nonostante tutti questi pensieri, annuì. Brooke fece segno di seguirli e i due fecero come gli venne detto dalla ragazza. La figlia di Selene colpì sul naso una delle guardie dietro la porta, nascondendosi, poi dietro una colonna. I due al suo seguito la seguirono, percorrendo il muro, stando attenti a nonn fare danni che avrebbero potuto far attirare l'attenzione su di loro, nonostante fossero invisibili. Giunsero alla porta che dava sul retro, aprendola, per lasciare che gli altri della squadra entrassero. Kristen si fermò a guardarli, mentre il resto seguiva Brooke in una battaglia all'ultimo sangue per entrare nella base.
-James?- chiese Kristen. Kya abbassò lo sguardo e Kristen l'abbracciò di slancio, versando lacrime salate:-Mi dispiace.
La figlia di Ishtar annuì, staccandosi dall'abbraccio dell'amica, passandosi la lingua sulle labbra e impugnando saldamente la sua katana, sentendo Jacob che le chiamava a raccolta. Le due giovani corsero in aiuto del resto della squadra, facendosi largo a colpi di fendenti, ferendo solo superficialmente coloro che provavano ad ucciderli. La figlia di Ishtar combatteva con rabbia, cercando in una qualche maniera di reprimere la leonessa che c'era in lei e che voleva uscire a tutti i costi. Una battaglia che le sembrava infinita dentro di sè.
-Occhio agli arceri sulle balconate- urlò Alec dall'alto, mentre lanciava, con Amanda che gli copriva le spalle, piume bianche affilate come rasoi.
-Jake, vieni con me!- urlò la ragazza con i capelli rosa aprendo la botola che conduceva ai piani inferiori. Scesero all'interno delle base, lungo la scaletta di metallo. Era tutto buio e solo dopo le luci al neon bianche s'accesero, abbagliando i due ragazzi. S'incamminarono lungo il corridoio, prendendo la prima porta a sinistra, girando poi nel corridoio lungo e largo che si trovava alla loro destra. Avevano imparato la mappa a memoria, ma faticavano lo stesso a trovare la via giusta. Corsero ancora più in fretta, cercando di sbaragliare le guardie che li assalivano. I polmoni di entrambi facevano male, bruciavano come fiamme dell'Inferno. Scesero diverse rampe di scale, fino a giungere in un largo e lungo spazio, che assomigliava ad un parcheggio gigantesco, con la differenza che vi erano sacchi da box e tappeti rossi per ipedire di farsi male con l'asfalto freddo e grigio.
-In fondo e dovremmo essere arrivari- disse Jacob contento di essere finalmente arrivato dopo la lunga corsa. Vide la ragazza annuire, per poi correre assieme verso la porta di metallo pesante. Spinsero i maniglioni rossi con forza, entrando in un secondo abitacolo, dove letti a castello stavano in quattro file lunghe tutto il grande spazio. Ragazzini dall'età di cinque anni si stavano divertendo, ognuno a modo proprio. Si voltarono tutti verso i due ragazzi che erano piombati nella stanza.
-Hey, giovanotti!- esclamò Jacob- La prigionia è finita! Si ritorna nel mondo!
-Sbagliato principino- disse un qualcuno alle loro spalle. La lama lo trapassó da parte a parte, facendogli un foro all'altezza dello stomaco. Sangue rossastro iniziò a scendergli dalle labbra, mentre la figlia di Ishtar sopprimeva un urlo. Alzò la katana e trafisse l'assassino del biondo, il quale cadde a terra, ansimando. La ragazza s'accasció accanto al corpo del giovane, il quale alzò la  mano intrisa di sangue, volendo accarezzare la guancia della ragazza.
-Jake...- sussurró  la ragazza cercando di fermare l'emorragia- Rimani qui, ti prego. Non chiudere gli occhi... Non posso perdere anche te.
-Ma ci sarò sempre con te, ragazzina- mormorò il biondo stanco e affaticato- Lo sai che la morte è irreversibile e dannatamente certa nella vita.
Lacrime salate scorrevano sulle guance pallide di lei. Non era riuscita a proteggere nessuno dei due: prima James e adesso Jake. Sarebbe mai finita questa tortura?
-Mi dispiace... Io...- singhiozzó Kya- Non sono riuscita a proteggere nessuno dei due e... E adesso ho perso lui e sto perdendo te.
-Devi dire una cosa a Anne, per me- chiese Jake e, vedendo l'amica annuire,  continuó:- Dille che la amo e l'amerò sempre e ovunque.
-Jake...-lo chiamò urlando, mentre lui sospirava,  lasciando andare anche l'ultimo alito di vita che lo teneva legato al mondo. La ragazza urlò e le pareti tremarono.  Pianse sul corpo del giovane amico che giaceva accanto a lei. Gli chiuse gli occhi con le mani tremanti e li coprì con un lenzuolo, sotto lo sguardo attento dei giovani semidei. Un ragazzo delle sua età le si avvicinò,  con passo felpato. Le appoggiò una mano  sulla spalla e le disse:-Mi dispiace per il tuo amico.
-Non me ne faccio niente delle tue scuse. Adesso andiamo, abbiamo altro da fare.
Si trasformò  in una leonessa, facendosi carico del corpo di Jacob, per poi iniziare a correre verso l'uscita, con i giovani  semidei alle calcagna. Percorse la strada all'indietro, mentre pensava che non era un'eroina lei, ma solo un ragazza che giocava  a fare l'eroe. Non aveva salvato due delle persone a cui teneva di più.  Cosa avrebbe detto a Kristen o ad Anne? Sarebbe stato difficile da accettare e da superare. Il tempo avrebbe aiutato? No, anzi l'avrebbe solo distrutta. Jacob e James avevano  entrambi dei sogni che nascondevano nei cassetti della mente. Il biondo  voleva entrare all'università  di legge, la scuola che aveva frequentato lo zio, mentre il castano voleva affermarsi come medico. Nessuno dei due sogni si era realizzato. Il tempo non era stato abbastanza.
Giunsero all'aria aperta e della base rimanevano solo macerie. Kristen, con il dono della luce. Non mancava nessuno di loro. Kya appoggiò  il corpo di Jacob per terra e ritornò nella  sua forma umana. Vide Kristen caderea terra, singhiozzando, mentre gattonava, poi, verso il corpo senza vita. Brooke s'avvicinò  al gruppo di semidei nuovi riconoscendo la chioma castana dell'amico di guerra.
-Sempre uguale Theo, vero?- chiese la figlia di Selene avvicinandosi. Il ragazzo annuì:-Mi dispiace per lui.
-Era un bravo ragazzo.
Il rumore di elicotteri  li interruppe. Alec alzò  lo sguardo al  cielo, afferrando la mano di Amanda, la figlia di Thanatos, e, in un mormorio, disse:-Andiamocene da qui.
Tutti furono d'accordo. Il loro cammino fu illuminato dalle fiamme che mangiavano la base del nemico, inghiottendo anche il corpo del figlio di Utu. Kya si voltò  a guardare indietro, mentre il posto che le aveva portato via due ragazzi fantastici bruciava. È come l'inferno, si diceva. All'inferno, però, eri già morto.
-Vorrei che tutto finisse presto- pregò a bassa voce, ignara del fatto che Theo la stesse ascoltando. Il ragazzo sorrise e disse:-Sei fortunata che tu abbia a disposizione un figlio di Crono, ragazzina.

Angolo Autrice
ALLORA. Avevo perso la password e non la trovavo più, ma oggi l'ho ritrovata, perciò ecccomi qua. Non so che dire, davvero. Forse molti di voi avranno già letto l'intera storia su Wattpad, dove mi trovate come angelicaduti7310, ma fa lo stesso, ho intenzione di pubblicare tutto anche qui in questi giorni, poi non so...Comunque, esprimetevi pure, sarò felice di rispondere alle vostre domande sulla storia e cose così. E niente...CIAUUU

   
 
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