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Autore: LorasWeasley    23/01/2019    2 recensioni
[Katsudeku|accenni TodoMomo]
"Aggrottò la fronte confuso quando lesse sul display il nome di Todoroki.
Già da li doveva capire che c’era qualcosa che non andava, Shoto non chiamava mai lui, ma Midoriya.
-Che vuoi?- rispose infine al terzo squillo con voce quasi scazzata, se l’aveva disturbato per qualche cazzata avrebbe fatto esplodere quel tizio a metà che non aveva mai sopportato.
-Bakugou- lo salutò l’altro con la sua solita voce piatta –Deku ha avuto un incidente con un villain."
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte2


Bakugou si stava togliendo il costume da eroe sporco di terra e strappato in più punti, nulla di troppo grave che non avrebbero aggiustato in meno di mezza giornata.
Da quando aveva sentito quella conversazione aveva cercato di annullarsi completamente nel suo lavoro, facendo gli straordinari e portando il suo corpo al limite.
Se occupava la sua mente non avrebbe avuto modo di spezzarsi del tutto.
Si stava togliendo le scarpe con foga quando lo schermo del suo cellulare si illuminò, la notifica di un messaggio da parte di Todoroki ben visibile.
Avevano scambiato più messaggi e chiamate in quella settimana che nel resto della loro vita.
Aprì subito la chat, il messaggio era diretto e conciso, esattamente com’era il ragazzo che lo aveva inviato.
“Mio padre ha preso il Villain, lo stanno interrogando in questo momento.”
Era allegata anche la posizione.
Si precipitò di corsa fuori per raggiungere il posto da l’altro indicato, saltellò durante il tragitto mentre doveva ancora infilarsi le scarpe.
Era da una settimana, una fottutissima settimana che viveva quell’inferno, quel Villain non avrebbe avuto scampo.
 
Quando arrivò all’ingresso dell’agenzia di Endeavor trovò Deku, Shoto, Momo e Uraraka.
Le mani di Bakugou stavano sudando così tanto che dai suoi palmi uscirono delle piccole esplosioni che non riuscì a controllare.
-Dov’è!?- urlò con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere –Gli farò pentire di essere nato.
Shoto gli si avvicinò con sguardo serio, i palmi aperti pronti al combattimento –Calmati Bakugou, non lo vedrai. La polizia non te lo farà uccidere.
-Non me ne fotte nulla di quello ce vuole la polizia!- urlò livido in volto –Ha distrutto la mia vita! Non gli permetterò di sopravvivere come se nulla fosse.
-Kacchan- quel richiamo lo fece girare di scatto dall’altra parte, era una settimana che Deku non lo chiamava con quell’appellativo.
Ma quando lo fissò in volto vide dai suoi occhi che non era cambiato nulla, che continuava a non ricordare nulla.
Il sangue gli andò al cervello, era così incazzato che se la presa anche con lui.
-Cosa vuoi Deku!?- gli urlò contro –Vuoi dirmi di non farlo? Che sono migliore di così? Come hai sempre fatto? Tanto non lo pensi sul serio. Visto che sei convinto che io ti abbia costretto e minacciato per metterti con me!
Midoriya spalancò gli occhi, preso completamente contropiede, non pensava che qualcun altro avesse ascoltato quella conversazione, soprattutto non lui.
Uraraka fece uno squittio sorpreso e si portò entrambe le mani a coprirsi la bocca.
Momo sussultò e Shoto alzò la mano mentre qualche fiamma gli girava intorno.
-Bakugou, ascolta. Sappiamo come funziona il suo quirk.
Katsuki chiuse gli occhi e decise di fare un grande respiro profondo, doveva calmarsi, doveva assolutamente calmarsi.
Era cambiato da quando andava ancora al liceo, era maturato, tutta quella situazione non poteva farlo regredire.
-Sentiamo- sputò fuori tra i denti.
Stranamente fu Midoriya a rispondergli, gli occhi bassi.
-Non ricordo di aver mai provato nulla per te perché ha eliminato tutto, memoria e sensazioni. Altrimenti i ricordi potevano tornare più facilmente. Non è un quirk fortissimo, infatti ogni giorno ricordo sempre qualcosa di nuovo, tutto tornerà…
Lasciò la frase in sospeso, stava mettendo a dura prova la pazienza di Bakugou –Ma?- chiese infatti questo.
-Tranne tutto quello che riguarda la…- si morse un labbro imbarazzato –persona più importante della mia vita.
Cadde il silenzio, quella sembrava una sentenza definitiva.
Perché da quando era iniziato tutto, da quando Shoto gli aveva fatto la prima telefonata, c’era sempre stato quel piccolo barlume di speranza che diceva che magari il quirk aveva un tempo di effetto, che dopo poco Midoirya avrebbe iniziato a ricordarlo ma questo… Questo era definitivo.
-Non c’è… Non…- Bakugou stava facendo dei passi indietro –Ho perso tutto.
Fu Shoto, inaspettatamente, a dargli un piccolissimo barlume di speranza –Con un forte trauma potrebbero tornargli i ricordi ma ne soffrirebbe tantissimo.
Bakugou si passò una mano sul viso, completamente a pezzi.
Tutta la rabbia era svanita, ormai nulla aveva più un senso.
-Voglio venire a casa con te.
Katsuki scostò lentamente le mani dal viso per fissare a occhi sgranati Midoriya, si era solo immaginato quella frase?
Il ragazzo aveva le guancie rosse, si stava contorcendo le mani e fissava tutto meno che lui –Voglio…- continuò –Voglio provare a capire, voglio stare un po' da te.
E l’unica cosa che riuscì a rispondere Bakugou fu un mormorio quasi scorbutico –è casa nostra.
Midoriya arrossì ancora di più.
-Sei sicuro?- gli chiese a quel punto Shoto.
Izuku guardò l’amico e annuì –Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me, ma devo riprendere in mano la mia vita e devo capire cosa farne. Devo affrontare di petto tutto questo.
E Todoroki semplicemente gli sorrise, Momo al suo fianco fece lo stesso, mentre poggiava il volto sulla spalla del suo ragazzo e si stringeva di più al suo braccio.
Midoriya rispose a sua volta con un sorriso, poi tutta la sua attenzione era di nuovo per Bakugou, prese un bel respiro e con questo del coraggio, infine gli si avvicinò.
Li separavano solo pochi centimetri.
-Quindi posso venire?
Il petto di Katsuki sarebbe potuto esplodere, il ragazzo ne era certo.
Si chiuse più in se stesso, incassando la testa nelle spalle e le mani in tasca, gli diede le spalle e iniziò ad avviarsi fuori, una semplice frase che lasciava le sue labbra, per una volta non era stata detta da un tono incazzato –Non devi chiedermi il permesso di venire a casa tua.
Izuku abbozzò un sorriso, poi gli trotterellò dietro.
 
-Cucinavi spesso tu?
La voce di Midoriya era curiosa, mentre si guardava intorno seduto al tavolo della cucina.
Bakugou gli dava le spalle, mentre mescolava i vari ingredienti dentro la pentola.
Rispose con un’alzata di spalle –Ci alternavamo, dipende i turni che avevamo.
Scese di nuovo il silenzio che venne interrotto questa volta dal biondo, parlò sempre senza girarsi –Se vuoi farti una doccia mentre aspetti il bagno è…
-Si lo so- rispose Izuku alzandosi, poi spiegò meglio –ricordo questa casa, nei miei ricordi io ci vivo qui… da solo.
Quell’ultima parte fu un semplice sussurro ma che venne udito benissimo.
La tensione era palpabile, il silenzio teso.
-Allora… Mi lavo velocemente.
E dal rumore della sedia che strisciava a terra e dai suoi passi veloci Katsuki capì che Izuku era appena scappato dalla stanza.
Sospirò distrutto e il mestolo di legno che teneva stretto in pugno si carbonizzò.
Spense il fuoco lasciando un altro po' il contenuto dentro la pentola, in modo che continuasse a cucinarsi e non si raffreddasse.
Si prospettava una cena imbarazzante e quasi fu grato quando il cercapersone iniziò a squillare.
Scrisse un semplice bigliettino a Deku di poche parole dove spiegava che l’avevano appena richiesto con estrema urgenza, poi indossò velocemente il costume e uscì di casa.
 
Quando tornò erano le due di notte, ed era distrutto per quella che era stata l’intera giornata e, più in generale, tutta la settimana.
Non appena entrò cercò di fare il più piano possibile, restò in salotto e sedendosi sul divano iniziò a slacciarsi le scarpe.
Quando sentì dei passi leggeri che si avvicinarono guardò confuso verso il corridoio, dal quale spuntò quasi subito Midoriya, era scalzo con addosso uno di quei pigiami che gli stavano larghi, Bakugou trattenne il fiato quando si rese conto che stava indossando una sua maglietta. Aveva i capelli scompigliati ma il volto non era quello di uno che si era appena alzato dal letto, Izuku non stava dormendo.
-Perché non dormi?- domandò a quel punto Katsuki rimettendosi dritto e scalciando via le scarpe.
-Io… non lo so- aveva le guancie leggermente rosse e la fronte corrugata, non capiva neanche lui il perché del suo comportamento –era come se… non potessi andare a dormire… se prima non mi fossi accertato che tu stessi bene.
Ci furono diversi attimi di silenzio, si sentivano solo i loro respiri un po' spezzati, poi Bakugou si afferrò il viso con le mani e strinse ciocche di capelli tra le dita cercando di controllare il suo quirk.
-Mi farai uscire pazzo, Deku.
E quel sospiro ringhiato diede fine a qualsiasi altra parola per quel giorno, Izuku tornò in camera e Bakugou finì di cambiarsi in bagno.
Quando andò in camera anche lui e si sdraiò dal suo lato del letto, dandogli le spalle esattamente come stava facendo l’altro, capì subito che Midoriya non si era ancora addormentato semplicemente dal suo respiro, aveva imparato a conoscere troppo bene ogni suo piccolo particolare.
Nessuno dei due disse nulla.
 
La mattina dopo Bakugou si svegliò con l’odore di caffè e pancake appena cucinati.
Si alzò confuso e raggiunse la cucina, nella quale trovò un Midoriya sorridente che stava cucinando canticchiando qualcosa a bocca chiusa.
Lo fissò in silenzio fino a quando non fu proprio lui ad accorgersi della sua presenza, gli regalò un sorriso e disse tranquillo –Buongiorno Kacchan.
Per un attimo Katsuki rimase così spiazzato che fu davvero convinto che tutto fosse tornato alla normalità, ma poi Izuku gli chiese come volesse il caffè e lui tornò a sprofondare nella depressione.
Il suo Midoriya sapeva come Bakugou prendeva il caffè ogni mattina.
Si sedette a tavola e aspettò che l’altro portasse tutto quello che aveva preparato, quando questo gli fu seduto di fronte iniziarono a mangiare.
-Scalci un sacco quando dormi- commentò a quel punto Izuku.
Bakugou si incupì ancora di più.
-Avevamo trovato una soluzione a questo.
Midoriya lo fissò curioso e Katsuki dovette abbassare lo sguardo –Non importa, lascia stare.
Izuku era ancora più curioso, ma dato il tono duro che l’altro aveva usato lasciò correre per quel momento e cambiò argomento –Oggi lavori?
-Si- fissò l’orologio attaccato alla parete –devo andare tra mezz’ora.
Deku annuì dando un nuovo morso alla sua colazione, poi fu il turno di Bakugou di fare domande –Ma tu? La tua agenzia che dice?
L’altro scrollo le spalle –Mi stanno dando un periodo di pausa per riprendermi. Dicono che posso tranquillamente tornare quando mi sentirò pronto. Comunque in caso oggi ti pulisco un po' casa, e posso andare a fare la spesa mentre tu sei fuori, ho visto che non sta molto in dispensa.
Bakugou strinse le labbra, ma non cercò di nuovo di correggerlo sul fatto che quella non era casa sua ma casa loro.
 
Quella sera arrivò al suo limite.
Quando Bakugou tornò a casa Midoirya lo accolse di nuovo con un sorriso, poi lo scrutò per controllare se stesse bene, infine si comportò praticamente come facevano sempre.
Lui seduto nel divano a giocare alla console e Midoriya accanto a lui a leggere un fumetto, commentando di tanto in tanto la partita del biondo.
Per Bokugou divenne tutto troppo, non riusciva più ad averlo così vicino e non poterlo neanche toccare, vederlo girare per casa come se nulla fosse ma non potergli dire nulla.
Amarlo così tanto ma sapere che non condividevano più nulla lo stava uccidendo.
Sentiva il suo calore nonostante fosse seduto a pochi centimetri da lui, non riusciva neanche a concentrarsi sul gioco.
-Deku- sospirò infine poggiando il joystick sul tavolino basso di fronte al divano.
-Kacchan?- rispose confuso questo alzando gli occhi dal fumetto.
Katsuki si girò verso di lui e, semplicemente, lo cinse in un abbraccio.
Un braccio sulle spalle e uno dietro la schiena, se lo strinse al petto affondando la sua testa in quel collo lentigginoso, respirando il suo odore come non faceva da troppo.
Per il sollievo che gli diede quel gesto quasi si mise a piangere.
Midoriya non rispose all’abbraccio, si irrigidì e provò a spingerlo via mettendogli una mano sul petto.
La voce gli tremava quando chiese ancora più incerto –Kacchan? Io non…
-Lo so.
Bakugou non voleva sentire di nuovo quelle parole, non poteva sopportarlo.
-Fammi stare così qualche altro secondo, ti prego Deku…
Izuku continuò a non rispondere all’abbraccio, ma non cercò più di scrollarselo di dosso e chiuse gli occhi, cercando di capire cosa diavolo stesse provando in quel momento.
  
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