Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883.
Dal rapporto che il segretario di Corte, von Burke, inviò a Luigi II, si apprende che la moglie, Cosima, lo vegliò, quando passò dal sonno alla morte, probabile causa la rottura di una arteria, da molto stava male e soffriva di angina.
Cosima raccolse l’ultimo sguardo e respiro del marito.
La notizia del decesso si sparse velocemente nel mondo, giunsero telegrammi e ghirlande di fiori, la salma fu imbalsamata e viaggiò in treno, su un vagone merci, appositamente ricoperto di seta nera, per l’Europa, fino a Bayreuth.
Ad ogni stazione c’erano delegazioni con corone e cesti di fiori.
A Monaco di Baviera, dove giunse nel pomeriggio del 17 febbraio, il feretro venne accolto da una folla immensa e, alla partenza,
l’Orchestra di Corte attaccava le prime battute della “Marcia funebre di Sigfrido” dal “Crepuscolo degli dei”, ultimo e quarto dei drammi musicali di cui alla tetralogia, “Der Ring des Nibelungen” .
Ai funerali parteciparono circa trentamila persone, l’associazione di Wagner di Monaco depose sulla lapide una corona con scritto “Redenzione dal Redentore” .
Nel giugno 1886, Ludwig II venne dichiarato pazzo da una commissione medica che mai lo visitò, limitandosi a registrare le testimonianze di membri del governo, valletti e lacchè.
Deposto dal trono, il 12 di quello stesso mese, dopo infinite difficoltà fu trasferito in carrozza dal castello di Neuschwanstein alla residenza di Berg sul lago di Starnberg, trasformata per l'occasione in una sorta di prigione.
Il re morì il giorno successivo, il 13 giugno, domenica di Pentecoste, assieme al medico Gudden, dopo una passeggiata, in circostanze mai chiarite.
Sepolto a Monaco, una folla immane ne salutò le esequie, era stato vestito con l’uniforme bavarese, lui che per tutta l’esistenza aveva odiato l’esercito, tra le dita imbalsamate recava un mazzo di freschi gelsomini, omaggio della cugina Elisabetta von Wittelsbach, imperatrice d’Austria, lei usava appellarlo “l’aquila”.
La zarina Alessandra e i suoi familiari vennero fucilati nella cantina di casa Ipatiev, il 17 luglio 1918, smembrati, divisi, sfregiati con l’acido e sepolti in una tomba senza nome, nella foresta siberiana.
Nel 1981, la Chiesa Ortodossa in esilio procedette alla loro canonizzazione, quali martiri della fede.
Dopo i tests del Dna nel 1998, le spoglie di Alessandra, del marito e di tre delle loro figlie furono interrate nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, il 17 luglio, ottantesimo anniversario delle loro esecuzioni, con solenni funerali di Stato.
Cinque piccole bare di rovere, con dentro le ossa, sopra le insegne imperiali, furono posate accanto alle tombe dei loro antenati. Glorioso, il profumo delle rose era recato dal vento.
All’appello mancavano, come a tutt’oggi, i resti dello zarevic, Alexei, e di una delle sue sorelle, anche se altri due corpi, scoperti a poca distanza dalla sepoltura principale, paiono essere quelli degli assenti.
Alexei era nato il 12 agosto 1904, sotto il segno del leone e dell’eroismo, morto il 17 luglio 1918, mancava uno scarso mese al suo quattordicesimo compleanno.
Dal rapporto che il segretario di Corte, von Burke, inviò a Luigi II, si apprende che la moglie, Cosima, lo vegliò, quando passò dal sonno alla morte, probabile causa la rottura di una arteria, da molto stava male e soffriva di angina.
Cosima raccolse l’ultimo sguardo e respiro del marito.
La notizia del decesso si sparse velocemente nel mondo, giunsero telegrammi e ghirlande di fiori, la salma fu imbalsamata e viaggiò in treno, su un vagone merci, appositamente ricoperto di seta nera, per l’Europa, fino a Bayreuth.
Ad ogni stazione c’erano delegazioni con corone e cesti di fiori.
A Monaco di Baviera, dove giunse nel pomeriggio del 17 febbraio, il feretro venne accolto da una folla immensa e, alla partenza,
l’Orchestra di Corte attaccava le prime battute della “Marcia funebre di Sigfrido” dal “Crepuscolo degli dei”, ultimo e quarto dei drammi musicali di cui alla tetralogia, “Der Ring des Nibelungen” .
Ai funerali parteciparono circa trentamila persone, l’associazione di Wagner di Monaco depose sulla lapide una corona con scritto “Redenzione dal Redentore” .
Nel giugno 1886, Ludwig II venne dichiarato pazzo da una commissione medica che mai lo visitò, limitandosi a registrare le testimonianze di membri del governo, valletti e lacchè.
Deposto dal trono, il 12 di quello stesso mese, dopo infinite difficoltà fu trasferito in carrozza dal castello di Neuschwanstein alla residenza di Berg sul lago di Starnberg, trasformata per l'occasione in una sorta di prigione.
Il re morì il giorno successivo, il 13 giugno, domenica di Pentecoste, assieme al medico Gudden, dopo una passeggiata, in circostanze mai chiarite.
Sepolto a Monaco, una folla immane ne salutò le esequie, era stato vestito con l’uniforme bavarese, lui che per tutta l’esistenza aveva odiato l’esercito, tra le dita imbalsamate recava un mazzo di freschi gelsomini, omaggio della cugina Elisabetta von Wittelsbach, imperatrice d’Austria, lei usava appellarlo “l’aquila”.
La zarina Alessandra e i suoi familiari vennero fucilati nella cantina di casa Ipatiev, il 17 luglio 1918, smembrati, divisi, sfregiati con l’acido e sepolti in una tomba senza nome, nella foresta siberiana.
Nel 1981, la Chiesa Ortodossa in esilio procedette alla loro canonizzazione, quali martiri della fede.
Dopo i tests del Dna nel 1998, le spoglie di Alessandra, del marito e di tre delle loro figlie furono interrate nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, il 17 luglio, ottantesimo anniversario delle loro esecuzioni, con solenni funerali di Stato.
Cinque piccole bare di rovere, con dentro le ossa, sopra le insegne imperiali, furono posate accanto alle tombe dei loro antenati. Glorioso, il profumo delle rose era recato dal vento.
All’appello mancavano, come a tutt’oggi, i resti dello zarevic, Alexei, e di una delle sue sorelle, anche se altri due corpi, scoperti a poca distanza dalla sepoltura principale, paiono essere quelli degli assenti.
Alexei era nato il 12 agosto 1904, sotto il segno del leone e dell’eroismo, morto il 17 luglio 1918, mancava uno scarso mese al suo quattordicesimo compleanno.