Prologo
2.0
Chi
ha
già avuto modo di partecipare o anche solo leggere delle mie
interattive sa che
di solito pubblico sempre un “secondo prologo” e
anche in questo caso ho deciso
di fare così in modo tale da presentarvi, dopo la mia coppia
di giovani
detenuti, anche il mio terzo OC (ed Auror). Ovviamente chi volesse
ancora
provare a partecipare è il benvenuto e trova tutte le
informazioni del caso nel
capitolo precedente.
Vi
lascio
a questo breve capitolo e poi ci risentiremo intorno al 9 con la
selezione.
XO
XO,
Mary
Bloccò
la porta poco prima che si richiudesse alle sue spalle,
percorrendo l’atrio del ministero della magia a passo svelto.
Come sempre era
tremendamente in ritardo e immaginava già la ramanzina che
gli avrebbe fatto il
Capitano non appena lo avesse visto; la verità era che
malgrado provasse a
puntare la sveglia in grande anticipo finiva inevitabilmente con
l’allungare
una mano sul comodino e spegnerla bofonchiando imprecazioni, ma
ovviamente
quando aveva fatto notare la cosa al Capitano quello gli aveva rivolto
a
malapena un’occhiataccia e gli aveva ringhiato contro di
andare a prendere
servizio invece di ciondolare in giro.
-
Ehy, Jones, in ritardo come al solito? –
Rivolse
un cenno di saluto al collega e annuì mentre
s’infilava
con lui nell’ascensore che li avrebbe condotti
all’Ufficio Auror.
-
Come mai tutto questo fermento? –
-
Non hai ancora letto il giornale? –
-
Sto ancora dormendo in piedi in pratica, figurati se ho
avuto modo di leggere il giornale. Ho persino perso il conto dei giorni
… è
venerdì oggi, vero? –
Jamison
ridacchiò prima di passargli la sua copia della
Gazzetta del Profeta.
-
Tieni, informati se non vuoi rischiare che il grande capo ti
linci non appena mettiamo piede sul piano. –
Speranza
più che vana visto che il Capitano aveva messo in
chiaro fin dalla sua promozione che lui non gli piaceva.
“Francis
Jones”, gli aveva detto con quel suo tono serio e
compassato, “sei la peggior spina nel fianco che mi sia mai
capitata in trent’anni
d’onorato servizio.”
Inutile
dire che gli aveva ricordato tremendamente i discorsi
che gli facevano i suoi insegnanti, McGranitt in testa, quando era
ancora uno
studente con indosso i colori di Grifondoro.
Così
come del resto era stato inutile fargli notare che non c’era
bisogno di chiamarlo Francis, anzi a dirla tutta che lui quel nome
pomposo lo
odiava e che la malaugurata idea di affibbiarglielo era venuta a sua
madre per
onorare la tradizione di assegnare al primogenito il nome del nonno, e
che era
più che sufficiente un semplice Frank o, se proprio ci
teneva alle formalità, l’utilizzo
del suo cognome.
A
ogni modo decise di mettere da parte le sue considerazioni
sul Capitano e si limitò a leggere rapidamente
l’articolo in prima pagina con
la fronte che di riga in riga si aggrottava sempre di più.
-
In pratica noi ci facciamo il culo per prenderli e i pezzi
grossi li rimettono in libertà come se nulla fosse? Della
serie, anche se hai
ucciso qualcuno hai scontato due o tre anni perciò ormai sei
un bravo ragazzo e
puoi tornartene in giro a far saltare il cervello a qualcun altro -,
sbuffò
beffardo, - ma che accidenti hanno in testa lì ai piani
alti? –
Jamison
si strinse nelle spalle, con l’aria di chi condivideva
in pieno il suo disappunto ma non sapeva proprio cosa dirgli.
-
Cerca solo di non farti sentire troppo in giro mentre
sproloqui, Jones. Non sei esattamente popolare lì
– concluse, accennando con
eloquenza al piano sopra al loro in cui si trovavano gli uffici
più importanti.
-
Già, anche se in questi anni non sono riuscito a capire cosa
esattamente avrei fatto di così grave da essere etichettato
come un
piantagrane. –
-
Sei un idealista. Non è necessariamente un male, ma quando i
tuoi ideali finiscono con il pestare i piedi a chi fa entrare soldi in
tasca al
Ministro va a finire che ti ritrovi a fare da balia a qualche detenuto
in
libera uscita. –
Frank
impiegò qualche secondo a rendersi conto di cosa
significavano quelle parole.
Si
voltò verso Jamison, scuotendo il capo incredulo.
-
Eh, no cazzo! Non starai dicendo sul serio? –
-
Io non ti ho detto nulla, ma a quanto si dice ti hanno messo
in lista come balia non appena hanno approvato il progetto. Insomma
tenerti
fuori dai piedi per un anno intero -, emise un fischio flebile, -
sarà stato un
momento di massimo godimento per il Capitano. –
Ci
poteva scommettere, quasi gli sembrava di vederlo
quell’arrogante
imbecille sorridere compiaciuto mentre apponeva il suo nome alla lista.
-
E sai anche chi mi toccherà sorvegliare? –
-
Questo no, mi spiace, ma se sei fortunato sarà una bella
ragazza. –
-
Una bella psicopatica vorrai dire. –
Fece
spallucce.
-
L’importante è che sia bella, del resto che
t’importa? Cerca
di accontentarti, Jones. –
Certo,
era facile dirlo per lui che avrebbe passato tutto l’anno
a svolgere per davvero il suo lavoro mentre a lui sarebbe toccato stare
incollato a qualche detenuto che a buon bisogno aveva anche arrestato
lui … così
avrebbe anche dovuto passare tutte le notti a dormire con un occhio
aperto per
essere certo che non lo accoltellassero nel sonno.
Fantastico,
si prospettava proprio un anno di merda … e lui in
aggiunta a ciò non aveva ancora fatto il pieno di caffeina.
Decise
di rimediare almeno su quell’ultimo fronte visto che
per tutto il resto non c’erano altre soluzioni.
Francis
“Frank” Jones|
27 anni| ex Grifondoro| Eterosessuale.
“Sometimes in the morning while sipping my coffee, I think about all the people I’m going to piss off today … and I smile.”