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Autore: heliodor    31/01/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Che la tua via sia dritta

 
"Arrivi sempre al momento sbagliato" stava dicendo re Andew mentre le voltava le spalle. "E non sei mai un'ospite gradita" aggiunse.
Gladia si fece strada nella grande tenda del re tra pergamene sparse sul pavimento, bauli pieni di sigilli e simboli di potere e altre cianfrusaglie che sembravano buttate lì a caso.
Anche l'odore era sgradevole, nonostante qualcuno avesse abbellito la tenda con dei fiori di campo messi in piccoli vasi sparsi in giro.
"Che cosa vuoi?" le chiese re Andew fissandola con aria di sfida.
"Arrivando non ho potuto non notare che il tuo campo è più piccolo di quello di Alion."
Andew scoppiò a ridere. "Tutto qui? Quel gradasso pensa di vincere la guerra da solo."
"Ha mezzo milione di soldati sotto il suo comando."
"E io ne ho trecentomila. Sono più che sufficienti."
"Per l'armata del nord" disse Gladia. "Ma quella che sta per affrontare re Alion sembra anche più grande."
"L'ho sentito anche io. E allora? Dovrei sperare che Malag sposti le sue forze più a nord e ci complichi la vita? Io non cerco la gloria a ogni costo come Alion."
"Credimi quando ti dico che mi fa piacere sentirtelo dire" rispose Gladia.
"Parliamo delle forze di Taloras" disse il re di Valonde con tono provocatorio. "Fino a questo momento ho visto soltanto te."
"Una tempesta ci ha dispersi" rispose Gladia cercando di nascondere la sua irritazione. "Ma ho lasciato mia nipote col compito di radunare l'armata e condurla a nord."
"Tua nipote è poco più di una ragazzina."
"L'ho addestrata bene."
Andew scrollò le spalle. "Sei venuta fin qui per dirmi solo questo?"
"Sono qui per sapere se Malag guiderà la sua armata."
"Lui è qui" rispose il re.
"Ne sei certo?"
"Certezze non ne ho, ma ho i rapporti dei miei esploratori. L'armata di Malag è a quattrocento miglia da noi, ferma e in attesa del nostro arrivo."
"Aspettano qualcosa?"
"Che noi gli diamo battaglia. Devo solo scegliere il momento giusto."
"L'inverno è alle porte."
Andew si strinse nelle spalle. "Qui al nord è già arrivato. La neve sta già ricoprendo le montagne di Nergathel e presto cadrà anche qui."
"Quindi dovremo aspettare la primavera?"
"Probabile che sia così" rispose il re.
"Dicevi che Malag è qui. Come fai a dirlo?" Era quella la questione che più le interessava.
Re Andew prese una pergamena dal mucchio disposto sul tavolo e gliela diede.
Gladia la soppesò tra le mani. "Che cos'è?"
"È un suo messaggio."
"Di Malag?"
Andew annuì. "Leggilo pure se vuoi."
Gladia aprì la pergamena e diede una rapida occhiata. Era vergata con una scrittura minuta e regolare piena di svolazzi. "Dice che vuole incontrarti di persona. Che vuole proporti una tregua prima dell'inverno. E che deve discutere con te di alcuni argomenti."
Andew rise. "Vuole discutere con me." Scosse la testa.
"Hai accettato?"
"Gli ho mandato una risposta, chiedendogli di ridarmi mia figlia Joyce se voleva parlare con me."
"E adesso lei è qui?"
"Mi ha risposto dicendo che non sapeva dove fosse, ma che aveva dato ordini ai suoi uomini di cercarla ovunque e di restituirmela." Re Andew rise. "Con quale coraggio quel bugiardo osa prendermi in giro?" ringhiò dopo essere tornato serio.
"Forse non sta mentendo" disse Gladia. "Forse davvero non sa dove si trova tua figlia."
"Lo sa per certo" esclamò re Andew. "Lo sa troppo bene. Se non vuole ridarmela c'è un solo motivo."
Gladia annuì grave. "Pensi che sia morta?"
"Tutti gli indizi portano a questa conclusione."
Gladia soppesò con attenzione le parole successive. "Credo che tu debba incontrarlo."
Lui la fissò accigliato.
"È un'occasione unica per conoscere chi abbiamo di fronte. Lui ha avuto decenni per studiarci mentre noi sappiamo così poco di quella persona."
"Non chiamarlo così. È un animale e non merita alcun rispetto."
"Non è di rispetto che parlo ma di accettazione. Finora non ha mai voluto parlarci, questa è una novità assoluta. Dobbiamo scoprire che cosa vuole e cosa lo preoccupa così tanto da chiedere un incontro con il suo nemico."
"Quel che ha da dire non mi interessa" rispose Andew ostinato.
"A me sì" disse Gladia.
"Allora chiedi al tuo amante, quel traditore di nome Robern. Chiedi a lui cosa pensa Malag. Lui lo conosce bene, no?"
Udire quel nome la ferì, ma cercò di non darlo a vedere. "Per me Robern è come se fosse morto."
"Vuoi dire che è ancora vivo?"
Ho parlato troppo, si disse.
"Non lo vedo dal giorno in cui... sai bene che cosa successe."
Andew annuì. "E ora lo sa anche Bryce."
"Le hai detto come andarono le cose?"
"Le ho detto quello che doveva sapere. Che tu sei la responsabile di quello che è successo."
Gladia scosse la testa. "Quando ero a Valonde non è venuta da me per chiarirsi."
"Forse aveva altri pensieri per la testa e voleva lasciare la città indisturbata. Se fossi in te la eviterei. Mia figlia sa essere piuttosto vendicativa." Sul suo viso apparve un mezzo sorriso.
"Cosa farai? Ucciderai Malag o gli parlerai?"
"Non mi limiterò a uccidere Malag" disse il re. "Prima distruggerò la sua armata, poi farò giustiziare tutti i suoi luogotenenti e le persone a lui care. Solo quando sarò sicuro che abbia assistito alla sua sconfitta totale, gli concederò di morire in modo lento e doloroso."
Gladia sospirò. "I propositi di vendetta non ti fanno onore. Se scendi in battaglia accecato dall'odio sarà Malag a vincere."
Re Andew serrò la mascella. "Si sta facendo tardi. Ti hanno già dato una tenda?"
"Non mi tratterrò a lungo. Torno a sud."
"Ormai sei qui. Non vuoi restare?"
"Ho lasciato una persona e devo riprenderla. È uno degli eredi" disse anticipando la sua prossima domanda.
Andew la fissò a lungo. "Non saranno le vostre armi a fermare l'arcistregone."
"È una speranza in più."
"È solo un uomo, dopotutto."
Erano le parole che Gladia temeva di sentire. "Non sottovalutarlo, Andew. Qualunque cosa sia Malag, non è una persona come le altre."
"Che cosa credi che sia? Un demone? Un elfo cattivo?"
"Io credo che sia il compimento della profezia."
Andew rise. "Non avrei mai immaginato di sentirti dire certe sciocchezze. Sei proprio invecchiata male, Gladia di Taloras."
Gladia incassò l'offesa. "Promettimi solo una cosa."
"Non ti farò alcuna promessa" rispose lui con tono severo.
"Aspetta il mio ritorno per dare battaglia a Malag."
"Lo attaccherò quando lo riterrò opportuno."
"Quando avrai uno degli eredi al tuo fianco. Quello sarà il momento giusto."
"Uno degli eredi?" fece lui. "Ce ne sono altri?"
 
Gladia uscì dalla tenda e si diresse alla sua cavalcatura, scortata dalle guardie di re Andew. Lungo il tragitto notò il capannello di persone che si era riunito attorno a una piattaforma rialzata di legno.
Da lì una persona stava arringando la folla.
"Adler, Adler, Adler" gridavano i soldati.
Gladia si sporse verso una delle guardie. "A chi stanno inneggiando?" chiese.
La guardia fece spallucce. "A uno dei tiranni di Berger. Dicono che abbia recuperato la spada magica di Bellir e che si stia dirigendo qui con la sua armata per unirsi alla nostra."
"E dov'è adesso?"
"A cento miglia da qui, credo. Ma sono notizie vecchie."
La spada di Bellir, pensò Gladia. Che sciocchezza.
Saltò in sella e lasciò il campo diretta a sud. Impiegò diversi giorni per arrivare a Orfar, dove da alcuni pellegrini venne a sapere della battaglia che si era combattuta davanti alle mura della città.
"Aschan l'assassina è stata sconfitta in duello dalla Strega Dorata" le dissero mentre condivideva una scodella di zuppa con dei viandanti.
"Aschan aveva insidiato l'amante della Strega Dorata, il Principe senza Corona, così lei è andato a liberarlo."
"Dicono che gli avesse fatto un incantesimo" disse una ragazzina dai capelli arruffati e i piedi scalzi e sudici. "Ma uccidendola l'ha spezzato. Almeno credo."
Così funzionano le maledizioni, pensò Gladia.
Si rimise in viaggio e raggiunse il bivio tra Malinor e la via a oriente. Dopo altri giorni di viaggio raggiunse il punto dove si trovava il campo di re Alion quando l'aveva lasciato, quasi due lune prima.
Stavolta non c'era alcuna tenda ad accoglierla, ma se lo aspettava.
Trovò invece Coral.
La donna, come promesso, era rimasta indietro e con lei c'era Eryen.
La nipote di Selena sembrava cresciuta in quel breve tempo e aveva una nuova luce negli occhi.
"Ha avuto il suo battesimo del fuoco" disse Coral accogliendola nella tenda.
"Dove?"
"Bal-Tyr" rispose la donna. "Non sforzarti a cercarla, è una antica città ormai in rovina. Ci siamo imbattuti per caso nella retroguardia dell'orda e li abbiamo affrontati. Dovevi vedere tua nipote. Ha ucciso sei tra streghe e stregoni."
"Erano solo cinque" disse Eryen. "L'ultimo è fuggito."
"Dovevi finirlo" disse Gladia. "O catturarlo. A quest'ora starà raccontando tutto ai suoi compagni."
"L'ho maledetto" disse la ragazza esibendo un mezzo sorriso. "A quest'ora, se è ancora vivo, si starà contorcendo tra dolori atroci."
Gladia deglutì a vuoto.
Che cosa sei davvero, Eryen di Nazedir? Si chiese. È stato giusto darti questo potere? O eravamo troppo disperati per fare altrimenti?
Coral sospirò. "Sei venuta a riprenderla? È giunto il momento?"
"Credo di sì" rispose Gladia. "Malag è a nord e si prepara a una battaglia decisiva."
"È a sud che ci servono forze" disse la donna preoccupata.
Gladia si accigliò. "Non capisco. Re Alion non dovrebbe avere problemi con l'orda. Ha un esercito di mezzo milione di soldati."
"Erano mezzo milione. Ora saranno almeno seicentomila" disse Coral.
"Eppure dubiti della vittoria finale."
La donna annuì. "Domani ti mostrerò una cosa."
Il giorno dopo Gladia, Eryen e Coral uscirono all'alba e si diressero verso le colline a nord. Superate queste, davanti a loro si aprì un'ampia vallata stretta tra alte montagne. Al centro esatto il terreno sembrava smosso di recente.
Avvicinandosi, Gladia notò i resti di abitazioni distrutte di recente. Non sembrava che fossero state incendiate o demolite, piuttosto che qualcosa le avesse spazzate via. Non aveva mai visto niente del genere e la distruzione sembrava totale e assoluta.
"Cos'è accaduto qui?" chiese a Coral esaminando il terreno. "Una battaglia?"
"Vorrei tanto saperlo. Quando siamo arrivati era già così."
"Tu cosa credi che sia successo?"
"Qualcosa di molto brutto" rispose la strega. "Secondo le nostre mappe questo villaggio era abitato da un migliaio di persone. Nessuno sembra sia sopravvissuto."
"È come se centinaia di stregoni si fossero accaniti su queste povere case."
Coral annuì. "Centinaia di stregoni. O uno solo molto forte."
"Malag non è così forte" disse Gladia.
"Allora c'è qualcosa di peggio lì fuori. E noi ci stiamo andando incontro con gioiosa incoscienza."
"Alion sa che cosa è successo qui?"
"Lui sa tutto, ma ignora quello che non vuole vedere" rispose lei con tono rassegnato. "Ora sarà meglio che partiate. Anche noi dobbiamo andare."
"Dove?"
"A oriente, dove ci ricongiungeremo con l'esercito del re. La prossima volta che ci incontreremo sarà per celebrare il nostro trionfo. O commemorare la nostra caduta" aggiunse con tono divertito.
Gladia le strinse la mano. "Che la tua via sia dritta."
"Anche la tua amica mia."

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