Quando il blu incontra il verde
Lena strinse a sé l’uomo con gioia.
“Non sapevo che saresti venuto! Non
mi hai scritto nulla nelle tue ultime lettere!”
“Volevo farti una sorpresa.” Sorrise.
“So che non stai male qua, ma so anche che non stai bene… basta che tu lo dica
e io ti porto via.” Il suo tono era scherzoso, come sempre, ma vi era un fondo
di serietà nei suoi occhi.
“Oh, Jack… no…” Sorrise all’uomo che
considerava il suo più caro e vecchio amico e gli accarezzò la guancia. “Credo…
di…” Arrossì un poco e Jack la guardò ammaliato.
“Ti piace? Ti piace per davvero?”
“Sì.” Disse lei e il suo viso dovette
confermare la verità perché Jack sospirò e l’attirò di nuovo a sé.
“Allora sono felice per te, so che
anche se ti avessi sposato non sarei mai stato più di un amico per te.”
“Il migliore, però.” Assicurò lei e
lui rise.
“Che bella consolazione.” Lei gli
diede un colpetto sulla spalla e lui si voltò guardando verso il corridoio
vuoto. “La tua Promessa non si vede ancora.”
“Entra, sarà felice di conoscerti.”
Entrarono nelle sue stanze e Jack si
interessò subito ai suoi disegni, ma Lena continuava ad lanciare occhiate alla
porta.
Come mai Kara ci stava mettendo così tanto?
“Sei sicura che sta arrivando? Non è
che ti aspetta nel salone da ballo?” Chiese alla fine Jack nel notare la sua
perplessità.
“Ha detto che sarebbe venuta a…” Iniziò
a rispondergli quando la porta si spalancò e Alex entrò a passo di marcia, gli
occhi che promettevano guai.
“Come avete potuto farle questo?”
Sbottò furiosa.
“Di cosa state parlando?” Chiese
Lena, sconvolta da quella rabbia inaspettata.
“Dovevate farlo proprio la notte di
mezz’inverno che lei ama così tanto? Proprio oggi che aveva deciso di dirvi
quello che da settimane, mesi!, prova per voi?”
“Dovete essere più chiara.” Sbottò
Lena.
Alex le spinse tra le mani un
quaderno, l’oggetto che aveva visto spesso tra le mani di Kara.
“È scritto in ogni pagina: poesie,
versi, dichiarazioni, persino ritratti!”
“Non leggerò quello che…” Iniziò, ma
Alex le riprese l’oggetto e lo spalancò davanti a lei per poi iniziare a
leggere.
“Credo che mi consideri una debole,
credo che non possa sopportare neppure di posare lo sguardo su di me. Lex mi parlava della sua fierezza, del suo orgoglio e ora
li vedo in ogni suo gesto, in ogni suo sguardo. È così fiera e bella…” Alex sfogliò
rapida fino ad un'altra pagina. “Penso che non vi sia in terra e il cielo un
colore che possa eguagliare quello dei suoi occhi, nessun gioiello può
eguagliarlo, nessun poeta può descriverlo, mancano le parole e a me manca il
respiro quando li guardo.”
“Smettetela!” Implorò Lena, non era
giusto leggere parole che appartenevano solo a Kara. Alex non la ascoltò e
lesse ancora.
“Posso essere anche solo sua amica,
posso farcela a guardarla in silenzio, posso trattenere nel mio cuore quello
che provo per lei, quello che sento quando riesco a farla sorridere, posso…”
Alex chiuse il quaderno, una lacrima scivolò sul viso di Lena. “Lei vi ama e
voi l’avete tradita.”
“Tradita?” Domandò allora lei,
sconvolta. “Io non ho mai…”
“Voi!” Alex puntò il dito contro Jack
che era rimasto un muto spettatore di quello scambio serrato. “Sparite dalla
mia vista se non volete che vi…”
“Lady Alexandra.” Il tono di Lena era
categorico e riuscì a fermare persino la rabbia della donna. “Amo Kara.” Dirlo
fece volare delle farfalle nel suo ventre, ma lei non si lasciò distrarre. “Se
non avessi creduto che lei mi detestava, se non avessi pensato che con la sua
lettera lei si rifiutasse persino di volermi conoscere, l’avrei ammesso con me
stessa molto prima di adesso.” Era strano ammettere tutto questo ad Alex invece
che a Kara, ma se era necessario lo avrebbe fatto.
“Lei vi ha visto con…” Ora Alex era
perplessa.
“Sir Spheer
è il mio amico più caro e gli voglio molto bene. Mi ha fatto una sorpresa e lo
stavo salutando, non so cosa abbia visto Kara e non so come si sia permessa di
giudicarmi in un modo così indecoroso.” Ora la rabbia iniziava a prendere lei.
“Ehm…” Alex si schiarì la gola. “Il
fatto è che lei non ha detto nulla di preciso… voglio dire… è solo passata per
le scale piangendo e quando l’ho fermata ha parlato di un uomo con voi… del
fatto che meritate di essere felice e che se volete lui allora lei non dirà
nulla…”
“Lei cosa?” Sbottò lei.
“Ho deciso da sola che era il caso
di… ehm… urlarvi contro.”
“Dov’è adesso?” Chiese allora Lena.
“Immagino nel vostro regalo di
mezz’inverno.”
“Dovrete essere più precisa.”
Insistette Lena e Alex, con una smorfia, le disse esattamente dove andare.
L’aria era fredda, ma Lena non ne era
disturbata, malgrado l’abito fosse piuttosto leggero. Attraversò il giardino,
ignorando i fuochi spenti e si avvicinò alle stalle, ma non vi entrò, invece ne
costeggiò il muro fino a quando non individuò un sentiero di candele che
conduceva ad una delle strutture che servivano ai giardinieri o agli stallieri.
Arrivò alla porta e notò la chiave dorata, decorata da piccoli ingranaggi che
circondavano una L, inserita nella toppa. Spinse ed entrò nella stanza.
Lo spazio era vuoto se non per una
figura seduta al centro.
Kara nel vederla si alzò in piedi,
nascondendo in fretta le lacrime.
“Kara…” Mormorò lei e la giovane
sorrise.
“Avevo promesso di venirvi a prendere,
scusate se ho mancato.” I suoi occhi la sfuggivano e Lena ne sentì la mancanza.
La ragazza aprì le braccia e le indicò lo spazio vuoto. “Avete spesso parlato
del vostro laboratorio a Castel Luthor.” La sua voce
tremolò appena come se le facesse male ammettere che il castello degli El non sarebbe mai stato la sua casa, ma solo una dimora in
cui abitare. “Ho pensato che questo
spazio avrebbe potuto accogliere tutto quello che vi serviva e tutte i
prototipi delle vostre macchine, così che voi non dobbiate vederle bruciare.”
Lena sentì gli occhi inumidirsi mentre si guardava attorno. “Ho fatto costruire
uno dei vostri caloriferi in ghisa, volevate chiamarla stufa, non è vero?” Le
indicò l’oggetto sistemato contro al muro, una canna fumaria formata da tubi
che spariva nel tetto. “È una vostra idea, quindi funzionerà di certo e voi non avrete
freddo.”
“Kara.” Chiamò di nuovo Lena. “Il
vostro dono è splendido.”
“Oh… beh… non volevate un cavallo
così…” Si strinse nelle spalle. “Spero vi possa rendere felice, anche se siete
lontana da casa.” Lena a quelle parole scosse la testa.
“Voi mi rendete felice.” Affermò, ma
una smorfia baluginò sulle labbra di Kara, presto nascosta.
“Non dovete… sforzarvi.” Mormorò
piano.
“Kara.” Disse e sembrava importante
ripetere ancora una volta il suo nome, perché era importante che la guardasse
negli occhi. “Non mi sforzo mai con voi.” Mormorò.
“Una volta avete detto che mi
lasciavate libera, ora io vi dico lo stesso. Siete libera di amare chi
desiderate.” Le sue labbra tremarono appena nel pronunciare quelle parole e
Lena ne ebbe abbastanza, non poteva sentire da Kara le stesse parole che lei
aveva così scioccamente pronunciato mesi prima.
Fece un passo in avanti e prese una
delle mani della donna. Esitò un istante, chiedendosi se avrebbe avuto il
coraggio di compiere un gesto così intimo. Parlare ad Alex era stato facile in
confronto a quello che voleva fare ora. Ma era stanca di esitare. Sollevò la
mano destra della principessa El e la attirò al suo
viso. Chiuse gli occhi mentre assaporava il calore e la morbidezza della mano
di Kara sulla sua guancia, poi portò la mano alle labbra e depose un bacio sul
palmo della giovane.
“Mi dispiace.” Bisbigliò mentre alzava lo
sguardo a la guardava. “Ma desidero voi.” Disse, mentre Kara la guardava con
gli occhi sgranati.
“Io… voi… c’era…”
“Jack.” Disse lei.
“Sir Spheer.”
Comprese Kara.
“Sì, voleva assicurarsi che stessi
bene, gli ho detto che voi mi rendete felice.”
“Gli avete detto questo?” Un sorriso
si disegnò sulle labbra di Kara, mentre la giovane arrossiva.
“Poco dopo la vostra dama di
compagnia mi stava urlando addosso.”
“Oh… Lei è molto protettiva.” Si
trovò a scusarla Kara.
“Va bene. Lo so che siete sorelle nel
cuore se non nel sangue.”
Rimasero in silenzio a guardarsi.
“Dunque…” Riprese Kara, incerta.
“Sì?”
“Danzerete con me questa sera?”
“Affinché la primavera faccia fiorire
la nostra unione.” Mormorò piano le parole di rito, Lena. Kara sorrise, poi strinse
un poco la mano che Lena ancora teneva nella propria.
“Balliamo, allora.” Sorrise e fece
fare una piroetta a Lena, poi, nel silenzio della stanza vuota, volteggiarono
nei loro abiti verde e blu.
I loro corpi si avvicinarono, mentre
continuavano a ballare lentamente.
“Posso chiedervi una cosa?” Alla
domanda di Lena, Kara annuì.
“Voi e l’Intendente Brainiac…” Kara si staccò un poco da lei e la guardò
scandalizzata.
“Brainy è
un amico! Pensavate che…” I suoi occhi si sgranarono. “Oh! Io pensavo foste
offesa perché avevo mentito sull’essere malata non su… Brainy
era lì perché voleva consigli su come corteggiare Nia!
Come avete potuto pensare che io vi avessi tradita con tanta…”
“Va bene, accettate le mie scuse?” La
interruppe Lena, sentendo il tono della giovane infervorarsi.
“Mmm…
forse.” Mugugnò arrabbiata la ragazza.
“Perdonatemi, ero innamorata e
sciocca.” Le disse, allora, un tono divertito sulle labbra.
“Eravate?” Chiese però Kara, cercando
di nuovo i suoi occhi.
“Innamorata lo sono ancora.” Assicurò
lei. “Sciocca… spero di no.”
“Io sono stata sciocca questa sera,
non avrei dovuto scappare via, ma quando vi ho visto tra le braccia di
quell’uomo… non siete molto affettuosa nei gesti, doveva dunque essere qualcuno
di intimo.”
Lena abbassò lo sguardo.
“Non sono abituata, quanto voi, a
mostrare il mio affetto con il contatto fisico.” Ammise.
“Oh, non dovete… voglio dire… non era
una critica è solo che…”
“Sono cresciuta con Jack, lui è come un
fratello.” Kara annuì alle sue parole e Lena sorrise. “È strano, persino questo, per me.”
Dichiarò indicando con gli occhi le loro mani allacciate.
“Strano, ma bello?” Kara cercò i suoi
occhi, un nuovo rossore che fioriva sulle sue guance.
Lena sorrise, mentre annuiva.
“Credete che dovremmo tornare al
ballo?” Chiese dopo un po’ Kara. “Alex sarà preoccupata e Lois non sarà felice
del fatto che non siamo state presenti all’apertura delle danze.”
“Sì, sarebbe saggio.” Ammise. “E mi
piacerebbe farvi conoscere Jack.”
“Penserà che sono pazza.” Disse
allora Kara, abbassando lo sguardo imbarazzata.
“Penserà che siete meravigliosa.” La
corresse e nel vedere le guance di Kara arrossire sentì lo stomaco
attorcigliarsi. Era tutto così strano e al contempo giusto. Sorrise. “Devo
anche mostrarvi il mio regalo di mezz’inverno.”
“Oh!” A quelle parole lo sguardo di
Kara brillò. “Allora dobbiamo andare.” Affermò decisa facendo ridere Lena.
All’esterno Kara chiuse la porta e
consegnò la delicata e preziosa chiave a Lena che la osservò meglio, notando i
delicati intarsi meccanici che la decoravano la L.
“È bellissima.” Disse nel vedere Kara
aspettare una sua reazione e la giovane sorrise felice.
“È vostra.”
Tornarono al castello e trovarono i
nobili impegnati nelle danze. Lois e Kal, al centro
della stanza si sorridevano, volteggiando. Lena si guardò attorno notando
subito lo sguardo di Alex passare da lei a Kara e poi alle loro mani
intrecciate, sorrise, annuì e poi si voltò a parlare con Sam e l’ambasciatore
delle pianure rosse J’onn.
“Lena.” Disse soltanto Jack e lei si
voltò incontrando il suo sguardo interrogativo.
“Jack, lascia che ti presenti la mia
Promessa, la principessa erede, Lady Zor-El.” Il tono
formale mal si adattava al suo ampio sorriso e l’uomo si rilassò cogliendo al
volo che tutto andava bene.
“Piacere di conoscervi, Lady Zor-El.” Disse l’uomo, chinando il capo.
“Kara, lui è Sir Spheer.”
La ragazza annuì.
“Mi dispiace non avervi conosciuto prima,
Sir Spheer.”
“Lui non ama scendere dalle
montagne.” Lo prese in giro Lena.
“Anche a te non piace scendere dalle
montagne.” Le fece notare l’uomo con tono giocoso. Kara strinse un poco la sua
mano e Lena la guardò, un sorriso sulle labbra.
“Ci sono cose che ho imparato ad
amare più delle montagne dei Luthor.” Ammise, gli
occhi persi in quelli di Kara.
“Lo vedo.” Disse soltanto Jack,
divertito nel vedersi completamente dimenticato. “Credo che sia meglio per me
cercare una compagna per il prossimo ballo e lasciare a voi, milady, il piacere
di godervi la reciproca compagnia.” Chinò di nuovo il capo.
“Resterai qualche giorno, non è
vero?” Lo interrogò Lena.
“Certamente.” Assicurò Jack per poi
mescolarsi alla folla di nobili.
“Sembra simpatico.” Azzardò Kara.
“Lo è, ve lo assicuro. Ora… il vostro
regalo?”
Lena la condusse nei corridoi del
castello, lungo le scale, oltrepassando porte e stanze.
“Il mio regalo è in biblioteca?”
Chiese dopo un po’ comprendendo dov’erano dirette.
“Non fate quella faccia!” La rimproverò
Lena, divertita.
“Mi piacciono i libri.” Si premurò di
affermare Kara, rimanendo perplessa. Lena rise scuotendo la testa, poi aprì la
porta e la condusse all’interno dell’ampia stanza che conteneva scafali di
libri.
Al centro della stanza, accanto a
diversi bracieri accesi vi era una scatola. Kara guardò l’oggetto e poi Lena,
senza capire.
“Apritela.” Suggerì lei e la ragazza
obbedì. All’interno della scatola vi era della terra.
“Io… non capisco.” Ammise Kara
frustrata. Poco distante su di un tavolino vi era una pergamena arrotolata, la
fattura era chiaramente marziana e proveniva dalle pianure rosse. Qualcuno
aveva speso una piccola fortuna per quel particolare trasporto.
La giovane El
srotolò la carta e lesse gli eleganti segni marziani che, come ogni nobile,
aveva studiato fin da piccola.
“No…” Mormorò mentre i suoi occhi
brillavano tornando alla scatola piena di terra.
“Sì.” Assicurò Lena.
“Ma…”
“Ricordi il progetto a cui stavo
lavorando e di cui hai visto solo un abbozzo?” Chiese Lena e Kara corrugò la
fronte.
“Una cupola...?” Ricordò dalla
mattina.
“Una serra, ma non una qualsiasi, ci
saranno tubi d’acqua calda che percorreranno il suolo e…”
“Riuscirà a crescere!” Comprese
allora Kara. “Riuscirete a far crescere una Pianta degli Innamorati a Krypton!”
Lena arrossì, mentre annuiva.
“Lo spero.”
Kara richiuse la scatola con
improvvisa preoccupazione.
“So che non è una tradizione kryptoniana, ma mio padre ci raccontava sempre della
leggenda degli inn…”
“Innamorati della Pianura Rossa.”
Mormorò Kara, finendo la sua frase. “Questi semi devono aver viaggiato per
mesi…” Comprese la giovane e alzò lo sguardo su di lei che arrossì. “Voi…”
“Il mio regalo è la serra, ma questi
semi non li ho ordinati io.” Ammise, con un cenno indicò un'altra lettera, questa
volta di fattura kryptoniana. Kara la prese, poi ad
un suo cenno la aprì e lesse ad alta voce.
“Quando riceverai questa lettera so che avrai ormai capito che l’unione
in cui ti ho incastrato è il miglior dono che potessi farti. Kara è generosa,
dolce, coraggiosa, impetuosa perfino, ti porterà la luce di cui hai bisogno per
brillare e saprà amarti come meriti.
Con questa lettera riceverai un carico speciale, il mio regalo per voi:
un seme della pianta degli Innamorati.
Io dono un seme, tu e Kara dovrete saperlo coltivare. Ricorda: luce,
amore e comprensione.”
“Lex.”
Disse semplicemente Kara.
“Mio fratello sembra aver avuto le
idee molto chiare su quello che avremmo provato una per l’altra.” Confermò
Lena.
“Lo so.” Mormorò però Kara,
sorprendendola. “Nella lettera che ha lasciato a me diceva che tu eri il mio
dono. Che eri intelligente, brillante, tenace, dolce, generosa… diceva che
saresti stata spaventata e sulla difensiva, ma che non dovevo permetterti di
tenermi lontana.” Kara arrossì un poco, mentre Lena incrociava le braccia.
“Diceva altro di me?”
“Che vi avrei amata al primo
sguardo.” La ragazza arrossì, ma alzò lo sguardo a incrociare il suo. “Aveva
ragione.”
Note: E finisce bene!! Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Alex ha fatto la sua entrata ad effetto, portandosi dietro il famoso quaderno che ci permette di sbirciare nei pensieri di Kara, e Lena ha preso il coraggio in mano e non si è lasciata sfuggire la felicità. Ma non basta, abbiamo anche scoperto cosa ha combinato Lex. Vi è piaciuto questo aspetto? Le sue lettere, il suo regalo?
Vi sono, semplicemente, piaciute le nostre due ragazze?
Il prossimo capitolo sarà un epilogo e dunque l’ultimo della storia. Pronte per salutare le nostre Lady?
Per il titolo ho deciso di nuovo per un mashup perché siete troppo brave! Dunque il titolo per il quinto capitolo sarà: “Sfiorarsi e poi…” Mi piace la sospensione che i puntini lasciano e mi piace molto l’idea che porta con sé la parola “sfiorarsi”.
Il capitolo che avete appena letto è degno di un bel titolo, no? Fatemi sapere!