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Autore: Myriru    03/02/2019    4 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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Da quando si era trasferita dai coniugi Chatelet usciva sempre in città, sia in compagnia di Rosalie sia da sola. Facevano la spesa, incontravano persone nuove, parlavano e ridevano, era tutto bello e tranquillo in compagnia di quella donna. Rimpiangeva alcune volte la pace e la tranquillità della villa dei Beauharnais, il cinguettio degli uccellini e il rumore dell’acqua della fontana che smuoveva il silenzio dei pomeriggi. Quella strana solitudine la avvolgeva, facendola sentire un'estranea in quella città in cui, a quanto pare, era vissuta. La sua psiche sembrava essersi bloccata nel momento in cui aveva incontrato André.
"Come sarà stato, quando ho conosciuto quell'uomo? Quali parole d'amore gli avrò detto...?"
Non sapeva dove stava andando, il sole era già basso ma non toccava ancora l'orizzonte, doveva tornare a casa. Per le strade  non c'era più nessuno, era rimasta sola.
"André... Cercherò in ogni modo di recuperare la memoria... Te lo prometto!"
Pensò la donna decisa, stringendo i pugni. Si incamminò sotto un ponte, poco lontano vedeva il campanile di Notre-Dame. Rosalie le aveva raccontato una leggenda popolare riguardo proprio quel semplice campanile, e soprattutto del suo campanaro. Le campane venivano suonate da Quasimodo, un giovane uomo deforme e di mostruosa bruttezza che lavorava come campanaro della cattedrale di Notre-Dame. Nonostante tutti provassero disgusto e paura nei suoi confronti, Quasimodo, più comunemente detto Il gobbo di Notre-Dame, era di animo buono, anche se non aveva mai potuto manifestarlo. Trascorreva le giornate appollaiato sui gargouilles e sulle guglie: era sordo a causa della continua esposizione al suono delle campane. La sua sordità e l'assenza di persone con cui parlare lo resero anche muto. Si innamorò di una zingara di nome Esmeralda ma lei era innamorata di un cavaliere di nome Phoebus. Accusata di omicidio e stregoneria, la zingara fu condannata a morire impiccata ma prima dell'esecuzione Quasimodo riuscì a rapire l'amata e a condurla a Notre-Dame, sul cui suolo vige il diritto d'asilo. Nonostante tutto, la zingara venne trovata ed uccisa, per poi buttarne il cadavere in una fossa comune. Quasimodo, venuto a conoscenza della morte dell'amata, le fece visita alla tomba, per poi morire accanto alla donna, stringendola tra le sue braccia.
* Il suono improvviso delle campane la fece trasalire. Si avvicinò ad una rampa di scale e lì notò André, seduto sui gradini, intento a guardare il cielo rosso.
«Ciao... »
André abbassò il capo distratto, sorridendo poi alla donna.
«Ciao... »
Le fece segno di sedersi accanto e lei lo accontentò, sedendosi su un gradino più basso rispetto a lui.
«Non è bellissimo il tramonto? »
Oscar alzò il volto verso il cielo, osservando quelle sfumature di rosso e blu intrecciarsi tra di loro. Quei colori la fecero tranquillizzare, c'era un atmosfera rassicurante quel dolce tepore le fece dimenticare tutti i problemi, tutti i dubbi, tutte le incertezze. Le nuvole si perdevano all'orizzonte e si potevano scorgere alcune piccole stelle. Era tutto irreale e magico.
«Sì... Hai ragione... »
L'uomo si voltò a guardarla, i raggi rossi coloravano il viso incantato, i capelli mossi si muovevano lentamente, mossi da un debole vento. Abbassò lo sguardo, guardando di nascosto la spilla che aveva preso tempo prima proprio sotto quel ponte.
 
///@///
 
«E' come se stesse cercando di ricordare qualcosa di particolare... »
Disse Rosalie, poggiando in grembo la giacca di Bernard che stava ricucendo.
«Si ma cosa? »
Chiese Alain corrugando la fronte, muovendo la mano in aria. Rosalie alzò le spalle.
«Sembra non provare alcun sentimento... »
«E' come se vivesse in un limbo, la sua mente si rifiuta di accettare la realtà »
«Ma quale realtà Rosalie? »
«Non lo so Alain... Non lo so... »
«I suoi ricordi si fermano ad una giornata di tempesta... André tu la conosci meglio di noi, hai vissuto con lei per più di vent'anni, cosa può mai esserle successo di così importante in un giorno di tempesta? »
Avevano mangiato tutti insieme quella sera a casa di Bernard e Oscar, appena finito il pasto, si era ritirata nella sua piccola stanza a dormire.
«Una tempesta dici? Mmm... Il padre ha cercato di ucciderla, una sera di tempesta... Ma non credo sia questo il motivo... »
«Non è stata ferita gravemente o qualcosa del genere? »
«No Bernard, quella sera siamo venuti da te... »
«Mhm... Nessuna ferita, nessun trauma quindi... O grande spavento? »
André portò una mano alla fronte, cercò di ricordare un qualsiasi avvenimento che possa averla scossa durante una notte di tempesta. Fece scivolare la mano sulla palpebra ferita. La nonna gli aveva raccontato che la notte del ferimento Oscar l’aveva portato a casa e quasi l’era venuto un colpo a vederlo in quel stato. In più, lei gli disse che quella notte non aveva smesso neanche un attimo di piovere.
«Quella notte ci fu una tempesta... Lei mi rimase accanto spaventata... Forse può essere questo... »
Mormorò, sempre più sicuro della sua ipotesi e le immagini che ricordava di quella serata sembravano confermare il suo pensiero.
«O forse è successo qualcosa una notte di tempesta quando lei era a casa del generale de Beauharnais... »
Esordì Renée, pentendosene subito appena vide il volto del padre. André trasalì. Non ci aveva pensato.
«Purtroppo non abbiamo modo di sapere quali cambiamenti abbiano avuto luogo nella mente di Oscar, a forza di vivere con quell'uomo. E non abbiamo modo di sapere neanche se lui le abbia fatto qualcosa!»
Disse André soffocando la rabbia che provava. Renée si avvicinò a lui, poggiando la mano sul suo braccio.
«André... Capisco la tua rabbia... Ma questa è solo un'ipotesi... »
L'uomo sospirò, infondo Rosalie aveva ragione, poteva anche sbagliarsi su quell'uomo… Si alzò dalla sedia di scatto e uscì dal loro appartamento, per poi entrare nel suo.
 
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"La collana... forse dovrei restituirgliela..."
André iniziò a giocherellare con il ciondolo che aveva in mano, guardando distrattamente il soffitto sopra di lui.
"Oh Oscar... riusciremo mai ad essere felici?"
Rise amaramente, ricordando quei pochi minuti trascorsi insieme quel pomeriggio, sulle scalinate che l’avevano vita, il luglio scorso, ferita quasi a morte. Che ironia della sorte, lei era viva ed era tornata su quei scalini.
"Dimmi la verità Oscar... ti sei innamorata di lui, vero? E' lui che vuoi ora? Alexandre De Beauharnais... non sai quanto ti invidio... sei riuscito a conquistarla in così poco tempo "
Ricordò Oscar voltarsi verso di lui, guardarlo per qualche istante e abbassare il volto. In quel momento aveva avuto una voglia matta di baciarla.
"Quanti baci ti ho rubato fino ad ora Oscar? Quanti? Mentre dormivamo insieme quand'eravamo adolescenti, quando la sera eri troppo ubriaca per tornare a casa e svenivi tra le mie braccia, quando dopo la mia ferita all'occhio ti addormentavi vicino il mio letto... e quante volte ti ho desiderato, eh? Innumerevoli volte... come adesso... e anche questa volta ho le mani legate perché tu non ricordi... ricordi solo di avermi amato tempo fa ma niente più... ora il tuo cuore è solo per lui... per Alexandre François Marie De Beauharnais..."



*= in realtà questa è la trama di "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo, pubblicato nel 1831 all'età di 29 anni. Mi intrigava la leggenda popolare che scatenava nella mente di un autore una storia tanto bella quanto complicata, al tempo di Louis XI.
   
 
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