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Autore: Pandemonium    19/07/2009    8 recensioni
Parla dei figli di Harry. Breve, assurda, scaturita da un po' di delusione in quattro ore al pc... LEGGETE!
Genere: Generale, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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HP - FIGLI Prima di tutto, le formalità.

DECLAMER: l'intero mondo di Harry Potter non mi appartiene, resta una prerogativa della Rowling. Pubblicando questa "storia" non ci guadagno un accidente.

Ora, spieghiamo un po' di cose.

PER FAVORE LEGGETE! E' IMPORTANTE!

Non sono solita pubblicare i miei scritti perchè personalmente non li ritengo molto brillanti. Tuttavia, ogni tanto faccio una capatina su EFP e leggo qualcosa qua e là, seguendo un po' i gusti del momento...

Ho notato, con un po' di delusione forse, che per quanto riguarda la Next-Generation di Harry Potter, la maggioranza delle fanfic sono incentrate su Rose e Scorpius -alcune sono davvero carine-, mentre Albus Severus compare gran poco in veste di personaggio principale NEL MANIERA IN CUI MI PIACEREBBE VEDERLO.

Mi spiego meglio:

Vorrei riuscire a leggere una storia dove Al Potter fosse dipinto più o meno come io -seppur in modo totalemente paradossale- me lo immagino.

E' PER QUESTO CHE VORREI CHE VOI, LETTORI/SCRITTORI, RIUSCISTE A PRENDERE ISPIRAZIONE  DA QUESTA MIA ONE-SHOT -ALLUCINATA- E COMINCIASTE A SCRIVERCI SU QUALCOSA...

La richiesta è assurda e non vedo come vi possa interessare rendere piacevole il mio tempo, ma chiedere non fa mai male secondo me.

Se vorrete limitarvi a leggere, di certo io non mi offend, anzi... Mi preoccupo! Se trovate errori, perdonatemi in partenza.



- FIGLI -


Harry Potter poteva andare fiero dei suoi figli.


James Sirius era indiscutibilmente un grande cacciatore. Cavalcava una scopa come a nessun altro si era mai visto fare. Nemmeno suo padre o sua madre, che aveva giocato persino da professionista, sapeva muoversi in aria con una tale spregiudicata naturalezza. Non c’era da stupirsi se già al terzo anno era divenuto capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro a Hogwarts.

Di certo non era molto brillante né riflessivo, ma sapeva destreggiarsi a dovere, quel tanto che bastava per spuntarla in qualunque contesto, in primis quello scolastico.

In lui c’era molto del padre ma ancor più del nonno, dicevano.

Ed infatti era vero.

Stessi capelli indisciplinati, stessi occhi castani e vivaci, stesso cipiglio un po’ dileggiato ed orgoglioso, addirittura medesima testa dura ed irrefrenabile propensione a cacciarsi nei guai. Un erede che i vecchi Malandrini e zio George non potevano assolutamente disdegnare.


Poi c’era Lilian Luna.

Sognatrice ma coerente, timida ma allegra, speciale nella sua semplicità, col sorriso sempre a fior di labbra e disposta a qualsiasi cosa per coloro che amava.

Forse all’interno della famiglia pareva quella maggiormente bisognosa di protezione e attenzioni, tuttavia era chi la conosceva bene a correre da lei per trovare riparo.
La più piccola tra i figli dell’eroe era una grande ascoltatrice, un’ottima consigliera e soprattutto sapeva mantenere la parola data in ogni occasione, senza paura.

Il suo volto era soave, delicato come quello della madre, spruzzato da qualche chiara lentiggine. I capelli rossicci le ricadevano fluenti sulle spalle come alghe marine e gli occhi, uguali a quelli del fratello, avevano la forma delle conchiglie tanto erano grandi. Forse era per questo che sua zia Hermione spesso la paragonava alla spuma che bagnava la spiaggia del villino di zio Bill: Lil era un toccasana per tutti.


In ultimo, rimaneva Albus Severus.

Era difficile inquadrare uno come lui. Perfino Harry stentava a comprendere gli atteggiamenti del proprio secondogenito.

Descriverlo era complicato, molto probabilmente perché Al stesso era una persona complicata.


In un esame pressoché approssimativo, si poteva dire che la vita e dunque la personalità di Albus Severus fosse scandagliata in varie parti, collegate tra loro in modo più o meno esplicito.


La prima era da considerasi il momento stesso della sua nascita.

I suoi genitori avevano scelto per lui due nomi ben conosciuti nel mondo magico al quale apparteneva, due nomi forse un po’ troppo potenti e immortali per un semplice neonato. E quel bambino, li aveva sempre sentiti pesare sulle sue spalle, pendere sopra la sua testa.

Erano un carico pesantissimo che gli ricordava in ogni dannato istante quando gli altri si aspettassero dalla sua esistenza.

Albus, come Albus Silente.

Severus, come Severus Piton.


La seconda parte era quella che lui manteneva nel contesto familiare, quella che di fronte alle sue parentele piuttosto allargate non poteva evitare di cucirsi addosso con assurda non chalance.

Tranquillo, affettuoso, equilibrato, silenzioso, gentile e studioso. Aiutava la madre in casa, si appassionava al lavoro di suo padre, insegnava a Lily qualche cosa in più sulla magia, chiacchierava con competenza e diletto assieme alla cugina Rose.

Possedeva un cervello davvero brillante, fine, arguto e terribilmente astuto. Da qui senza dubbio, la scarsa comprensione tra lui e tipi come James e Hugo.


Sempre da questo fatto, derivava la terza sfumatura del suo essere.

Quella più recondita, che lottava perennemente per uscire alla luce del sole.

Era puro genio il suo.

Inquieto e sorprendente, accovacciato nei meandri della sua anima, che come un’edera selvatica s’allacciava al suo cuore, insidiava la sua coscienza.

E quando Albus mollava di poco la presa, eccolo che balzava allo scoperto, risaliva e si mostrava in tutte quelle piccole grandi contraddizioni che lo rendevano diverso da qualsiasi Potter, da qualsiasi Weasley...

In quei momenti si sentiva bene, divinamente bene, pur sapendo che c’era qualcosa d’indiscutibilmente sbagliato.


-A volte la tua testa mi spaventa…-


Aveva detto il suo migliore amico, il quale sapeva. Conosceva e amava molto questa terza personalità, con la quale conviveva per l’intero periodo scolastico e che a suo avviso considerava la più autentica ed intrigante in qui si fosse mai imbattuto.


C’era infine una quarta scaglia di Al, ma di questa lui a stento riusciva a capacitarsi.

Era quella dove credeva risiedessero le origini e le ragioni delle sue contrapposizioni e dei suoi segreti.

Era pesta e terribilmente struggente, fredda eppure accogliente e completante.

Quando uragani di domande lo braccavano nel profondo del sonno, era in quest’ultima parte di sé che il ragazzo si ritrovava e, senza nemmeno desiderarlo, le risposte gli si affollavano attorno.

E finalmente lui capiva alcuni perché della sua vita…


… il perché la prima volta che la magia spontanea fuoriuscì dal suo corpo, si trovasse in un prato con un piccolo serpentello tra le mani…

… il perché la seconda, davanti alle prese in giro di James a causa del letto bagnato, il vetro della finestra si fosse infranto e alcune schegge si conficcarono nel braccio di suo fratello…

… il perché la sera del primo settembre di alcuni anni prima, fosse stato smistato a Serpeverde di fronte allo stupore generale…

… il perché avvertiva come più che ovvio il fatto che la persona a lui più vicina fosse non altri che Scorpius Hyperion Malfoy…

… il perché, ogni volta che metteva piede a Diagon Alley, la sua meta divenissero sempre i cunicoli sudici di Notturn Alley, pieni di mistero e manufatti interessanti...

… il perché, durante l’estate, rinchiuso nella sua stanza a notte fonda, giocasse con la magia e si perdesse nella pagine di quegli antichi tomi di Arti Oscure gelosamente nascosti...

***


Capito qual è la mia idea di Albus?
Sì certo... Apocalittica, esagerata, nera...
  
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