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Autore: mikybiky    19/07/2009    1 recensioni

Wexford è tutto un significato per gli adolescenti che la abitando: sogni nel cassetto, amori non corrisposti, avversioni ed incomprensioni verso altre persone, forti amicizie e incompatibilità tra le reginette della scuola e quelle che invece preferiscono una minore notorietà.
O almeno così era finché Chirs e Abigail Braight non sono giunti nella contea, stravolgendo la situazione e capovolgendo la storia.
Abigail fu la prima a scendere dalla luccicante limousine laccata di nero e sfilare lungo il corteo di paparazzi, seguita a ruota da suo padre Benjamin, che davanti alle telecamere non si staccava da lei un minuto. I flash arrivarono da ogni parte, e Abigail si sentì in dovere di assumere le pose più fashon per apparire sulle riviste più popolari del momento.
L’ultimo a scendere dall’auto fu Chris, che si mosse tranquillamente come se per lui tutta la gente attorno non esistesse. Ignorò le tredicenni ululanti che bramavano un suo autografo e oltrepassò i giornalisti indemoniati che si tiravano le macchine fotografiche in testa per realizzare lo “scatto esclusivo”.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. COMPAGNE DI CLASSE

Maiti si allontanò da Chris a passi svelti e pesanti. Continuava a strofinare la macchia di caffè con il fazzolettino che prima lui le aveva offerto per sistemare un po’ quel pasticcio.
Quando quella mattina la ragazza si era svegliata, aveva subito capito che la giornata non si prospettava bene: le era bastato dare un’occhiata al cielo coperto per capirlo.
Le sue previsioni, infatti, si erano rivelate proprio azzeccate; tanto per cominciare, la mamma le aveva proibito di andare alla partita di rugby sabato sera, poco importava se le era stato affidato un incarico molto importante. Poi si era macchiata il suo maglione preferito con un’abbondante tazza di caffelatte e successivamente anche alla sua maglia verde era toccata la stessa sorte. Non aveva concluso il video per il Wexford Festival Opera che si sarebbe tenuto di lì a dodici giorni e infine, ciliegina sulla torta, stava per andare a dire al signor O’Bowen che non avrebbe potuto filmare la partita.
Fuori la pioggia aveva iniziato a scendere a catinelle, così per raggiungere gli spogliatoi passò per i corridoi della palestra. Con un po’ di fortuna il professore sarebbe stato ancora lì; con molta fortuna, invece, nessuno l’avrebbe beccata. Era proibito passare di lì da soli senza l’autorizzazione di un insegnante.
Fortunatamente l’allenatore si trovava all’interno dello spogliatoio maschile, assieme ad alcuni dei giocatori. La porta era aperta, così a Maiti bastò annunciare la sua visita senza problema. Riguardo alla sua presenza senza permesso, il signor O’Bowen avrebbe chiuso un occhio.
« Buongiorno, signor O’Bowen » proclamò.
Interrotti dalla sua voce, tutti i presenti si voltarono verso di lei. Maiti cercò con gli occhi Daigh Morgan e, con sua somma gioia, lo trovò. Ovviamente affiancato da Bairre Allen. Come al solito.
« Buongiorno a te, Maiti » rispose luomo, cordiale. « Cosa ti è successo? »
Imbarazzata, la ragazza abbassò la testa e si guardò la macchia marrone che ancora non aveva finito di espandersi sulla maglia.
« Oh, un piccolo incidente con il caffè di un altro ragazzo » rispose, arrossendo. Tentò di sorridere per distogliere la curiosità degli studenti che la stavano fissando. E i suoi occhi incrociarono quelli di Daigh Morgan, che le sorrise.
« Capisco » rispose il signor OBowen. « Allora, suppongo tu sia qui per lattrezzatura della scuola »
« In realtà » lo interruppe la ragazza, « la stavo cercando per darle una notizia. E non so quanto potrebbe piacerle ».
« Oh, a proposito: anche io avrei una notizia per te ».
« Signor OBowen » tentò di spiegargli Maiti, che non amava illudere la gente.
« La partita è stata spostata nel primo pomeriggio ».
« Come? » domandò sorpresa e perplessa la ragazza.
«» confermò lallenatore. « Per sabato sera è stato previsto il diluvio universale e ho preferito anticipare la partita ».
« Oh ». Maiti non sapeva cosa dire. Una possibilità le si era presentata davanti e ne avrebbe sicuramente approfittato.
« Per te è un problema? Voglio dire, hai altri impegni? ».
« No! » si affrettò ad esclamare. « No, assolutamente ».
« Ma non hai lincontro per il giornalino, quel giorno? ».
Maiti lanciò uno sguardo assassino a Brecc Stoker, che rimangiò subito quelle parole.
« Te lha detto Cristin? » gli domandò, austera.
« No, me lha detto Daigh ».
La ragazza guardò con curiosità il giovane chiamato in causa, che, stringendosi nelle spalle, si scusò con un: « A me lha detto Bairre ».
Lo sguardo di Maiti vagò per lennesima volta, fino a posarsi sul volto paonazzo di Bairre Allen, che dopo un momento rispose:
« Sì, è vero ». Chinò il capo in segno di scuse.
Maiti fu sul punto di ribattere, ma si bloccò con un sospiro. In fondo si sarebbe dovuta aspettare che il ragazzo fosse informato su dei lei, dal momento che le moriva dietro.
« In ogni caso, la riunione è stata spostata » mentì. « Non si preoccupi, signor O’Bowen, sabato pomeriggio ci sarò! ».
« Perfetto! » esclamò l’uomo. « A proposito, volevi dirmi qualcosa? ».
« No » si affrettò a rispondere la ragazza. « Niente. E riguardo all’attrezzatura? ».
« Purtroppo la preside mi ha vietato di farla uscire dall’edificio scolastico, quindi sarai obbligata a venirla a prendere sabato stesso ».
« Bene, non è un problema. Arrivederci, signor O’Bowen ». Si accinse a voltarsi ed andarsene, ma il professore la fermò.
« Perché non prendi una delle magliette della tuta delle cheer-leader? È da ginnastica, ma è comoda e pulita. Morgan ti accompagnerà ».
Maiti avvampò. Fissò per un momento Daigh, che ricambiava lo sguardo, sorridente.
« Ti dispiace, Morgan? » lo invitò l’allenatore, allontanandosi.
« Affatto » rispose il ragazzo. Guardò l’uomo uscire dalla porta e quando si fu allontanato aggiunse, ghignando: « Vieni anche tu, Allen? ».
Bairre lo fissò, sconvolto. Balbettò qualcosa senza senso, ma non riuscì a trovare una buttata sferzante da rimandare all’amico.
« Non ho bisogno di una squadra per trovare una maglietta » intervenne Maiti. Intimò a Daigh di farle strada.
Lo seguì fuori dalla porta, lungo il corridoio ed infine nello spogliatoio delle ragazze. Non era mai stata lì: le cheer-leader avevano una stanza apposita, che non aveva niente a che vedere con gli angusti camerini dove si cambiavano prima dell’ora di educazione fisica.
Le panche non erano sgangherate e mezze rotte e aleggiava un ottimo profumo. Vi erano anche un paio di armadietti di latta, evidentemente contenenti le divise delle ragazze. Maiti aveva il terrore di dover indossare una di quelle, ma con suo sollievo Daigh estrasse dallo scaffale la maglia di una tuta. Aveva le maniche rosse e il corpo bianco, diviso in due da una zip.
« Tieni » le disse il ragazzo, porgendole la felpa. « Spero ti vada bene ».
« Mi auguro che non ci sia scritto il nome » commentò lei, balbuziente. « Sai, Ina e Mairsil sono due cheer-leader e io sono in classe con loro; non vorrei avere problemi ».
Daigh ridacchiò. « Ma figurati. Puoi dire che sono stato io a dartela. Ormai… ci conosciamo, no? ».
La ragazza chinò il volto, visibilmente imbarazzata.
Il giorno prima era stato davvero disagevole: era l’unica femmina in mezzo a cinque maschi. Uilliam McWilson l’aveva completamente ignorata, non gli era andato giù il fatto che Daigh l’avesse invitata, e nemmeno Bran O’Friel le aveva dato confidenza. Per fortuna conosceva bene Brecc, che l’aveva sostenuta tutto il tempo, cercando di unirla alla conversazione, quando poteva. Poi c’erano Daigh e Bairre: uno l’isolava completamente dalla chiacchierata perché il discorso concernesse solo loro due, l’altro tentava di avviare un dialogo sensato prima che arrivasse il primo ad attirare nuovamente la sua attenzione. In poche parole, si poteva giudicare l’uscita del giorno prima come un appuntamento imprevisto tra Maiti e Daigh Morgan.
« In ogni caso » disse il ragazzo per sciogliere la situazione di remora che si era creata, « quella è la taglia più grande che abbiamo; per un motivo a me ancora sconosciuto, tutte le ragazze pon-pon sono pelle e ossa, e forse non hanno nemmeno quelle. Ma non mi sembra che tu abbia problemi con la taglia ».
« L’importante è non avere una maglia sporca di caffè » rispose Maiti, sfilandosela e rimanendo a mezze maniche. Alzò lo sguardo e contemplò per qualche secondo l’espressione perfetta di Daigh. Gli sorrise, contenta, e per la prima volta riuscì a farlo senza disagio.
, si disse. Ci conosciamo.


Il professore si sedette alla cattedra e intimò agli studenti vaganti di prendere posto ai loro banchi.
Maiti si accostò velocemente a Cristin, prima che si sedette accanto al suo compagno. Le tirò una gomitata furtiva.
« Ho bisogno del tuo appoggio per saltare la riunione del giornalino di sabato pomeriggio » le disse, supplichevole.
« Stai scherzando » affermò l’amica, seria. « È la tua prima e unica occasione. Sèanait è la direttrice e se salterai la riunione non avrai altre possibilità ».
« Il giornalino non ha bisogno delle mie illustrazioni tanto quanto io ho bisogno dell’incarico del signor O’Bowen! ».
« Ma se sei in punizione! » esclamò l’amica, irritata.
« Credo che il Cielo abbia ascoltato le mie preghiere di supplica: la partita è stata spostata al pomeriggio per cause di forza maggiore ».
« O’Bowen allora potrà parlare con il docente che si occupa del giornalino e… ».
« No! » strepitò Maiti, agitata. « Questo starebbe a significare che ho un problema, e io ho detto che non ne ho. Ma quello stupido di Allen è andato a dire che avevo la riunione; ormai non posso più rinunciare. Ti prego! ».
« Ne riparliamo dopo, Maiti » disse Cristin, sedendosi. « La lezione sta cominciando ».
Anche la ragazza si sedette al suo posto, accanto al suo vicino di banco. Sospirò e lanciò un’occhiata circolare alla stanza finché la sua attenzione non cadde con stupore e disgusto su una figura che non avrebbe mai dovuto essere in quell’aula: Abigail.
Anche quest’ultima parve accorgersi della presenza indesiderata: per un momento si squadrarono, arcigne. Nessuna delle due dava l’impressione di volere gettare acqua sull’accaduto di pochi minuti prima. Né tanto meno avrebbero distolto lo sguardo: sarebbe stato uno sciocco gesto, che indicava che la bandiera bianca era stata issata.
Fu il professore a interrompere la scarica elettrica che sprigionava dalle due, interpellando la nuova arrivata.
« Ah, signorina Braight » disse, entusiasta. « Mi avevano avvisato che oggi sarebbe arrivata ».
« Infatti mi chiedo come avrebbero potuto non avere avvisato qualcuno » ribatté lei, sostenuta. Aveva tutta l’aria di voler dire che dalla frase pronunciata dal professore la sua presenza lì non fosse del tutto scontata .
Tutti si voltarono a guardarla, stupiti e contrariati.
« Vieni Braight » ingiunse il professore. « Mi piacerebbe che ti presentassi ai tuoi nuovi compagni. Naturalmente chiameremo a raccolta anche le rappresentanti di classe, che saranno incaricate di agevolarti il più possibile, mostrandoti il programma svolto fino ad adesso e cercando di includerti, dove possibile, nelle attività che prediligi ».
Maiti guardò Cristin tentare di nascondersi dallo sguardo del professore, che la invitava a recarsi accanto ad Abigail.
A Cristin era toccata la sfortuna di essere stata eletta rappresentante accanto a Mona, che ora si stava già alzando, raggiante, per raggiungere Abigail. Si sentiva onorata di poter “servire” una tale “icona”.
Alla fine, riluttante, si alzò anche l’altra ragazza ed assieme raggiunsero la nuova compagna.
« Ciao, tu sei Abigail, vero? » esclamò euforica Mona. Pensava che amicarsi quelle come lei l’avrebbe elevata al successo, ma, con suo enorme disappunto, la ragazza la guardò come se le avesse fatto la domanda più sciocca del mondo e poi attese altri commenti più sensati.
« Ti faremo recapitare a breve il programma di ogni singola materia » intervenne Cristin, professionale. « E il calendario delle interrogazioni future. Ti farò avere anche il materiale su cui abbiamo lavorato fino ad adesso e ti mostrerò tutte le circolari che illustrano le iniziative proposte dalla scuola ».
Mona la squadrò in cagnesco. Era stizzita per non essere riuscita a parlare in quel modo ad Abigail.
« Hai altre domande da fare? » le domandò allora, cercando di adottare lo stesso tono cattedratico che aveva utilizzato prima la sua compagna.
«» affermò la nuova ragazza. « Voi due siete le rappresentanti definitive? ».
Le due compagne rimasero interdette, senza sapere cosa rispondere.
« Bé, sì » disse Cristin. « Però c’è ancora tempo per candidarsi membro del comitato studentesco, se ti interessa la politica scolastica ».
« Io mi candiderò presidente » dichiarò Abigail.
« Bene, sono contento delle tue ambizioni scolastiche » convenne il professore. « Sono sicuro che sarai una studentessa modello ».
« Lo faccio solo per rendere la scuola più accessibile a mio fratello, non creda ».
« Ma le decisioni sono prese di comunque accordo assieme agli altri membri » si azzardò a contraddirla Cristin.
« Non fa niente » tagliò corto lei.
« Hai già conosciuto qualcuno? » intervenne il professore.
« Sì, certo » rispose Abigail. « Quella ragazza laggiù ».
Con suo sommo orrore, Maiti constatò che stava indicando proprio lei. La pelle le si accapponò e un brivido le corse lungo la schiena. Abigail aveva appena affermato di conoscerla.
« Allora ti affiancherò a lei per un concorso di disegno che la scuola ha indetto. Sai disegnare? ».
« Ma professore » intervenne Maiti, disperata. « Sono già in coppia e io e il mio compagno abbiamo già pianificato tutto. Non può dividerci proprio adesso ».
« Vorrà dire che sarete in tre » decise.
« Ma… ».
« Niente ma. Cosa ne pensi, Braight? ».
« Oh, sarà perfetto » esclamò. « Mi piace colorare ».


« Colorare ».
« Consolati, ci sono cose peggiori ».
Maiti lasciò andare la testa contro il muro e aspettò che Mairtin le esponesse i suoi problemi. La rabbia per la figuraccia che le aveva fatto fare le era già passata. Aveva cose peggiori a cui pensare. Come ad esempio i suoi perfetti fumetti in bianco e nero che Abigail si era riproposta di colorare. Magari a pennarello.
« Non ti disperare se Abigail è un’allocca. Meglio un’insopportabile stupida che un insoffribile serio. Credimi ».
« Cosa vuoi dire, Mairtin? » domandò la ragazza, sconsolata.
« Indovina ».
Maiti lo ignorò. Non gli interessavano i suoi sproloqui in quel momento; aveva diverse cose a cui badare: identificare Bairre e fare in modo che non si avvicinasse. Individuare Daigh e far sì che nemmeno lui si avvicinasse. Focalizzare Sèanait e non farla insospettire del suo comportamento. Non voleva essere la prossima vittima.
Poi, mentre vagava con la mente attraverso i suoi propositi, ricordò lo scontro con il caffè avvenuto tre ore prima davanti alla classe di Mairtin e associò il tutto alla sua affermazione. Allora sgranò gli occhi e fissò a bocca spalancata il suo migliore amico.
« Sei in classe con Chris Braight? » chiese, strepitando.
« Se era un: “wow, sei in classe con Chris Braight?”, no ».
« No, era più che altro un “per carità del cielo” ».
« Allora sì ». Si interruppe, ridendo. « Mi dispiace di essermi perso la tua scena col caffè ».
« Fidati, non ti sarebbe piaciuto assistere » lo ammonì la ragazza, scocciata. « Fra me, Chris e Abigail tu saresti stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso ».
« Perché? » domandò imbronciato Mairtin.
Maiti rise. Lo guardò intensamente negli occhi e si staccò dal muro, tirandogli un buffetto. Voleva davvero troppo bene a quel ragazzo.
« Perché ti conosco, Mairtin » rispose, stiracchiandosi.
L’amico stava per ribattere quando dalla classe uscì Sèanait, infervorata. Dimenticò le parole che stava per pronunciare e tentò di salutarla, ma lei lo stroncò sul nascere, rispondendo ancora prima che parlasse.
« Ciao Mairtin » disse brusca. « Sì, sono molto arrabbiata » aggiunse poi, quando intuì che Maiti stava per fare un commento. « Quindi non me lo chiedere ».
« Wow, cos’è successo? » chiese piatta l’altra ragazza, poco interessata.
« Se non ti importa saperlo non me lo domandare » chiosò Sèanait, scorbutica.
« Che cosa sei venuta qui a fare? » l’apostrofò Maiti, arrecandosi un’occhiataccia da Mairtin.
« Visto che ho delle amiche troppo inette per rimproverare chicchessia, devo essere io a chiederti per quale motivo indossi una tuta delle ragazze, nonostante io non sia una di loro! ».
Maiti era perplessa. Per quanto non apprezzasse Sèanait, non l’aveva mai vista così aggressiva nei confronti delle sue amiche.
« Perché ce l’hai così tanto con Ina e Mairsil? » si arrischiò a domandare.
« Tu pensa a rispondermi! ».
Maiti era così confusa dall’insolito atteggiamento della compagna di classe, che non si rese nemmeno conto della risposta che le diede.
« Me l’ha data Daigh ».
Per un momento calò il silenzio. Sèanait fissò Maiti negli occhi, troppo spiazzata dalla sua risposta per dire qualche cosa.
Ci pensò Mairtin a dare spiegazioni.
« Stamattina Maiti ha avuto un incidente con il caffè e il signor O’Bowen, dopo averla vista, ha suggerito a Morgan di darle una maglia pulita ».
« È così? » indagò Sèanait, poco convinta.
«» ribadì Mairtin. « Tanto ormai loro due si co… Oggi è proprio una brutta giornata, ma una bella cioccolata può tirare su l’umore. Vieni, te ne offro una, ti va? ».
La ragazza sospirò e poi acconsentì. Si allontanò assieme al giovane, che guardò Maiti con aria truce, promettendole lo stesso calcio negli stinchi che lei gli aveva rifilato.
L’amica gli sorrise. L’aveva bloccato in tempo prima che rivelasse a Sèanait che aveva conosciuto Daigh il giorno prima. Ogni volta che cercava di aiutarla finiva sempre con il metterla nei casini il doppio.

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Questo è sicuramente il ritardo più mastodontico che si ricordi nella storia del mio account (non è vero, una volta ho impiegato tipo otto mesi per postare l'ultimo capitolo di una storia XD). Mi scuso, ora non ho più nemmeno la scusa dei compiti a mio favore.
Per riscattarmi, posterò il settimo il più presto che posso.
Ringrazio:
kinderbuena89: un grazie speciale a te che mi sei sempre d'aiuto per qualsiasi evenienza <3. Grazie, grazie grazie!
ale_9030: per persistere nel leggere questa storia. Un complimento non è mai scontato *.*
DarkViolet92: per avere aggiunto la storia ai preferiti e per avere recensito^^.
  
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