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Autore: OcaPenna    10/02/2019    2 recensioni
Madlene non sarebbe mai stata una Douglas. Riuscirà a trovare se stessa a Nassau?
Gates/NuovoPersonaggio
Prequel di "Maschere e catene" (coming soon, link in storia)
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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A New Hope

di Oca Penna

 
 
 

Ed eccoci arrivati alla fine!
In realtà, come già saprete, non è affatto la fine: la vicenda proseguirà con Maschere e Catene scritta a quattro mano con Astral della Rovere, che non finirò mai di ringraziare. Quest'ultimo capitolo vi darà un po' l'idea di come funzionerà il resto della storia: si passa al presente, entrano in scena poco per volta tutti i nostri eroi, e la visuale zumma sulle scene con inquadratura stretta.

Vi auguro una buona lettura e, come sempre, vi invito a lasciare impressioni e commenti :D
Baci Baci

 


 

La nave del capitano Flint viaggia da mesi per i mari dei Caraibi senza riportare bottini soddisfacenti.
All’insaputa della ciurma, il capitano e il quartiermastro Hal Gates, stanno cercando la rotta che li condurrà alla Urca de Lima, un tesoro di tale valore da cambiare per sempre le sorti di Nassau.







Gates è stanco. Tenere unita una ciurma insoddisfatta senza che si ribelli o abbandoni la nave è un lavoro immane, così come cercare di ottenere il massimo dai loro magri bottini dalla Guthrie. Sono mesi che non riescono ad avere abbastanza introiti, sono appena sufficienti per vivere in quei pochi giorni a terra e la maggior parte dei ragazzi si brucia i propri real nella prima notte al bordello. Per quanto riguarda lui… gli vanno tutti in corruzione e birra perché non può permettersi qualcosa di più forte e deve accontentarsi di quella roba annacquata e acida. Sospira esausto dando un ultimo sorso profondo a quel piscio caldo, gli ultimi momenti di tranquillità alla taverna prima di tornare alla nave e aspettare la marea del mattino per ripartire alla caccia della nave del Capitano Parrish. Non sa nemmeno perché continui ad appoggiare questa pazzia visionaria di Flint con la sua crociata personale.

 

- Buonasera. - Madlene si accosta al tavolo con un sorriso, le mani giunte sulla gonna che le danno un senso lieve di conforto. Non è mai stata da sola in giro per Nassau, non è mai entrata in una locanda come quella in vita sua e con le ombre lunghe delle candele le pare di intravedere pericoli dietro ogni trave. Il rumore intorno, così estraneo e sguaiato e quell’odore nauseante di alcol la fanno sentire a disagio, convinta che tutti vedano di nuovo il suo essere fuori posto, proprio ora che le servirebbe mostrarsi sicura.

 

L’uomo alza lo sguardo sfocato dal suo boccale. Si guarda intorno sbirciando il locale per poi riportare gli occhi su quella cosina davanti a lui. - Dici a me? - ma le prendono sempre più giovani? Quanti anni avrà? - Sei qui da sola?

 

- Sono mortificata di disturbarvi, ma ho pensato che forse avreste avuto la cortesia di farmi compagnia per la cena. - risponde senza perdere il sorriso e cercando di mascherare l’emozione dietro al tono compassato da salotto. In realtà vorrebbe saltare sulla sedia e iniziare a chiedere i dettagli di ogni cosa che abbia mai letto, di quella volta che erano svaniti davanti alla prua di un mercantile inglese, di come avevano usato la nebbia contro la marina, sbucando alle spalle di una nave meglio armata e più veloce della loro, o se fosse vero quello che dicevano di Flint, della sua sete di sangue. Ma deve avere pazienza, stare tranquilla e pensare che già essere lì, da sola, a parlare con lui è anche troppa licenza e di certo molto più di quanto avrebbe osato mai sognare. - Mi sono permessa di far arrivare due piatti nella mia stanza, se voleste essere tanto gentile da seguirmi.

 

- Sei una delle ragazze di Noonan? - chiede sospettoso strizzando gli occhietti miopi e annebbiati dalla birra.

 

- Mi trovo a lavorare per il signor Noonan, sì. - conferma annuendo appena - Ma ho anche degli interessi personali, e in effetti è di questi che avrei piacere di discutere. Capirete perché mi è necessario insistere per un posto più… privato. - ora è più calma. Temeva di essere spaventata davanti a quell’uomo, invece si scopre calma, forse perchè ha un modo di guardarla che proprio non riesce a risultare minaccioso, anzi, rassicurante. Le fa piacere, questo renderà le cose più semplici.

 

- Bambina - comincia l’uomo passandosi la grossa mano callosa e dura come una spazzola di saggina sulla testa pelata - senti, non ho soldi per te e non sono interessato ai servigi che offri, magari un’altra volta.

 

- Non vi sto chiedendo soldi, signore. Vi sto anzi offrendo un pasto caldo, nella speranza che lo gradiate, e vorrei proporvi uno scambio equo di servigi. Sono sicura che vi potrebbe essere utile una distrazione per i vostri sodali, e posso sperare che in cambio mi facciate un favore per il quale vi sarei riconoscente. Nulla di illecito o di pericoloso, solo un aiuto in una transazione con la signorina Guthrie che, di certo, farebbe a voi un prezzo migliore che a me. - risponde tranquilla. Aveva immaginato quella obiezione. - Ma se vorrete seguirmi, ne discuteremo davanti a un piatto di pesce, ovviamente senza nessun impegno ad accettare da parte vostra.

 

Gates ora la guarda con più interesse. Quella ragazzina non è certo una delle sguaiate e rozze donne di Noonan, è evidente che viene da una società più civilizzata, parla proprio come Flint quando lo ha conosciuto, come un libro stampato. Non capisce cosa possa volere da lui, cosa sappia di lui, e perché sia davanti a lui a parlargli in quel modo ma sembra agitata e nervosa dietro quelle maniere eleganti e la cosa comincia a incuriosirlo e intrigarlo.

- Ok, bambina - acconsente alzandosi dallo sgabello con pesantezza - non si rifiuta mai un pasto gratis.

 

Madlene sorride soddisfatta precedendolo in silenzio fuori dalla locanda,le gambe che riprendono consistenza mentre si calano nel buio della sera fino al bordello che li accoglie col chiasso sguaiato che ha preso ad animarlo appena è calata la luce. Il solo fatto che tutti, lì dentro li stiano vedendo salire le scale segna una sua piccola vittoria: quanto meno si saprà che è stato in camera con lei e questo la renderà interessante, vista la fama dell’altro. Fama che, col tempo, spera possa compensare la perdita degli introiti che la sua verginità le avrebbe apportato.

- Prego - fa segno di accomodarsi accennando al tavolo imbandito di fresco, con un candelabro al centro e due piatti coperti che li attendono riempiendo la stanza di profumo.


- Addirittura una stanza tutta tua… - commenta per nulla impressionato l’uomo - Sei nuova, non credo di averti mai visto in questo buco, e hai già dei privilegi che le altre ragazze ci mettono anni ad ottenere, cosa vuoi da me? - comincia a sospettare che voglia ingannarlo o creargli problemi con le guardie e Noonan. Si guarda intorno e la stanza, avvolta nella semi oscurità, non lascia intravedere il suo squallore che sa di umidità e carta marcia.

 

- Ottenere una camera non è difficile, la difficoltà è mantenerla. - risponde con un sorriso dopo aver chiuso la porta. -Ed è per questo che avrei bisogno del vostro aiuto. - aggiunge sedendo al tavolo senza aspettarsi che l’altro le scosti la sedia. Si è stupita anche lei di quanto siano stati generosi il signor Noonan e la signora Mapleton, ma poi una delle ragazze le ha spiegato il sistema: dare subito una stanza alle nuove arrivate è il modo migliore per metterle in debito e legarle per sempre a quel posto. In genere, alla seconda notte, nessuna è già più in grado di pagare il costo della camera e la perde in automatico dovendo ancora parecchi soldi per quelle due soli notti di privilegio. Per questo ha dovuto pensare in fretta e muoversi d’istinto. Forse è la mancanza di sonno, forse l’eccesso di novità, ma da quando ha messo piede a Nassau e si è svegliata dalle prime poche ore di sonno, il suo cervello e il suo corpo hanno iniziato a lavorare a una velocità inaudita che le ha permesso di ritrovarsi lì, con le mani che tremano e nelle gambe un formicolare costante di chi si prepara alla fuga.

Si sistema il tovagliolo sulle gambe e scoperchia il pesce fumante guardandolo soddisfatta prima di poggiare sul tavolo un anello che recupera dall’incavo dei seni.

- Conosco il prezzo di mercato di questo anello, non mi aspetto di ricavarne altrettanto, ma abbastanza per assicurarmi di mantenere questa stanza e qualche altro piccolo privilegio ancora per un po’. Temo però che la signorina Guthrie, non conoscendomi, non mi riserverebbe lo stesso trattamento che riserverebbe a voi. - spiega accennandogli nuovamente alla sedia di fronte a lei. - Ma non abbiamo motivo di parlarne a stomaco vuoto. Vi prego, fatemi l’onore di sedere con me. - Scoprire chi fosse a gestire e smerciare i bottini è stata la prima a cui si è dedicata non appena ha avuto tempo e modo di allungare le orecchie intorno e Eleanor Guthrie è uno dei nomi più pronunciati in città.

Gates accetta l’invito sbirciando l’anello che brilla alla luce tenue della fiamma di candele. Ha senso, capisce un affare quando lo vede, e non può certo dare torto alla ragazzina, approfittarsene sarebbe anche normale per Eleonor. - E io cosa ci guadagno, oltre al pasto? - chiede prendendo un pezzo di pane che intinge nel succo caldo del pesce. - Cos’hai da offrirmi? Non sono interessato alla tua innocenza, potresti ottenere ben più di quanto vale quell’anello dandola alla persona giusta.

- Purtroppo questo mi metterebbe in difficoltà con Miss Mapleton, dato che è lei a stabilire i prezzi, e con le altre ragazze che non amano le variazioni di mercato. - risponde pulendosi le labbra col tovagliolo, le dita tese che ancora faticano a muoversi con naturalezza anche in gesti tanto famigliari - Ma, per lasciare le mie ragioni e tornare alle vostre, devo ammettere di aver preso informazioni prima di cercarvi. Vi prego di perdonare la sfrontatezza, ma suppongo che ai vostri uomini possano invece interessare i servizi che ho da offrire, soprattutto se, grazie a voi, potessero usufruirne a prezzi insolitamente bassi.

 

- Quando dici servizi intendi… attività da bordello? - chiede bloccando a metà la forchetta con un bel pezzo di pesce infilzato sopra. Per fortuna che con Flint ha imparato ad avere maniere meno grezze, quella ragazzina con il suo linguaggio lo mette a disagio.

 

Madlene lo guarda un momento incerta, forse Idelle ha omesso qualcosa riguardo le prestazioni che ci si aspetta da lei? C’è altro, oltre quello che immagina?

- Intendo tutto ciò che è riportato tra i prezzi affissi di sotto, signor Gates. - decide di rispondere su un terreno solido e certo.

 

- Perché? Solo per poter mantenere questa stanza e qualche vantaggio nel trattamento da parte di Noonan e della Mapleton?

 

- Vi sembrano cose da poco? - chiede con un luccicare di malizia nello sguardo. Quell’uomo parla come se non capisse che lei sta lottando per la sopravvivenza, che quelle quattro mura sudicie e quel letto sgangherato sono le armi che la proteggono dalla rovina. Si fa seria prendendo un sorso d’acqua dal bicchiere per cacciare il terrore di quel pensiero. Ha visto i corpi delle ragazze che non ce l’hanno fatto, la loro desolazione e non diventerà così. - Ho scoperto di poter fare a meno di molte cose, ma proprio di non riuscire a sopportare di non poter scegliere. Ognuno coltiva i propri vizi, suppongo. - si ripara dietro una battuta arguta per non lasciare intuire i propri pensieri.

 

- Da quanto sei qui? - lascia stare il pesce fissando severo la ragazza, la schiena dritta e appoggiata alla sedia.

 

- Tra poche ore sarà un giorno esatto. - lo fissa incuriosita dal piglio che ha preso e che lo rende all’improvviso severo. Sembra il precettore in procinto di riprenderla per una disattenzione.

 

- Diamine, bambina! - sbatte la mano sul tavolo con voce dura e occhi freddi - Ma ti rendi conto che stai giocando ad un gioco pericoloso? Sei una bambina ancora pura e ti stai vendendo per cosa, una stanza ad un’intera ciurma? In cambio dei soldi ricavati da un anello? Cos’è, tesoro di famiglia? Ti hanno rapito? Perché questa messinscena? Mi hanno visto salire le scale con te ed entrare qui, io non ho soldi per pagarti e domani mattina cosa darai alla Mapleton? Si aspettano il pagamento di un intera notte con una vergine! - fa fatica a mantenere un tono adeguatamente basso per non farsi sentire dalle stanze limitrofe. Non è nemmeno sicuro che non li stiano spiando in qualche modo.

 

Madlene sussulta appena al rumore secco della sua rabbia, ma poi si sente salire nel petto la risata di Idelle, ma come sempre quella si blocca a metà e non vuole uscire, costringendola ad abbassare gli occhi e arrossire appena.

- Miss Mapleton passerà domani pomeriggio a prendere il ricavato della settimana, se sarete stato tanto gentile da farmi questa commissione avrò di che pagarla. - risponde. - Per quanto concerne la mia innocenza, se posso essere sincera fino in fondo con voi, ora che la vedo sfuggirmi tra le dita ne sento tutto il peso e non la rimpiango affatto. Stringe più di un corpetto, l’innocenza.

 

- Impossibile. Salpiamo con la marea del mattino e la Guthrie non fa affari al calar del sole. - ribatte serio e pratico. Quella bambina però gli fa tenerezza, cerca solo di sopravvivere in un mondo selvaggio e ben lontano da quello in cui dev’essere cresciuta. - Non hai una famiglia da qualche parte? Nessuno che si chieda che fine hai fatto? Non mi sembri la figlia di un lattonaio o di un conciatore, hai modi da signora e un linguaggio che denota la tua istruzione, questo non è un posto per te.

 

Madlene lo guarda stupita. Questo era un problema a cui non aveva pensato.

- Non c’è possibilità, quindi? Bene, accetterò il prezzo di miss Guthrie, dunque. - ribatte riprendendosi dopo un momento in cui si era sentita persa, cadere nel vuoto dell’impotenza. Non ha modo di tornare indietro, a questo punto, nemmeno sperare negli introiti dati dalla sua verginità è più possibile, ma le resta l’anello, per quanto mal venduto, e la curiosità suscitata negli altri dal suo ospite.

 

Gates si passa la mano sulla testa pelata con un suono raspante. Questo è un bel guaio, quella ragazzina si è messa da sola in un bel casino e lui se ne sente responsabile, adesso. - Ok… cerchiamo di sistemare questo pasticcio! Maledizione, dovevo starmene alla fonda a gelarmi le ossa intorno al falò con Billy… - borbotta mentre pensa febbrilmente a cosa fare. - Bene, ascolta: io ti do tutto quello che ho così puoi pagare la Mapleton domani. Intanto mi prendo l’anello e cerco di vendertelo appena posso alla Guthrie e ti darò la differenza. Se vado adesso da lei magari riesco a farmi ricevere e a trattare… - medita alzandosi dalla sedia e mettendosi a camminare lentamente con un dito sul mento.

 

- No, non posso accettare. - ribatte decisa e alzandosi a sua volta dal tavolo - Non pensate più a quell’anello, me ne occuperò io stessa domattina, ora destereste troppe domande e troppa curiosità, inoltre andreste a trattare da questuante e questo non è mai un buon inizio. Resta inoltre il fatto che non saprei come ripagarvi e mi troverei in debito, un alto debito che mi metterebbe in difficoltà. Sedete, finite di mangiare, e fingete che sia soltanto una visita di cortesia. - aggiunge in tono più pacato e gentile tornando a indicargli la sedia.

 

- Bambina, tu lo sai vero che domani quella strega della Mapleton controllerà che tu non sia più vergine? - l’uomo si gira a fissarla con attenzione, per nulla convinto a rimettersi seduto e a rinunciare ai suoi piani.

 

Di nuovo Madlene si trova ad arrossire ma questa volta andando in fiamme per davvero. Era consapevole di dover arrivare a quel punto della conversazione, ma non pensava che questo l’avrebbe messa tanto in difficoltà dopo tutti i discorsi con Idelle.

- Mi rendo conto - conferma - e sono certa che appena varcherete quella soglia qualcuno si proporrà di risolvere questo problema, ma devo avere l’impudenza di chiedervi un’altra cortesia. Voi siete stato molto franco con me, signor Gates, e mi permetto di esserlo altrettanto: se un uomo dovesse rendersi conto che siete andato via lasciandomi nello stato in cui mi avete trovata, questo desterebbe forti sospetti su di me e, temo, sullo scopo della vostra visita. Dunque non è miss Mapleton che mi preoccupa, ma le voci che correranno per la città, voci indiscrete. - parla fissandosi le mani strette in grembo, cercando la voce e quasi incredula di sentirla uscire dalla gola, anche se sommessa.

 

- Cosa stai suggerendo? - chiede guardingo.

 

- Avete detto più volte di non essere interessato e dunque fatico a chiedervi la cortesia. Mi rendo ben conto, credete, di star chiedendo cosa non da poco e forse nei modi e nelle circostanze meno opportune, ma il caso mi forza la mano. - aggiunge osando appena sbirciare il volto duro. Cosa poteva aspettarsi, d’altronde? Far pena, magari tenerezza a un uomo è una cosa, altra è pensare che possa desiderarla, eppure non si risolve a pensare quei corpi estranei, secchi come spine addosso a lei e deve trovare il coraggio e la convinzione di chiedere.

 

Gates ora si siede fissando il buio là dove ci dev’essere una finestra. Questo è un bel guaio per quella ragazzina. Odia i bordelli proprio per come trattano quelle poverette. - Sul serio, non puoi convincerli a chiedere magari un riscatto alla tua famiglia? Non saresti così costretta a doverti vendere per due soldi, manterresti la stanza e il signor Noonan ci guadagnerebbe di certo di più. - tenta ancora una volta di dargli una via di fuga. Possibile che voglia accettare questa situazione?

 

- Se la mia famiglia dovesse accettare, signor Gates, la gabbia che mi aspetterebbe sarebbe assai peggiore e a maglie ben più strette di questa. - risponde sentendo inumidire gli occhi davanti alla prospettiva che le si apre e al suo rifiuto. Forse ha ragione, forse avrebbe dovuto accettare il matrimonio e tenersi il sogno di quella terra da poter rimpiangere, pensare a un posto in cui sarebbe potuta essere altro, guardata altrimenti… un bussare secco alla porta la distrae da quei pensieri. - Avanti! - chiama con la voce che lascia sentire appena il turbamento.

 

- Cerco il signor Gates… - la voce incerta di un giovane attraversa il legno marcio della porta senza che questa si apra.

 

- Billy? - l’uomo dice il nome del ragazzo sorpreso che sia lì. Sbircia la giovane seduta di fronte a lui con una scusa esplicita nello sguardo. - Entra.

 

La porta infine si apre e Billy Bones entra cauto nella stanza lanciando uno sguardo stupito alla tavola imbandita e alla ragazzina a cui deve appartenere quella sistemazione. - Ehm… il Capitano Flint vuole che tu sappia che non si salpa domani, ha degli affari da sbrigare… sulle colline. - lo informa in imbarazzo e con espressione confusa.

 

Madlene fissa il gigante apparso sulla porta, con il viso da bambino che contrasta in modo buffo con quelle braccia massicce e l’altezza esagerata. Si trova a chiedersi se si sarebbe trovata anche lui in quella stanza con l’accordo andato a buon fine come immaginava, e sente appena ciò che dice, presa da quel pensiero.

 

- Ok, grazie Billy. - Gates accoglie la notizia con un sospiro di sollievo, forse può fare ancora qualcosa per la ragazzina. - Ci pensi tu ad avvisare tutti gli altri?

 

Il giovane annuisce dando un’ultima occhiata perplessa alla ragazza prima di uscire e chiudersi la porta cigolante alle spalle. L’uomo afferra il bicchiere di vino porgendolo alla giovane: - Allora, bambina, visto i recenti cambiamenti direi che possiamo ritornare alla nostra trattativa iniziale ma prima, potrei avere almeno la delizia di sapere il tuo nome?

 

La ragazza si riprende davanti al sorriso dell’uomo accettando il bicchiere che le porge.

- Mi chiamo Hope. - risponde realizzando di essere tornata in una posizione accettabile. - Dunque ora accettate? Non sapete quanto mi solleverebbe se diceste di sì.

 

- Hope, un nome direi più che azzeccato. Bene Hope, direi che possiamo discutere i termini in modo che siano vantaggiosi per entrambi tenendo conto del fatto che farò in modo che da quell’anello tu possa ricevere ben più del prezzo di mercato, ho tutta la mattina per stressare la Guthrie.

 

   
 
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