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Autore: Aryuna    19/07/2009    1 recensioni
Inverno:"Osservo nuovamente la strada davanti a me. Per me, il grande principe dei demoni, essere immortale, il tempo non ha importanza. Eppure, senza rendermene conto, mi ritrovo ad accelerare il mio passo lungo il cammino."
Primavera:“Cosa sei andato a fare oggi?”, domando sospetta e – anche se mi costa ammetterlo – preoccupata, “Non dovevi semplicemente benedire una casa?”.“Ehm… sono caduto da un albero”, liquida lui. Inarco le sopracciglia, allentando un poco la presa.“E che ci facevi su un albero?”.
Estate: “È la luna”, dico come uno stupido, forse pensando che la sua curiosità richieda spiegazioni. Ma lei continua ad allungarsi, con enorme sforzo, verso la sfera d’argento. “Guarda che non puoi mica prenderla”. Altra frase da stupido. È ovvio che non può prenderla! Mica devo spiegarglielo io.
Autunno: Gli umani sono così superficiali. Quella fu la prima volta che mi ritrovai a pensare in maniera così altezzosa riguardo la mia stirpe. Adesso lo faccio spesso.
Raccolta di quattro Shot prima classificata al concorso "Four Seasons" indetto da Roro e Emiko92.
Genere: Commedia, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Four Seasons

-Raccolta-


 

Primavera

 

MirokuSango

 

 

 

“Mi farebbe l’onore di darmi un figlio?”.

Quante volte ho sentito questa frase? Un’infinità, ma non da lui.

Non da mio figlio.

Anche se ammetto che, in questi casi, preferirei dire che me lo aspettavo eccome da suo figlio. Peccato che una madre non possa decidere quando un figlio sia suo o meno, è suo e basta.

“Per me sarebbe un… AHIA!”. Ho mai detto quanto amo le mie figlie? No? , le amo!

Yucchan, smetti di infastidire le nostre amiche?”. Ah, la mia amata Miki!

“Fai sempre il cascamorto!”. Oh, la mia amata Meiko!

Proprio come papà!”.

Ed ecco il loro temuto coretto, come sempre. Come è normale per due gemelle, immagino. Miki stringe ancora il suo pugnetto, mentre Yu si massaggia la testolina con sguardo da cucciolo. Lo stesso sguardo di lui.

“Ma papà dice che sarebbe un insulto per la bellezza di…”.

“COSA DICE PAPÀ?!”. Lo vedo nascondersi dietro le sorelle, le quali sospirano.

“Mamma, hai un’espressione da demone. Di nuovo!”, dicono in coro. Prendo dei respiri profondi, ma so che comunque non mi calmerò.

Non finché non avrò torto il collo di mio marito!

Mi siedo in casa, davanti al focolare, e aspetto. Aspetto a braccia incrociate, mentre Kirara mi osserva confusa. Mi sforzo e le sorrido, dandole qualche coccola. In questi anni ha sopportato di tutto. Presto Kohaku verrà a riprenderla per tornare a combattere a suo fianco. Meglio coccolare la mia cucciola finché posso.

Sango?”. Ecco, il mio buon umore vola via. Kirara lancia un’occhiataccia alla porta, privata delle sue amate carezze, mentre la mia mano si stringe furiosa in un pugno minaccioso e pericoloso.

“Posso entrare?”. Domanda inutile. E soprattutto, chiaro segno che ha capito che sono molto, molto arrabbiata.

“Certo, non devo nascondere nulla e nessuno, io!”. Capisco che si sta affacciando timidamente dalla luce che penetra tra le pieghe della tenda, ma tengo gli occhi bassi sui tatami per reprimere il mio istinto omicida. Non voglio che i miei figli crescano senza il loro padre: per quanto questo sia pessimo e maniaco.

“Come mai…?”.

“Tuo figlio fa il cascamorto con le amiche delle tue figlie”, sibilo senza aspettare che finisca. Lo sento bloccarsi, prima di ridacchiare imbarazzato. Possibile che non sia cambiato per nulla? Gli uomini non dovrebbero maturare con la nascita dei propri figli? Prendo un respiro profondo, prima di continuare la mia ramanzina. “Dice che ti ha sentito dire che sarebbe un’offesa nei loro confronti non chiedere un figlio a ognuna”.

“Non è colpa mia!”, si difende lui avvicinandosi – sento i suoi passi –, “Mi ha chiesto perché si dice che la primavera è la stagione dell’amore!”.

Alzo con lentezza lo sguardo su di lui, molto perplessa e molto furiosa. Lui sorride, ma si tiene a distanza. Non vuole prendersi uno schiaffo immagino. E tiene una mano dietro la schiena, in maniera sospetta.

“E questo cosa c’entra?”, domando sulla difensiva. So che presto mi calmerà con qualche trucco. È sempre così.

“Mi ha chiesto qualche esempio e gli ho raccontato alcune avventure di suo padre quando era giovane”, liquida lui ridacchiando.

Lo fisso. Poi scatto in piedi afferrandolo per l’abito con entrambe le mani.

“Avventure?”, sibilo furiosa, mentre lui sorride perennemente, seppur sudando freddo.

“Suvvia Sango, sii comprensiva”. Lo fulmino, mente mi fissa con quegli occhi da cucciolo.

“Comprensiva?”, mormoro socchiudendo gli occhi. Non posso evitare, da quella vicinanza, di notare un graffio sul viso, e anche uno squarcio sull’abito all’altezza della spalla. “Cosa sei andato a fare oggi?”, domando sospetta e – anche se mi costa ammetterlo – preoccupata, “Non dovevi semplicemente benedire una casa?”.

Ehm… sono caduto da un albero”, liquida lui. Inarco le sopracciglia, allentando un poco la presa.

“E che ci facevi su un albero?”.

“Raccoglievo questi”, dice rapido, smettendo di nascondere un mazzo di teneri rametti di ciliegio in fiore. Lo lascio, stupita, portando le mani vicino al volto.

“Ecco”, continua sorridendomi dolce, “stai sempre in casa a lavorare per badare ai bambini, e quindi avevo pensato di portarti un po’ di primavera”.

Mi mordo il labbro, incapace di oppormi. Vorrei arrabbiarmi come prima, ma ormai mi è impossibile. Prendo il mazzetto tra le mani, mormorando un debole ringraziamento. Lui mi carezza i capelli, prima di uscire nuovamente dalla casa. Lo seguo, fermandomi sulla soglia di casa. E lo guardo, mentre saluta i nostri figli e prende in braccio le gemelle. E sorrido, quando lo vedo arrabbiarsi con un bambino che, secondo lui, si è avvicinato troppo a Meiko, o sospetta stia infastidendo Miki.

Stringo con delicatezza i petali di un piccolo fiore appena sbocciato, mentre nel mio petto si espande una calda e dolce sensazione.

E rifletto, come una ragazzina, sulla stagione dell’amore.

 

  
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