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Autore: Aryuna    29/06/2009    3 recensioni
Inverno:"Osservo nuovamente la strada davanti a me. Per me, il grande principe dei demoni, essere immortale, il tempo non ha importanza. Eppure, senza rendermene conto, mi ritrovo ad accelerare il mio passo lungo il cammino."
Primavera:“Cosa sei andato a fare oggi?”, domando sospetta e – anche se mi costa ammetterlo – preoccupata, “Non dovevi semplicemente benedire una casa?”.“Ehm… sono caduto da un albero”, liquida lui. Inarco le sopracciglia, allentando un poco la presa.“E che ci facevi su un albero?”.
Estate: “È la luna”, dico come uno stupido, forse pensando che la sua curiosità richieda spiegazioni. Ma lei continua ad allungarsi, con enorme sforzo, verso la sfera d’argento. “Guarda che non puoi mica prenderla”. Altra frase da stupido. È ovvio che non può prenderla! Mica devo spiegarglielo io.
Autunno: Gli umani sono così superficiali. Quella fu la prima volta che mi ritrovai a pensare in maniera così altezzosa riguardo la mia stirpe. Adesso lo faccio spesso.
Raccolta di quattro Shot prima classificata al concorso "Four Seasons" indetto da Roro e Emiko92.
Genere: Commedia, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Four Seasons

-Raccolta-


 

Inverno

 

SesshomaruRin

 

 

 

Bianco.

Non c’è null’altro che mi colpisce in codesto fenomeno se non questa misera qualità visiva. Il freddo non intacca la mia pelle, non certo così sensibile a simili sottigliezze, e non trovo affatto né grazia né candore in questa inutile e fastidiosa distesa ghiacciata.

Osservo la valle seduto, immobile come sempre, con quel fastidioso kappa ronzante attorno a me, senza curarmi dello scorrere del tempo.

Il tempo non può sfiorarmi. Un demone superiore come me non è interessato al passare dei secondi e degli attimi. Se voglio qualcosa posso andare a prenderlo quando voglio. Non sono certo così debole da cadere sotto ai morsi della fame, come quegli youkai di bassa lega.

“Signor Sesshomaru?”.

Non mi scompongo, non ho certo interesse a voltarmi. Quello stupido kappa che continua a seguirmi è già fin troppo fastidioso senza bisogno che io gli dia corda. Neppure comprendo il motivo per il quale permetto a una creatura così infima di calpestare il mio stesso suolo.

“Signor Sesshomaru andiamo via, la prego! Fa freddo qui, solo Rin si diverte con la neve!”.

Rin.

Sbatto le parpebre, e mi volto. Mi volto per guardare quella piccola umana. Sorride, mentre si bagna i capelli con i fiocchi che cadono dal cielo. Fragile.

Non capisco.

Perché sorride per quel bianco? Cosa la rende… felice? Una cosa così semplice e sciocca può davvero donarle felicità?

Si volta. Sorride anche a me, e mi corre incontro. Distratta, alza gli occhi verso il cielo e coglie un piccolo puntino ghiacciato.

Sorpresa.

Non capisco nuovamente. Non c’è nulla di speciale in tutto ciò. Eppure lei accelera il passo e mi raggiunge, pur senza sfiorarmi.

“Signor Sesshomaru, un fiocco di neve!”, esclama. Me lo porge come un qualcosa di prezioso. Io osservo lei, confuso seppur impassibile.

Quel cucciolo umano si comporta in maniera spiazzante. Eccolo che adesso osserva nuovamente le sue mani, e corruga la fronte.

“Si è sciolto!”. Rattristata.

Perché? Per la neve? Continuo a non capire, e ciò mi è inaccettabile. Non è concepibile che io non comprenda creature così semplici e sciocche, fragili e inclini a dar fiducia ad ogni emozione.

“Sciocca, è ovvio che si sciolga a contatto con la tua pelle!”. Di nuovo la voce fastidiosa di quel kappa.

Sorride.

“Va bene così, vero signor Sesshomaru?”.

Non so Rin, non capisco. Andrà bene così? A te va bene così? È così importante quel fiocco di neve? Cucciola umana, non ti capisco. Ti fisso ma non serve a nulla, i tuoi occhi mi confondono.

“Non fare domande impertinenti al signor Sesshomaru, Rin!”.

Che kappa odioso.

“Uffa Jaken, ti lamenti sempre! Ho fame!”.

Affamata. Mi alzo, e mi avvio verso un ruscello nell’interno del bosco. Lì l’acqua non è solita ghiacciarsi, il kappa troverà dei pesci per loro. La sento, sento i suoi passi rumorosi mentre mi segue. E ride. Felicità.

“Sei tu che ti lamenti sempre e… s-signor Sesshomaru, mi aspetti!”.

Jaken, non ti lamentare! Prendi Ah-Un!”, ride lei.

“Potresti aiutarmi visto che a te da retta!”. Rin ha ragione, il kappa si lamenta troppo.

“Ma io sono piccola e affamata!”. Scherza.

Piccola. Sì, un cucciolo. La guardo. È cresciuta. In altezza, nel volto, ogni giorno la vedo crescere nel suo mondo mortale.

Jaken, dopo giochiamo a palle di neve? Se aspettiamo troppo tempo si scioglierà!”.

Tempo.

“Sciogliersi? Con questo freddo?”.

Troppo tempo.

Osservo nuovamente la strada davanti a me. Per me, il grande principe dei demoni, essere immortale, il tempo non ha importanza. Eppure, senza rendermene conto, mi ritrovo ad accelerare il mio passo lungo il cammino.

Perché non voglio perdere il tempo rimasto.

 

  
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