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Autore: Ms Mary Santiago    24/02/2019    17 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – ISCRIZIONI CHIUSE]
[Storia ispirata dalla serie tv “Orange is the new black”]
Quando le porte di Azkaban si chiudono alle spalle dei detenuti raramente viene permesso loro di uscirne prima dello scadere della loro condanna definitiva; eppure il nuovo progetto riabilitativo propugnato con tanto ardore dal consulente del nuovo Ministro della magia inglese spinge a rompere queste convenzioni. Per un periodo di prova un piccolo gruppo di detenuti, attentamente sorvegliati da un manipolo scelto di Auror, abbandonerà la prigione per servire lo stato della Gran Bretagna.
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 5


Eltanin si addormentava solo dopo che uno dei suoi genitori si era seduto sul bordo del suo letto e le aveva raccontato una storia, una di quelle che parlavano di cavalieri e soprattutto di draghi dalle fauci spaventose che sputavano fuoco. Così dopo cena Rabastan ed Erzsébet si alternavano in quel compito e quella sera era toccato proprio alla donna mettere a letto la loro unica figlia.

- Io non voglio che il drago muoia – protestò d’un tratto la piccola, interrompendo la madre mentre questa era arrivata al punto in cui il valente cavaliere si apprestava a liberare la principessa dalla torre.

- Ma in questo modo il cavaliere potrà arrivare dalla sua principessa e vivere per sempre felici e contenti. –

- Ma perché il drago deve morire? Non può vivere insieme a loro? Potrebbe fare la guardia al castello così nessun mal intenzionato si avvicinerebbe. –

Rise, scompigliandole i capelli.

- Potresti scrivere una storia tu così il drago farebbe tutto ciò che vuoi. –

- Oppure potrei ricevere un drago come regalo per il mio compleanno – ribattè, sgranando gli occhi color indaco con fare speranzoso.

- Scordatelo. Se vuoi un cucciolo possiamo parlarne, ma non di certo un drago. –

Fece il broncio, ma l’idea di un cucciolo tutto suo la spinse ad annuire poco dopo.

- Voglio un cane allora, possiamo prenderne uno, mammina? –

- Va bene, sarà il tuo regalo di compleanno. –

Eltanin osservò la neve che cadeva abbondantemente fuori dalla finestra della sua cameretta e in men che non si dica saltò giù dal letto e corse per tutta casa annunciando che stava finalmente nevicando e che avrebbe potuto usare la slitta che gli avevano comprato.

Il cucciolo di american wolf dog che gli era stato regalato appena due mesi prima le saltellava attorno scodinzolando contento come se fosse stato contagiato dall’allegria della padroncina per quell’avvenimento inaspettato.

- Mamma, dove sono i guanti e il capello? Io e Ice vogliamo andare a provare la slitta. –

Glieli porse, osservandola indossarli e poi sistemare Ice per assicurargli addosso tutta la bardatura necessaria a trainare la slitta.

Quando ebbe finito uscirono sul vialetto e mise i piedi sull’appoggio di legno ridendo mentre muoveva le briglie per dare il comando di partire al cucciolo.

- Marsc’ Ice, marsc’! –

Erzsébet osservò lo sguardo divertito del marito, che aveva assistito alla scena dalla finestra della cucina mentre sorseggiava il suo the caldo, inarcando un sopracciglio al suo indirizzo.

- Perché ridi? –

- Nulla, è solo che non avrei mai pensato di vederla divertirsi così tanto con un passatempo Babbano. Se mio fratello e mia cognata fossero vivi avrebbero un infarto. –

- Non riesco a credere che siamo davvero riusciti a tornare a Hogsmeade. Credevo che non ci avrei rimesso piede mai più – commentò Sissy mentre varcavano l’ingresso del villaggio e si guardavano attorno.

La maggior parte dei detenuti aveva il sorriso dipinto sulle labbra e si guardava intorno come un gruppo di scolaretti alle prese con la prima gita della loro vita.

- È bello passare un po’ di tempo all’aria aperta -, convenne Foxglove socchiudendo gli occhi con un gemito di piacere quando il calore dei raggi solari le colpì il volto, - cominciavo a essere davvero stanca di vedere il cielo solo da dietro a delle sbarre. –

- Non siamo in gita -, ricordò loro la voce di Beatrix alle loro spalle, - perciò evitate di comportarvi come degli studenti fuori controllo. Potete girare per il villaggio per qualche ora, ma quando sarà l’ora di rientro dovrete farvi trovare qui sul sentiero principale. –

- Possiamo girare da soli? – chiese speranzoso Doc.

- No, ma avrete una sorveglianza leggermente più blanda -, replicò Frank degnandolo appena di un’occhiata mentre perlustrava l’area circostante per essere certo che non ci fossero sorprese dietro l’angolo, - ci divideremo in gruppi a seconda di dove volete andare. Io prendo quelli che vanno alla Testa di Porco. –

Jonathan alzò una mano: - Mi associo. –

- Bene, il resto di voi si senta pure libero di dividersi come preferisce. –

Ink osservò con un cipiglio divertito l’Auror davanti a lei che infilava una manciata di buste dopo l’altra nel carrellino.

- Hai intenzione di svaligiare tutta la scorta di Api Frizzole di Mielandia o ne lasci un po’ anche a me? –

Chrystal le passò una busta con l’espressione di chi le stava facendo una gigantesca concessione.

- Fattela bastare, le Api Frizzole sono una vera e propria droga per me. –

- Voi Auror non dovreste essere puliti da ogni dipendenza? – ironizzò spingendola a sorridere a sua volta.

- Vorrà dire che dovrai tenere un piccolo segreto per me. –

- E il pacchetto di Api che mi hai passato è la ricompensa per tenere la bocca chiusa? –

- Ovviamente. –

Ink ridacchiò: - Va bene, allora ci sto, il tuo segreto dolciario è al sicuro con me. –

- Credi che sia saggio permettere loro di girare qui dentro e di comprare ogni sorta di scherzi? –

Roberto si strinse nelle spalle davanti alla domanda della collega. In un certo senso Yuriko aveva ragione quando diceva che forse non era saggio lasciar rifornire un gruppo di detenuti di ogni sorta di diavoleria creata da Zonko, ma allo stesso tempo non se la sentiva proprio di rovinare il divertimento a quel gruppetto.

- Non saprei, in fondo sono scherzi innocui, cosa vuoi che possano combinare? –

- Meglio non chiederlo. –

Dall’altra parte dello scaffale Phoenix mise via un sacchetto di Caccabombe e si voltò verso Magpie con un sorrisetto malandrino dipinto sul volto.

- Ho intenzione di combinare uno degli scherzi migliori della mia vita, ci stai canguro tatuato? –

La ragazza si voltò verso di lui, un’espressione identica dipinta sul volto, per poi annuire all’istante.

- E me lo chiedi? Non mi tiro mai indietro quando si tratta di uno scherzo, specialmente se presuppone di colpire il maggior numero di persone possibile e se coinvolge anche i nostri angeli custodi. –

- Questo sì che è parlare ragazza! –

Si scambiarono un cinque solidale.

- Continuo a credere che per una bambina non sia normale tutta questa passione per i rettili – considerò Erzsébet mentre osservava la piccola sorridere compiaciuta mentre giocherellava con il serpente che le aveva donato il padre.

Rabastan l’abbracciò, scrutando a sua volta la figlia con un sorriso compiaciuto impresso sul volto.

- Sarà una Serpeverde perfetta, una vera Lestrange, porterà alto il nome della famiglia. –

- Voi inglesi siete proprio fissati con questa storia della famiglia. –

- Noi prima o poi finiamo nel dimenticatoio, ma il nome della famiglia resta per sempre … è importante. –

- Eltanin Lestrange! –

Quando il suo nome venne pronunciato dalla preside il gelo calò all’interno della Sala Grande. Tuttavia lei era preparata; sapeva cos’era accaduto durante la seconda guerra magica, suo padre non le aveva nascosto nulla, ed era consapevole del fatto che tra quelle mura ci fossero persone che disprezzavano il suo cognome e la sua famiglia. Eppure a lei non importava, non quando era letteralmente terrorizzata dall’idea di affrontare lo Smistamento e finire con l’essere assegnata a una Casa diversa da quella per cui si era preparata nel corso dei suoi undici anni di vita.

Avanzò a testa alta, così come le aveva insegnato a fare suo padre, e sedette composta mentre attendeva che il Cappello giungesse alla sua decisione.

“Vedo coraggio da vendere, mia cara, e anche la voglia di mettersi alla prova. Sei intelligente, una mente molto dotata oserei dire, ma al contempo imprevedibile … sei un caso davvero singolare, una scelta difficile da compiere … dove ti colloco?”

“Serpeverde … per favore, Serpeverde … anche Corvonero andrebbe bene, ma non Grifondoro o Tassorosso.”

Sapeva che a suo padre sarebbe venuto un colpo se la sua adorata figlioletta fosse finita in una delle due Case, a dimostrazione che poteva essere differente da come l’aveva sempre immaginata.

“Ne sei assolutamente sicura?”

“Sì, per favore.”

“Molto bene … allora SERPEVERDE!”

Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, attirata dal vociare poco distante che tradiva la presenza di un gruppetto di suoi compagni di Casa che da un po’ avevano preso a gravitarle attorno. Sembrava che fossero desiderosi di vederla eguagliare la reputazione dei suoi parenti, di vederla prendersela con qualcuno solo per il semplice fatto che fosse un Nato Babbano o un Mezzosangue, ma la verità era che a lei non importava. Da quando aveva messo piede a Hogwarts i suoi obiettivi erano stati nell’ordine: prendere ottimi voti ai G.U.F.O e successivamente prepararsi al meglio per i M.A.G.O, entrare nella squadra di Quidditch come Cacciatrice per poi divenirne il Capitano, assumere il ruolo di Prefetto prima e di Caposcuola poi … in altre parole eccellere. E non davano certo premi a coloro che passavano il proprio tempo a fare i bulli in giro.

In quella particolare circostanza un drappello di ragazze stavano attorniando Deimos Mulciber e Antonin Rowle mentre raccontavano di come ne avevano cantate quattro a dei Grifondoro.

- La piantate di starnazzare come oche impazzite? –

Tacquero all’istante, spostandosi un po’ più in là prima di riprendere a parlare con un tono molto più basso, mentre Deimos le si avvicinò e si lasciò ricadere sul divano accanto a lei prima di passarle un braccio attorno alle spalle e trarla a sé.

- Non essere gelosa, Elly. Lo sai che io ho occhi solo per te. –

- Punto primo io sono Eltanin, non Elly, Elty, Tanny né nessun altro stupido soprannome che possa venirti in mente -, replicò gelidamente districandosi dalla sua presa e mettendo una maggior distanza tra loro, - e in secondo luogo non sono minimamente interessata. –

Le iridi verdi del ragazzo si rabbuiarono leggermente.

- Prima o poi ti stancherai di fare la difficile e accetterai il mio invito a uscire? –

- Fossi in te non tratterrei il fiato nell’attesa – lo rimbeccò, tornando a leggere e ignorandolo palesemente finchè non lo sentì sbuffare e alzarsi per tornare dai suoi amici.

Deimos Mulciber era esattamente il tipo di ragazzo con cui non sarebbe uscita nemmeno se ne fosse andato della sua vita.

Mentre varcavano l’ingresso della Testa di Porco ogni singolo sguardo degli avventori presenti seguì il loro incedere con un misto di curiosità mista a ingordigia nelle iridi.

- Mi piacerebbe pensare che stiano guardando me -, decretò Ash stemperando il silenzio che era sceso tra loro dopo aver occupato il primo tavolo libero nell’angolo, - ma credo che tutte queste occhiate siano per la rossa focosa in nostra compagnia. –

- Oh, non saprei -, obiettò Jonny ironicamente, - anche noi tre abbiamo un discreto fascino quindi potremmo anche aver rimorchiato uno o due avventori spaventosi e con la scritta “criminale” incisa in faccia. –

Per tutta risposta Flame si lasciò cadere su una sedia dallo schienale alto e rigido e continuò a ignorare ostentatamente gli sguardi.

Era abituata a essere guardata, ormai non vi dava quasi più peso, e sapeva che non dar loro la soddisfazione di attirare la sua attenzione era uno smacco sufficiente a ridimensionare quella loro indole da macho pieni di testosterone.

- Sembra che un membro del tuo fan club stia venendo qui – le annunciò Ash prima di prendere un sorso dal suo boccale.

Quello sì che ebbe il potere di sorprenderla, tanto più che l’avventore in questione le era tremendamente familiare.

Deimos Mulciber.

- Eltanin? Sei davvero tu? –

In quel momento doveva averlo riconosciuto anche Frank, considerò a giudicare da come l’Auror si era irrigidito, perciò qualsiasi speranza di essersi sbagliata a riguardo morì rapidamente.

- In carne e ossa. –

- Con quei capelli rossi non ti avevo quasi riconosciuta. –

- Pensa un po’ che fortuna. –

Davanti all’ironia della ragazza Deimos non potè fare a meno di ridacchiare.

- Sempre la solita Eltanin … gli anni ad Azkaban non ti hanno cambiata. –

Avevano troppi occhi addosso in quel momento, come se tutti gli avventori stessero cercando di decifrare la loro conversazione, così per la prima volta da innumerevole tempo si sentì nuovamente a disagio.

Incrociò appena lo sguardo di Frank, che parve capire al volo perché s’intromise nella conversazione.

- Non è una rimpatriata, Mulciber, perciò fai dietrofront e levati di mezzo prima che sia io ad assicurarmi che tu lo faccia – concluse con un sorriso tutto denti che più che altro sembrava uno snudare di zanne.

- Non c’è bisogno di essere così ostile -, alzò le mani in segno di resa come se avesse appena realizzato che provocare degli Auror dopo il suo proscioglimento da tutte le accuse per insufficienza di prove fosse una pessima idea, - basta chiedere le cose gentilmente e si ottengono subito. Ci si vede in giro, Eltanin … signori, buon proseguimento. –

Rimasti soli, Frank le rivolse un’occhiata penetrante.

- Strano che sia da queste parti, non trovi? –

- Già -, mormorò lentamente realizzando dove voleva andare a parare, - ma ti risparmio la fatica di dovermi fare la domanda: io non c’entro nulla, la Testa di Porco è sempre stato un ritrovo riservato per certi affari.

- Sei paranoica, non volevo accusarti di nulla. –

- E tu sei uno stronzo, ma non voglio accusarti di nulla nemmeno io. –

Ash rivolse un’occhiata a Jonathan, che per tutta risposta decretò: - E tutto questo è tremendamente imbarazzante. –

Non riusciva a credere nemmeno lei di essere riuscita a finire l’Accademia per Auror. Sua madre aveva preso la notizia in modo abbastanza tiepido a onor del vero, ma dopotutto suo padre era stato arrestato durante il suo sesto anno ed era ovvio che lei non avesse ancora superato il trauma della separazione forzata dal marito, però l’aveva supportata senza farle pesare le sue decisioni. Tutt’altro discorso andava fatto per coloro che lavoravano all’interno dell’ufficio Auror e per i suoi compagni di corso all’Accademia. Lì Eltanin non aveva amici, né se doveva essere completamente sincera con se stessa si era impegnata particolarmente per farsene. Era lavoro, un modo come un altro per tirare avanti e al contempo dimostrare di poter essere diversa da qualunque altro Lestrange.

- Tutta sola? Strano, ai tempi della scuola era quasi impossibile non vederti con un drappello alle spalle. –

Si voltò incontrando le iridi scure di Frank Jones che la studiavano.

- Già, sembra che la mia popolarità sia drasticamente calata negli ultimi anni. E io che credevo che quelli con i pregiudizi fossimo noi. –

- Non puoi biasimarli se sono un po’ sospettosi. La tua famiglia ha prodotto un bel po’ di assassini fissati con la supremazia del sangue puro. –

- Notizia flash, io sono Eltanin … non rappresento la mia famiglia, ma solo me stessa. Rendo conto delle mie azioni, non di quelle degli altri. –

Abbozzò un sorriso ironico prima di incrociare le braccia al petto muscoloso e domandarle: - Allora come mai alla fine hai deciso per una carriera da Auror? Il mondo non si divide in Auror e Mangiamorte, potevi dimostrare di essere diversa in mille altri modi. –

Meditò sulla risposta da dargli. Era una buona domanda, una che nessuno le aveva mai posto prima di quel momento, ma alla fine trovò la risposta dentro sé.

- Il Cappello Parlante ha pensato di mandarmi tra i Grifondoro durante lo Smistamento o magari tra i Corvonero, sosteneva che fossi diversa, ma non gli ho creduto finchè non sono cresciuta. Ho sempre voluto dimostrare di poter andare avanti contando solo sulle mie forze e compiendo le mie scelte senza nascondermi dietro a un cognome. E un giorno ho semplicemente scoperto di essere molto più di quello che mi avevano sempre detto che fossi. Ho scoperto di essere forte, coraggiosa, e di avere un fuoco dentro che nemmeno io riesco a tenere sotto controllo. –

Frank rimase in silenzio ad osservarla.

Il fuoco che ardeva nei suoi occhi raccontava una storia talmente intensa che le parole non avrebbero certo potuto descriverla. Poco importava se Eltanin non l’avesse mai narrata, a lui bastava vedere quell’incendio in lei per sapere che avrebbe lavorato al suo fianco senza alcun problema.

- A me sta bene. –

- Cosa? –

- Prendermi sul groppone la Lestrange con cui nessuno vuole lavorare … a me sta bene. –

- Stai davvero dicendo che vuoi lavorare con me? Che ti fidi? –

Le tese la mano con fare solenne.

- Certo. Andiamo, partner, il nostro turno comincia tra poco. –

Eltanin osservò le manette che la tenevano incatenata alla poltrona davanti all’intera corte in attesa di pronunciare il suo giudizio. Doveva essere uno spettacolo gratificante agli occhi di coloro che avevano sempre saputo che lei era tale e quale a qualsiasi altro membro della sua famiglia. I Lestrange avevano qualcosa che non andava nel cervello, erano carichi di malvagità … le sembrava di sentire nuovamente le chiacchiere del suo primo giorno a Hogwarts quando tutti sembravano essere pronti a vederla dare fuori di matto e iniziare a maledire gente a caso.

Lasciò vagare lo sguardo verso gli Auror che erano presenti, i suoi colleghi, che se ne stavano in un angolo ed erano in religioso silenzio in attesa della condanna. Cercò lo sguardo di Frank e dopo qualche istante lo vide ricambiarla; c’era una durezza incredibile in quegli occhi scuri che aveva visto illuminarsi innumerevoli volte mentre scherzavano e ridevano durante un appostamento particolarmente lungo o quando a fine turno si fermavano a bere qualcosa e la cosa le fece male in un modo che la colse di sorpresa. Non aveva mai dato peso all’affetto che provava per lui, ma quando si erano ritrovati faccia a faccia durante l’interrogatorio e gli aveva giurato che lei era innocente e che era stata incastrata solo per via del suo nome, aveva capito che lui non le credeva … non quando tutto sembrava puntare nella sua direzione. L’unica persona che l’aveva accolta al Dipartimento, che si era fidato nel collaborare con lei e che l’aveva trattata semplicemente come Eltanin le aveva voltato le spalle.

La malinconia venne scacciata e al suo posto sentì montare una rabbia cieca.

Lei si era aperta con lui, gli aveva confidato cose che non aveva rivelato a nessun altro, e Frank l’aveva ripagata non credendole.

Odiava Frank Jones … e odiava ancora di più se stessa per avergli permesso di ferirla.

*Non sappiamo che fine abbia fatto Rabastan dopo la seconda guerra magica, se sia stato ucciso o imprigionato oppure sia riuscito a sfuggire agli Auror approfittando del caos che albergava a Hogwarts. Perciò in questo particolare contesto ci troviamo a seguire l’head canon dell’autrice di Eltanin, che ha immaginato che Rabastan sia riuscito a sfuggire all’arresto e che si sia trasferito all’estero per poi essere rintracciato e arrestato a distanza di anni dalla fine della guerra. Per quanto riguarda invece il riferimento alla costellazione del Dragone esso è dovuto al fatto che Rabastan non sia altro che l’anagramma di Rastaban, la terza stella più luminosa della suddetta costellazione.

*


- Tobias, sai chi ha preso i biscotti con le gocce di cioccolato che avevo preparato? –

La verità era che sapeva perfettamente che era stata Amanda, sua sorella gemella, ma non voleva tradirla per prima cosa perché gli era sempre stato detto che fare la spia non era una bella cosa e poi perché Amanda gli metteva sempre il broncio quando le faceva passare dei guai ed era una cosa che lui non sopportava.

- No, mammina, non ne ho idea. –

Peccato solo che non avesse considerato il fatto di essere notoriamente un pessimo bugiardo. Quando mentiva non riusciva mai a sostenere lo sguardo della persona che aveva di fronte e finiva con l’agitarsi come un ossesso rendendo evidente la sua mancanza di sincerità.

E in quella particolare circostanza guardava fisso i suoi piedi, si tormentava le mani ed era quasi del tutto sicuro di aver scritto “bugiardo” in faccia.

- Lo sai che le bugie non si dicono, vero Toby? –

- Lo so, ma non sapevo cos’altro fare. –

- Non dirò ad Amanda che sei stato tu a tradirla, non preoccuparti, so quanto voi due siate legati. –

Abbozzò un sorriso sollevato prima di annuire.

- Va bene, mammina, non voglio che lei si arrabbi con me. –

- Non lo farà, tesoro, te lo giuro. –

Osservò Parker mentre s’inerpicava sulla scaletta che conduceva all’interno dell’Espresso con un pizzico di nostalgia mista a invidia. Anche lui non vedeva l’ora di essere abbastanza grande per cominciare Hogwarts ed era curioso più che mai di scoprire in quale Casa sarebbe stato assegnato.

- Senti già la mancanza di tuo fratello, campione? –

Alzò lo sguardo verso suo padre e si strinse nelle spalle.

- Un po’, ma in realtà vorrei solo partire anche io. –

William gli scompigliò affettuosamente i capelli.

- Mancano solo due anni, Tobias, e presto anche tu sarai a scuola insieme a tutti gli altri Grifondoro. –

- Credi davvero che potrei essere Smistato lì? – chiese speranzoso.

- Ne sono sicuro. –

- Hai sentito Amanda? Io e te finiremo a Grifondoro proprio come la mamma, il papà e Parker. –

La gemella lo fissò in silenzio senza dire una parola, lasciandolo perplesso. Non riusciva proprio a capire cosa avesse detto di male.

- SERPEVERDE! –

Tobias, appena unitosi al resto dei Grifondoro, sgranò gli occhi quando sentì il Cappello Parlante annunciare la collocazione di Amanda. Incrociò lo sguardo di Parker, altrettanto sconcertato, e poi cercò quello della gemella.

La vide avanzare verso la tavolata della sua Casa con un sorriso compiaciuto dipinto sulle labbra e prendere posto accanto a un gruppetto di ragazze che era stato smistato poco prima.

- Capita anche nelle migliori famiglie di ritrovarsi un Serpeverde in casa – commentò una voce maschile che lo spinse a voltarsi verso la sua destra individuando tre ragazzini del primo anno che gli sorridevano comprensivi.

- Tobias, giusto? Io sono Daniel mentre questi due sono Edward e James. –

Strinse loro le mani, lasciandosi presto coinvolgere dall’argomento che avevano intavolato, certo che dopotutto le cose tra lui e Amanda non sarebbero cambiate solo per una questione di Casa opposta.

Harvey camminava al fianco di Beatrix mentre avanzavano verso i Tre Manici di Scopa, leggermente distaccati da Isabelle che chiacchierava animatamente con Sissy commentando chissà cosa.

- Non è strano che quelle due vadano tanto d’accordo? –

Beatrix fece spallucce.

- In realtà credo che abbiano in comune molto più di quanto sembra, a cominciare dalla non sopportazione del fratello. –

Harvey sorrise amaramente ripensando ai racconti di Nicholas sulla sua sorellina. Quei due erano i poli opposti eppure non riusciva a credere che avessero finito davvero con l’arrivare a non rivolgersi nemmeno la parola.

- Conoscevate suo fratello ai tempi della scuola? –

La voce delicata di Foxglove l’interruppe.

Era condita da una genuina curiosità. Del resto lei aveva imparato a conoscerlo all’interno della vita carceraria, ma Azkaban aveva il potere di cambiare radicalmente le persone.

- Sì, era nella mia stessa Casa anche se due anni più avanti. –

- Ed è sempre stato così … -

- Fastidiosamente casinaro? – le venne in aiuto Beatrix roteando gli occhi.

- Già. –

- A quanto ho potuto constatare io sì, ma è Harvey l’esperto … -

- Diciamo che Nick è sempre stato un tipo da prendere in modo rilassato –, chiarì il Grifondoro, - e se preso a piccole dosi è anche piuttosto piacevole. È un amicone. –

Foxglove annuì, ma non sembrava particolarmente convinta di quello che aveva sentito fino a quel momento, per poi cambiare argomento con un sorriso malizioso.

- E voi due invece state insieme dai tempi della scuola o è una cosa più recente? –

Vide entrambi gli Auror arrossire come peperoni e bofonchiare mezze frasi incomprensibili al genere umano.

- Oh -, finse di aver fatto una gaffe involontaria, - non avevo capito che eravate single. Beh, secondo me sareste una coppia veramente ben assortita … insomma tu sembri essere l’unico a non essere terrorizzato quando lei si arrabbia – concluse facendogli l’occhiolino. Dopodiché li lasciò lì a meditare sulle sue parole e allungò il passo per raggiungere le due ragazze che, ancora ignare di tutto, continuavano a conversare.

Vide Charity separarsi dalle sue amiche e avanzare verso di lui con un’espressione strana impressa sul volto.

- Ragazzi -, si voltò verso i tre amici, - ci vediamo più tardi in Sala Comune. –

Poi si avvicinò alla fidanzata, passandole un braccio attorno alle spalle e dirottandola verso una parte del corridoio più tranquilla e riservata.

- Cosa succede, Char? Hai una faccia piuttosto preoccupata. –

- Devo dirti una cosa -, mormorò titubante, - e non ho la minima idea di come potresti reagire. –

- È qualcosa di così grave? –

Nella sua mente passarono centinaia di ipotesi, una più spaventosa e struggente dell’altra, ma s’impose di mantenere la calma finchè Charity non si fosse confidata.

- Per dei ragazzi al quinto anno? Decisamente. Io … io ho un ritardo di tre settimane, Toby. –

Il suo cervello impiegò qualche istante a registrare il significato della frase.

- Sei … intendi dire che sei incinta? –

Charity annuì, mordendosi furiosamente il labbro inferiore, e di riflesso la mano del ragazzo corse ad accarezzarle dolcemente la pancia.

- Faremo quello che vuoi. Se decidi di tenerlo lo terremo e se invece non vuoi … mi dispiacerebbe moltissimo, ma asseconderò la tua scelta. –

- Abbiamo quindici anni, Toby. –

- Troveremo una soluzione, so che la mia famiglia ci aiuterà di sicuro. –

- E tu sei sicuro di volerlo? –

La fissò dritta negli occhi con tutta la serietà e la risolutezza di cui fu capace.

- Ti amo e amo già lui … o lei. Ce la faremo, te lo prometto. –

Tenne stretto il piccolo tra le sue braccia, cullandolo mentre le lacrime gli solcavano il volto. Il piccolo Logan era nato ed era in perfetta salute, ma Charity non ce l’aveva fatta. Qualcosa era andata storta durante il parto e lei aveva perso troppo sangue, era deceduta pochi minuti dopo aver dato alla luce il loro bambino. Quel bellissimo bambino dal volto roseo e i grandi occhioni celesti che lo guardava agitando le manine verso di lui.

- Papà ti ama, piccolo mio, il tuo papà ti ama moltissimo e so che anche la tua mamma da lassù ti ama nello stesso modo. –

Mentre entrava nello studio della McGranitt, deciso a parlare con lei per quanto riguardava uno stage di Trasfigurazione estivo che gli aveva proposto la settimana prima, si rese conto che la donna non era al suo interno ma in compenso c’era un gruppetto di Serpeverde intente a sgraffignare chissà cosa … e tra loro c’era Amanda.

La prese per un braccio, trascinandola fuori di lì come una furia, mentre il resto delle sue amiche scappava via nel terrore di essere denunciate alla preside.

- Si può sapere cosa diavolo ti dice il cervello? –

Sua sorella resse il suo sguardo, le mani sui fianchi e un’espressione di sfida negli occhi chiari.

- Stavamo solo facendo una ragazzata, non avremmo preso nulla di valore, ti preoccupi troppo Tobias. –

- E tu non ti preoccupi mai abbastanza delle conseguenze delle tue azioni. –

- Disse il sedicenne con un figlio a carico. –

Trasalì al sentire quella replica acida e mollò di scatto la presa sul polso della sorella, che al contempo pareva essersi resa conto di quello che aveva appena detto.

- Toby … non intendevo dirlo in quel senso. –

- Lo so. –

Amanda si alzò leggermente in punta di piedi, abbracciandolo stretto e scoccandogli un bacio sulla guancia.

- Prometto che non mi caccerò più nei guai. –

Non era brava a mantenere le sue promesse, Tobias lo sapeva bene, ma volle comunque crederle.

- È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho visto Sebastian – considerò Tobias mentre lui ed Ellis uscivano dal negozio di accessori per il Quidditch.

- Già -, lasciò correre lo sguardo sul manipolo di detenuti prima di incrociare quello di Nacht, - tu hai visto per caso Wolf? –

Il biondo scosse il capo, la fronte aggrottata in modo visibilmente perplesso, mentre Frost diede di gomito a Emer e le indicò una coppia che era stata fermata a pochi passi dalla stazione ferroviaria del villaggio.

- Non ti sembra che siano loro due quelli? –

Emer assottigliò lo sguardo, mettendoli meglio a fuoco, e poi annuì.

- Frost ha ragione, devono essere stati fermati mentre tentavano di salire sul treno. –

Quell’affermazione poteva significare solo una cosa: Sebastian aveva provato ad aggirare il protocollo di sicurezza per aiutare Wolf a evadere.

Ellis imprecò sonoramente prima di lanciarsi in avanti seguita dai suoi colleghi.

C’erano due arresti da effettuare e la gita era drasticamente terminata anzitempo.

- Sei sicuro di volere essere tu a farlo? –

Tobias annuì, prendendo in custodia Amanda e scortandola dritta verso l’aula in cui si sarebbe tenuto il suo processo.

Era stato lui ad arrestarla ed era giusto che portasse avanti la cosa fino in fondo. Sua sorella camminava a testa alta, ignorandolo palesemente, almeno finchè non si ritrovò davanti alla porta. Fu allora che si voltò verso di lui e gli rivolse un sorrisetto ironico.

- Avresti mai detto che sarebbe finito così, Toby? –

- No, non avrei mai immaginato un epilogo del genere per noi due. –

- Io invece ne ero certa. –

Davanti alla sua espressione perplessa chiarì: - Non te lo ricordi? Sei sempre stato tu il gemello buono. –

Spazio autrice:

Salve bella gente!

Purtroppo siamo arrivati a un momento sempre molto triste per me visto che ogni volta che comincio un’interattiva prego che non accada ma puntualmente è un evento che drasticamente si ripresenta; sto parlando dell’eliminazione di due personaggi dal momento che i loro creatori sono scomparsi nel nulla già da un po’. Nello specifico si tratta di due maschietti: Wolf e Sebastian. Fortunatamente non scombina nulla a livello di rapporto numerico detenuti/auror, ma ovviamente comporta una riassegnazione dei ruoli di custodia. In altre parole Ink da adesso in poi sarà assegnata alla vigilanza di Beatrix.

Per quanto riguarda il prestavolto di Nacht visto che in molti non sono riusciti a vederlo ho provveduto a provare a inserirlo nuovamente qui sotto e, nel caso foste curiosi, troverete anche la prestavolto di Amanda e quello di Mulciber.

Inoltre vi anticipo fin da subito che siccome Flame e Ash avevano lo stesso numero di preferenze nel prossimo capitolo sarà presente il flashback dedicato al nostro ragazzuolo pertanto vi chiederei di esprimere un voto di preferenza solo per quanto riguarda gli Auror tra i seguenti:

Harvey

Frank

Ellis

Infine vorrei ringraziare immensamente Strige_LiW che ha messo a disposizione la sua bacheca pinterest semplificando di molto il mio lavoro di raccolta immagini e l’elaborazione degli aesthetics da parte della ragazza che se ne occupa, e al contempo vorrei farvi presente che ho creato una nuova interattiva e che nel caso foste interessati la trovate al seguente link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3824263&i=1

Per ora è tutto, vi auguro un buon fine settimana.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

Nacht


Amanda Brooks


Deimos Mulciber


   
 
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