2.
La cena col
porno attore.
La cena fu
servita dall'amorevole e cinguettante
signora Bunny. Dei ravioli fumanti e grigliati e alcune prelibatezze
furono
sistemate al centro del tavolo alla portata di tutti i commensali.
Trunks ne
acchiappò uno al volo e lo portò in bocca con
gusto. "Che buono!"
"Li ha
fatti tua madre stamattina, non aveva
molto da lavorare e mi ha dato una mano. È persino
più brava di me in
cucina" commentò soddisfatta mentre serviva il silenzioso
genero che le
era di fianco. Neppure Vegeta avrebbe mai potuto lamentarsi della
cucina
terrestre, abituato com’era stato a sopravvivere con quel che
offriva la mensa
di Freezer o che si trovava su un pianeta appena sottomesso, la vita
sulla
Terra offriva qualcosa, tra i tanti piaceri annoverabili, come la
qualità di
una cucina a cui ormai gli sarebbe stato difficile rinunciare.
"Mamma non
cena?"
"No, tua
madre ha una cena di lavoro"
disse la nonna mentre serviva il nonno baffuto.
Vegeta era
al corrente che Bulma quella sera
sarebbe stata fuori, non si era interessato a sapere con chi
perchè
generalmente non era incuriosito da quel tipo di faccende. Tuttavia la
sua
curiosità subì un'impennata vertiginosa quando la
vide passare vestita
con un certo lustro: vestitino elegante, tacchi, acconciatura
sistemata. O
era lui che non si abituava ad avere una donna così o era
lei che nonostante i
trent’anni passati riusciva sempre ad essere irresistibile:
Vegeta non lo aveva
ancora capito, ma l’effetto che faceva sugli uomini quando si
presentava così
era più o meno sempre lo stesso. Se la si guardava per
più di mezzo secondo
veniva la paresi facciale istantanea. Bulma passò di
lì mentre era occupata al
telefono, perciò si limitò a salutarli con un
muto cenno che risuonò al
tintinnio delle chiavi della macchina e poi sparì nel
corridoio per rincasare
piuttosto tardi, quando ormai tutti erano a letto. Varcò la
soglia di casa dopo
aver apposto l’impronta digitale su uno schermo e
salì le scale parlando a
telefono col responsabile del marketing aziendale. Vegeta che era nel
buio del
salotto a godersi la città costellata di luci e scritte
luminose, udì la sua
voce avvicinarsi progressivamente: "La cena è andata bene,
abbiamo trovato
un buon accordo, sicuramente ci farà una bella
pubblicità, comunque lui è un
bel tipo eh..." Lei varcò la soglia e si diresse al frigo
per prelevare
dell'acqua fresca. Non si accorse di Vegeta e continuò a
conversare. "Sì è
stato cortese, ma c’era da aspettarselo. Lo sai che mi ha
detto? Anche se non
hai più vent’anni potresti lavorare in questo
settore e avere ancora tanto
successo! Gli ho risposto che non ne dubitavo" e ascoltò la
risposta dell’altro per poi esplodere in una grassa e
rumorosa risata.
"Comunque siamo andati in un posto riservato perché lui non
voleva dare
nell’occhio... In effetti sarei stata in imbarazzo se mi avessero visto con lui, anche se fortunatamente solo chi è del mio ambiente mi conosce..." Finì la telefonata con toni assonnati e si
ritirò senza aver notato alcuna presenza. Salì
le scale scalza, entrò in camera e prese a spogliarsi.
Quando finì di infilarsi
lo short del pigiama trovò il saiyan perfettamente sveglio e
appoggiato alla
porta.
"Santo
cielo... Imparerai a bussare prima o
poi? Entri sempre come una pantera..."
Il silenzio
di lui in risposta non le insinuò alcun
dubbio circa la curiosità del marito.
"Come mai
ancora sveglio?"
"Ho caldo".
"Vero,
quando è così umido tu non riesci a
dormire bene" commentò lei infilandosi la maglia sopra la
canotta. “Acceso
il deumidificatore?”
Lui era
troppo orgoglioso per chiederle come mai
fosse tornata tardi e di cosa si fosse occupata. La conversazione udita
aveva
aumentato il proprio interesse, i toni erano stati ambigui e Vegeta non
era
riuscito a capire a cosa si riferisse con alcune equivoche
osservazioni. Perciò
fece il vago girando attorno al sodo.
"Hai chiuso
l'affare?"
"Sì,
e alla grande anche".
"Di cosa si
trattava?"
"Un cliente
molto famoso del cinema che sarà
uno tra i tanti testimonial per le prossime tre fiere del settore
lusso. Il mio
manager dice che più sono famosi, più influenzano
l'opinione pubblica. Non
posso dargli torto..." Fece lei buttandosi sul letto. "Dormi con
me?"
"Vado da me
che sto più fresco" e
dicendolo si ritirò nel più completo silenzio.
Lei
crollò in meno di una decina di secondi, lui
invece fece fatica ad addormentarsi ed il sonno non fu appagante. Gli
dava
fastidio sentirsi tanto condizionabile da una donna, come una faccenda
così ambigua
che la riguardasse potesse a tal punto influenzargli l’umore,
impedendogli di
dormire tranquillamente. Di lei si fidava, la fedeltà tra
loro due era un
anello circolare che li faceva gravitare l’uno attorno
all’altra, ma degli
uomini che le ruotavano attorno non di certo: sospettoso Vegeta lo era
di
natura, possessivo lo si era scoperto quando aveva preso forma il suo
affetto, e
se avesse mai scoperto che era proprio Bulma, la donna che lo aveva
salvato da
una vita di perdizione, a tradire la sua fiducia, quel durissimo colpo
sarebbe
arrivato a fondo veramente. Mentre i dubbi latenti minavano il suo
difficile ristoro
in quella camera dove solo il deumidificatore acceso interrompeva di
tanto in
tanto il silenzio, il saiyan rifletteva che forse a qualche terrestre avrebbe fatto saltare la testa. Riflettendo
su quanto stava diventando umano e ridicolo in quel mondo, chiuse gli
occhi e si
addormentò con una ruga di contrarietà sul volto.
Il risveglio può celare insidie anche quando si è
al sicuro nella propria stanza. L'ultima cosa che Bulma avrebbe potuto
sospettare era un risveglio brusco dopo una serata conclusasi con
successo. Ma
avrebbe dovuto capirlo che qualcosa di strano stava accadendo
dacchè sua madre,
che generalmente non bussava mai alla sua porta quando lei stava
dormendo, andò
e venì più volte per svegliarla e alle dieci
passate insistette a bussare alla
porta finchè non riuscì a svegliarla.
"Avanti"
farfugliò Bulma con la bocca impastata
dal sonno.
"Tesoro..."
"Dimmi
mamma, che c'è?" Le chiese
stiracchiandosi. “Perché non mi fai
dormire?”
"Ti
vogliono al telefono..."
"Chi
è?" Fece lei perplessa.
"Il tuo
collega, Kim, dice che è
urgente".
"Oh santo
Dio... Che palle" Mormorò con
voce bassa. "Sì passamelo" allungò la mano e
prese la cornetta.
"Che succede Kim?"
La voce
concitata dell'altro la costrinse ad
ascoltare in silenzio. Probabilmente Bulma ci mise un po’ a
mettere insieme
tutti i pezzi mentre il cervello si attivava innescando turbinose
sinapsi, ma
quando questo iniziò a inviare messaggi di allarme la
schiena le scattò in
avanti come non fosse più lei a controllarla. "Che cosa?! Ma
stiamo
scherzando?"
La telefonata finì dopo una mezz'ora. Su una delle
testate giornalistiche di varietà più famose si
era guadagnata la prima pagina.
"Da scienziata ad attrice hard. Nessuna resiste al fascino di
Job. La
Capsule Corporation investe
in prima persona nel porno".
Il telefono
che iniziò a squillare costantemente divenne
ben presto un sottofondo come un altro: Bulma chiese alla receptionist
di
filtrare tutte le telefonate in arrivo da avvoltoi giornalisti e da
curiosi
colleghi che avevano letto la testata in edicola, respingendo anche chi
le
chiedeva l’esclusiva per un intervista di chiarimento.
In tarda
mattinata Bulma ricevette il manager responsabile
del marketing nello studio più appartato della casa. La
stanza era invasa di
riviste porno con inviti che le stavano arrivando da brand pornografici
per
farle una proposta. Aprì la rivista di pettegolezzi dove
c'era l'articolo incriminato
che era stato dedicato a lei e Job, l’attore più
famoso dell’industria
pornografica, e tra alcuni trafiletti pieni di falsità erano
state allegate
delle foto scattate
da qualche giornalista appostato fuori il ristorante. Il problema era
l’ambiguità degli scatti:
nella prima l'uomo le prendeva la mano con chiaro atteggiamento di
affetto, nell'altra
lei rideva e nell’ultima lui le apriva la portiera della
macchina. Bulma andò
su tutte le furie. "Pezzo di merda! Lo querelo se non fa ritirare
questi
articoli e queste foto dal giornale!”
“E
non è neppure l’unico giornale, anche Pussicats
ti ha citata, e Playguys”.
“Che
stronzo… Questa è anche colpa tua!”
Urlò la
scienziata. “Hai insistito con tutti gli altri per farlo
entrare nel giro dei
clienti facoltosi, mi avessi proposto un politico, pure pure, un attore
di film
porno lo definite pure facoltoso?!”
“Bulma
è solo marketing! Non volevamo mica che ci facesse
pubblicità mentre gira un film hard tappezzando la
scenografia con i loghi
della Capsule Corporation!”
“Ci
mancherebbe!”
“Ci
sembrava solo un ottimo testimonial per farci lanciare
in alto nel mondo delle auto di lusso. I competitors hanno
già tutti dei
testimonials di varie categorie. Non vedo il problema. Il nostro
competitor
maggiore ha come sponsor quella porno attrice ultra pagata”.
“Che
non me ne frega un tubo te l’avevo già
detto?!”
“Non
arrabbiarti” replicò l’altro cercando di
calmarla
spiegandole il perché di quella scelta commerciale.
“Doveva
sponsorizzare solo il nostro brand extralusso. Questo tizio ci compra
tutte le
macchine più care che lanciamo sul mercato,
è uno di quelli che investe, acquista i nostri titoli in borsa,
adesso pare abbia
comprato in contanti l’attico del grattacielo dove
c’è l’insegna della Morini
Rhum, proprio di fronte al nostro edificio. Da quello che ho sentito si
è fatto
fare i pomelli delle stanze in oro, i pavimenti in marmo
rosa… Non sarà una
cima di cultura, ma questo è uno che i soldi li sgancia, che
è disposto a
investire e a finanziare… Noi abbiamo ragionato in base al
suo portafoglio, non
in base al suo lavoro.”
“E
avete fatto male” replicò Bulma sbuffando
sonoramente.
“Comunque troveremo un altro testimonial, e stavolta me lo
scelgo io. Non ho
bisogno dei suoi soldi, fortunatamente all’azienda non ne
mancano. Mannaggia a
me e a quando mi sono fidata di voi”.
“Nessuno
voleva fregarti. Come potevamo sapere che questo
era uno stronzo?”
“Intanto
però sulle riviste ci sono io!”
Puntualizzò
infuriata. “Ho una famiglia, un figlio, ma porca
miseria… Dovevamo capirlo
quando ha insistito così tanto per parlare con me di
persona”.
“Bulma,
io ho pensato che ci teneva perché sei una bella
donna, ma era pur sempre una cena di lavoro. Da qui a
provarci…”
“Cosa
che ha fatto, risultando ridicolo tra l’altro. Il
locale poi è anche particolarmente riservato, la cosa sa
ancora più di equivoca…
Potevate pensarci no?”
“Nessuno
ha sospettato della sua proposta perché Job è uno
che passa le serate in giro per locali... Per noi era logico che
volesse
starsene a suo agio in ristorante tranquillo per occuparsi di affari
che non
riguardassero il porno. Ho pensato che non volesse farsi
vedere in giro, ha
una faccia troppo conosciuta, mentre tu non sei mai finita sulla
cronaca rosa.”
“Sulla
cronaca porno però sì, visto che
guarda… Sono invasa di
proposte!” Commentò tenendo in mano un biglietto su cui qualcuno del vicinato le aveva scritto via e civico: Quando le pare, passi per ripassare il copione. Sono ben dotato.
L’altro
lanciò un’occhiata alle riviste con aria
costernata.
“Comunque
fammi una cortesia, adesso avvisa in ufficio e
spiega l’accaduto, perché sono certa che si
staranno tutti facendo delle grosse
risate alle mie spalle.”
L’altro
si congedò a testa un po’ bassa, muovendola
sconfortato. Uscendo incrociò Vegeta nel corridoio che era
fermo a pochi passi
dalla porta, appoggiato al muro con le braccia conserte e con la sua
aria
superiore. Kim registrò la sua presenza già vista
in altre occasioni notando
per l’ennesima volta l’intimidatorietà
del soggetto. Si sbrigò a superarlo
salutando educatamente.
Vegeta
entrò da dove lui era uscito trovando Bulma che
sfogliava una rivista con aria infuriata. Lei lo accolse senza neppure
degnarlo
di una parola. L’uomo si appoggiò al muro con una
spalla e con le mani affondate
nelle tasche, e quando lei ebbe il coraggio di guardarlo le chiese:
“Non
devi dirmi niente?”
“Io?”
Replicò l’altra a disagio.
“Vedi
un’altra Bulma? O hai una gemella che va in giro a
cena con i pornoattori…?” commentò lui
pungente.
“Come
fai a saperlo?” Gli domandò imbarazzata.
“C’è
una rivista con delle foto molti interessanti giù in
cucina. L’ha portata su tua madre”.
“Senti
… Non è assolutamente come pensi, anzi te
l’avrei
detto se avessi avuto un attimo di calma”.
Lui era
stranamente, inquietantemente calmo e distaccato. “Guarda
che io non penso niente. Anzi… Prima che inizi a pensare, e
ad avere reazioni
di cui possa pentirmi, è il caso che mi spieghi che ci
facevi a cena con uno che
non vede l’ora di saltarti addosso. Sfugge la mia logica
aliena”.
Lei
sbuffò. “Hai ascoltato mentre parlavo con uno dei
miei
manager? Eri fuori la porta?”
“Allora?”
“Quell’infame
ha insistito per trattare direttamente con
me, personalmente con me. Non ho voluto dire di no, mi sono lasciata
influenzare e ci è sembrata una procedura normale, anche se
effettivamente lui era
molto insistente...
“Se
ti fossi vestita meno appariscente magari sarebbe
sembrato davvero un appuntamento di lavoro…” E
lì uscì la gelosia latente che
lui tanto ben celava.
Bulma si
ammutolì colpevole: aveva ragione Vegeta, ma ormai
era fatta. Scrollò le spalle. “È colpa
mia perché sono una vanitosa. Non mi
capita tutti i giorni di andare a cena fuori con i clienti e quando
c’è
l’occasione cerco di essere al meglio”.
Qualcuno
bussò alla porta. Bulma pensò fosse la madre ma
una
voce familiare e tanto amata si fece spazio dalla fessura
dell’uscio. “Si può?”
"Goku!"
L’altro
neppure salutò Vegeta: "Allora Bulma, cos'è questa storia che vuoi
diventare una
grande attrice porno? Ero da Muten quando l'ho saputo. Ma...
Vegeta, tu
sei d'accordo?"
"Ma ... Sei
imbecille veramente allora!"
Replicò l'altro indignato.
"Eh che ne
so io...."
"Quella
botta in testa anni fa ti fatto perdere
anche qualche rotella oltre alla memoria!"
"Goku,
è una notizia falsa, anche se so che a
Muten, e non solo a lui…" aggiunse Bulma con
vanità. "Non gli sarebbe
dispiaciuto vedermi su una copertina di Playguys".
"In effetti
mi pareva strano... Bulma non è
più giovanissima per fare questo tipo di mestiere."
"Ma brutto
idiota!" Berciò lei fuori di
sè. "Bada a come parli! Ci sono un sacco di porno
attrici che
lavorano alla mia età" e poi prese una delle riviste sulla
cui copertina
c'era una donna nuda non proprio giovanissima mentre mangiava una
banana con la
panna. "Tipo questa! Scusa Vegeta, io mi tengo molto meglio,
no?
Cos'ho io meno di questa?"
"..."
Nel
silenzio imbarazzante che seguì, un ticchettio
dalla porta li interruppe. Toc toc.
"Mamma..."
"Trunks,
vieni pure".
Vegeta le
lanciò un'occhiata allusiva indicando
con gli occhi tutte le riviste pornografiche che erano sparse sul
tavolo. Lei
le spinse un pò indietro facendone cadere qualcuna oltre la
scrivania, lontano
dal campo visivo del figlio, e Goku per fare il vago ne prese una a
caso fingendo
di leggerla senza premurarsi della copertina su cui figurava a
caratteri
cubitali la scritta: "Quelle cattive ragazze"
all’altezza del
seno nudo di una modella.
Trunks
entrò con fare sospettoso, avendo percepito
uno strano chiacchiericcio nell'aria a seguito delle numerose
telefonate che
erano arrivate e ancora stavano tartassando il centralino del piano
terra.
Vegeta e
Bulma si scambiarono un'occhiata
enigmatica, forse sperando di sviscerare dalla mente dell'una o
dell'altro una
risposta plausibile da dargli qualora lui avesse posto scomode domande.
Goku
abbassò la rivista facendo capolino da dietro
di essa. "Ciao Trunks! Come stai?"
"Ciao Goku,
bene grazie... Sei venuto con
Goten?"
"No, Goten
oggi è in gita scolastica"
gli sorrise l'altro.
Non ci
volle molto a Vegeta per intuire che Trunks
era incuriosito dalla copertina della rivista che Goku gli stava
sbattendo
davanti. Che imbecille! Pensò prima di far volare
il giornale contro il
muro con la forza della mente.
Bulma
cercò subito di deviare la sua attenzione su
altro. "Volevi dirmi qualcosa tesoro?"
"Sono arrivati dei pacchi
per te..."
"Altri?!"
"Sono
giornali chiusi, te li porto?"
"No, no!
Lasciali giù tesoro. C'è scritto che
sono per me, sei sicuro?"
"Sì,
su uno c'era questo biglietto che ti ho
portato, c'è scritto..." e girandolo lo lesse lentamente.
"Ad una
grande carriera nel porno... Cos'è il porno?"
Tra i
presenti calò una cappa di imbarazzato
silenzio.
"Niente
è... Cinema, è un genere" fece
lei cercando di camuffare la cosa come meglio poteva.
"Che
genere?" Chiese Trunks interrogando
prima lei, poi il padre, poi Goku, dacchè avevano tutti
espressioni poco
convincenti. D’altronde era una bella novità che
sua madre volesse fare
l’attrice.
Bulma
lanciò al compagno un'occhiata di
smarrimento ma da lui non arrivò alcuna risposta, anzi,
Vegeta la ricambiò con
uno sguardo sostenuto come se volesse dirle: che diavolo vuoi?
"È
un genere molto in voga, parla
d'amore!" Esclamò Bulma enfatizzando l’ultima
parola.
Vegeta
le fece eco a tono basso. "Amore... Questa
poi".
"Ma di quei
film che vede sempre la nonna?
Quelle telenovelas dove si baciano sempre?"
"Esatto!
Proprio quelle!" Replicò lei con eccessivo entusiasmo.
"Ah…” Il bambino sembrò deluso.
“Ma sono noiosissime..."
"Beh, in
effetti nei film porno fanno sempre
la stessa cosa" pensò Goku ad alta voce ricevendo una truce
occhiata dagli
altri e surgelandosi la lingua immediatamente.
"Trunks non
avevi dei compiti da fare?"
Gli chiese infine Vegeta. "Fila adesso che qui ci stiamo occupando
d’altro".
"Ok..."
Replicò il piccolo per nulla
convinto.
Quando si
fu richiuso la porta alle spalle, il
trio riprese il dibattito.
"Grazie di
avermi aiutata!" Sentenziò
Bulma rivolgendo a Vegeta un'occhiata risentita.
"Che volevi
che gli dicessi? A cena col porno
attore ci sei andata tu, mica io! Il casino l'hai generato tu e sarai
tu a
risolverlo!"
"Vivere in
coppia significa aiutarsi quando
ci sono dei problemi, lo sai questo? Al tuo paese non si usava
così?"
"Se
è per questo, vivere in coppia significa
anche avvisare l'altro del tipo di gente con cui vai a cena"
puntualizzò Vegeta rafforzando
la posizione delle sue braccia al petto.
"Ti ho
già spiegato perchè non te l'ho detto!
Non volevo farti impensierire!"
"Ehi, ehi,
calmiamoci" disse Goku,
alzandosi e poggiandosi poi sulla scrivania con le braccia. "Non
c'è nulla
che si possa fare? Tipo... Dargli dei soldi e chiudere tutto come ha
fatto una
volta Satan con una tipa che voleva pubblicare alcune foto..."
"Quello ha
voluto che le foto uscissero
apposta per guadagnare sull’esclusiva. Non intendo pagare uno
stronzo del
genere, gli darei anche la soddisfazione di riempirsi il portafoglio
con i miei
soldi! Me la vedrò da me" affermò mentre si
congedava stizzita. "Ah,
visto che siete in due baldi uomini, buttate tutte quelle riviste per
favore,
prima che le veda mio figlio. Dovete attraversare la strada, troverete
dei
secchi per la carta. Grazie!"
Bulma
aprendo la porta vide un'ombra
volatilizzarsi. Si allontanò su di giri.
Goku
interrogò Vegeta. "Scendiamo a buttarle?"
"Vacci tu,
io non butto niente."
"E dai,
dopo chi la sente Bulma..." gli
disse cercando di farsi dare una mano. Ci provò ma non ci fu
niente da fare.
Vegeta non mosse un muscolo, osservò invece
l’altro saiyan volare giù e
trasportare la pila di riviste fino al cassonetto. Lì, una
signora che stava
passando vicino a Goku, notò alcuni giornali scivolati per
terra e lo guardò
con aria indignata.
“Ma
non si vergogna? Leggere certa roba…”
Il saiyan
si grattò la testa.
...
Bulma cercò il compagno in camera trovandolo già a letto: era steso a pancia in giù, le braccia sotto al cuscino e l'aria rilassata, e nonostante fosse vigile e sveglio non la calcolò minimamente. Lei si
infilò sotto le coperte e gli si adagiò
sulle spalle. "Vegeta..."
"Mh..."
"Dormivi?"
"Sì"
puntualizzò lui con una punta di
risentimento.
"Senti...
Non so davvero cosa fare"
mormorò mettendo il muso come una bambina.
"Te lo dico
io cosa fare. Dormi".
"Grazie del
supporto".
Lui si
mosse facendola scansare e si girò a pancia
all'aria. "Fammi capire, prima fai di testa tua e fai dei danni, e poi
io dovrei
aiutarti?"
"Ma almeno
aiutami a risolvere la cosa...
Trunks mi ha chiesto di nuovo cosa facesse un attore porno... Non era
per
niente convinto della mia risposta di stamattina, sembrava molto
sospettoso..."
"Ma dai?!
Non è mica scemo, Trunks è mio
figlio".
"Beh, io ci
ho provato a dare una risposta
accettabile!"
"Certo,
come no..." Vegeta ripetè le parole che Bulma aveva utilizzato riproducendole con un tono ironico e pungente. "Un
genere che parla...d'amore! Ma non avevi una risposta
migliore? È un
maschio, mica una femminuccia."
"Che gli
dovevo dire?! La verità!? Un genere
che parla di sesso! Occupatene tu allora, visto che potresti avere
un'idea
migliore della mia!"
"Io non ho
idee se vuoi saperla tutta, non mi
è mai capitata una situazione più assurda. Solo
voi terrestri potete vivere di
questi inutili passatempi" incalzò alludendo all'industria
del porno.
"Pensavo che l'unico ostacolo sarebbe stato dirgli come si fanno i
figli,
invece bisognerà prima spiegargli tutto il mercato che voi
terrestri vi siete
inventati sul sesso. Roba da matti... Pensavo di aver visto tutto in giro per lo spazio, ma questo pianeta riesce sempre a stupirmi".
"Magari i
nostri uomini vogliono godersi la
vita, pensano più a riprodursi che ad allenarsi".
"Me ne sono
accorto visto che in giro per
questo pianeta è pieno di imbecilli".
"Noi
terrestri siamo un
popolo a cui piace divertirsi. Ci sono anche di queste
assurdità purtroppo, non
che non me ne vergogni, ma non abbiamo solo aspetti negativi. Pensa ad
aiutarmi
al posto di farmi la ramanzina".
"Io
non intendo aiutarti.
Chiama il tuo amichetto porno attore e chiedi a lui di sistemare la
cosa" affermò
duramente il saiyan sistemandosi di fianco e dandole la schiena. "Non
me
ne frega niente se oggi in tutta la città non si parla
d'altro che del tuo
esordio nel cinema porno".
Lei si
voltò altrettanto risentita. "Sei
veramente stronzo! Quasi quasi l'esordio lo faccio davvero! Il successo
sarebbe
assicurato credimi!" Esclamò per dispetto tirandosi il
lenzuolo più in
alto.
Vegeta
incassò il colpo in silenzio, rivolgendo
un'espressione bieca al muro di fronte. Non che lei fosse convinta
mentre lo
diceva, ma solo l'idea lo faceva irritare più che a
sufficienza. Quella storia
stava prendendo contorni sempre più ridicoli... A quel tizio
che l'aveva
incastrata stava già pensando se fargli saltare o no la
testa. E non escludeva
l'avrebbe fatto se la cosa non si fosse risolta, che già normalmente era facile alla pressione alta. Ne aveva fin sopra i capelli di quella faccenda del cinema
porno.
Non si
dissero altro. A colazione la madre l’accolse
col serafico e consueto sorriso di sempre, come se non ci fosse nulla
per cui
la figlia dovesse turbarsi.
“Cara
come hai riposato?”
“Male”
puntualizzò Bulma inacidita.
“Dai,
si risolverà tutto. Non hai pensato che
questa è comunque pubblicità per
l’azienda?”
“Non
vorrei che in futuro si colleghi la Capsule
all’industria pornografica”.
“E
vabbè” fece l’altra versandole del
caffè
mantenuto al caldo nel termos. “Ci sono problemi ben
peggiori”.
Bulma le
lanciò in tralice un’occhiata pungente e
rassegnata, pensando che non sarebbe cambiata mai. Figurarsi se per lei
quello
era un problema… Non si sconvolgeva mai di nulla. Se lei si
fosse data al porno
la madre l’avrebbe appoggiata con entusiasmo comunque.
“Hai
visto Vegeta?” Indagò Bulma.
“Ha
accompagnato Trunks a scuola”.
“Ma
davvero?”
“Sì,
forse aveva voglia di fare due passi, perché
ti stupisci”.
“Strano…”
commentò la scienziata frugando con una
mano nel sacchetto di biscotti.
Si chiuse
in laboratorio a lavorare per tutta la
mattinata. Non volle neppure accendere la tv né tantomeno
osare sfogliare il
giornale che comprava il padre ogni giorno, anche se non era il tipo di
rivista
che riportava trafiletti di quel genere. Pensò che se non
fosse riuscita a
sistemare la cosa, sarebbe stato il tempo ad archiviare il tutto.
Il problema
però le ritornò addosso come un
boomerang quando ricevette una telefonata da Chichi. Sperò
non fosse in merito
alla notizia che stava facendo chiacchierare le pagine dei giornali di
gossip ma
purtroppo l’altra la telefonò per darle una
comunicazione ben peggiore: la
moglie di Goku le riferì che Trunks durante
l’orario di scuola era volato via
raggiugendo casa loro perché i compagni di classe, sapendo
di chi fosse figlio,
non parlavano d’altro. A disagio e imbarazzato si era
rifugiato da Goten
e non voleva tornare a casa propria per
la vergogna.
“Ma
scherzi?! Passamelo!”
“È
andato con Goten a giocare, si sono
allontananti adesso, ma tranquilla, io ho intuito che c’era
qualcosa di strano in
questa situazione e gli ho detto che si tratta di un
incomprensione”.
“Ma
lui ha capito davvero di cosa stiamo
parlando?”
“Secondo
me no, non so cosa possano avergli detto perché
non vuole parlarne.”
“Ci
mancava solo questa… Era la cosa che temevo di
più…”
“Mi
dispiace, non so cos’altro fare.”
“Grazie
per l’aiuto, Chichi, adesso vengo a
prenderlo io lì. Devo rassicurarlo che non è come
pensa”.
“Ma
mi spieghi cos’è successo?”
“Niente,
uno che ci doveva fare da testimonial mi
ha volutamente incastrata per fare uscire quest’articolo
idiota, lo so che le
foto sono equivoche ma non è assolutamente come sembra. Lo
ha fatto solo per
farsi pubblicità. Uno stronzo patentato”.
“Come
l’ha presa Vegeta?”
“Bah…
Dice che è colpa mia se mi sono cacciata in
questa situazione imbarazzante e me la devo sbrigare da sola”
commentò
indispettita, giocherellando con la chiave inglese.
“Secondo
me gli ha dato molto fastidio, orgoglioso
com’è non vuole dartelo a vedere, e poi i saiyan
sembrano estranei a queste
faccende… Loro si preoccupano così poco dei
problemi che abbiamo noi terrestri,
a volte ci vedo molto di Goku in lui. Nonostante Goku viva sulla Terra
da
quand’è piccolino, sembra che comunque vivere come
noi per lui non sia il modo
giusto.”
Bulma
sbuffò e nel silenzio che seguì entrambe si
capirono perfettamente, ma Vegeta rispetto a Goku si stava rivelando
molto
presente in famiglia nonchè attentissimo a quello che faceva
Trunks e che studiava,
anche se non sembrava badarci più di tanto, esattamente come
sembrava non
badare a Bulma e ai suoi impegni mentre invece seguiva tutto
perfettamente,
anche in quel momento.
La donna
chiuse la telefonata e girandosi trovò il
saiyan fermo ad aspettarla.
“Non
ti ho sentito arrivare, ti serve qualcosa? Perché
sto uscendo.”
“Che
è successo a Trunks?” Indagò sospettoso.
“Niente,
è da Chichi” sospirò lei rumorosamente,
sfilandosi poi la giacca e rimanendo in canotta. “A scuola il
fratello grande
di qualche compagno avrà fatto delle battute pesanti, quindi
adesso chissà che
si pensa… Chichi dice che si vergogna di tornare”.
“Ma
dai…” fu l’ironico eco
dell’altro.
“Puoi
finirla di essere così provocatorio? Sono
abbastanza nervosa già di mio. Adesso devo andare a
recuperarlo”. Mentre usciva
dal laboratorio si fermò a cercare il compagno con
atteggiamento gentile,
facendogli intuire che aveva bisogno davvero della sua presenza.
“Ti andrebbe di
venire con me?”
Vegeta la
guardò in silenzio.
…
Trunks la accolse con un muso lunghissimo e una
faccia più arrabbiata che imbarazzata. Chichi stava stirando
la tuta lavata del
marito quando Bulma varcò la soglia. Vegeta dal canto suo
rimase fuori seduto
su una panchina di pietra e Goku quando si avvide della sua presenza lo
raggiunse
con il consueto e positivo atteggiamento. “Ehilà,
sei venuto anche tu, Vegeta,
perché non entri”.
L’altro
non replicò che con lo sguardo serio di
sempre. Goku gli si sedette vicino e allora Vegeta gli disse:
“Pensavo
ti stessi allenando”.
“Stamattina
mi sono allenato con Gohan, era un po’
fuori allenamento, poi Chichi mi ha chiesto di rimanere per far
distrarre i
bambini”.
“Spero
tu non abbia fatto altri danni con quella
lingua” replicò Vegeta alludendo alla sua innata
capacità di usare talvolta le
parole per complicarsi l’esistenza.
“In
realtà non ho proprio parlato. Mi sono
addormentato dopo pranzo, ero cotto, il sole adesso picchia forte nelle
ore
calde e bisogna allenarsi presto, ma Gohan prima delle undici non
riusciva a
liberarsi perché aveva un impegno con
Videl…”
“Che
rammollito pure lui. Occuparsi sempre di altro
quando avrebbe una grande energia su cui lavorare”.
“Eh,
lo sai la vita terrestre è così. Quando
c’è
la pace si hanno tante distrazioni e son tutti tranquilli… A
proposito, Bulma
ha mica risolto quella situazione?”
“Se
è qui a recuperare mio figlio ci sarà un
motivo no? Non si è risolto un bel niente”.
Goku si
girò in direzione della folata di vento
che si sollevò da est, respirando a pieni polmoni
l’aria proveniente dalla
montagna e inebriandosi di essa. Ma il turbine di aria portò
con sé un foglio
di giornale che gli si schiantò sulla faccia.
“Accidenti”
mugugnò liberandosi il viso e
trovandosi davanti la foto dell’attore porno e le sue
dichiarazioni circa la
presunta relazione con Bulma. Si girò mostrando il foglio a
Vegeta che neppure
lo prese in mano. L’altro saiyan strinse la mascella
rabbiosamente.
“Comunque,
tu non puoi aiutarla?” Chiese Goku.
“Ma
che domande stupide mi fai? Come potrei
aiutarla? Il problema adesso è dare a mio figlio una spiegazione che abbia un senso. Di certo io non mi metto a farlo al posto di
Bulma. Lei ha
fatto il danno, lei lo risolve”.
“Beh,
capisco… Forse è un po’ imbarazzante
parlare
di questo tipo di cose con un bambino dell’età di
Trunks”.
Convenendo all'assurdità di quella situazione che toccava evidenti punte di ridicolezza e imbarazzo, Vegeta in rimandò indurì l'espressione ancora di più. Se fosse stato possibile, con quello sguardo bieco avrebbe fatto afflosciare anche i fiori che oscillavano poco più avanti.
Bulma
uscì con aria affranta. Si avvicinò ai due e
fece una scrollata di spalle. “Si è impuntato che
non vuole venire.”
“Che
significa?” Ringhiò spazientito Vegeta.
“Vuole
dormire qui. Magari stasera lo lascio
sbollire e poi torno domani a riprenderlo”.
“A
noi fa piacere se rimane. Goten sarà
contentissimo” fece Goku sorridendole e venendo ricambiato.
Fu allora
che Vegeta si alzò nel più completo
silenzio e varcò la soglia di ingresso con atteggiamento per
nulla
accondiscendente. Chichi lo vide entrare nel salotto, superare il
tavolo e
arrestarsi in piedi di fronte a Trunks che montava un palazzo di Lego.
“Trunks”.
La voce dura e incontestabile ebbe sul figlio
l’effetto di una sirena di sicurezza. Se si era scomodato
anche il padre a
venire fin lì e ad entrare in casa per chiamarlo,
respingerlo avrebbe
significato andare in contro a una punizione certa. “Muoviti,
dobbiamo andare”.
L’altro
si sollevò col naso già rosso e
sgocciolante. La vergogna lo imbarazzava da morire e gli faceva venire
da
piangere.
“Ma
io...”
“Obbedisci”
gli disse solamente, e l’altro non
potè contestarlo.
Chichi fu
soddisfatta dell’atteggiamento di
Vegeta e rimase persino stupita che nonostante quel casino e il suo carattere poco affabile, lui stesse dando a suo modo un supporto alla moglie.
Tornati a
casa da un viaggio silenzioso, fu Vegeta
a seguire il figlio in camera. Quando furono soli gli disse solamente:
“Dovresti piantarla di frignare. Che fai lasci scuola
perché degli imbecilli si
mettono a fare cicalecci idioti?”
“Ma
io mi vergogno di tornare a scuola ed essere
preso in giro perché la mamma si deve abbracciare nuda ad
altri attori. Mi
hanno detto che oltre ai baci si deve spogliare e deve
baciarl…”
“Lascia
perdere cos’hanno detto.” Tuonò
l'altro irritandosi al pensiero. “Tua madre non
farà un bel niente perché niente ha
fatto. Quando risolverà il problema, sarà
l’idiota che ha fatto uscire quelle
foto a vergognarsi. Se qualcuno ti dice qualcosa faresti bene a
fregartene e a
dirgli di tapparsi la bocca” affermò muovendosi
per uscire, perché a sua detta
aveva fatto già troppo per calmare le acque. Pareva che ai
terrestri non
importasse altro che ficcanasare nei fatti degli altri. Che popolazione
idiota!
“Ma
allora mamma non vuole fare l’attrice per
davvero?” Gli chiese Trunks tirando sul col naso.
“Ma
quale attrice… Ci manca solo questo” replicò
l’altro scomparendo.
Trunks
sembrò tranquillizzarsi. La sicurezza del
padre era un punto cui ancorarsi. Se lui non se ne preoccupava
significava che
non c’era niente di cui agitarsi.
Se
lui diceva di zittire gli altri, Trunks avrebbe fatto così
trovando nelle parole paterne la
propria forza.
La sera
però Vegeta non si presentò in camera da
letto. Bulma lo cercò invano, pronta a raggiungerlo nella
sua per tentare un approccio, ma non lo trovò nè lì nè
da nessun'altra parte. Aveva sperato lui facesse cadere la questione ma rassegnata finì per accoccolarsi
sotto le lenzuola tentando invano di addormentarsi. Non capiva se Vegeta era veramente arrabbiato con lei o se era solo
totalmente
menefreghista da abbandonarla in quella situazione imbarazzante. Era
lei ad aver bisogno
di conforto e non sapeva dove trovarlo: il corpo di Vegeta poteva
essere l'unico baluardo di pace e sicurezza, ma ora era certa che lui ce
l’avesse con lei anche e soprattutto per aver messo il figlio
in una situazione di tale imbarazzo. Di tutta quella storia assurda
l’unica cosa piacevole era l’idea che la
rabbia di Vegeta si fosse originata da una gelosia che lui le
nascondeva strenuamente.
Chiuse gli occhi nell’esatto momento in cui Vegeta si
materializzò davanti una
porta elegante, di legno lucido e pomelli d’oro
baroccheggiante. Con i suoi metodi non troppo ortodossi, il saiyan buttò a terra la porta assestandole un calcio e un istante dopo accorse un tizio che si stava allacciando una vestaglia di
raso
rossa. Per Vegeta era stato semplice trovare
l’indirizzo, l’aveva
sentito dire da quel manager che Bulma aveva ricevuto a casa il giorno
prima. Per
chi come lui conosceva bene la città per aver da sempre
goduto di un buon
panorama, non era difficile orientarsi tra le scritte più
appariscenti che si
illuminavano sopra i grattacieli quando calava la notte. Vegeta spesso
le
osservava annoiato per interminabili minuti e ormai le conosceva a
memoria. Davanti gli uffici centrali della
Capsule Corporation c’era un solo edificio con la scritta di
un Rhum famoso e
sul pianerottolo dell’attico c’era un solo
appartamento che si apriva dietro una porta imponente
e particolarmente elegante.
“Ma che cazz... E
lei chi sarebbe?! Come ha fatt…”
Non fece in
tempo neppure a finire che Vegeta con
l’imposizione di una mano fece saltare il muro al proprio
fianco.
L’altro
fissò la scena basito e terrorizzato, e quando
le grida di una ragazza seminuda cessarono e il rumore dell’esplosione
lasciò il posto al
fruscio del vento, la voce di Vegeta suonò calma e gelida. “Hai meno di
un’ora per andare a parlare
coi giornali, o con Dio o con chi diavolo ti pare. Se domani mattina non
vedo una
dichiarazione in cui ammetti di aver provato a fregare mia moglie,
torno
indietro e ti riduco in maniera tale che con le donne potrai giocarci
al
massimo a carte. Ti
è chiaro?”
Fu
l’unica e inequivocabile cosa che
disse prima di sparire lanciandosi in volo giù per il varco
che aveva aperto,
allontanandosi mentre una furiosa folata di vento si insinuava sul
pianerottolo
distrutto facendo agitare la vestaglia dell’uomo che rimase
shockato coi
testicoli al vento.
Bulma si
svegliò verso le nove di
mattina quando la madre bussò alla porta. Come stava
succedendo ogni mattina da
tre giorni, il telefono squillava già alla
buon’ora. Bunny era stata sempre
redarguita dalla figlia dall’entrare in camera da letto se
c’era Vegeta, questo
perché lui era riservatissimo e lei non voleva rinunciare a
dormirgli di
fianco. Inaspettatamente però, svegliandosi, trovò il
marito accanto a sé: era steso
a pancia in giù e non sembrava interessarsi al ticchettio
insistente sulla
porta. Bulma non pensava che sarebbe ricomparso nel suo letto in
maniera così
furtiva, non dopo tre giorni passati in rotta di collisione a farsi battute pungenti. Le fece strano vederlo materializzarsi nel letto dopo che ci si era infilato in silenzio, senza svegliarla, forse solo per starle vicino: il
saiyan sonnecchiava
tranquillo e non sembrò neppure spazientirsi per la presenza fuori la porta, anzi sembrò non badarci proprio
come se se lo
aspettasse...
Bulma si
alzò velocemente e andò a
socchiudere l’uscio dietro cui l’aspettava sua
madre. “Che c’è?”
sussurrò a
tono molto basso per non infastidire l’uomo che riposava.
La serranda
era quasi del tutto
abbassata e c’era poca luce ma abbastanza da dipanare
l’ombra e permettere a Bunny
di intravedere la sagoma distesa di Vegeta e la sua schiena
estremamente robusta
e prorompente che fu per lei uno spettacolo come sempre.
La donna sorrise
alla figlia e
passandole la cornetta
le mormorò: “Pare ci sia una buona notizia
tesoro…”
Fine II episodio.(Ragazzi non escludo una cena col porno attore - seconda parte. In questa ho voluto che tutti eccetto Trunks sapessero cosa fosse il porno, nella prossima cena mi sa che il povero Vegeta cascherà dal pero...)