The tiger
Ero un genio. Ero il ragazzo più amato da tutte le ragazze di terza, quarta e quinta superiore, poiché concedevo loro ciò che volevano. Ogni giorno ne adocchiavo una delle più speranzose, e con la scusa dello studio le invitavo a casa mia. I miei genitori non c'erano mai e io potevo stare tutta la sera con le ragazze.
Era tutto così semplice, così divertente.
Io ero intramontabile, ero una tigre.
Quella fredda mattina di Dicembre accostai la mia moto al marciapiede e vidi alcuni gruppi di ragazze mi si avvicinarono per darmi il cosiddetto benvenuto – facevano a turno per baciarmi – e io ricambiai come mio solito fare.
Sentì un rombo di motore alle mie spalle e mi voltai. Vidi una moto nera e lucente nuova di zecca, molto meglio della mia semplice moto blu di seconda mano.
E in quel momento la vidi.
Due stivali in pelle nera, dei jeans neri e attillati che coprivano le sue gambe lunghe e slanciate, un giubotto nero in pelle da motociclista e una cascata di capelli neri e mossi fino alla vita.
Portava degli occhiali da sole che le oscuravano totalmente gli occhi.
Passò davanti a noi con camminata aggraziata come un felino pronto all'attacco.
Tutti i presenti la fissavano mentre si dirigeva verso l'entrata della scuola.
Era bella. Bella come non mi capitava di vederne in giro.
Dovevo conquistarla.
Ci sarei riuscito, era un gioco da ragazzi per The tiger.
In genere non avevo voglia di entrare a scuola, e trascinavo una delle più fortunate in qualche posto tranquillo con la moto. Ma ora che avevo quella nuova conquista, quel trofeo da appendere, non vedevo l'ora.
Quando suonò la campanella, scansai una ragazza con i capelli biondi che mi si era appollaiata sulle mie gambe, e cominciai a camminare verso l'entrata sperando di rivedere la pantera ancora lì. Ma non c'era. Mi avvicinai a uno di prima superiore e gli dissi:
“C'eri quando è passata una ragazza tutta vestita di nero?”
Il ragazzino sembrava piuttosto impaurito.
“Sissi, la conosco...” rispose.
“Dimmi come si chiama!” dissi io bruscamente.
Il moccioso fece un salto all'indietro e rispose tremando:
“Si... si chiama Gloria, classe 5^B, anni 18... va b-bene?”
“Perfetto.”
Mi allontanai soddisfatto.
Per tutto il tempo non vedevo l'ora che arrivasse la pausa pranzo.
Finalmente la campanella che annunciava la fine della quinta ora suonò.
Io superai tutte le ragazze che mi facevano la corte spietata e mi fiondai nella mensa.
Aspettai seduto a un tavolo finché non la vidi entrare con la sua bellezza e la sua eleganza.
Si avvicinò al bancone dove un omone grasso e barbuto distribuiva il cibo, prese il suo vassoio e mi ripassò davanti con indifferenza per poi uscire dalla mensa.
Io, intenzionato come non mai, mi feci spazio tra tutte le ragazze e la seguii all'esterno. Andava verso il cortile dove gruppi di ragazzi si appostavano a mangiare per poter giocare a calcio successivamente.
Io presi posto sui gradini mentre Gloria passava tra coppiette e gruppetti con una noncuranza che lasciava tutti senza fiato.
La sua arroganza mi piaceva, mi piaceva tanto.
Proprio in quel momento mi accorsi che non avevo preso niente da mangiare.
“Maledizione” dissi sottovoce.
In quel momento Gloria, che aveva trovato posto in una panchina, si tolse gli occhiali da sole e vidi i suoi meravigliosi occhi di un colore simile al grigio-perla, un colore che non si poteva classificare. Allora decisi che mi dovevo assolutamente avvicinare a lei.
“Matteo!”
Mi voltai e vidi gli occhi verdi e luminosi di Silvia, una delle poche che non avevo intenzione di conquistare. Io e lei eravamo amici da sempre, e si lamentava di continuo del mio giocare con le ragazze. Aveva i capelli ricci e rossi che le arrivavano alle spalle ed era piuttosto carina, ma non era il mio tipo di ragazza, nah!
“No Silvia, adesso no. Non ho tempo.”
Lei si rabbuiò. “Devi stare con le tue ragazze.”
Non era una domanda, lo sapevo bene.
Io feci un cenno in direzione di Gloria.
“E allora?”
“È una strafica da paura!”
“Visto? Ho ragione io. Non c'è bisogno di dirmi chi e cosa.”. Detto questo si alzò e si allontanò. Era la prima volta che si comportava così, di solito mi assillava per un quarto d'ora. Forse era stanca di provare a convincermi a passare un po' di tempo con lei, forse si era stufata di me che la trascuravo per mesi interi...
Smisi di pormi questi problemi e tentai ad avvicinarmi a Gloria.
Quando arrivai di fronte a lei, mi squadrò per bene con aria perplessa.
“Ehi, Gloria! Tu sai chi sono io?”, chiesi tutto impettito e con fare sovrastante.
Lei sgranò gli occhi.
“Veramente no. E non mi va nemmeno di saperlo”. Aveva una voce così rauca e seducente...
Soffocò una risatina mentre io sceglievo accuratamente le parole da utilizzare.
“Io sono The Tiger, e amo le donne selvagge come te.”
Lei scoppiò a ridere sguaiatamente. “Senti ramoscello ambulante, perché non torni dalla tua mamma e ti fai cambiare il pannolino! Ma fammi il piacere” esclamò tra una risata e l'altra.
Io mi sentivo preso in giro, eppure conquistare le ragazze era sempre stato il mio forte. Mi resi conto che avevo abbassato lo sguardo, allora lo rialzai e la guardai dritta negli occhi.
“Sentirai ancora parlare di me.”. Detto questo, girai i tacchi e me ne andai impettito come ero arrivato, mentre lei rideva alle mie spalle.
Mentre tornavo al mio posto, incrociai lo sguardo di Silvia, gli occhi verdi spenti come poche volte li avevo visti.
Mi sentii per un istante in colpa per averla trattata in quel modo.
Ah, svegliati! Silvia è ancora una ragazzina, mentre Gloria è una donna. Che ti importa di lei? pensai, e subito mi tornò la determinazione.
♥ ♥ ♥
“con fare sovrastante” AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH QUESTA È LA COSA CHE MI HA STESO DI PIÙ IN ASSOLUTO! Adesso voi mi dovete spiegare il significato, ma soprattutto “chi e cosa” XD
Non so voi, ma secondo me questo The Tiger è soltanto patetico e anche io, al posto di Gloria, avrei riso di lui!
Bene
(?), questo è il primo (e per fortuna unico) capitolo di
questa storia OSCENA, risalente con molta probabilità al
periodo tra la seconda e la terza media. Il bello è che
l'avevo completamente rimossa dalla mia memoria, e quando ho
ritrovato il quaderno sono rimasta SCONVOLTA! Cioè, ero del
tipo: ma davvero questa roba l'ho scritta io???
Non me la sento di
commentare oltre, lascio a voi la parola, perché stavolta
avrei davvero troppe cose da dire XD
Ringrazio nuovamente i miei lettori abituali che mi supportano sempre e auguro a tutti un felice fine settimana trash!!! ♥