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Autore: La_Birba    10/03/2019    4 recensioni
ciao a tutti, dopo anni di assenza sono tornata. non sono mai stata brava nei riassunti.
il mio contesto preferito in cui mi piace immaginare Bulma e Vegeta è la scuola. in questo caso Vegeta professore di Bulma.
sono passati anni ormai dalle scuole, si sono persi di vista ed entrambi ripercorrono il loro percorso passato.
sperando di avervi incuriosito e di essere migliorata come scrittrice vi auguro Buona Lettura a voi coraggiosi che aprirete questa storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 PARTE VEGETA

 

 

Mi svegliai sudato e accaldato. Il letto era piccolo, e avendolo condiviso con quella tipa era pure scomodo. Era ancora tarda notte, lei mi dormiva proprio addosso. Si era addormentata nuda, il suo seno abbondante mi premeva contro ad ogni respiro. Non era una sensazione spiacevole, però mi teneva fin troppo caldo. Sospirai e mi alzai. Lei, ancora addormentata, si accasciò su quello che poco fa era il mio posto, cercai per terra i miei boxer e mi alzai. Radish aveva una specie di super potere, poteva anche cadergli la casa sulla testa ma lui non si sarebbe svegliato se non con l'arrivo del sole. Russava come un treno in corsa, entrai in camera sua e rovistando trovai una coperta. Non fui per nulla delicato ma tanto era impossibile svegliarlo. Andai poi ad accomodarmi sulla mia poltrona e cercai di dormire. Non ho mai capito cose fosse peggio; se la scomodità di dormire su una maledetta poltrona o in angolo del mio letto mentre venivo usato come materasso. Era davvero una bella sfida. Riuscii ad appisolarmi e mi svegliai per la luce che c'era in quel maledetto salottino. Compresi il perchè le donne usassero le tende. Imprecai ogni singolo dio di ogni singola religione. Non solo ero più stanco di quando mi ero addormentato ma avevo un dolore unico su tutto il corpo. Andai in bagno a lavarmi, ero stravolto. Sperai di riprendermi un po'. L'acqua calda mi diede un po' di sollievo per i miei dolori. Andai in camera mia ancora nudo, guardai la ragazza che se la dormiva beata nel mio letto. Era nuda, era davvero una gran bella ragazza. Un fisico niente male, poteva essere una modella. Nonostante il trucco un po' impiastricciato aveva comunque il suo fascino.

Quella mattina partiva davvero male. Presi le prime cose dentro la valigia e andai nella stanza accanto. Mi vestii con calma, avevo bisogno di caffè e il bar sotto casa era chiuso. Presi una sigaretta, avevo necessità anche di rilassarmi. Avrei tanto voluto godermela nel silenzio più totale ma tra quell'altro che russava e macchine varie che passavano in strada mi adirai ancora di più.

Una volta finita mi stiracchiai ancora un po' sulla poltrona, poi presi i fogli del contratto della Capsule Corporation. Lessi le ultime cose, spesso con la testa ciondolante e con gli occhi che mi si chiudevano. Non ricordo bene, forse ogni tanto per alcuni minuti riuscivo ad addormentarmi per poi svegliarmi continuamente di soprassalto. Aspettai un'ora decente e poi uscii di casa.

Andai al mio bar a prendere la mia dose di caffeina. Chiamai poi il professore Brief per fissare un appuntamento quel giorno. Prima mi toglievo il pensiero e meglio sarebbe stato. La mattinata fu davvero lenta. Il caffè non era davvero servito a nulla. Quando entrai nella 4E incrociai per un attimo lo sguardo della Brief. Erano occhi indagatori sembravano dicessero “io so dov'eri ieri sera, hai fatto il figo facendo le ore piccole eh?!”. Non c'era niente di più vero, mi sembrò pure di intravedere un sorriso sul suo volto. Sospirai e iniziai con l'appello.

Non vedevo l'ora di sdraiarmi. L'ultima ora non avendo lezioni uscii e mi diressi alle Capsule Corporation. Discutei a lungo sul contratto, il professore Brief diventava veramente logorroico a volte, tanto che un paio di volte dovetti sforzarmi per tenere gli occhi aperti. Firmai una quantità indefinita di fogli. Una volta finito la signora mi invitò a bere il the. Sembrava una persona a cui era difficile dire di no. Quindi annuii, mi ubriacai di parole. Erano davvero una coppia ben assortita. Poco dopo arrivò la Brief, salutò con molta educazione e si diresse al piano superiore. Quella casa sembrava enorme, il salone era grande almeno tre volte casa mia. Maestosa era dir poco. Salutai dopo poco inventandomi qualcosa da fare e salutai i signori Brief. Appena arrivai a casa mi accasciai sul letto. Ero morto. Mi addormentai quasi subito, accompagnato da un nauseabondo profumo di vaniglia.

 

 

Mi svegliai di soprassalto dalla poltrona. Mi sembrava di aver fatto un sogno lunghissimo. Di aver sognato il passato. Era davvero una strana sensazione. Fortunatamente mi ero svegliato giusto in tempo per non far tardi al lavoro. La mattina andò perfettamente come ogni primo giorno. Presentazione, incutere timore e soggezione, ottenuta la giusta paura fare lezione tranquillo per il resto dell'anno. Appena finito tornai a casa per cambiarmi, non so perchè ma avevo voglia di correre. Avevo troppi pensieri quel giorno. Il sogno mi aveva condizionato, ma ancor prima mi ero svegliato pensando a Lei. Era davvero tanto tempo che non mi capitava. Non la vedevo più da anni. Avevo visto ogni tanto foto di lei sul giornale di qualche scoperta tecnologica. È sempre stata una studentessa brillante e non si era mai smentita. Andai al parco, lì mi fermai un attimo a riprendere fiato. Poco distante c'era un parco giochi, si sentivano da lontano gli schiamazzi dei bambini. L'ultima volta che l'avevo vista mi aveva sussurrato “Sono incinta”. Non sapevo se lo avesse tenuto, non sapevo se avessi una prole o meno. Me n'ero semplicemente andato. Non per vigliaccheria, non volevo un inutile fastidio tra i piedi. Non sono mai stato pronto per essere padre, mai ho pensato a tale evenienza. I bambini non mi erano mai piaciuti, in caso contrario avrei insegnato in una scuola per l'infanzia.

Non so per qualche assurdo scherzo del destino il mio orecchio udì un suono, una voce, una risata. Mi avvicinai, seguendo un qualche strano istinto, fu lì che la rividi. Seduta a ridere insieme ad altre mamme più vecchie di lei. La sua voce non era cambiata, i suoi occhi erano quelli di una donna. Ora portava i capelli corti, eppure aveva sempre lo stesso fascino. Rimasi lì forse un paio di secondi in più a guardarla e in un attimo lei si voltò dalla mia parte e smise di sorridere e mi guardò seria. Occhi negli occhi.





TADANNNN
ok sono piuttosto soddisfatta di questo capitolo...soprattutto del finale :) spero vi sia piaciuto anche voi ;) alla prossima fanciulli e fanciulle ;)

  
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