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Autore: arwensil    20/07/2009    4 recensioni
Il vento gelido le scompigliò I capelli e le fece lacrimare gli occhi. Camminava tremando sulla neve, affondando I piedi sul fitto manto bianco. Una mano, appena più calda dell'ambiente circostante, le strinse il polso. Era arrivato, come sperava. ' Sei qui.' mormorò lei, sollevata. ' Dove altro potrei essere?'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh non vi fidate di me! Ora si sistema ogni cosa. 

In questo capitolo parlo anche di Sirius Black, uno dei miei personaggi di HP preferiti. 
Mi manca!


Aiuto

It's a damn cold night
Trying to figure out this life
Wont you take me by the hand
take me somewhere new
I dont know who you are
but I'm, I'm with you


Hermione guardò la partita attraverso una delle tante fessure fra I mattoni delle arcate del castello,stringendo le gambe al petto.

Toccò più volte I mattoni e ne rimase con le dita impolverate, non poteva aspettarsi altro.

Hogwarts era antica, non vecchia, ma antica; chissà se I loro fondatori o I loro primi studenti avevano provato un amore impossibile ..

Hermione non riuscì a chiudere la mente oltre , era dall'inizio della partita che lo faceva.

Si era innamorata, totalmente; era l'unica spiegazione a quello squarcio che provava.

Non l'avrebbe provato se il professor Vitious non li avesse assegnati l'uno all'altro, se lui non le avesse chiesto scusa in un modo un po' bizzarro, se non l'avesse salvata ad Hogsmeade ..

Non starebbe così male, potrebbe riuscire a respirare quell'aria di Gennaio che tanto bramava.

Avrebbe potuto urlare ed incitare insieme ai Grifondoro là fuori e avrebbe fischiato I Serpeverde.

Ma ora non riusciva che a pensare a lui, alle sue parole ...

Ron l'aveva accusato di essere entrato nella stanza delle necessità, di essere una spia .. l'avevano visto .. ma lui non si era difeso.

Non aveva nemmeno lontanamente provato a farlo, sapeva di essere colpevole.

Perchè le aveva mentito?No, probabilmente le stava vicindo solo per attingere maggiori informazioni sul bambino sopravvissuto da dare ai suoi informatori.

Erano Mangiamorte?Erano Altri?Era Voldemort stesso?

Hermione non lo sapeva.

Un fischio ed un potente boato decretarono la fine della partita, avevano vinto I Grifondoro.

Non poteva rimanere lì ancora molto, sarebbero arrivate entrambe le squadre dra pochi secondi; così si alzò e barcollando uscì da Hogwarts, da sè stessa.

C'era un unico posto in cui voleva stare, che le potesse ricordare che non aveva sognato.


' Ron sei stato GRANDE!' esclamarono Dean Thomas e Ginny all'unisono.

Il rosso fece una smorfia per snobbarli e poi raggiunse Harry che era in fondo alla fila.

' Hai detto tutto a Malfoy vero?Non ha mai giocato così male.' dichiarò Hary appena Ron arrivò al suo fianco. Aveva ragione, Malfoy aveva completamente lasciato il boccino nelle mani di Harry, guardando il cielo distrattamente al posto di giocare.

' Hai visto come l'ha trattata ..io'

' Avrei fatto lo stesso. Approposito, lei dov'è?' chiese Harry posando la scopa ed entrando in spogliatoio.

' Era distrutta' ammise Ron cambiandosi in un lampo.

Non aveva mai visto Hermione così tremendamente delusa e triste, ma cosa le era successo?

' Sono preoccupato' continuò Harry.

' Anch'io. Credi che le abbia fatto delle domande, insomma.. stava scendendo le scale con lui.'

' Forse era un caso'

'Erano un caso le sue assenza in biblioteca?La sua visita notturna ad Hogsmeade,Harry?!?' disse secco Ron all'amico, ormai pronto per andarsene.

' E' colpa mia, non dovevo dire di pedinarlo, si è fatta trasportare ..' mormorò Harry colpevolizzandosi.

I due amici uscirono dallo spogliatoio con Ginny alle calcagna, anche lei stava cercando Hermione.

' L'avete cercata ad Hogsmeade?' chiese lei, sentendosi derisa dai loro sguardi.

' Per favore, non può tornare lì ,insomma..' rise Ron compiaciuto.

' Noi ragazze Ronald, abbiamo l'abitudine di tornare nel luogo del delitto diciamo .. ecco, io per esempio torno volentieri nella Sala Comune, ho dei bei ricordi lì ..' disse guardando Harry con occhi maliziosi.

Lui distolse lo saguardo e fece finta di non aver sentito.

Si erano dati il loro primo bacio lì, poche settimane prima.

' Non mi interessa chi hai sbaciucchiato lì dentro, Ginny. Dobbiamo trovare Hermione e subito.' così Ron intimò il suo migliore amico a prendere il mantello dell'invisibilità ed uscirono.

Dovettero farsi seguire anche da Ginny, ma Ron non sapeva che Harry ne era entusiasta.


La neve si era ormai sciolta e il tronco su cui Hermione sedeva era gelato.

Appena vi si posò sentì vibrare ogni parte del suo corpo; lei lo odiava il ghiaccio.

Ma amava la neve e il calore tenue del camino nella Sala Comune.

Guardò distrattamente il tronco e si ricordò immediatamente ogni cosa; Gita ad Hogsmeade, 3 anni prima, Harry e I suoi stupidi giochi con il mantello dell'invisibilità.

Quel giorno aveva nevicato molto, si ricordava la lacrime di Harry, le prime che aveva mai visto.

Per Sirius, lo riteneva un traditore; se potesse tornare indietro .. rimangerebbe ogni cosa.

Qualche volta le mancava Sirius e la sua eterna voglia di lottare, di prendere il più possibile da ogni esperienza e rischiare, sempre.

Ad Harry mancava moltissimo, Hermione l'aveva notato molto durante l'anno; quando a lei ed a Ron arrivavano I gufi involontariamente gli spuntava un sorriso, sapeva bene a cosa pensava: '' lettera da Sirius. E invece no, dopo quella notte nell'ufficio Misteri Sirius non gli aveva più scritto.

All'improvviso un fiocco di neve le si posò sul naso, quel naso un piccolino che Ron adorava stuzzicare. Ron, di cui era stata a lungo segretamente innamorata e per cui ora non provava niente di piu di una semplice amicizia.

L'aveva consolata, l'aveva stretta e le aveva dimostrato tutto il necessario.

Ora, come tutto d'altronde, spettava a lei.

Il vento gelido le scompigliò I capelli e le fece lacrimare gli occhi. Camminava tremando sulla neve, affondando I piedi sul manto bianco. Una mano, appena più calda dell'ambiente circostante, le strinse il polso. Era arrivato, come sperava.

Il cuore le si fermò e poi respirò tranquilla.

' Sei qui.' mormorò lei, sollevata.

' Dove altro potrei essere?' le bisbigliò sull'orecchio Draco.

In quel momento non sentì che le sue labbra unirsi a quelle del gelido Draco, del Serpeverde senza emozioni, il figlio di un Mangiamorte.. che la stava baciando.

Non aveva mai creduto a quelle voci e ora ne aveva la prova tangibile.

Draco poteva amare, poteva soffrire.

Lui la strinse a sè con forza e lei non oppose resistenza ma si modellò a lui, come aveva sperato e desiderato in segreto.

Sì, l'aveva desiderato dal primo giorno, dal primo sguardo, era colpevole.

Quel bacio durò un eternità che per I due non sembrava comunque durare abbastanza e poi lui si sedette sul tronco, lasciandola infreddolita in piedi a guardarlo.

Dracò si coprì il viso con le mani e respirò profondamente.

' Non dovevo' disse gelido.

Lei ormava non voleva più cedere, le aveva aperto il suo cuore e conosceva a sufficienza il suo. Mentiva.

' Sì, dovevi. Probabilmente non avrei sopportato un altro sputo.'

Lui si rimise le mani in grembo e la guardò, colpito dalla felicità che emanava la sua voce.

' Mi dispiace per quello, prima volevo ancora salvarmi la faccia.'

' Ora non vuoi più farlo?' chiese lei inginocchiandosi davanti a lui e guardando I suoi capelli arruffati e bagnati dalla neve.

' Sono una spia, ricordi?' le ripetè lui come se fosse una cosa ovvia.

Ma lei non l'aveva ancora realizzato, probabilmente aveva baciato un Mangiamorte.

' Vuoi sapere tutto quanto?'

' Mi basta' rispose lei nascondendo l'enorme curiosità per la sua missione.

' No che non ti basta, non ti può bastare. ' rispose gelido.

'Draco, mi basta.'

' Voldemort mi ha marchiato' le disse scoprendosi l'avambraccio destro.

Hermione trattenne il fiato vedendo quel serpente tatuato sul suo braccio, ne era terrorizzata ma finse di esserne immune e così distolse lo sguardo.

' Non ti impressiona?'

' No, vedi mi sono fatta molte ipotesi camminando fino a qui.'

' Giusto' ammise lui da sciocco.

' Vuoi sapere perchè visito molto la Stanza delle Necessità?' chiese lui insistendo.

' Draco sul serio, non sei obbligato.'

' E invece sì, sembra che tutta la mia vita sia un obbligo. Questa è una liberazione invece' ringhiò lui quasi togliendosi l'ennesimo sassolino.

Lei si accucciò e lo ascoltò raccontare dell'armadio svanitore,l'unico passaggio possibile, dei gufi minatori di suo padre, della notte in cui aveva parlato con Voldemort e quella in cui aveva parlato con sua Zia Bellatrix.

' Sono due settimane che non metto piede in quella stanza e stamattina mio padre mi ha scritto l'ennesimo gufo'

' L'hai aperto?' chiese lei timorosa di scoprire qualcosa di più.

' Sì, era un ultimatum'

' E diceva?'

' Diceva che se non mi sarei esercitato con l'armadio Voldemort avrebbe ucciso tutta la nostra famiglia, per prima mia madre.'

Hermione rabbrividì e cercò la sua mano. Lui gliela strinse e ne accarezzò il palmo.

' Non gli ho risposto, ma stasera sarò costretto ad entrarci. ' ammise a fatica il biondo.

Hermione chiuse gli occhi e pregò che il suo cervello elaborasse una qualunque via di fuga per il suo Draco, ma brancolava nel buio.

' Non è tutto, c'è dell'altro.' continuò lui impedendole di riflettere ancora.

Lei tese l'orecchio per ascoltarlo.

' La notte dell'assedio ad Hogwarts dovrò uccidere Silente.'

Hermione si lasciò cadere sulla neve fresca e lasciò la sua mano.

No, non era impossibile. Draco non sarebbe diventato un assassino, non l'avrebbe permesso.

Trasse un profondo respiro sentendo dei passi avvicinarsi e vedendo Draco stringere le bacchetta fra le mani.


  
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