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Autore: BellaLuna    12/03/2019    1 recensioni
Raccolta di storie incentrate sulla coppia Bulma/Vegeta ambientate in diversi Universi Alternativi.
#1: CardCaptorSakura!AU: "La verità era che Bulma avrebbe volentieri ceduto il suo ruolo di cattura carte a Vegeta, e grazie tante!"
#2: Avatar, theLastAirBender!AU: Vegeta, principe dei dominatori del fuoco, scopre che esiste qualcosa di più forte dell'odio per cui valga la pena combattere.
#3: LOST!AU: "Forse, semplicemente, il destino di Vegeta era sempre stato quello di salvarla dalla catastrofe, come il suo quello di salvare lui da se stesso."
#4: Victoria!AU: "Bulma sapeva già come sarebbe andata a finire. Vegeta l'avrebbe guardata e non avrebbe visto nient'altro che una corona. Non avrebbe mai visto una donna, non avrebbe mai visto lei."
#5: TheVampireDiaries!AU
#6: LaBellaAddormentataNelBosco!AU
#7: FullMetalAlchemistBrotherwood!AU
#8: DragonTrainer!AU
#9: GossipGirl!AU
#10: TeenWolf!AU
#11: SKAM!AU
#12: YourName!AU
#13: Mulan!AU
#14: L'IncantesimoDelLago!AU
#15: StrangerThings!AU
[Il Capitolo Uno, il Capitolo Quattro e il Capitolo Quattordici di questa Raccolta partecipano alla "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" di Laila_Dahl sul forum di Efp.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO UNDICI: SKAM!AU



<< Il problema è che sono veramente innamorata di Vegeta. A un livello tale da sembrarmi quasi folle... >>
<< E allora perché non stai insieme a lui? >>
<< Perché non è una brava persona. >>
 
Chichi la guarda con il suo solito sguardo premuroso, eppure Bulma sa bene che anche sforzandosi la sua amica non potrebbe mai capire che cosa le stia succedendo in quel momento, perché nemmeno lei - a dire il vero - sa bene quando quella lunga discesa fino alla follia sia iniziata.
Nemmeno lei sa con esattezza quale sia stato il giorno, l’ora, il momento in cui aveva guardato Vegeta e si era accorta di essere innamorata perdutamente di lui.
Sa solo che un giorno non riusciva nemmeno a sopportare la sua vita, o di sentire pronunciare il suo nome, e l’altro aveva iniziato ad essere attratta da lui, dal suo sguardo corrucciato e profondo, dal suo atteggiamento sbruffone eppure così distante, così indifferente, dalla linea sottile con cui stringeva le labbra quando cercava di reprimere un sorriso, perché era quello che la gente si aspettava che lui facesse, che fosse il bel tenebroso, il ragazzo solitario dal quale bisognava tenersi a distanza.
Non sa se sia iniziato a piacergli prima o dopo che l’aveva costretta a uscire con lui, di sicuro quel modo spavaldo, quell’interesse spontaneo che aveva dimostrato per lei – così estraneo al suo carattere così chiuso, così distaccato – l’aveva incuriosita molto – “Perché proprio io? Perché tu sai chi sono. Sai chi sono stato, e sai chi sono adesso.” - proprio come l’aveva incuriosita quell’oscurità nei suoi occhi, nel suo sguardo che a volte mal celava una malinconia e una solitudine indescrivibile.
Forse aveva iniziato ad attrarla perché Vegeta era un enigma, e risolvere le cose, darle una logica, un ordine matematico ben preciso, trovare delle risposte giuste a delle domande era sempre stato ciò che le veniva meglio, che le piaceva fare di più.
Forse aveva iniziato a innamorarsi di lui, quando aveva provato a prepararle una cioccolata calda per far colpo su di lei fallendo miseramente, il contenuto della sua bevanda tutto rovesciato sui fornelli, e la sua faccia così stoica cosparsa di cacao.
C’erano dei lati, delle leggere sfumature del suo carattere, che Vegeta aveva mostrato solo a lei, e che l’avevano conquistata, rapita, legata a lui in una maniera così profonda, così indissolubile che adesso sentiva quasi di essergli appartenuta da sempre.
Come se la Bulma che era esistita prima di loro due, fosse in realtà una Bulma a metà, una Bulma incompleta.
E adesso che, invece, il suo passato lo aveva richiamato a sè – Freezer, e i combattimenti clandestini, e il debito che suo padre aveva contratto con quell’usurario e che Vegeta era stato costretto a riscattare per lui con la sua vita e con il suo sangue, battendosi ogni qual volta Freezer lo chiamasse a raccolta – allontanandolo da lei, si sentiva come se il suo corpo si stesse lacerando dentro, come se il suo cuore e la sua coscienza avessero assoldato tanti piccoli soldati/cellule che stavano dando battaglia facendola sanguinare dall’interno, facendole sentire una sorta di strappo, di spaccatura dolorosa lì dove una volta c’era stato Vegeta a tenerla al caldo, a tenerla al sicuro.
Chichi non sa che cosa significa sentire il bisogno di qualcuno sotto la pelle, come se ti mancasse una parte importante di te, un frammento che avevi cercato così a lungo e che adesso che l’hai finalmente trovato è quasi doloroso, è quasi come se Vegeta le fosse entrato nel sangue, avesse piantato radici dentro il suo cuore mischiandosi infine con il suo stesso DNA.
Ne sente il bisogno come l’aria che respira e Bulma sa che è sbagliato, sa che non è così che deve essere, sa che - anche se lo ama, maledetta lei -, non può comunque chiudere gli occhi di fronte a certe cose, non può comunque lasciare che Vegeta interferisca con i suoi principi, che persuada la sua coscienza fino a piegarla, perché tanto tempo prima aveva giurato che non sarebbe più stata la bambolina senza volontà di nessuno.
Da quando lo conosceva aveva fatto delle cose orribili a causa sua – aveva mentito alle sue amiche, aveva complottato alle loro spalle, aveva guardato Erasa negli occhi e le aveva detto “Non ci potrebbe mai essere niente fra me e Vegeta” pur sapendo che stava iniziando a non essere più vero, pur sapendo di tutte quelle volte che Erasa si era chiusa in bagno a vomitare a causa del ragazzo e del suo “non sei abbastanza per me” – e una parte di lei non può fare a meno di chiedersi se Vegeta non la stesse trasformando in un’altra persona, in un’altra Bulma, una ragazza diversa che era emersa fuori dai suoi baci e dalle sue carezza e che si era riempita i polmoni del suo odore, sprofondando addormentata nel suo abbraccio caldo e forse si era solo illusa di amare qualcuno che in realtà non esiste.
Vegeta aveva spaccato una bottiglia in testa a un ragazzo, e questo era sbagliato, questo era imperdonabile, anche se il tizio in questione era un farabutto che lavorava per quel mafioso di Freezer, rimaneva il fatto che avrebbe potuto ammazzarlo e che, anzi, se fosse successo sarebbe perfino stato contento della cosa.
Bulma ricorda il rumore della bottiglia che va in pezzi, ricorda il sangue e le urla, e lo sguardo furioso, sprezzante negli occhi di un ragazzo che pensava di conoscere.
E invece lo aveva guardato negli occhi, in quegli istanti e, come quella dannata bottiglia, anche il suo cuore era andato in frantumi nel vedere solo il profilo di un estraneo, il profilo di uno sconosciuto
Quello non poteva essere il suo Vegeta, aveva pensato, doveva esserci sicuramente uno sbaglio.
Quello non poteva essere lo stesso ragazzo che si faceva trovare a scuola mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni, solo per poter passare un po' più di tempo di nascosto in sua compagnia, a baciarla, ad affondare le sue dita fra i suoi capelli, a sussurrarle segreti all’orecchio.
Quello non poteva essere lo stesso Vegeta che con cura la teneva stretta a sé quando dormivano insieme, nonostante lei gli avesse detto che voleva aspettare, che non si sentiva ancora pronta, che c’era stato qualcuno e quel qualcuno le aveva fatto del male... e lui aveva semplicemente inclinato il viso sulla curva del suo collo e sussurrato “Allora aspetteremo...”.
Era stata ingannata e manipolata per tutto il tempo quindi?
Quello che aveva detto di provare per lei era solo una bugia? Un modo come un altro per portarsela a letto e poi scaricarla?
Come aveva potuto fare una cosa simile e non sentirsi poi nemmeno in colpa?
Poteva amarlo comunque, pur sapendo che sarebbe stato capace di una cosa del genere?
Poteva stare al suo fianco e fingere di non vedere l’oscurità che lo divorava da dentro, l’oscurità che aveva iniziato ad albergare dentro di lui dal giorno in cui era uscito vivo da quell’auto e il resto della sua famiglia no?
Sarebbe bastato solo il suo amore a riempire quel vuoto? O alla fine avrebbe finito per inghiottirlo, risucchiarlo in qualche luogo oscuro e lontano da lei?
Oppure anche lei sarebbe stata risucchiata via, anche di lei, di quello che era adesso, non sarebbe rimasto più niente?
“Non posso amarlo... non posso lasciarlo... non voglio perdere me stessa e non voglio perdere lui... forse qui l’unica egoista sono solo io... forse ora che l’ha capito sarà Vegeta a non volermi più”
Sarebbe più facile, forse, se lui la lasciasse andare e basta.
Soffrirebbe da morire, ma con il tempo riuscirebbe comunque a farsene una ragione, a rimettere insieme i cocci e dire con orgoglio “Almeno una volta nella mia vita ho amato veramente”.
Eppure sa, che è una cosa impossibile, sa che Vegeta non lascerà mai andare davvero, perché ha bisogno di lei tanto quanto lei ha bisogno di lui.
Che una volta superato il suo muro d’orgoglio, il suo amore aveva messo radici profonde dentro di lui, e i germogli che Vegeta aveva visto fiorire da quella semina li aveva ammirati come solo qualcuno che non è mai stato abituato ad avere qualcosa di bello solo per sé può fare, come solo una persona egoista può fare.
Avrebbe fatto in modo che quei germogli gli fossero appartenuti per sempre, e che non potessero più appassire perché lui non lo avrebbe permesso.
Avrebbe tentato in tutti i modi di tenerli in vita, riempiendoli di tutto ciò di cui avessero avuto bisogno.
<< Che non fosse un bravo ragazzo, lo sapevi già. >> le ricorda Chichi, interrompendo il filo dei suoi pensieri, << Ora non puoi fare l’ingenua e dire che non te n’eri mai accorta per davvero fino ad adesso. Perché se sei veramente innamorata di lui, significa che conoscevi già questo aspetto della sua persona e l’hai accettato comunque. Perché sennò non lo ami per niente, e tutta questa conversazione non ha senso.>>
Una delle caratteristiche che Bulma ha sempre invidiato di Chichi è proprio la sua risolutezza, la sicurezza della sua logica sempre pragmatica, sempre sincera.
Dal davanzale della finestra del corridoio della scuola dove sono sedute, si sporge ad abbracciarla sperando che un po' di quella sua peculiare qualità raggiunga anche lei, riuscendo a rimettere ordine sia nella sua mente che nel suo cuore.
<< Grazie, Chichi.>> le bisbiglia all’orecchio, e la mora le sospira sulla spalla, come una madre abituata a risolvere i casini adolescenziali della figlia, dandole pacche incoraggianti sulla schiena.
<< Chi l’avrebbe mai detto che sarei stata io a spingerti fra le braccia di Vegeta? Solo a dirlo mi viene male allo stomaco. Spero solo che se lo meriti, perché sennò la bottiglia sulla testa la prossima volta gliela spacco io e arrivederci.>>
<< Mi sembra un buon compromesso.>>
<< Non è un compromesso. Si chiama Karma.>>  
 
***
 
Sotto lo sguardo di Vegeta, Bulma si sente piccola e fragile, si sente la ragazzina insicura che era stata una volta, quella che non era stata in grado di dire no al ragazzo che le aveva rubato la verginità per poi lasciarla in un letto freddo e vuoto il giorno dopo, con il cuore spezzato.
Non appena le apre la porta per farla accomodare in casa sua, Bulma prova a raddrizzare le spalle e ad assumere l’atteggiamento fiero e risoluto dalla ragazza che vuole essere oggi.
Della ragazza che sa che cosa vuole e sa per cosa combatte.
Alza il mento con fierezza e procede a passo spedito dietro di lui, finchè non lo vede fermarsi in cucina, poggiarsi sul piano colazione in marmo e fissarla a gambe incrociate e mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
Ora che è meno nervosa – perché almeno non l’ha lasciata fuori dal suo portone, di notte, con solo due gradi, a morire di freddo – e può osservarlo anche lei con più attenzione, note le occhiaie che gli scavano il viso, la mascella contratta, lo sguardo che non pare nemmeno vederla ma attraversarla, sperduto chissà dove, chissà in quale parte oscura del suo passato, se in quella dell’incidente autostradale che aveva ucciso la sua famiglia, o in quella di Freezer che lo prendeva con sé per farlo diventare il suo nuovo cane da combattimento e all’improvviso si sente persa anche lei, svuotata di tutte le sue ragioni e colma della sua solitudine, della sua rabbia disperata, della sua paura di essere diventato nulla di più di ciò che Freezer aveva voluto che lui diventasse, un reietto, un appestato, qualcuno che nessuno avrebbe mai più voluto vicino se non lui, perché solo un criminale può volerne accanto un altro.
E non importava quante volte avesse provato a ribellarsi, perché il sangue cattivo di Freezer sembrava ormai scorrere anche nelle sue stesse vene e non c’era rimedio, ecco che cosa Bulma può leggere nei suoi occhi in quel momento e prima che se ne renda conto il suo corpo si precipita verso il suo e le sue braccia sono già strette intorno al suo collo, le sue labbra sono già premute contro la sua guancia.
Non era riuscita a riconoscere il ragazzo che amava quella notte, perché quello non era Vegeta, ma l’essere che Freezer aveva provato a tirar fuori da lui, ciò che Freezer aveva provato a creare e alla quale Vegeta, nonostante fosse già riuscito a sottrarsi in passato, talvolta si abbandonava quando la rabbia e il dolore diventavano troppo forti da sopraffarlo, da accecare la sua lucidità e trasformarlo in una sorte di demone incontrollabile.
Ma lei sarebbe riuscita ad aiutarlo anche in questo, sarebbe riuscita a cacciar via quell’oscurità e riempirla di qualcos’altro, qualcosa che avrebbe cancellato via per sempre tutto ciò che Freezer gli aveva insegnato, tutto ciò che Freezer gli aveva fatto.
<< Pensavo volessi lasciarmi... pensavo che... come fa una come te a volere uno come me... >> le sussurra all’orecchio, mentre le sue mani ritornano ad affondare nei suoi capelli, ad accarezzarle la schiena, a stringerla come se non si rendessero davvero conto che fosse lì e che fosse reale.  
<< Nemmeno io sono perfetta. Con il mio atteggiamento da salvatrice della patria stavo facendo del male al ragazzo che amo, quando lui invece aveva solo bisogno di me e io non l’avevo capito. Mi dispiace.>>
Bulma può sentire il sorriso di Vegeta sulla sua pelle, in quel punto fra la sua spalla e il suo collo in cui sono appoggiate e in cui hanno iniziato a seminare una scia di baci roventi, fino alla sua bocca.
La bacia lentamente e poi le chiede << Hai paura di me adesso? >>
Bulma ripensa al ragazzo che aveva intravisto alla rissa, quello che assomigliava a Vegeta, quello che Vegeta una volta aveva tentato di essere, ma che non era più lui, ma qualcuno che comunque avrebbe sempre fatto parte della persona che è, del ragazzo che stava stringendo fra le braccia in quel momento.
<< No >> risponde, perché i fantasmi e i demoni possono spaventarti, possono farti del male solo se tu dai loro il potere di farlo, solo se tu li riporti in vita.
Vegeta lascia andare il respiro che aveva trattenuto e poi si avvicina ancora al suo viso per appoggiare la sua fronte sulla sua.
<< Ti prometto che non ti farò mai del male.>> le dice, e non c’è più ombra di dubbio nel suo cuore quando gli sussurra sulle sue labbra roventi e perfette << Lo so.>>

 

FINE#11
 
  
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