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Autore: Celeste98    13/03/2019    3 recensioni
Prequel della long “Scritto nelle stelle... o in un fumetto” della quale consiglio la lettura poiché questa sarà essenzialmente una raccolta di eventi che ho accennato nel corso della storia o che serviranno a chiarire i numerosi dubbi lasciati dalla prima storia.
*Tratto dal primo capitolo*
“La prossima volta allora comincia con il dar retta ai tuoi stessi consigli e non impicciarti nelle cose che non ti riguardano, capellone” sbottò il tipo bassino che noto solo ora essere rimasto alle nostre spalle.
“Un semplice grazie sarebbe bastato, nanerottolo” rispondo di rimando non riuscendo a trattenere un ghigno alla vista della vena che pulsava al centro della sua fronte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nelle stelle... o in un fumetto'
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(AUDIO)

POV Vegeta
Sto tornando a casa. Dopo quattro lunghi anni di inferno sto finalmente tornando a casa, sto tornando da lei. Non ho avvisato nessuno del mio ritorno, solo mio padre ne era a conoscenza avendo letto il fascicolo della squadra. Non voglio nessuno ad intralciarmi, la mia meta è una e non ho bisogno di nessuno per raggiungerla.
Mi è mancata come l’aria, ma non gliel’ho mai scritto in nessuna delle mie lettere. Chissà, magari riuscirò a dirglielo faccia a faccia. Credo di poter quasi immaginare cosa accadrà da qui a qualche minuto. In un primo momento sarà spiazzata, probabilmente resterà ferma sul posto per qualche secondo, ma una volta ripresasi non credo che ci sia qualcuno al mondo in grado di impedirle di saltarmi addosso. Bulma è fatta così, spontanea come una bambina, forse a volte un po’ troppo, e questa è una delle cose che amo di lei. A quel punto mi auguro che non ci sia nessuno nei paraggi, perché dubito anche di riuscire io stesso a separarmi da lei tanto presto.
Il viaggio è stato il più lungo della mia vita, probabilmente anche più di quello di andata, ma la colpa potrebbe essere di Radish e Chery e delle loro continue battute a sfondo sessuale.
I miei passi echeggiano nel corridoio vuoto, nelle finestre al mio lato destro scorgo il mio riflesso. Sembro un’altra persona con indosso l’alta uniforme, due medaglie nuove di zecca, una d’oro e l’altra d’argento, brillano sul mio petto, il capello sotto il braccio destro, la mano sinistra avvolta in un guanto bianco, gemella della destra, nascosta nella tasca dei pantaloni, mentre nella tasca della giacca una scatoletta di velluto sembra pesare come un macigno. Il suo contenuto mi è ben noto, si tratta dell’anello con cui mio padre fece la proposta a mia madre. Fu proprio lui a darmelo quando entrai nell’esercito, sostenendo che sarebbe stato in buone mani fino a quanto non avrei trovato il momento adatto e la donna a cui donarlo. Sulla donna sono stato sicuro dal primo bacio che le diedi una sera dopo la scazzottata che seguì alla partita di football, il momento credo che sia finalmente arrivato.
Mi dirigo con passo sicuro per quei corridoi che mi sembra di conoscere come le mie tasche per via di tutte le volte che me li ha descritti nelle sue lettere. Manca poco ma una volta voltato l’angolo mi gelo sul posto, come se uno dei tanti colpi che ho prontamente schivato durante tutte le sparatorie a cui ho partecipato mi avesse colpito dritto al cuore, mandandolo in frantumi. Davanti ai miei occhi, Bulma, la mia splendida ragazza che amo più di ogni altra cosa al mondo, sta baciando un altro uomo. Le sue braccia la avvolgono tenendola stretta al suo petto, sul quale sono poggiate le mani di Bulma. Attaccato alla sua gonna, un bambino dai grandi occhi azzurri e di all’incirca due anni fissa i due esclamando con la sua flebile voce di bambino “Mamma? Mamma?” per attirare l’attenzione della donna.
Non appena sento la nausea attanagliarmi lo stomaco a causa di quello spettacolo, silenzioso come sono arrivato giro i tacchi allontanandomi da quella visione che ha rovinato ciò che di più caro e bello avessi al mondo. A quanto pare mi sono sbagliato, ma se lei è felice non mi resta che farmi da parte...
 
POV Bulma
Ho sempre saputo che un giorno mi sarei sposata. Da bambina sognavo il mio matrimonio in un castello antico, con mio marito che mi raggiunge in groppa a un cavallo bianco e io con indosso un meraviglioso abito principesco bianco e con il velo che arriva fino a terra. Crescendo questa fantasia è andata adattandosi ai miei gusti di adolescente e, soprattutto, al mio fidanzato. Per anni ho sognato che avrei sposato Vegeta durante una cerimonia intima con pochi invitati, per lo più amici e familiari. Immaginavo lui bellissimo nel suo smoking nero senza papillon o cravatte e con un primo bottone della camicia slacciato, dietro di lui Radish a fargli da testimone. Io invece mi vedevo con un abito semplice e bianco come il latte, magari dal taglio a sirena morbido, con lo scollo a cuore e la gonna non troppo vaporosa, il velo bianco a celarmi il viso.
Oggi mi sto sposando, ma il mio matrimonio non è per niente come me lo ero immaginato. Io e Yamcha abbiamo optato per un matrimonio in spiaggia, o forse sarebbe stato meglio dire che lui ha scelto il matrimonio in spiaggia perché fosse stato per me non avrei mai ceduto  ma era il compromesso per avere la torta nuziale a quattro piani ai frutti di bosco anziché la red velvet. Yamcha ha voluto partecipare alla scelta di ogni più piccolo dettaglio e in una situazione normale ne sarei stata felice ma non in questo caso. Ci stiamo sposando a maggio, il mese delle rose e lo sposo si è impuntato sul non volere le rose, preferendo le ortensie. Per avere le rose avrei dovuto cedere a un addobbo rosso e bianco, non esattamente la mia idea di matrimonio, così alla fine anche qui avevo ceduto. L’ultimo compromesso a riguardo, proposto dalla wedding planner, fu quello di usare le orchidee di vari colori e creare un addobbo quasi caraibico, inutile dire che questa idea incontrò l’entusiasmo del mio futuro marito. L’unica decisone su cui ho potuto avere il pieno controllo è stato l’abito da sposa, ma neanche così tanto controllo dal momento che dovetti attenermi al tema caraibico. Aimè anche qui dovetti scendere a compromessi scegliendo un abito dal taglio in vita, la gonna morbida e svolazzante e un profondo scollo a V. Avevo deciso di non volere il velo, mi sarebbe solo d’intralcio. Però c’è stata una cosa su cui ho potuto sbizzarrirmi: il completo di Trunks. un pomeriggio io e mia madre siamo andate a fare shopping e avevamo scelto un completo tre pezzi spezzato con pantaloni e camicia bianchi, giacca blu e gilè in pandan con il papillon a fantasia azzurro. Inutile dire che io e Yamcha litigammo per una settimana intera per quel vestito, a lui non piaceva e due giorni dopo il mio acquisto si presentò a casa con un altro completo decisamente più classi e da pinguino: giacca, pantaloni e papillon neri, camicia bianca e bretelle. Più che il paggetto sembrava un mini cameriere. Il mio bambino mi diede man forte nella scelta del completo ma non a parole, si limitò a un’espressione schifata degna di suo padre alla vista del completo nero. Uno schiaffo morale non di poco conto per il mio futuro marito.
Nonostante tutto però posso dirmi felice. Yamko è un bravo padre e se il mio bambino è felice lo sono anche io...
 
“Bulma Brief, vuoi accogliere Yamcha Wolf come tuo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di amarlo e onorarlo per tutti i giorni della tua vita?” dopo la domanda del sacerdote sposto lo sguardo sull’uomo al mio fianco fasciato nel suo smoking nero con il papillon rosso che gli avevo bocciato a prima vista, ritendendolo troppo formale per un matrimonio in spiaggia. Tanto per cambiare ha scelto di testa sua. Sto facendo la scelta giusta? I miei pensieri corrono alla mia vita degli ultimi due anni e, soprattutto, a Trunks, il mio bellissimo bambino che ora assiste alla cerimonia in prima fila in braccio a mia madre. Yamcha mi è stato vicino dopo l’abbandono da parte di Vegeta e non a mai chiesto niente in cambio. Il nostro avvicinamento è stato automatico, non so se lo amo ma ci tengo davvero a lui. Poi, è l’unico padre che Trunks abbia mai avuto e stravede per lui. Non ci vuole un veggente per capire che il mio bambino è il motivo principale per cui sono qui oggi, e spero di aver fatto la scelta giusta per lui...
“Lo voglio”
 

SPAZIO AUTRICE
Oh mio Dio... Stento a crederci ma questa volta è veramente finita. È stato quasi più difficile scrivere il prequel che la storia (e con questo mi giustifico anche per la lunghezza del capitolo fin troppo misera per i miei gusti) in sè però ammetto che è stato divertente rientrare nei panni di Vegeta, Bulma e Radish del passato.
Come avrete notato, nel Pov Vegeta ho riportato direttamente le parti della storia originale inserendo solo qualche dettaglio in più, la seconda parte invece è totalmente inedito. Il tutto arricchito con l'aggiunta del brano di Max Pezzali "l'universo tranne noi", da cui è tratto anche il titolo del capitolo.
Spero che la storia vi sia piaciuta e di ritrovarvi presto in nuovi progetti che sto realizzando, sempre a tema Dragon Ball e prevalentemente AU
Ciaooooo 🤗😘🤗😘🤗
  
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