Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: martaweasley    14/03/2019    0 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2. Return Home

 

Ancora niente. 
Niente. 
Sto quasi pensando di assumere un investigatore privato, tipo Sherlock Homes. È passata una settimana dalla mia brillante idea e non riesco a rintracciare nessuno. 
In che secolo vivono? 
Non hanno Facebook e nemmeno Instagram o Twitter.

L'unico che forse è più facile da rintracciare è Richard Martin, siamo cresciuti nella stessa città, magari abita ancora lì.
Quindi ho deciso di andare a trovare i miei. Parto questo venerdì pomeriggio e torno per la lezione di letteratura tedesca il lunedì pomeriggio. 
Ho già sistemato i miei turni di lavoro, nessun problema. 
Ashton, Susan e Lucy si sono sorpresi della mia piccola gita, ma non mi hanno fatto domande. Per fortuna, non ho intenzione di parlare con nessuno del mio piano.

Non è da me fare un viaggio, anche solo per andare a trovare i miei, all'improvviso. A me piace organizzare per bene le cose, fare con calma, invece questa volta ho fatto tutto di fretta.

***

Appena ho finito di fare la valigia posso partire. Non pensavo di portarmi una valigia tanto grande, infondo sto via solo due giorni, però ora sono in piena crisi. 
Ma cosa devo portarmi dietro? 
Ecco non posso portarmi solo abiti casual, mettete caso che incontri per davvero Richard e che lui mi voglia portare a teatro o pure in un ristorante di lusso, dovrei avere un abito elegante. 
Non so scegliere quale. 
Come faccio a scegliere in precedenza? 
Ah adesso vorrei portarmi dietro tutto l'armadio. 
«Anne perché sembra essere scoppiata la terza guerra mondiale qui?» chiede Lucy ridacchiando per poi spostare qualche vestito dal mio letto e sedersi. 
Sì, in effetti, la mia stanza è un pochino in disordine. Giusto qualche abito per terra, qualche altro sul letto e sulla scrivania. 
Non è colpa mia! A volte i miei vestiti sembrano duplicarsi. 
Ci sono giorni in cui mi sembra di non aver niente da mettere, altri in cui ho talmente tanti vestiti da non saper scegliere. 
«Non so cosa portarmi»
«Ma scusa non vai a trovare i tuoi genitori? A cosa ti serve quest'ambito rosso scollato?»
«La nostra piccola Anne ci nasconde qualcosa?» sentiamo dire da Susan che era appoggiata allo stipite della porta. 
«No, ma che assurdità! Io? Nascondere qualcosa? No! E comunque non sono piccola, tra di noi sono la più grande» cerco di cambiare argomento mentre metto le ultime cose nel mio piccolo trolley rosso. 
«Tu non ce la racconti giusta, ma fa niente. Piuttosto Lucy stasera ti va di andare a mangiare in quel ristorantino. messicano?»
«Uh messicano, ci sto!»
«Ah quindi quando non ci sono andate fuori a cena?» chiedo facendo finta di essermi offesa.
«A te non piace il piccante, quindi sì andiamo fuori a cena» 
«Va bene, ho capito. Allora divertitevi senza di me» 
«Lo faremo» rispondono all'unisono Lucy e Susan, per poi scoppiare a ridere tutte e tre.

Da Londra a Brighton sono solo due ore. Arriverò in tempo per la cena.

«Hey Withman»
«Hey Davis» 
Ashton gira spesso da queste parti, ha un amico che abita nella mia stessa zona.
«Per colpa tua devo fare il doppio turno di domenica mattina, mi devi un favore» mi informa mentre con nonchalance prende la mia valigia e la mette nel bagagliaio della mia piccola macchina azzurra. 
«Oh grazie»
«Figurati, ma che cosa ci hai messo dentro? Piombo?» domanda ridendo per poi darmi un colpetto sulla fronte. 
«Ci si vede Withman»
«Ciao Ash!»

 

Il viaggio procede tranquillamente e nel tardo pomeriggio raggiungo la casa dei miei genitori. 
Loro mi accolgono come se non mi vedessero da anni, quando in realtà ci siamo visti a capodanno che è stato solo due mesi fa. 
I miei genitori sono sempre stati molto affettuosi, gentili e comprensivi. Sono i migliori. 
Io e papà amiamo guardare film insieme e commentarli minuto per minuto. I miei parenti dicono che io abbia preso il mio senso dell'umorismo da mio padre, penso sia proprio vero. 
Io e la mamma, invece, guardiamo molte serie tv insieme, tipo Downton Abbey, The Crown, Teen Wolf, Friends. Leggiamo molto spesso gli stessi libri e siamo tutte e due innamorate di Colin Firth e Richard Gere. 
L'anno scorso ho convinto i miei a guardare il Trono di Spade e sorpresa delle sorprese è piaciuto ad entrambi.
Il film preferito della nostra famiglia è Il signore degli anelli, avevamo la tradizione di guardarlo a ogni Natale. 
Mi mancano quei momenti.

***

«Tesoro vuoi un tè caldo alla vaniglia? Ne sto preparando due tazze per me e tuo padre quindi se lo vuoi anche tu dimmelo»
«Sì mamma, grazie» rispondo per poi tornare a guardare l'elenco telefonico, voglio accertarmi che la famiglia di Richard abiti ancora qui. Potrei chiederlo ai miei genitori visto che sono amici del signore e della signora Martin, ma ecco i miei genitori sono un po' impiccioni avrebbero combinato sicuramente qualche disastro, preferivo fare da me. Poi mio padre mi avrebbe preso in giro dicendo che è un'idea folle e stupida, sì decisamente meglio fare per conto mio.

Si! Abitano ancora qui!

Ho deciso oggi pomeriggio farò un giro e passerò davanti casa loro. Il signor Martin ha un piccolo orto, magari lo incontrerò e lui mi inviterà ad entrare in casa, farò quattro chiacchiere con i genitori di Richard, poi lui ci raggiungerà in salotto i nostri sguardi si incroceranno e sarà subito amore. 
Che bella storia, due giovani ragazzi, amici dall'infanzia, si riincontrano e si innamorano... suona proprio bene.

Nonostante fossi tornata a casa per cercare Richard, mi ero resa conto che provavo nostalgia dei tempi in cui vivevo con i miei genitori e della mia camera. Certo non del liceo.

È bello essere tornati a casa, la mia stanza è rimasta come l'ho lasciata. Le pareti color crema coperte da poster di film o band famose. Il poster di Freddie Mercury è ancora in perfetto stato. Ricordo ancora quando papà mi fece sentire per la prima volta i Queen, dopo quel momento non riuscii a smettere di ascoltarli, non consideravo più altra musica. 
I miei libri nella libreria sono ancora tutti in ordine alfabetico e di genere. Al liceo ero una lettrice ancora più accanita di ora, leggevo un libro diverso ogni settimana.

Mi mancano quei tempi.

Prendo un libro a caso e inizio a sfogliarlo, dopo aver letto solo una frase a metà libro, senza guardare la copertina, l'ho gia riconosciuto. 
«"Era da tanto tempo che non aveva la statura giusta, che da prima parve strano; ma poi vi si abituò in pochi minuti..." è indubbiamente Alice nel Paese delle Meraviglie»
Potrebbero inventare un nuovo gioco televisivo: leggere una citazione e indovinare a che libro appartiene. Si può fare anche con i film. Ovviamente si vince un premio in denaro, io ci giocherei.

Ci provo di nuovo, chiudo gli occhi, prendo un libro e lo apro quasi a metà. 
« "Vi ringrazio, ma vi assicuro che vi sbagliate. Il signor Elton e io siamo ottimi amici, niente di più" questo libro è Emma di Jane Austen!»
Che nostalgia.
Ricordo che a scuola la professoressa di letteratura inglese ci diede il compito di leggere un libro di Jane Austen, tutti lessero Orgoglio e Pregiudizio, io avendolo già letto scelsi di leggere Emma. 
Ora meglio rimettere i libri a posto. 
Sulla mia scrivania erano poggiati ancora i libri di scuola con i miei quaderni. Sfogliandone uno intravedo formule strane di fisica, meglio richiuderlo subito. La mia vista non può essere rovinata di nuovo da quelle malefiche formule.
Mi manca la mia adolescenza, ma le lezioni di fisica decisamente no.

«Anne il té è pronto»
Arrivata in cucina prendo la mia tazza verde con sopra Paperino e vado a sedermi sul divano affianco a papà. 
«Allora come va la vita? L'università?»
«Tutto bene, tutto normale»
«Anne hai programmi per questo pomeriggio? Se vuoi potremmo andare in quella nuova libreria in piazza» mi propone mamma mentre si siede accanto a me. 
Nuova libreria? Interessante, ma no. Sono qui per Richard. 
«In effetti avevo intenzione di andare a fare un piccolo giro, da sola» 
Ed ecco la tipica espressione di mia madre. Vuole farmi sentire in colpa, ma oggi proprio no.
«Domani possiamo andare insieme a fare compere, se ti va» 
«Certo!» Risponde tornando a sorridere, certe volte mia madre è più infantile di me, ma l'adoro. L'ho sempre considerata un'amica, oltre che una madre. Fin dalle elementari le raccontavo sempre tutto, infatti è un po' difficile per me non dirle del mio piano. 
Rimaniamo un po' in silenzio a guardare la televisione, mi sembra di tornare indietro nel tempo quando la sera guardavamo un film insieme tutti sul divano con una bella tazza di tè. 
«Per pranzo cosa volete mangiare?» 
Mi accorgo solo in quel momento che manca un'ora a mezzogiorno, perfetto, dopo mangiato uscirò e incontrerò Richard. 
«Polpette ovviamente» rispondiamo all'unisono io e mio padre.

——

Fa freddo. 
Perché fa così dannatamente freddo? 
Sono uscita in fretta e furia dimenticandomi la mia sciarpa di lana, la mia morbida e soffice sciarpa.
Dopo mangiato sono andata a sistemarmi i capelli e ho indossato qualcosa di più appropriato per il fatidico incontro. Infondo stavo andando ad incontrare i miei possibili futuri suoceri. 
Anche se sento già la mancanza dei miei comodi abiti da casa.

Ecco ci siamo questa è la loro via.

Passo affianco ad un piccolo parco giochi e ora che ci penso Richard festeggiava i suoi compleanni qui. 
Mi ricordo le gare a chi arrivava prima allo scivolo e a chi andava più veloce sull'altalena.

Pian piano che mi avvicino sento il cuore battere forte, okay non è questo il momento di farsi prendere dal panico.
Nessuno sa del mio piano, è perfettamente normale andare a trovare i genitori e mentre si cammina nella propria città natale incontrare vecchie conoscenze.

Tutto normale.

Continua a camminare Anne.

Pochi minuti dopo vedo il cancello di casa Martin e come avevo previsto il padre di Richard sta lavorando nell'orto. La loro casa è simile alla nostra, un solo piano, un piccolo giardino davanti con il vialetto che porta al carage. 
Nel giardino davanti alla casa c'è il piccolo orto ed il signor Martin è troppo concentrato nel suo lavoro per notarmi.

E ora? 
Che faccio? 
Lo saluto io? 
Forse è un segno, forse vuol dire che non è il momento. Giro i tacchi per tornarmene a casa, però vado a sbattere contro qualcuno.

«Oh santo cielo! Le mie mele» sento dire da una signora, alla quale sono andata addosso. 
«Mi scusi tanto, non l'ho fatto apposta, lasci che l'aiuti» intervengo abbassandomi per raccogliere le mele che sono fuori uscite dal sacchetto. 
«Anne? Anne sei proprio tu?» 
«Oh signora Martin, salve! Scusi non l'avevo riconosciuta»
«Allora sei tu! Cara è così bello rivederti! Che sorpresa! Vieni cara, vieni in casa ti offro qualcosa. Tesoro guarda chi c'è! È Anne! Ti ricordi di Anne? È la figlia dei Withman» esclama la signora Martin tutta allegra facendomi strada verso la porta. Il signor Martin si limita ad un saluto con la mano, che io ovviamente ricambio. 
«Come stai? Cosa fai ora?» mi domanda mentre si allontana per poggiare sul tavolo in cucina la spesa. 
La casa non è cambiata molto da quando ero bambina. 
Attraversata la porta d'ingresso ci si trova già in salotto. 
Un salotto accogliente con un piccolo camino davanti al vecchio divano verde scuro. 
Sul comò vicino all'attaccapanni c'è una fotografia e nonostante sia cresciuto lo riconosco subito, è Richard con in mano il diploma.

E complimenti ai signori Martin che ti hanno fatto bello.

«Il nostro Richard si è fatto grande, come te del resto» sento dire dal signor Martin, non mi sono nemmeno accorta che era entrato in casa. 
Richard è uguale a quando era bambino, solo più grande, sempre bello e con quei suoi adorabili riccioli. 
«Si, dopotutto è inevitabile crescere» 
Mi accomodo in salotto dove la signora Martin ha portato tre tazze di tè e dei biscotti al cioccolato.

Racconto loro cosa stavo facendo, cosa studiavo, il mio lavoro e loro intervenivano facendomi domande di continuo, ma restando sempre gentili e sorridenti. 
Proprio dei suoceri adorabili, cioè persone adorabili. 
«Invece Richard? Lui come sta?» 
«Lui sta bene, si è trasferito anche lui a Londra e viene a trovarci nel weekend per aiutare mio marito al bar» 
Ora che ci penso il signor Martin ha una piccola caffetteria in centro. 
«Che gentile, come va con la caffetteria?»
Mentre loro mi raccontano della caffetteria e successivamente dell'orto, mi rendo conto che oggi è sabato, se Richard viene a trovare i genitori nel weekend, dovrebbe essere qui. 
E se questo fosse l'unico weekend in cui non può venire?Posso essere così sfortunata? Purtroppo sì.
«Ti piacerebbe?» mi chiede la signora Martin all'improvviso. Oddio non stavo ascoltando, cosa mi piacerebbe? 
Se adesso rispondessi "cosa?" Farei la figura della sciocca che non presta attenzione. 
«Si» risposi con un piccolo sorriso. 
«Perfetto! Allora per domani siamo apposto, puoi cominciare alle 9.00» 
Cosa? 
Oddio cosa ho accettato? 
Perché ho detto si? 
«Cosa dovrei fare, quindi?»
«Servire ai tavoli, prendere gli ordini, fare quello che fa Richard così che lui possa riposare questo weekend»
Oh quindi questo ho accettato, di sostituire Richard in caffetteria. 
Questo conferma la mia teoria. Questo weekend Richard non sarebbe tornato a casa.

***

Mia mamma ci rimase male quando le dissi che non avrei potuto fare compere con lei, perché dovevo lavorare. 

Comunque non sto andando tanto male, sto migliorando. In fondo sono migliorata da questa mattina. Ho solo rotto due bicchieri, per ora. 
«Tu lavorerai con noi solo questa domenica, vero?» mi chiede una ragazza di all'incirca la mia età, molto alta e snella.

Perché sono sempre tutte più alte e snelle di me? 
C'è un segreto per diventare più alte e magre che tutte sanno tranne me?

«Si, solo per oggi, sostituisco Richard» rispondo abbozzando un sorriso mentre finisco di pulire un tavolo vicino all'ingresso.
«Per fortuna, perché senza offesa non sei per niente brava. E detto fra noi mi sarebbe dispiaciuto non poter più lavorare con Richard» dice ridacchiando, ma che simpatica. 
Primo: giù le mani da Richard. 
Secondo: voglio vedere lei il suo primo giorno in un posto in cui non ha mai lavorato prima.
So benissimo di non essere brava, ma ehi non l'ho mica proposta io l'idea di lavorare qui. Anzi se fossi stata meno stupida e più attenta non avrei accettato. Tuttavia eccomi qui. Una maldestra distratta ragazza che lavora in una caffetteria. 
Una maldestra distratta e illusa ragazza che spera ancora nell'arrivo di Richard. 
Tuttavia non arriva, il ragazzo preferisce starsene a casa sua a risposare. Come se niente fosse. Insomma i suoi genitori gli avranno detto di me. 
Perché non si è precipitato qui per salutarmi? 
Perché non è venuto qui per aiutarmi come un vero principe azzurro? 
Insomma se fosse davvero l'amore della mia vita dovrebbe venire qui, giusto? 
«Anne abbiamo un cliente seduto al tavolo fuori lo servi tu?» 
Alzo gli occhi al cielo e spero che questo cliente non chieda qualcosa di troppo complicato. Spero anche che questa giornata finisca in fretta, giuro che non lavorerò mai più in un bar, non fa decisamente per me.
«Buon pomeriggio è pronto per ordinare?» chiedo sorridendo, ma senza prestare molta attenzione piuttosto perché Richard non si fa vivo? 
Che debba andare io da lui? 
«Non sei proprio cambiata» sento dire dal cliente, lo guardo confusa. 
«Ti ho detto cosa mi piacerebbe prendere, ma tu eri talmente assorta nei tuoi pensieri che non mi hai sentito. Eri così anche da bambina»
Credo di star per svenire. Come ho fatto a non accorgermene prima? 
Si è cresciuto, ma come ho già detto non è cambiato, è sempre Richard. 
Sentivo le guance andare a fuoco, che imbarazzo. 
Oddio perché le mie gambe tremano?
Calmati.
«Ciao Anne come stai?» Sorride porgendomi la mano. Una stretta di mano come saluto sul serio? Tutto qui?
«Tutto bene, tu? Hai riposato abbastanza e sei venuto a sostituirmi?» 
Lui sorride ancora, si è proprio lui. 
Visto dal vivo è ancora più bello che in fotografia. 
Mamma mia quei suoi capelli pieni di riccioli vorrei affondarci le mani dentro.
Contegno Anne. 
«In realtà no, sono qui per prendermi un caffè e un muffin, comunque sto bene, grazie» 
«Caffè e muffin te li porto subito!» 
Mi affretto ad entrare per preparare l'ordine.
Lui è qui. 
Ora calmati Anne. 
Quanto è bello. 
Calmati. 
Che caldo, ho le guance che vanno a fuoco.
Anne adesso esci e cerchi di capire se è lui l'amore della tua vita. 
Questione di vita felice o di vita da zitella.





 

Questione di vita felice o vita da zitella, giusto? 
Ed ecco il primo pretendente. 
Il bell'amico d'infanzia Richard.

Come pensate se la caverà Anne?
Cosa pensate accadrà?
Chi sarà la sua anima gemella? 

 

Anyway spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate. 
Chiedo scusa per eventuali errori di distrazione.

Ti ringrazio per leggere la mia storia

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: martaweasley