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Autore: _aivy_demi_    15/03/2019    15 recensioni
Alphonse ha riottenuto il suo vero corpo, pulsante in carne sangue e respiri. Edward ha donato in cambio la sua arte alchemica, preferendo mantenere la gamba e il braccio allo stato attuale come monito di ciò che è accaduto nella loro infanzia.
Sa che non sarà più come prima, soprattutto dopo tutti quegli anni passati a sacrificarsi, lottare e raggiungere un risultato dopo l'altro soltanto per restituire la vecchia vita al fratello minore, liberandolo dalla gelida armatura di metallo in cui era stata legata la sua anima. Come riuscirà a rapportarsi nuovamente alla persona che ama di più al mondo, essendo consapevole di come si sia evoluto quel sentimento nel corso del tempo?
non contiene sesso incestuoso
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers'
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Don't get close!





Quand'è stata la prima volta in cui mi sono reso conto di essere la persona sbagliata per te?
Quando?
Quand'è che ho capito che avrei dovuto separarmi da te immediatamente, andandomene e cancellando le mie tracce?
Non ce l'ho fatta, non è successo. E ora mi torturo le mani, cerco risposte dove non ce ne sono, osservo il soffitto nel tentativo di dare un nome a tutto quello che sta succedendo. Non può essere, mi sono detto. No, è uno scherzo.
Un cazzo di scherzo del destino.
Trovo buffo quanto sia inutile dire che nulla di tutto questo dovrebbe succedere, ma perché non ne sono capace? Dovrei cancellare ogni singolo pensiero dalla mia mente, ingoiare parole dette a sproposito e mentire, mentire e mentire ancora. Dimenticarmi di te, abbandonarmi all'idea di non essere più in grado di innamorarmi di nuovo. Qui non si tratta di alchimia, qui si tratta di me, del mio corpo, di come desidero te che sei la persona più importante della mia vita.
Si tratta di te, dei sacrifici che abbiamo fatto, che ho fatto e di cui non mi pento minimamente. Ho scelto di perdere ogni mia singola capacità per te, rinunciare ad anni di lavoro e fatiche. Sì, ho buttato tutto a puttane con l'unica consapevolezza di riportare indietro il tuo corpo, cosicché la tua anima potesse ritrovare di nuovo se stessa.
Bene, no?
Un sacrificio per un sacrificio, uno scambio equivalente. Esattamente quello che la legge alchemica prevede. Credevo sarebbe stato più difficile, ma mi sono reso conto che il problema non è la perdita che ho subito, ma l'averti ritrovato così come sei. Non riesco a fare a meno di pensare a te ogni singolo secondo della mia esistenza, come e più di prima: da freddo metallo, involucro apparentemente vuoto che eri, sei tornato carne, calore e sangue.
Sei tornato, e ancora ora appena ti sfioro sento qualcosa spezzarsi dentro.
Mi alzo a fatica e mi trascino davanti allo specchio. L'immagine riflessa è l'ombra di quello che ero. Pallido, le occhiaie violacee evidenti, occhi stanchi. Non posso continuare così, non posso sperare di insabbiare tutto. Se solo potessi dirtelo...
Cosa cambierebbe? Probabilmente mi allontaneresti o peggio ancora. Potresti stringermi a te, accostare i nostri petti, respirare uno nell'altro fino a dare fiato a cose innominabili che non dovrebbero neppure uscire dalla mia testa.
Al, non posso stare ancora qui, non con te.
Perdonami, perdonami
.


Ed.




Accartocci il foglio di carta scaraventandolo in un angolo della camera e ti trascini mollemente fino alla sala nella speranza di non incontrarlo. Libri sparsi nel salotto e sul pavimento dimostrano una volta di più quanto quello disordinato non sia solo tu. Ti abbassi a raccoglierne un paio per poi riadagiarli silenziosamente sul tavolo, notando con dispiacere che ogni singolo volume aperto parlava di come riappropriarsi di qualcosa di perduto.
"Sei un vero idiota."
Lo sai cosa ha intenzione di fare, e questa consapevolezza sgradevole ti provoca un moto di repulsione verso ogni cosa. Stringi i pugni scaraventando a terra tutto ciò che stava sul ripiano ligneo, riaprendo gli occhi solamente quando senti la porta di casa richiudersi.
«Ed?»
Te ne vai senza rispondere prendendo la direzione di camera tua, una stanza che fino a poco tempo fa ospitava due letti, ma che ora porta le silenziose tracce di un solo frequentatore. Sei tu che lo hai mandato via, tu che lo stai escludendo dalla tua vita, dai tuoi spazi, da qualsiasi attività ideata all'ultimo per portarti via del tempo. Ti accasci sulla porta scura chiusa con poca delicatezza, nella speranza che possa lasciarti in pace. Sai che anche oggi insisterà fino allo sfinimento, ma hai deciso di non cedere.
«So che sei lì, rispondimi...»
Senti, o credi di udire una mano che sfiora la superficie fredda, nella speranza di creare un varco, entrare e pararsi di fronte a te pretendendo spiegazioni che ancora non hai avuto il coraggio di concedere. Sai che non lo farà, tuo fratello è troppo leale per utilizzare le sue capacità al fine di accontentare quello che pensi sia solo un suo capriccio. Percepisci un altro rumore non ben identificato, e te lo immagini lì, in piedi, le braccia tese in avanti e la fronte poggiata sul legno, ad aspettare.
Aspettare cosa, poi? Una dichiarazione? Un "mi dispiace" sussurrato tristemente? Oppure chissà, un abbraccio. D'altronde erano anni che aspettavate quel momento, vero? Quanto è stato bello quando hai potuto stringerlo a te nella forma originale, umana, calda. Un cuore palpitante, aria nei polmoni, respiri a scuotere il petto.
Eppure...
Eppure?
Nulla, non apri nemmeno stavolta, conscio che lui starà lì fino a che la speranza non avrà allentato la sua mano sulla gola e sui polsi.
«Va via...» L'unica cosa che riesci a sussurrare, più a te stesso che non ad Alphonse. «Ti prego, va via.»
Prendi le ginocchia tra le mani, poggiandoci il capo e rimanendo fermo immobile. Il duro pavimento si lamenta della tua presenza, le giunture cominciano a dolere; da quanto tempo sei lì esattamente, in quella stessa posizione? Ti arrischi ad alzarti facendo forza sull'automail, imprecando dentro di te perché in questa giornata di pioggia l'attaccatura fa maledettamente male. Cedi e ti accasci con un tonfo.
A quel punto Al supera l'invisibile linea di demarcazione che sta tra l'essere prudente e passare per impudente: spalanca la porta pronunciando più volte il tuo nome. Ti scuote, ti accoglie tra le sue braccia, ti stringe forte a sé come se quel contatto potesse in qualche modo farti star meglio. Ed è così, almeno in parte. Ti senti sollevare di peso ed adagiare sul letto con delicatezza. Sorridi, perché una volta di più ti rendi conto di come tu sia effettivamente rimasto il più basso, nonostante il tuo essere il fratello maggiore. Vorresti dirgli qualche cosa, una qualsiasi, ma la stanchezza accumulata fino a quel momento si ripresenta sulla tua testa e sul torace come un macigno, impedendoti di parlare coerentemente e di spiegarti.
«Al...»
La tua mano stretta tra le sue, ancora quel tepore.
«Sono qui. Sei davvero uno stupido, un incorreggibile stupido. Lo sai, fratello?»
Lo senti chinarsi verso di te, nonostante gli occhi chiusi e la sensazione di essere completamente perso nel dormiveglia. Lo senti anche mentre ti sussurra che è preoccupato per te. Percepisci una piccola perla liquida e calda atterrare sul tuo palmo e scivolare dal polso giù, fino al lenzuolo. Lo hai sempre reputato un incorreggibile sentimentale, eppure ti fa piacere.
Ti fa piacere perché sai che è ancora vivo.
Il suo respiro alterato, la pelle delle sue mani, il leggero tremolio dei suoi muscoli... Tutto questo dimostra che è vivo, che è lì.
È di nuovo lui, Alphonse Elric, tuo fratello minore non più legato a mero metallo gelido. È
lui.
Sorridi nel sonno, inconsapevole se sia ancora lì al tuo fianco. Poco importa ormai, non saresti più riuscito a resistere nel mantenere quell'insensata lontananza che ti eri imposto di rispettare.
«Ed.» Un'ultima carezza, prima di avvertire un lieve tocco sulle tue labbra. Potresti anche averlo sognato, non lo saprai mai.
«Ed.»






Eh ma Stefy, sempre queste cose allegre eh! Sembrava tu ti fossi redenta con la questione della commedia original, ma non puoi fare a meno di affrontare argomenti difficili e coppie al limite, vero?
Decisamente vero, ahahah! Non ci posso fare nulla, io e l'amore tra fratelli abbiamo un certo feeling che mi porta a voler parlare di loro con la dovuta distanza, la delicatezza che si estrania dal mero eventuale problema sessuale, e che si insinua all'interno delle loro menti nel tentativo di sciogliere i mille dubbi che li assillano stando uno accanto all'altro.
Che dire, fatemi sapere che ne pensate, ho bisogno di conoscere le vostre opinioni a tal merito. Mi auguro come sempre di avervi regalato qualche riga interessante, una lettura piacevole e diversa dal solito.
Un abbraccio a tutti, e un pensiero speciale a Mahlerlucia, a Blueroar e Miryel, a tutte le ragazze fantastiche del gruppo Boys Love e a chiunque abbia dedicato un poca di vita per leggere tutto questo. Thank you!


-Stefy-


   
 
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