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Autore: BellaLuna    17/03/2019    2 recensioni
Raccolta di storie incentrate sulla coppia Bulma/Vegeta ambientate in diversi Universi Alternativi.
#1: CardCaptorSakura!AU: "La verità era che Bulma avrebbe volentieri ceduto il suo ruolo di cattura carte a Vegeta, e grazie tante!"
#2: Avatar, theLastAirBender!AU: Vegeta, principe dei dominatori del fuoco, scopre che esiste qualcosa di più forte dell'odio per cui valga la pena combattere.
#3: LOST!AU: "Forse, semplicemente, il destino di Vegeta era sempre stato quello di salvarla dalla catastrofe, come il suo quello di salvare lui da se stesso."
#4: Victoria!AU: "Bulma sapeva già come sarebbe andata a finire. Vegeta l'avrebbe guardata e non avrebbe visto nient'altro che una corona. Non avrebbe mai visto una donna, non avrebbe mai visto lei."
#5: TheVampireDiaries!AU
#6: LaBellaAddormentataNelBosco!AU
#7: FullMetalAlchemistBrotherwood!AU
#8: DragonTrainer!AU
#9: GossipGirl!AU
#10: TeenWolf!AU
#11: SKAM!AU
#12: YourName!AU
#13: Mulan!AU
#14: L'IncantesimoDelLago!AU
#15: StrangerThings!AU
[Il Capitolo Uno, il Capitolo Quattro e il Capitolo Quattordici di questa Raccolta partecipano alla "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" di Laila_Dahl sul forum di Efp.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO TREDICI: Mulan!AU



" Non avrei mai dovuto lasciare casa mia..."
Tutto quello che Bulma aveva voluto dal giorno in cui quella maledetta convocazione alle armi era arrivata, era salvare la vita di suo padre.
Ma, in verità, tutto quello che aveva voluto da sempre era essere un’altra persona.
Una persona che avrebbe ammirato quando si sarebbe guardata allo specchio, una versione migliore della se stessa che aveva così miseramente fallito nell’essere la fanciulla perfetta che Madame Baba si era aspettata.
“Potrai anche sembrare una sposa, ma non porterai mai onore alla tua famiglia.”
Bulma non aveva avuto il coraggio, allora, di dire la verità, di dire a sua madre o a Baba che a lei di diventare la mogliettina tutta imbellettata di qualcuno non poteva fregargliene di meno.
Che era altro che avrebbe voluto essere nella sua vita – Dio, le andava bene qualsiasi altra cosa! - e anche se il suo sguardo non era ancora capace di guardare così lontano, sapeva che c’erano cose che l’avrebbero resa più felice che non preparare il tè, rassettare la casa e annuire ogni giorno con fare computo e rispettoso in attesa di mettere al mondo dei figli.
Sapeva che lì fuori c’erano mille e più modi, in cui avrebbe potuto sfruttare al meglio il suo ingegno, la sua intelligenza, tutte quelle doti che suo padre le aveva trasmesso e tutte quelle doti per cui lei lo amava così tanto.
Avrebbe fatto di tutto pur di salvarlo, avrebbe fatto di tutto pur di non vederlo ritornare sdraiato in orizzontale su un carro funebre.
Perciò, non aveva pensato alle conseguenze, non aveva pensato al tradimento, o alla morte, o al disonore che avrebbe recato alla sua famiglia se avesse fallito o se, peggio ancora, l’avessero scoperta.
Quando si era tagliata i capelli e aveva rubato l’armatura di suo padre, tutto ciò che aveva pensato era stato “Lo sto facendo per lui, per salvargli la vita”, ma forse, madama Baba aveva ragione e lei era solo una bugiarda, un’insulsa, piccola, presuntuosa ragazzina.
Forse, lo aveva fatto un po' anche per lei, per dimostrare finalmente qualcosa a se stessa, per dimostrare che avrebbe potuto fare quello che facevano gli altri, pur essendo solo una donna.
Che poteva parlare, ed essere ascoltata, ed avere ragione, che poteva prendere decisioni giuste da sola, che poteva anche essere altro dalla semplice compagna di vita di un uomo.
Pensava di mischiarsi fra la folla di soldati e seguire il vento... come le canne di bambù... senza lasciarsi mai spezzare, senza lasciarsi mai abbattere.
E invece, come al solito, aveva combinato un disastro dopo l’altro.
I soldati l’avevano presa in antipatia – perché poteva anche provare a parlare come loro, a camminare come loro, persino a sputare come loro, ma pensare come loro oh, quella era la parte complicata!
E poi era spuntato fuori Vegeta, il giovane capitano del loro battaglione.
Vegeta che l’aveva fatta a pezzi in un secondo, Vegeta che l’aveva fissata come l’aveva fissata Madama Baba, come se fosse un disastro di persona che nella vita non avrebbe mai combinato nulla di buono.
Se non si era arresa a quell’occhiata, a quel “Va, non ci servono soldati come te” era perché, per una volta, solo per una volta, aveva desiderato poter dimostrare il contrario, a loro ma anche e soprattutto a se stessa.
Aveva desiderato leggere un’espressione diversa nei volti di chi l’aveva giudicata senza darle neanche una chance, aveva desiderato farli ricredere, aveva desiderato che la guardassero e pensassero, non c’è niente che quella ragazza non possa fare, anche se sapeva che non avrebbero mai davvero potuto sapere chi fosse realmente.
Che la persona che avrebbero ammirato non sarebbe mai davvero stata lei ma Bing, e quello sarebbe stato comunque meglio di niente, meglio di ritornare a casa e sentire nuovamente suo padre ripeterle “tu mi disonori”. Qualunque cosa sarebbe stato meglio che riavere indietro la vita che aveva prima, dove non sarebbe mai potuta essere nient’altro che una ragazza in attesa di diventare la sposa di qualcuno.
Forse, quindi, era veramente così che era andata, forse lo aveva davvero fatto solo per se stessa, e tutto ciò che era seguito a quella notte, lei che recuperava la freccia e la lanciava ai piedi di Vegeta, lei che imparava a prendere sempre più coscienza di sé, della sua forza, della sua intelligenza, delle sue possibilità, non avevano avuto più nulla a che fare con la sua famiglia ma solo con lei.
Con lei e con ciò che avrebbe o no voluto essere, con ciò che avrebbe voluto o no diventare un giorno.
Ma adesso... che cosa le era rimasto adesso?
Vegeta l’aveva risparmiata dalla pena capitale solo perché si sentiva in debito con lei, non per altre ragioni, non perché la considerasse sua amica.
Si era fidato di Bing, solo per poi scoprire che Bing non era mai realmente esistito, che c’era stata solo lei e lei era solo una donna, solo un serpente infido, come quell’arrogante di Zamasu l’aveva chiamata.
Pensava che dimostrando il suo valore sarebbe finalmente riuscita a vedere qualcosa di se stessa che prima non c’era, sarebbe finalmente riuscita a intravedere qualcosa nel suo riflesso che non fosse soltanto l’ombra di una persona, ma una persona vera, reale, capace.
Ma si era sbagliata.
Poteva anche essere la migliore del suo battaglione a creare esplosivi, a organizzare piani d’attacco e di difesa, ma restava pur sempre una donna.
E nessun posto, pertanto, le sarebbe mai appartenuto veramente, niente sarebbe mai stato veramente suo, lei stessa non sarebbe mai stata destinata a diventare nient’altro che l’oggetto di qualcuno.
Pensava che ormai fosse tutto finito, che non le restasse altra cosa da fare che rimettersi in marcia, stavolta però, diretta verso casa, quando un grido disumano sotto la neve parve smuovere le montagne, un urlo che Bulma riconobbe e che la spinse nuovamente a indossare le vesti del soldato che non era mai stato.
A quanto pareva, non aveva ancora finito.
 
***
 
<< Vegeta! >>
La parata di vittoria verso il palazzo reale era un tripudio di musica e colori.
A guidare il battaglione di guerra che aveva trionfato nella lotta contro l’esercito di Freezer, vi era Vegeta, il suo capitano.
Il cuore prese a batterle più forte in petto quando i loro sguardi si incrociarono, eppure, nonostante sentisse quel familiare sfarfallio allo stomaco, decise comunque di spronare il suo cavallo verso la sua direzione, incurante della folla in delirio che le gridava dietro insulti di ogni tipo, per aver interrotto un momento così importante.
Non appena la vide arrivare, Vegeta la fissò quasi come se fosse un fantasma, uno spirito venuto dall’oltre tomba per tormentarlo.
<< Che cosa ci fai tu qui? >>
Bulma gli si accostò al fianco – come tante volte avevano fatto durante le lunghe marce verso il nuovo campo di battaglia – e gli rispose, provando a essere più convincente possibile: << Freezer è ancora vivo, lui e alcuni suoi soldati sono sopravvissuti alla valanga e adesso stanno organizzando un attacco contro il Supremo Imperatore. Secondo me, hanno intenzione di intrufolarsi dentro il palazzo e condurre un attacco dall’interno.>>
<< Ma che cosa stai dicendo? >> non sembrava che Vegeta avesse la minima intenzione di starla a sentire, era come se la sua sola presenza adesso lo infastidisse, lo mettesse a disagio << Torna a casa, Bulma, questo non è il tuo posto! >>
Il suo tono diffidente – che tante volte l’aveva ferita in passato, quando ancora pesava che non c’era davvero nessun talento in lei – in quel momento invece non fece altro che farla inviperire ancora di più.
<< Perché non mi credi?! >> gli chiese, bloccando l’incedere del suo cavallo con il suo.
Vegeta la squadrò da capo a piedi, la mascella contratta e gli occhi che sputavano fuoco << Osi pure chiedermelo? Proprio tu... che per tutto questo tempo non hai fatto altro che mentirmi?! >>
Il rancore, il tradimento che sentì trapelare dalla sua voce riuscì a ferirla più del colpo di spada che Freezer giorni prima le aveva inflitto al costato e di cui adesso portava la cicatrice.
<< Non ho mai mentito quando dicevo di ammirarti...>> gli confessò, sentendo le guance avvampare per l’imbarazzo, e lo vide di nuovo fissarla come se non credesse ai suoi occhi << Non ho mai mentito quando dicevo di essere dalla tua parte o quando dicevo che sarei rimasta al tuo fianco fino alla fine. Solo che adesso che non sono più Bing non riesci proprio a vederlo, non riesci proprio a capirlo... >>
<< Come potrei? >> le domandò urlandogli quelle parole in una sorta di ringhio, e Bulma dovette fare uno sforzo per cacciare indietro le lacrime e non dargli così l’occasione di considerarla solo una stupida frignona.
<< Una volta hai detto che ti fidavi di Bing, perché con Bulma dovrebbe essere diverso? >>
Si erano allenati insieme, avevano creato nuove strategie di combattimento insieme, avevano combattuto Freezer insieme, avevano rischiato la vita insieme, eppure tutto ciò che Vegeta riusciva a vedere era solo la sua menzogna... era solo ciò che non era...
“Forse,” non potè fare a meno di pensare, non riuscendo più nemmeno a sorreggere i suoi occhi oscuri e freddi su di lei “sarebbe stato più contento se fossi morta sulla neve. Forse almeno mi avrebbe ricordata con rispetto e con onore. Ma io sono viva, Vegeta, e che ti piaccia o no, ho intenzione di rimanerci ancora per molto tempo.”
<< Forse perché non ho idea di chi tu sia.>> le rispose alla fine, e mai come allora Bulma ebbe voglia di tirargli un pugno in faccia.
Dio, gli uomini! Ma perché non riuscivano a capire neanche le cose più semplici?
<< Sono la stessa persona di sempre! Non è mai stata Bulma l’impostora, ma Bing, perché è Bing che non è mai esistito, che era solo un nome. Io, invece, sono una persona reale. Sono io la persona di cui ti fidi, non Bing, sono io l’eroe della montagna, non Bing. E se tu non vuoi più credermi, perché ti senti ferito nell’orgoglio dal fatto che per tutto questo tempo non ti eri minimamente accorto di avere a che fare con una donna e ce l’hai con me, bene! Ma io non ho più un solo secondo da perdere e se tu non vuoi aiutarmi allora troverò qualcuno che sia meno ottuso e disposto a farlo.>>
Se Vegeta non voleva aiutarla, allora avrebbe salvato la Terra da sola.
 
***
 
<< Quindi facci capire bene... Freezer e la squadra Ginyu sono sopravvissuti alla valanga e ora si trovano al Palazzo del Supremo? >>
Fra il suo gruppo di amici Crillin era sempre stato l’unico ad avere, almeno, la testa attaccata alle spalle.
Pertanto, pensò Bulma, se fosse riuscita a convincere lui sarebbe riuscita anche a convincere gli altri.
Tuttavia la discussione venne subito proiettata da un’altra parte dal commento indelicato di Yamcha.
<< Sai, sono quasi contento che tu sia una ragazza... perché... beh... avevo cominciato a mettere in dubbio il mio orientamento sessuale, eri veramente molto carino.>>
Suo malgrado, Bulma si ritrovò ad arrossire << Ehm... grazie.>>
Goku invece non stava facendo altro che guardarsi in giro con fare sospetto, come se avesse anche lui una sorta di cattivo presentimento.
Bulma li aveva portati su una terrazza, in maniera tale da avere una visuale totale della parata e dell’ingresso del palazzo dove prima o poi il Supremo Imperatore sarebbe apparso per acclamare i suoi eroi e ricevere da uno dei generali la spada di Freezer.
 << Vegeta è con noi? >> le chiese Goku, lanciandole un’occhiata elettrizzata all’idea di poter tornare nuovamente in azione
Bulma strinse i pugni e gli rispose uno scocciato << No.>> alchè, Goku strabuzzò gli occhi come se gli avesse rifilato uno schiaffo in pieno volto.
<< Come no? Ma ci hai parlato? Gli hai raccontato quello che hai visto? >>
<< Si.>>
<< E allora? >>
<< Non mi crede.>>
<< Perché? >>
Prima che Bulma potesse sbottargli contro qualcosa di poco carino, Crillin intervenne nella discussione facendo presente l’evidente: << Perché adesso è una ragazza, Goku.>>
Il ragazzo le lanciò uno sguardo confuso, per poi limitarsi a fare spallucce << E allora? >>
Quanto avrebbe voluto che Vegeta avesse avuto quella stessa reazione! Stava quasi per correre ad abbracciare il compagno di squadra, quando le tornò in mente la frase usata poco prima da Crillin.
<< Adesso? Guardate che sono sempre stata una ragazza... anche quando vi battevo tutti a ruba bandiera! >>
<< Beh, ora almeno è chiaro il motivo per cui non volevi farti il bagno insieme a noi. O perché non avessi cantato la canzone una donna per cui battermi, quando si sa che è una cosa che i soldati fanno sempre.>> precisò nuovamente Yamcha, e Bulma pensò che fosse più interessato a fissarle le gambe, che non all’imminente attacco di Freezer e questo già preannunciava un futuro disastro.
Goku scoppiò a ridere alla riflessione del ragazzo, mentre Crillin arrossiva dalla testa fino ai piedi
<< A proposito di quella canzone... >>
<< L’ho già rimossa dalla mia testa, sta tranquillo... >>
<< Bene. Per quanto riguarda il discorso di prima, quello che cercavo di dire a Goku era...>>
<< Quello che testa pelata voleva dire, è che non abbiamo tempo da perdere per certe scemenze, Kakaroth. Perciò chiudi la bocca e vedi di seguire il piano! >>
A sentire la voce del capitano, come in un riflesso involontario del corpo, tutti si misero sull’attenti e si girarono a fissarlo con fare rispettoso.
<< Signorsì, signore! >>
Solo Bulma era rimasta immobile, le mani sui fianchi e in viso tatuata l’espressione di chi la sua lunga << Alla buonora.>> lo rimbeccò, sotto lo sguardo scioccato dei tre ragazzi accanto a lei, mentre Vegeta ricambiava il ghigno provocatorio che gli aveva arricciato le labbra.
<< Guarda che sono ancora il tuo capitano, e questo atteggiamento sfacciato sta iniziando a seccarmi.>> le disse, le braccia incrociate al petto e il viso a solo pochi centimetri dal suo.
Bulma non si mosse di un millimetro, rimase stoica a fissarlo negli occhi anche quando gli rispose con lo stesso tono altezzoso che lui le aveva appena rivolto: << Guarda che non sei più il mio capitano, da quando mi hanno sbattuta fuori dall’esercito perché sono una donna.>>
Vegeta non demorse e risolse la cosa con gesto sbrigativo della mano e un’espressione alla “chissenefrega!” << Sei ufficialmente integrata.>>
<< Non puoi farlo. >>
<< Questa è una missione di emergenza. E nelle emergenze possiamo anche sviare qualche regola.>>
<< Davvero? >> la voce di Goku aveva fatto breccia nel loro piccolo momento, facendo saltare i nervi a Vegeta, la cui giugulare aveva ricominciato a pulsare sulla gola come se fosse sul punto di esplodere.
<< Tu no, Kakarot. Per la volontà del cielo, tu no! Esegui gli ordini e basta! >>
<< Ok, ragazzi... e ragazze...>> riprese la parola Crillin, puntando un dito verso l’imperatore che era finalmente uscito fuori dal palazzo e adesso stava scendendo la lunga scalinata fino al drago di carta che conduceva la parata militare << il nostro problema principale è: come diavolo facciamo a entrare a palazzo? >>
Proprio come poco prima tutti si erano sentiti in dovere di rimettersi in riga all’entrata in scena del capitano, adesso che c’era da assemblare un nuovo piano d’azione gli occhi di tutti erano di nuovo puntati su Bulma, persino quelli di Vegeta.
La ragazza sentì il cuore saltarle in gola, l’adrenalina ritornare a scorrerle nelle vene e, finalmente, dopo tanto tempo, il riflesso di se stessa che riuscì a scorgere nei loro sguardi sembrava dirle: “è questo il posto in cui appartengo, è questo quello in cui sono capace. Non sono mai stata solo la ragazza maldestra di Madama Baba. Io sono questo.”
Colma di una nuova sicurezza, si osservò intorno, ragionando velocemente sul da farsi, poi prese un respiro profondo e iniziò a slegare la fascia che teneva insieme il suo vestito, sotto lo sguardo imbarazzato e sorpreso dei compagni di squadra.
Fu Vegeta che a un certo punto le fermò la mano, chiedendole tutto agitato e rosso in viso: << Ma che diavolo pensi di fare, donna? Ti è andato di volta il cervello?! >>
<< Tranquilli, non andate in escandescenza, ci serve semplicemente un modo per scivolare sui fili delle lanterne che collegano questo terrazzo alla veranda del palazzo, vedete?>>
Gli stendardi e i fili su cui erano disposte le lanterne si scioglievano per tutti i quattro lati della terrazza in cui si erano arrampicati, e uno di quei fili era collegato proprio a uno dei pinnacoli della veranda al lato ovest del palazzo, la parte più in ombra in cui avrebbero potuto rifugiarsi e attendere che l’assalto avesse inizio senza che Freezer si accorgesse di loro.
<< Come vi sembra questa idea? >>
Crillin si sporse a guardare giù, per poi allontanarsi dal cornicione con aria spaventata << Non hai un piano B, per caso? Io soffro di vertigini. >>
<< Questo è il piano B. Il piano A prevedeva che ci travestissimo tutti da concubine...>>
Le espressioni allibite e imbarazzate dei quattro soldati avrebbero quasi potuto ripagarla di tutti i casini in cui si era cacciata dal momento in cui era scappata di casa fino ad allora.
O, se solo avesse potuto ritrarli adesso...
<< Davvero? >> le chiese Goku, dando voce alle espressioni sconcertate di tutti gli altri.
<< No.>> rispose divertita e compiaciuta Bulma, scuotendo il capo << Ma è stato bello vedere che per un attimo ci avete creduto veramente.>>
 


FINE#13
  
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