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Autore: heliodor    18/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Consiglio di guerra

 
"Non credo a una sola parola di quello che hai detto" disse Bardhian. "Ma se Vyncent ti crede, me lo farò bastare."
Vyncent, le mani strette attorno alle redini, scosse la testa. "Anche io stento a crederci."
"Tu sai che cosa sono questi Colossi?"
"No."
"Erano... sono armi create dai maghi supremi" disse Joyce ricordando le parole di Gauwalt.
Bardhian sbuffò. "Un'altra leggenda."
"No, è vera" disse Joyce. "Io ho visitato almeno tre dei loro santuari."
"Certo" fece lui con tono ironico.
Joyce sospirò. "Se non mi credi, lo accetto, ma sono tornata per avvertirvi nonostante sapessi dell'attacco. Non basta questo a farmi guadagnare un po' della vostra fiducia?"
Vyncent si voltò. "Per me basta, ma se vogliamo convincere anche il circolo di Malinor ci serviranno altre informazioni più dettagliate. Credi di poterle ottenere?"
"Non ne ho idea. Forse c'è qualcuno all'accademia che può aiutarci?"
"Vedremo. Siamo arrivati."
Vyncent tirò le redini e costrinse la carrozza a fermarsi davanti al circolo di Malinor. C'erano dozzine di streghe e stregoni che montavano la guardia e almeno la metà di loro li fissò mentre si avvicinavano.
"Fermi" disse uno di essi. "Non potete entrare."
"Dobbiamo parlare con il consiglio e con il re" disse Vyncent.
"So chi siete e che cosa avete fatto" replicò lo stregone. "Ho l'ordine di arrestarvi se vi opponete. C'è una condanna a morte sulla vostra testa."
"Falli entrare" disse uno stregone di mezza età.
L'altro si fece subito da parte. "Eccellenza, stavo solo eseguendo gli ordini."
"Lo so" fece lui. Si piazzò di fronte a Vyncent. "Io sono Gressen. Non abbiamo avuto modo di vederci molto perché fino a pochi giorni fa ero al fronte."
"Allora hai visto anche tu le nuove armi dell'orda?"
Gressen si incupì. "Ero nelle retrovie, ma ho sentito i racconti di quelli che le avevano viste in azione. Sinceramente stento ancora a credere che possano esistere."
"Hai sentito parlare dei colossi?" chiese Joyce.
Gressen le rivolse un'occhiata perplessa. "E tu che cosa ne sai? Non sono sicuro di ricordarti."
"Sono un'esploratrice" disse Joyce. "Ho sentito delle storie sui colossi."
"Storie?" fece Gressen. "Per quanto ne so, sono reali. Venite dentro, il consiglio sta per riunirsi e vorranno ascoltare anche voi."
"Pearla è morta" disse Vyncent mentre entravano nell'edificio.
Gressen si accigliò. "Come?"
"È stata uccisa da Ronnet" disse Bardhian.
Vyncent gli lanciò un'occhiataccia.
"Dico solo la verità" fece lui.
Gressen annuì grave. "So che cosa è successo nella piazza. Non era così che doveva andare."
"Come pensavate che sarebbe finita?" fece Vyncent con tono accusatorio. "Ronnet è un pazzo e la sua è chiaramente una bugia. Sarà stato lui ad appiccare l'incendio. E ha cercato di uccidermi." Guardò Joyce. "Quella volta nei sotterranei, ricordi?"
Come potrei non farlo? Si disse.
Annuì.
"C'era Ronnet dietro il piano di Hava. Voleva colpirmi per fare del male a Bryce e agli altri. prima mi avrebbe ucciso e poi avrebbe fatto credere a tutti che stavo complottando contro Malinor.”
“È un’accusa grave la tua” disse Gressen. “Puoi provarla?”
“No, ma…”
“Allora faresti bene a tenere per te queste parole. Tra queste mura molti prendono sul serio la pretesa del principe Ronnet.”
L'idea di essere stata una pedina nelle mani di Ronnet la faceva star male e la rendeva furiosa. Se lo avesse avuto per le mani...
"Dov'è ora?" chiese Bardhian.
Gressen scrollò le spalle. "È sparito poco dopo l'inizio dell'attacco. Sarà andato a nascondersi da qualche parte."
"Prima che iniziassero a cadere le sfere di fuoco si è incoronato re" disse Vyncent. "Il consiglio che ne pensa?"
"Non posso parlare a nome di tutti, ma per il momento penso che accantoneremo la faccenda. In seguito, quando la città sarà al sicuro, è chiaro che Ronnet dovrà rendere conto delle sue azioni."
"Potevate farlo prima."
"Vyncent di Londolin, tu ignori le nostre usanze. La pretesa al trono di Ronnet è legittima e sembrava avere delle prove a suo favore."
"Avete permesso a un folle di incoronarsi."
"In tempi come questi anche un re folle è meglio di nessun re."
"E ora avete un re pazzo che si nasconde chissà dove" fece Vyncent.
Gressen fece spallucce. "Penseremo anche a questo."
"Quando?"
"Al consiglio. Sta per iniziare. Vuoi partecipare, Vyncent di Londolin? La tua opinione sarebbe gradita."
Si fermò davanti a una pesante porta di ferro sorvegliata da streghe e stregoni.
"Gli altri consiglieri sono già dentro?" chiese Gressen.
Una delle streghe annuì. "Aspettano solo te, eccellenza."
"Aprite la porta."
La strega guardò Vyncent. "Lo straniero non dovrebbe essere qui e il principe è sotto la nostra custodia."
"Non sarà un problema" disse Gressen. "Apri."
Joyce fece per avanzare insieme a Bardhian e Vyncent, ma lo stregone la fermò. "Tu non sei ammessa. Spiacente dovertelo dire così."
"Lei è la strega rossa" disse Vyncent, come se quello dimostrasse chissà cosa.
"Non ho idea di chi o cosa sia" rispose Gressen. "Ma in questa sala sono ammesse solo poche persone molto selezionate. Dovrà aspettare fuori."
Vyncent le rivolse un'occhiata dispiaciuta.
"Sono abituata a restare fuori dai consigli di guerra" disse Joyce.
Lui si accigliò. "Potrebbero volerci delle ore. Usa questo tempo per raccogliere tutte le informazioni che puoi sui colossi."
"Non so nemmeno da dove iniziare."
"Comincia dalla libreria del circolo" suggerì Vyncent. Guardò Gressen. "Puoi garantirle almeno il permesso di leggere qualche libro?"
Gressen sospirò. "Portala nella biblioteca" ordinò alla strega di prima. "E falle cambiare i vestiti dopo un bagno o la sua puzza non andrà più via dai libri."
Solo allora Joyce ricordò che non si lavava da giorni. A quel pensiero arrossì.
"Io non osavo dirtelo" disse Bardhian superandola.
Lui e Vyncent entrarono nella sala del consiglio e la porta si richiuse alle loro spalle.
"Io sono Lenne" disse la strega. "E per tutto il tempo in cui rimarrai qui sei sotto la mia responsabilità."
"Piacere di conoscerti" disse Joyce. "Io sono Sibyl."
"Lo so chi sei" rispose la strega.
"Davvero?" fece Joyce stupita.
"Veni con me" disse la strega.
Camminarono tra i corridoi bui e male illuminati del circolo.
"Come fai a sapere chi sono?"
"Sei la strega rossa, no? Lo sanno tutti."
"Non sapevo di essere famosa."
"Io non la chiamerei fama" disse Lenne. "Alcuni ti considerano un pericolo." Fece una pausa. "Sei una strega selvaggia, no?"
"Lo ero" disse Joyce. "Elvana mi ha addestrata."
"Elvana, certo. La strega fantasma. L'inseparabile amica di Bryce di Valonde" disse Lenne con tono di sufficienza.
"C'è qualcosa di male?"
Lenne scosse la testa. "Detto in sincerità resterai sempre una strega selvaggia, quindi un pericolo per gli altri. Finché non diventi un pericolo per questo circolo, potrai fare ciò che vuoi."
Joyce non replicò alla provocazione. Essere una strega selvaggia era sempre meglio che dover confessare di essere una maga.
Lenne la condusse a un'ampia sala circolare con una vasca nel mezzo. "Questi sono i nostri bagni. C'è dell'acqua calda con la quale puoi riempire una delle vasche e toglierti di dosso quell'odore tremendo. Ti farò avere dei vestiti puliti. Vuoi darmi il tuo bagaglio? Farò in modo che venga portato nel tuo alloggio."
"No" fece Joyce stringendo a se la borsa. Aveva faticato così tanto per ritrovarla e ora non voleva separarsene. E aveva il terrore che frugando tra le sue cose trovassero il compendio.
Lenne scrollò le spalle. "Come vuoi. Tornerò tra un'ora e ti condurrò alla biblioteca."
Joyce fece come le era stato detto e riempì una delle vasche con dell'acqua calda. Questa usciva da un rubinetto fissato al muro e non aveva bisogno di essere riscaldata. Avevano qualcosa di simile anche a Valonde, ma l'acqua non era altrettanto calda e abbondante.
Si rilassò per qualche minuto, assaporando il tepore dell'acque calda. Non riuscì a godersi del tutto quel momento perché sapeva che oltre quelle mura c'erano interi quartieri che erano bruciati e con essi i loro abitanti. Sperò che Halux stesse bene e anche Ti Long. Non appena avesse trovato le informazioni sui colossi che le servivano, si sarebbe occupata anche di loro.
Poi le venne in mente che Halux poteva sapere qualcosa su quelle misteriose armi. Lui era un esperto di vecchie leggende.
Devo parlargli subito, si disse.
Un'ancella le aveva portato dei vestiti puliti della sua taglia. Una tunica e una gonna che le lasciava scoperte metà delle gambe, secondo la moda di Malinor. C'era anche un mantello di colore azzurro chiaro che poteva usare per difendersi dal freddo ancora intenso al calare del sole.
Indossò anche la biancheria e fu pronta per quando Lenne tornò a prenderla.
"Tutto bene?"
Joyce annuì. "Ti ringrazio per il bagno e i vestiti, ma ho una richiesta da farti."
"La biblioteca è l'unica parte del circolo in cui sono autorizzata a portarti."
"Ho bisogno di uscire."
"Se vuoi andartene non c'è problema. Posso chiederti dove vuoi andare? La città è in subbuglio per l'attacco."
"Vado al quartiere dei templi" disse Joyce. "E a quello commerciale."
Lenne si passò una mano sul viso. "Cerchi qualcuno? Un tuo amico?"
"Due amici a dire la verità."
"Io ti sconsiglio di uscire" disse la strega. "Da quello che so, il quartiere commerciale è stato quello maggiormente colpito dall'attacco e quello dei templi è un luogo pericoloso già in tempi normali. Con la confusione creata dall'attacco la situazione sarà anche peggiorata."
"Cosa dovrei fare?"
"Aspettare" disse Lenne. "Prima o poi riprenderemo il controllo della città e potrai andare dai tuoi amici. Ma puoi farlo anche subito, io non ti tratterrò di sicuro."
Joyce ci rifletté qualche secondo, poi disse: "Portami alla biblioteca."

Note
Chiedo scusa per la brevità del capitolo ma è venuto fuori così. Mi farò perdonare più avanti, lo prometto :)
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