Cap. 10: La resa dei conti
Era completamente sconvolto.
Dopo un tempo che gli era parso interminabile,
decise di farsi una doccia direttamente lì
in centrale, invece che a casa come suo
solito: forse l'avrebbe aiutato a riprendersi
e a togliersi di dosso quella strana
sensazione di disagio
Se già era solito stare a lungo sotto
il getto d'acqua bollente, cosa che lo
rilassava sempre e gli lavava via
buona parte della stanchezza dopo una
faticosa giornata, questo giro aveva
perso totalmente la cognizione del tempo,
cercando di afferrare i suoi stessi pensieri
che viaggiavano più veloci di Flash al
volante.
QUESTO l'aveva proprio colto impreparato.
Colpito, colpito in pieno e affondato. Ora
sì che si spiegava tutto.
E nel fiume di pensieri che si rincorrevano
persisteva quella strana sensazione: si
sentiva umiliato, oltre che scosso. Altro
che la prima vittoria di Judy, questo era
su tutto un altro piano. Si sentiva
talmente sottosopra da non riuscire più
ad afferrare neanche cosa stava provando
in quel momento.
"E adesso cosa dovrei fare? Dannati
conigli: mi manderete al manicomio!"
"Nick, tutto bene?"
"EH? CHI? COSA?" con un sobbalzo si voltò
verso la provenienza della voce, trovando
Clawhauser a sua volta sotto il getto
della doccia, un paio di posti più in là.
"Da dove diavolo sei sbucato tu?"
"A dire il vero, saranno già dieci minuti
abbondanti che sono qui, ti ho anche
salutato, ma non hai fatto altro che
fissare quella piastrella in stato catatonico
per tutto il tempo..."
"Ah..."
"Ripeto, sicuro di stare bene? Mi devo
preoccupare? Non hai una bella cera."
"No, no... È tutto ok. Sono solo... Ho solo
dei pensieri che mi frullano in testa,
tutto qui."
"... se lo dici tu, mi fido..." rispose
il ghepardo con poca convinzione facendo
spallucce, mentre continuava a guardarlo
preoccupato.
"E smettila di fissarmi così. Non vorrei
che, entrando, qualcuno ti veda e si
faccia strane idee. Mancherebbe solo quello
oggi." disse sbuffando, mentre girava il
pomello per chiudere l'acqua.
"Oh! Scusa!" rispose lui, leggermente
imbarazzato, mentre si voltava verso il
muro.
"Che cazzo di giornata. Una fottuta
giornata del CAZZO. Trovarmi un fottuto
ghepardo sovrappeso, nudo, di fianco, è
stata proprio la ciliegina perfetta su
questa fottuta pila di merda fumante."
Più ripensava agli avvenimenti della giornata,
in particolare verso la sua conclusione, e
più si alterava.
Finito di asciugarsi e rivestirsi, mentre
usciva dalla centrale, era ormai quasi
accecato dalla rabbia: d'istinto, prese
il cellulare, selezionò il nome 'Carotina',
e iniziò a digitare furiosamente un
messaggio.
Sappi che Martin oggi si è presentato a lavoro. E non cercava te. Quel fottuto stronzo mi ha baciato.
Una volta inviato, si avviò, ma la sua
camminata non lo condusse come al solito
al suo appartamento: dopo aver
riflettuto, strada facendo, sul messaggio
che aveva inviato poco prima, infilò le zampe
direttamente sotto al suo bancone fidato.
"Hey Tommy." disse con un cenno di saluto.
"Ciao bello!" rispose il barista "Qua anche
stasera vedo. Vuoi il solito?"
"Si, ma partiamo subito con un triplo stò
giro."
"Giornata pesante?"
"Non hai idea quanto..."
Abbiamo già assistito alla penosa scena
di una volpe di nostra conoscenza, ubriaca
fradicia, nelle sue peripezie cercando di
rientrare a casa.
Questa volta però, prima di toccare il
letto, un suono proveniente dal telefono
attirò la sua attenzione.
"Ma che diavolo..."
Si congelò guardando il mittente del
messaggio (ad onor del vero, ci mise un
bel po' a leggerlo). La sua adorata
coniglietta, seppur dopo qualche ora,
aveva finalmente risposto!
Barcollò pericolosamente verso il bagno,
doveva assolutamente riguadagnare un po'
di lucidità, e decise quindi di lavarsi
abbondantemente il muso con dell'acqua
gelida.
Dopo un quarto d'ora, finalmente tornò
a guardare il telefono, cercando di
leggere il messaggio: tra il tasso alcolico
e il fatto che stava tremando come un
cucciolo per l'emozione, si stava rivelando
un'impresa titanica.
Domani trovati con Marty e raggiungetemi qua, è ora di farla finita con questa storia e mettere in chiaro le cose. Ho già avvisato anche lui. Non ti dico dove sono perché tanto sono sicura tu lo sappia già.
Gli sfuggì una lacrima di gioia, Judy
gli avrebbe rivolto di nuovo la parola.
Lo rilesse di nuovo, con più calma: da un
lato come tono era vagamente preoccupante,
ma dall'altro, seppur seriosa, la conclusione
del messaggio era molto simile alle
stuzzicate che erano sempre soliti darsi
a vicenda, e la cosa lo rincuorava un poco,
perchè indicava chiaramente che non aveva
intenzione di dirgli addio.
Felice come una pasqua, e dimentico degli
eventi di quel pomeriggio, si addormentò
con un sorriso ebete stampato sul muso.
"È tardi, Nick."
"Macchè, son solo le due di pomeriggio.
E poi non abbiamo orari, e per andare a
Mammal Beach serve solo un'ora e mezza."
"Mpf, e io che ti aspetto dalle otto di
questa mattina, mi aspettavo di vederti
frenetico e ansioso di arrivare lì il
prima possibile."
Lo aveva fatto apposta. Da un lato, dopo
la sbronza della sera precedente, si era
concesso un paio d'ore in più di sonno;
dall'altro, si era trattenuto dal partire
subito a razzo solo per dar fastidio al
coniglio.
Del resto, aveva un bel viaggio da fare
in sua esclusiva compagnia, e la cosa
non lo entusiasmava per nulla: voleva
subito partire col 'piede giusto', e
far vedere chi tra i due comandava.
Tutto sommato, era stato un viaggio
quasi piacevole: lui al volante coi
suoi immancabili occhiali da sole,
tamburellando con le unghie a ritmo di
musica, con Martin che dopo i primi tre
tentativi subito troncati, aveva rinunciato
a fare qualsiasi conversazione.
Ormai erano praticamente arrivati, accolti
dalla visione della sabbia dorata che
rifletteva i raggi del sole pomeridiano,
che iniziava pigramente la sua lenta ma
inesorabile discesa che l'avrebbe portato
a sparire oltre l'orizzonte nel giro di
un paio d'ore.
Parcheggiarono di fronte all'albergo
corretto e smontarono dall'auto.
"Toh, questa si che è bella: in tutti
questi anni, è la prima volta che ti
vedo guidare." disse una voce molto
familiare alle spalle di Nick, che quasi
lo fece sussultare.
Con lentezza teatrale, si voltò e si
tolse sorridendo gli occhiali da sole.
"C'è sempre una prima volta per tutto,
Carotina."
"Ne riparleremo. Ora andiamo al bar della
spiaggia, che abbiamo altre cose di cui
discutere." disse iniziando a dirigersi
verso l'insegna in lontananza.
Era già passata un'ora, ed erano già al
terzo cocktail.
Con leggero stupore di Nicholas, la coniglietta
aveva preso molto seriamente il messaggio
del giorno precedente, e gli aveva pienamente
creduto dopo che Clawhauser le aveva
riferito di aver visto la volpe parecchio
sconvolta.
Lei era partita subito in quarta, come suo
solito, e aveva costretto entrambi a
vuotare il sacco, completamente, per
farsi raccontare tutto dall'inizio alla
fine.
Ora stava rimirando nuovamente il
ciondolo che il suo partner aveva tirato
fuori dalla tasca mentre raccontava la
sua versione: doveva ammettere che era
veramente bellissimo, la conosceva fin
troppo bene.
Alla fine, con un sospiro, riprese a
parlare:
"Quindi, vediamo se ho capito bene.
Tu, Marty, hai una cotta per Nick da
quando ti ha quasi fatto una multa un paio
di anni fa, anche se alla fine ti ha solo
rimproverato, e hai messo in piedi tutto
'sto casino per avvicinarti a lui e
impedire che si dichiarasse. D'altro
canto, nel mentre, hai iniziato a provare
qualcosa anche per me."
Un cenno d'assenso da parte del coniglio.
"Mentre tu sei innamorato di me da anni,
e stavi per farti finalmente avanti
quando lui si è intromesso."
Un cenno d'assenso anche da parte dell'altro.
"Cristo, vorrei sapere che vi dice il
cervello." concluse lei mentre si
appoggiava allo schienale della sedia a
braccia incrociate.
"Beh, visto che siamo in tema di
confessioni..." iniziò timidamente Wilde
"Tu... si insomma, tu cosa provi nei
nostri confronti?"
Si prese un attimo per riflettere:
"Beh, a te Nick voglio un bene dell'anima.
E lo sai. Ma ad essere onesta non ho mai
pensato a te in quel modo..."
L'espressione di Nicholas si cristallizzò.
Pronta ad accogliere le prime crepe per poi
rompersi in mille pezzi.
"... prima d'ora almeno. Del resto, è anche
vero che non pensavo in quel modo a nessuno,
prima di incontrare Martin. Che per inciso,
continui a piacermi, anche se in questo
momento sono molto tentata di prenderti
a pugni."
Il coniglio le sorrise, per poi intervenire
indicando il mammifero dal manto rosso con
fare giocoso:
"Se la mettete così però, ora io voglio
avere anche l'opinione sua nei miei
confronti."
Judy si volse verso l'altro, incuriosita
da quello che avrebbe risposto.
"Mpf, che domande. Ovviamente ti detesto con
tutto me stesso."
"Oh piantala, volpe ottusa. Stiamo facendo
un discorso serio qui: smettila di fare
il bambino, metti da parte la gelosia, e
rispondi seriamente." lo rimbeccò lei.
Silenzio. La tensione era palpabile.
Due iridi verdi stavano saltando
continuamente da un coniglio all'altro.
All'improvviso, per una manciata di secondi sparirono
dietro le palpebre, per poi tornare a
fissarsi su Martin accompagnate da un
profondo sospiro.
"Mi dispiace, ma non sono gay. Non provo
nulla per te in quel senso.
Anche se forse, sotto sotto, potresti
starmi anche simpatico: del resto, non
sono molti i mammiferi in grado di tenermi
testa così."
"Direi che è già qualcosa..." rispose mesto
l'altro.
"... soprattutto visto che finora eravamo
solo io e Alopex la duecento, a tenergli
testa..." aggiunse
serafica la coniglietta.
Rimasero in silenzio a guardarsi tra loro
per un poco, nessuno che sapeva cosa dire,
quando a Nick venne l'ispirazione per
stuzzicare la sua coniglietta e prese
la parola.
"Beh, a questo punto, suppongo tu debba
decidere chi preferisci tra noi due.
Oppure..."
Stava già pregustando l'estremo imbarazzo
di Judy: questo sì che l'avrebbe fatta
arrossire.
Li fece attendere, sfoggiando il suo
miglior sorriso sornione, mentre la
signorina Hopps si protendeva leggermente
in avanti per spingerlo a continuare.
"Oppure potremmo avventurarci in un
rapporto a tre."
La bomba era sganciata: non aveva occhi
che per la sua espressione.
Contro le sue aspettative, era rimasta
in silenzio, immobile, a fissarlo:
aveva forse esagerato stavolta?
"Sai che che ti dico?" gli rispose lei
all'improvviso "Tutto sommato non è
un'idea così malvagia, ha senso."
Martin si piegò in due dal ridere a vedere
il muso di Nick, pregno di uno stupore
puro e viscerale: occhi sgranati e fauci
spalancate, lo aveva colto in contropiede
come non si sarebbe mai aspettato.
"AHAHAHAHAHAHAH GUARDA CHE FACCIA!" urlò
tenendosi la pancia. Non fosse stato un
coniglio avrebbe anche potuto mettersi
ad ululare dalle risate.
"Ma... ma..."
"Ahahahaha! Eh caro Nick, scommetto che
non sapevi che oltre ad essere prolifici,
noi conigli siamo molto... aperti su
certe cose!" riprese il leporide, con
tono canzonatorio.
Nick aprì gli occhi.
Fissò il soffitto confuso, gli risultava
estraneo. E a questo si aggiungevano una strana
sensazione di pesantezza e un affaticamento
notevole.
Confuso sbattè le palpebre più volte,
iniziando a guardarsi attorno. Si
trovava disteso, supino, su un letto dalle
candide lenzuola, con un coniglio che
dormiva acciambellato sul suo stomaco: ci
mise un paio di secondi a realizzare che
si trattava di Martin.
Alla sua destra, in posizione fetale e
appoggiata di schiena su di lui, dormiva
la sua carotina abbracciata strettamente
alla sua coda: la vista gli tolse il
respiro, e il suo cuore perse un
paio di battiti.
Mentre il suo cervello si riavviava, i
ricordi della sera precedente lo investirono
come un treno: dopo la loro chiacchierata
erano andati a cena, e di comune accordo
avevano deciso di vedere se avrebbe potuto
funzionare. La volpe e il coniglio si
erano quindi fermati a 'dormire' nella
stanza di Judy.
Cazzo, che notte. Ne aveva sentito di
voci sui conigli, ma non gli rendevano
giustizia: era distrutto. Aveva perso il
conto del numero di volte che l'avevano
fatto: la cosa che l'aveva stupito
maggiormente era il fatto che, nonostante
fosse più che navigato, un batuffolo
di pelo da poco uscito dall'adolescenza
come Martin fosse comunque riuscito ad
insegnargli un paio di cosette nuove.
Tra l'altro, ricordò tornando a guardare
il coniglio in questione, ad un certo punto
nel bel mezzo dei giochi, si era ritrovato
nel mezzo, e la cosa non gli era dispiaciuta
come pensava.
Mentre continuava a osservare i ricordi
della sera precedente che gli riaffioravano
nella mente, allungò la zampa sinistra
verso Marty. Appoggiò la zampa
sulla sua testa, rivolta dall'altra
parte, e tirando fuori l'artiglio
dell'indice, lo fece lentamente scorrere
lungo la sua spina dorsale, fino a
raggiungere il morbido batuffolo che
aveva come coda.
Mentre continuava a dormire, il corpo
del coniglio fu scosso da un brivido
di puro piacere. Era semplicemente
adorabile.
Spontaneo e involontario, le labbra di
Nick si incurvarono in un dolce sorriso.
"Tutto sommato, potrebbe anche funzionare."
Dopo aver fatto un profondo e lento sospiro,
lentamente richiuse gli occhi e si
riaddormentò, lasciandosi cullare dal
calore delle due creature che, ne era
sicuro, ormai avrebbero colorato la sua
vita in una maniera che mai avrebbe osato
sperare.
Angolo autore
Ed eccoci alla conclusione della mia
prima storia.
Spero di essere stato in grado di rendere
giustizia a quella che nella mia testa
era una meraviglia di tenerezza e
pucciosità.
Onestamente è stato più faticoso di quello
che pensavo, e forse non ne sono del
tutto soddisfatto, ma ne sono allo stesso
tempo orgoglioso: ho cambiato un sacco
di cose in corso d'opera, ma sono
riuscito a tenere la storia nei binari
che mi ero prefissato.
Concludo augurando a tutti una buona
continuazione in questo bellissimo
fandom, nella forse vana speranza che mi
venga l'ispirazione per un'altra storia
che riterrò degna di essere scritta.
Nel frattempo continierò sicuramente a
seguire le altre avventure che voialtri
condividerete :)
Con una lacrimuccia per la conclusione
di questa piccola avventura,
Zamy