William/Luna
C’era un motivo se William Strauss aveva sempre preferito i libri alla realtà. Quest’ultima, spesso e volentieri, non era facile da vivere, né da affrontare. Era debolezza, la sua? Forse.
Ma finché avrebbe avuto un posto in cui rifugiarsi, si sarebbe sentito al sicuro.
Poi era tutto cambiato quando aveva incontrato lei: lei, capelli color cielo d’estate, lei le guance rosse. Lei, una delicata timidezza, la medesima passione per la lettura.
Anche il suo nome era bello. Luna. Silenziosa e stupenda come la notte.
A quel punto aveva scoperto l’amore e ciò che ne seguiva. Lui e Luna erano fatti allo stesso modo, eppure erano così diversi. Erano due intellettuali molto spesso incompresi, che si ritrovavano a metà strada nel loro mondo perfetto e nascosto.
«Oggi ho acquistato un nuovo libro», disse la ragazza, sedendoglisi accanto. Davanti a loro, il fuoco scoppiettava nel caminetto.
Un silenzio, un silenzio che premuniva tempesta. William era sempre stato calmo, riflessivo, ma quando guardava Luna, spesso nasceva in lui l’istinto di prenderla e lasciarsi andare agli istinti più primitivi.
Ma poteva farlo? Poteva permettersi di ferire una creatura come Luna?
Si sistemò gli occhiali, schiarendosi la voce. Molto spesso si ritrovavano a leggere insieme, per ore e ore. Parlavano dei racconti e di poesia, si confrontavano a scontravano. Luna era in grado di sedurlo con il suo sconfinato intelletto, facendolo fremere ogni volta.
Si fermò a guardarla mentre sfiorava le pagine, mentre di scostava i capelli da una spalla all’altro.
La pelle era nivea, pallida. Voleva assaggiarla.
Tremò e, prima che se ne accorgesse, le labbra stavano già baciando il suo collo.
Luna arrossì deliziosamente , parve apprezzare quel contatto.
«Emh… chiedo scusa. Non so cosa mi sia preso», si scusò alla svelta, nel tentativo inutile di riacquistare un po’ di decenza. Luna lo guardò con i suoi grande occhi chiari.
«Di qualsiasi cosa le anime siano fatte, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa», recitò.
Riconobbe la celebre frase tratta da “Cime Tempeste”, una lettura che gli era piaciuta particolarmente, lì nel mondo senza magia. Cosa voleva dire Luna? Che forse sentivano le stesse cose?
«Senti ciò che sento io?» sussurrò.
Luna annuì, richiuse il libro e si mise in ginocchio.
Questa volta fu il suo turno di baciarlo, piano, delicatamente. La realtà superava la fantasia, in quei casi.
Ed era bello da morire.
Nota dell’autrice
Will e Luna sono gli intellettuali del gruppo, che parlano di letteratura e poesia e che si corteggiano a suon di citazioni famose. Anche qui ero particolarmente ispirata devo dire. Una cosa è certa, Luna fa perdere la testa al composto Will, con l’intelletto e la dolcezza.