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Autore: cussolettapink    09/04/2019    5 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 8 – Dirty Trick.

Era ormai passata una settimana da quella serata e tutto sembrava essere tornato alla normalità: Paige non aveva avuto più modo di vedere Ryan, di nuovo assentatosi per giorni interi. Con Harry aveva modo di parlare solo durante il lavoro, quando dovevano passarsi a vicenda una comanda. La situazione del dormitorio non era minimamente migliorata, nonostante gli avvertimenti della preside.

“Non me ne frega niente dei tuoi soldi! Come vedi mi sono fatto mettere nel dormitorio più economico! Ah, ora sarei la vergogna della famiglia?!? Ti farò vedere io cosa si prova a vergognarsi allora!” una voce la fece sobbalzare dal letto: era poco meno di un mese che frequentava quel college e non aveva ancora avuto modo di scambiare due parole con il suo vicino di camera.

Aveva capito, vedendolo uscire dalla stanza e sentendolo chiamare dagli altri ragazzi giù nella sala comune, che si chiamava Louis e che era uno dei più cari amici di Harry e Liam.

Louis aveva dei capelli castani e dei bellissimi occhi celesti; una sera l’aveva incontrato fuori dal corridoio e si ricordò che i due occhi azzurri l’avevano colpita moltissimo.

“Va bene! Ti dimostrerò che posso frequentare la scuola senza venir espulso o sospeso e tu mi lascerai in pace e smetterai di rompermi le scatole! Si, ciao!”

Il botto che si udì a seguito di quella frase fecero pensare alla ragazza che Louis dovesse aver buttato il cellulare a terra, colto probabilmente dalla grande rabbia di quel momento.

Quella mattina uscirono quasi nello stesso momento dalla stanza – il castano sbattendo la porta – e Paige non poté far altro che guardarlo, notando come dalle rughe del viso si vedesse chiaramente quanto fosse ancora arrabbiato.

“E tu cosa cazzo guardi? Fatti gli affari tuoi!” superandola con una spallata, il castano si diresse giù nella sala della colazione.

Quando anche la mora arrivò, constatò con amarezza che anche quella mattina nessuno aveva preparato nulla di cucinato ma che anzi tutti si limitavano sempre a un semplice caffè.

Si preparò il suo cappuccino e si andò a sedere a un tavolo, constatando come mancasse ancora un quarto d’ora all’inizio delle lezioni.

“Sei sicuro Louis? Se ci beccano finirai nei casini seriamente!” la voce di Liam la fece concentrare sul tavolo accanto al suo, occupato da appunto il castano, Louis, l’altro amico di Harry – Niall – e infine un ragazzo di cui non riusciva a ricordare il nome.

“Prima devono beccarmi! E poi, posso sempre prendere il primo sfigato che passa da quelle parti ed accollargli tutta la colpa! Deve essere qualcosa di enorme, la scuola dovrà interrompersi per almeno l’ora di quella strega di spagnolo, in modo da evitare il compito!” scatenando un moto di risa in tutti i partecipanti a quella riunione che la ragazza aveva inavvertitamente sentito, i ragazzi si alzarono e si diressero ognuno verso la propria camera.
 


Era ormai l’ora della pausa pranzo e per fortuna niente sembrò accadere. Non sapendo per che ora ci fosse quel famoso compito di spagnolo nel corso di Louis, la ragazza non poteva neanche sapere quando sarebbe accaduto.

Stranamente, la litigata di quella mattina del ragazzo con qualche suo parente le era rimasta tremendamente in mente, non riuscendo neanche lei a capirne il motivo.

Paige notò all’improvviso proprio Louis appostato dietro l’edificio della palestra e, senza neanche sapere lei il perché, gli si avvicinò.

“Ciao” provò a dire lei, cogliendo di sorpresa il castano che non l’aveva sentita arrivare.

“Cosa vuoi? Sono impegnato al momento” parlò lui, senza prestarla della minima attenzione.

“Voglio chiederti di non fare qualsiasi cosa tu stia per fare”.

“E tu cosa ne sai?” si voltò, guardandola male.

“Ho sentito stamattina la conversazione al telefono e poi quella con i tuoi amici. Non so cosa sia successo ma sono sicura che se ti sei fissato con questo scherzo è solo per fare un dispetto a quella persona. Per favore, non farlo. Il dormitorio rischia di venir chiuso proprio per queste stronzate”.

“Ma chi ti credi di essere?!” si alzò in piedi lui, superando la ragazza di dieci centimetri buoni “sei qui da neanche un mese e pensi di poter cambiare le cose? Fatti i cazzi tuoi e non stressarmi o te la farò pagare. Pensi di conoscermi? Non sai nulla di me e di certo non lo faccio per fare un dispetto a mio padre”.

La ragazza comprese finalmente con chi il castano stava parlando quella mattina.

“Louis sul serio, tengo a questo dormitorio e non voglio che chiuda, se dici che non lo fai per lui ed è solo per spagnolo, posso aiutarti a studiarlo se vuoi, sul serio”.

“Ma sentila! Ragazzina, vedi di andartene, non voglio più ripetertelo!”

Capendo quanto quella battaglia fosse una causa persa, la ragazza girò i tacchi pronta ad andarsene.

“Per favore, sono sicura che tuo padre ne soffrirebbe tanto se sapesse che vuoi combinare dei guai, non farlo” parlò alla fine lei andandosene, non accorgendosi di aver perso il suo badge del college dalla borsa.

 “Ora ci penso io a te” commentò il castano con un sorriso maligno, raccogliendo il badge da terra.
 



L’allarme anti incendio partì nel bel mezzo della lezione di storia, mentre la ragazza e Meghan stavano prendendo appunti sulla Rivoluzione Francese.

“Ragazzi, in fila ordinata usciti tutti dalla stanza!” decretò il professore, prendendo il registro e accompagnando tutti gli studenti fuori.

Uno strano presentimento colse la ragazza, non capendo da dove potesse provenire.

Una cosa Louis però l’aveva azzeccata, quello scherzo aveva fatto perdere un’intera ora di lezione tra l’evacuazione, il conteggio degli studenti e il rientro nelle classi.

Storia era finita e la ragazza si apprestò a prendere il suo blocco degli appunti per iniziare a studiare Biologia, quando si sentì chiamare attraverso il megafono che ogni classe aveva e che era collegato all’ufficio della preside.

Confusa, si alzò dal banco tra gli sguardi curiosi dei suoi compagni – compreso quello di Harry -  e si diresse verso la presidenza.
 

“Sono davvero senza parole Tolkin! Quando ti ho detto di far calmare i ragazzi del dormitorio non intendevo certo dirti che dovevi diventare il capo banda e mandarmi quasi a fuoco la palestra!”.

La ragazza sgranò gli occhi, non avendo la minima idea di quello che la preside stesse dicendo.

“Mi scusi, non ho la minima idea di cosa stia dicendo”.

“Dico che è stato trovato il tuo badge vicino al pulsante dell’anti-incendio, quello da cui è partito l’allarme”

“Non sono stata io! Non farei mai una cosa del genere! Questa mattina ero lì per parl-“ Si interruppe giusto in tempo, non voleva fare la spia.

“Parlare con? Cosa mi sta nascondendo?” parlò gelida lei, turbata da quante chiamate aveva già ricevuto dai genitori dei suoi ricchi alunni.

“Niente, non intendevo dire parlare, volevo dire passeggiare” rispose lei, avendo ormai preso la decisione di non tradire Louis.

“Non ci credo neanche un momento! Dal momento però che al momento è lei l’unica sospettata, punirò lei! A meno che non le venga in mente qualcuno che era nei pressi della palestra oggi”.

“Non mi viene in mente nessuno”.

“Bene, allora da ora fino a tutto il prossimo mese dovrà spazzare l’ingresso del Campus”.

“Ma io lavoro il pomeriggio! Quando dovrei farlo?”.

“Non sono problemi miei, lo farà la sera quando avrà staccato. Può andare adesso, la punizione cadrà solo quando avrò il nome del vero colpevole, ammesso che lei sia innocente” dichiarò, ponendo fine alla conversazione.

La ragazza uscì dall’edificio e si trovò di fronte Louis, comodamente seduto su una delle poltroncine della sala d’attesa.

“Allora, quanto ci metterà a convocarmi?” parlò lui con un ghigno.

“Non lo farà, non ho detto che sei stato tu.” Il sorriso sul volto del castano si incrinò, non aspettandosi certo quella risposta.

“Ma come? Ti sei fatta addossare la colpa di una cosa che ho fatto io? Perché avresti dovuto farlo?” rispose diffidente “vuoi forse dei soldi per il tuo silenzio? Guarda che caschi male”

“Voi ricchi siete davvero pessimi, continuamente convinti che tutto si possa comprare con il denaro. Non voglio il maledetto denaro di nessuno di voi, voglio solo vivere in pace qui dentro! Ora vado, visto che mi aspetta una giornata lunga”.

“Tolkin” la fermò lui, nel momento in cui la ragazza era diretta verso l’uscita “sappi che nessuno ti ringrazierà per questo”.

Sorridendo mestamente, la ragazza non si voltò “lo so, però non farò comunque la spia”.

 
“Ci vediamo dopo domani Paige!” la salutò calorosamente Max quella sera, alle otto passate.

“Ciao Max, a presto! Scusami ma sono davvero di corsa!” salutò Max e Harry velocemente, per poi dirigersi verso il campus.

La preside non aveva scherzato con la punizione, pensò la ragazza. L’atrio del Campus era enorme e in quel periodo cadevano moltissime foglie, motivo per cui si dedicò più di un’ora a spazzare per terra e a raccogliere tutto.

“Tolkin, cosa stai facendo?” parlò Harry, che si stava facendo un giro insieme a Liam e Louis.

Quest’ultimo la guardò, iniziando dalla tuta che la preside si era premurata di procurarle per fare le pulizie e arrivando al viso stanco, provato dalle tante ore di lavoro di quel pomeriggio al bar.

“Non ti basta spazzare al bar? Anche qui al Campus? Se ti piace così tanto scopare ci sono dei modi migliori per farlo” disse Harry, non cogliendo però alcun segno di fastidio da parte della castana, davvero troppo stanca per riuscire anche a sopportare il riccio e le sue pessime battutine.

“Tolkin, vedo che finalmente hai capito quale è il tuo posto” una quinta voce si unì al gruppo, rivelando la figura di Ryan che guardava schifato la ragazza e la sua tuta da lavoro.

“Sul serio, nessuno esce mai da quel dormitorio e stasera avete tutti questa voglia di fare passeggiate?” esplose lei, buttando la scopa a terra andando verso il secchio e buttando l’ennesimo mucchio di foglie raccolto.

“Ho sentito che sei stata tu a far scattare l’allarme, chi l’avrebbe mai detto che sotto quell’aria da innocentina si rivelasse un tale diavolo. Chi sa se lo sei anche sotto altri aspetti” i commenti rivoltanti di Ryan fecero sospirare la ragazza.

Stava per rispondergli per le rime quando un gesto la spiazzò completamente.

Louis aveva raccolto la scopa e si era messo a raccogliere le ultime foglie che erano rimaste.

“Amico, cosa stai combinando?” chiese Harry, stupido anche lui dal gesto del castano.

L’unico in silenzio in quel momento era Liam, che forse era riuscito a fare due più due e aveva compreso il senso di colpa che aveva attanagliato il moro.

“Diventate tutti più strani qui dentro” commentò Ryan, andandosene dopo l’ultima occhiata sprezzante diretta alla ragazza.

“Ragazzi, tornate al Campus e non dite una parola agli altri” parlò Louis, continuando a raggruppare le foglie.

“Fai come ti pare, andiamo Liam” parlò Harry, forse capendo anche lui cosa potesse esser successo.
 

“Louis, non è necessario. Ho accettato la punizione e va bene così, non serve che mi dai una mano. L’unico favore che ti chiedo è magari evitare di fumare qui nell’atrio domani, in modo da risparmiarmi un po’ il lavoro” tentò di alleggerire la tensione lei, prendendo un’altra scopa e raccogliendo anche lei le foglie.

“Fino a quando dovrai farlo?” replicò semplicemente lui.

“Per un mese a partire da oggi” vide il castano alzare lo sguardo sorpreso “ma tranquillo, sono abituata a lavorare e non è un problema per me” alzò il braccio, in un finto gesto di mostrare un muscolo che però non c’era.

“Non capisco davvero perché tu lo abbia fatto” sussurrò lui, continuando ad aiutare la castana “Per quelle lezioni di spagnolo… forse potrei venirti a chiedere una mano, se non è un problema”

“Ne sarei davvero felice” sorrise sincera lei, nonostante la stanchezza la stesse distruggendo.
 







Angolo Autrice:
Sono imperdonabile, me ne rendo perfettamente conto! Oggi è lunedì ma per recuperare il giovedì passato (e quello prima, scusatemiiii) aggionerò sia oggi che giovedì, sperando di riuscire a recuperare e a farmi perdonare!
Saluti,
Liz


 
   
 
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