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Autore: pokepony10    09/04/2019    1 recensioni
ATTENZIONE! QUESTA STORIA È IL CONTINUO DI "AMORE DIVINO"!
Dopo aver superato rischi immensi, Alexey si trova di fronte la prova più grande: chiedere scusa.
Il perdono è un beneficio di cui non tutti possono godere, Alexey non è l'unico cambiato, Morte Bianca è andata oltre quella notte, oltre le ferite, oltre quel amore non corrisposto.
Sono bastati solo un paio di banconote, qualche lavoretto illegale e una volante della polizia per fare della maschera da dura di Morte Bianca la sua natura, ma lei non è il pericolo principale; un demone potente ed ambizioso è arrivato dall'Ade per strappare le anime di Alexey e Morte Bianca, come potranno difendersi dal volere degli dei? come potranno restare uniti se le loro vite oramai sono segnate per sempre da quel dannato incidente?
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Alexey
 
L’ultimo giorno del challenge speravo andasse tutto bene, avevamo salvato Trisha, avevo detto finalmente tutto a Morte Bianca e avevo anche un'arma per rendere possibili tutti i miei sogni. Feci felice lo zaino e ci misi anche la freccia dentro, non ero certo se l'avrei mai usata, ma era l'ultima possibilità per avere Morte Bianca per me.
 
Arrivato a casa volevo solo tornare alla vita di tutti i giorni, cucinare su dei fornelli normali, dormire su un letto e non dover più toccare la terra e la sporcizia. Non ero schifettoso, ma non amavo sporcarmi. Ero convinto di tornare alla vita di tutti i giorni, ma Morte Bianca senza dire nulla prese le mie cose e mi cacciò di casa. La sua motivazione fu quella della sua stanza -ma io non ho fatto nulla…- pensai sentendo la sua teoria, lei non era in quella stanza, non poteva sapere che diamine ci facevo, ma nemmeno io avevo prove che dimostrassero il contrario. Senza discutere troppo decisi di abbassare la testa e fare come mi aveva detto, anche perché non era solo un suo ordine, ma era un ordine della mia famiglia. Non importava cosa io dicessi, loro vincevano sempre, ero una marionetta nelle loro mani.
 
Avrei desiderato un addio più dolce, ma nemmeno arrivati alla stazione dei treni Morte Bianca mi gettò contro la cruda verità, mi aveva venduto, o meglio, aveva venduto il nostro rapporto per dei soldi da parte della mia famiglia, mi aveva detto in modo più che diretto quanto io fossi stato un peso per lei e poi scomparve nella stazione. Io non dissi nulla, non ebbi la forza di dire nulla, lei aveva ragione, io ero un peso, lo ero sempre stato. -nessuno mi vuole… prima mi abbandona mio padre, ora Morte Bianca… io non ho più niente…- pensai avvicinandomi al binario dei treni, guardai in alto e vidi il cartello con gli orari, mancavano circa 10 minuti alla partenza del mio treno, ma non so perché non salì, rimasi immobile a fissare i binari vuoti accanto al mio -che valga la pena tornare da loro? Tornare in gabbia… io non voglio… ho paura… preferisco mettere fine a tutto ora piuttosto che tornare tra le loro grinfie- pensai avvicinandomi di più al binario vuoto mentre un fischio lontano si stava avvicinando -tanto non interessa a nessuno se io lo faccio no? Basta un passo per mettere fine tutto no? Posso farlo…- pensai ma un urlo mi bloccò dal fare qualunque cosa. Vidi come a rallentatore Morte Bianca avvicinarsi a me e con una sensazione di dispiacere la lasciai parlare, credo avrebbe detto qualcosa di stupido ma con mia grande sorpresa le sentì dire ciò che mai avrei potuto desiderare di più -ti amo- le sentì dire, fu come una magia che in un secondo cancellò ogni mia tristezza, ogni mio pensiero dannoso per fare spazio alla felicità. Ero contento ma allo stesso tempo mi resi conto che di quella gioia non avrei mai goduto, il treno alle mie spalle stava solo aspettando me e il dolce bacio di Morte Bianca non fece altro che rendere la partenza più dolorosa -perché mi stai amando solo quando non possiamo più stare insieme? Perché non me l'hai detto prima? Ti avrei resa felice, avrei fatto di tutto per renderti felice… ora però… di noi rimane solo un bacio…- pensai salendo sul treno.
 
Le ruote percorsero veloci i primi metri di binario, mi accomodai su un sedile ed iniziai ad osservare fuori dal finestrino il paesaggio di Lipona che scomparivano, più il tempo passava e più mi veniva voglia di sapere che stesse facendo Morte Bianca -se le mando un messaggio?- mi chiesi cacciando il telefono -hey…- scrissi, ma niente. Riprovai dopo qualche minuto ma ancora nessuna risposta. Ero preoccupato, anche se non rispondeva, di solito apriva l'applicazione per parlare con altri, ma non entrave dalla sera prima. Rimasi preoccupato ad osservare fuori dal finestrino quando all'improvviso una voce iniziò a parlare -tra poco passerà un addetto al controllo dei titoli di viaggio, teneteli a portata di mano per agevolare i controlli, grazie- disse. Io cercai il mio biglietto ed aspettai il controllore con gli occhi bassi.
 
Dopo un quarto d'ora il controllore prese il mio biglietto -Alex Franzoni?-
-s… si?-
-questo biglietto è sbagliato, è pregato di scendere alla prossima fermata-
-come sbagliato?-
-questo biglietto è scaduto ieri, pensava di fare un viaggio con un biglietto scaduto?-
-no signore…-
-bene, si prenda questa multa e si avvii all'uscita-
-ma…-
-devo usare la forza?-
-n..no…- risposi alzandomi.
 
Ero particolarmente confuso, ma con la multa in mano mi avviai verso l'uscita -che diamine succede?- mi chiesi, a quel punto suonò il cellulare. Mi ritrovai sullo schermo un messaggio da mia zia -non devi ancora tornare, torna dalla tua responsabile e vedi di non farti cacciare una seconda volta se non vuoi problemi- scrisse
-lei non mi vuole- risposi
-le daremo il doppio dei soldi, vedi come ti riprende in casa-
-non puoi comprare la sua attenzione-
-tutti hanno un prezzo, anche lei-
-va bene…- risposi chiudendo lo schermo.
 
Il treno si fermò facendomi scendere ad una fermata desolata, mi dissero di aspettare il treno per tornare e poi mi lasciarono solo in periferia. Era davvero inquietante quel silenzio dominato dal ronzio della corrente che passava tra i fili della stazione
-hey tu!-
disse un ragazzo con un giubbotto di pelle
-cazzo, non mi sembra una bella situazione-
pensai allontanandomi, ma da un angolo uscì un suo amico
-dove scappi amico?-
chiese cacciando un coltellino
-sai ho visto che hai un bel telefono, che mi dici Francè?-
chiese il primo ragazzo seguito da un altro suo amico. Erano tre di loro con la faccia di piccoli criminali da quattro soldi
-cosa volete?-
chiesi rimanendo impassibile
–Il cellulare, mi sembra chiaro-
rispose il leader col giubbino di pelle
-allora non lo avrete-
-non è una cortesia quella che chiediamo, è un obbligo-
rispose cacciando con l'altro compagno un coltellino.
Non so nemmeno cosa abbia pensato, ma la paura era scomparsa, al suo posto vi era la sicurezza, i poteri acquisiti mi diedero la possibilità di difendermi
-sicuri di voler finire a pezzetti?-
chiesi
-non dire cazzate, dammi quel cellulare!-
disse il capo attaccandomi, io presi sotto braccio il suo braccio e con un colpo gli feci cadere l'arma
-non voglio farvi male, andatevene-
dissi lasciandolo. Lui provò a caricare un cazzotto contro di me ma io parai con le braccia  una mano la trasformai in cinque piccole lame al posto delle dita
-sai quanto fa male una di queste negli occhi?-
gli chiesi graffiando il muro per creare delle scintille. Lui spaventato si allontanò ed io feci tornare la mano normale.
 
Rimasi in un angolo ad aspettare il treno che arrivò dopo mezzora circa. Salito a bordo guardai con una certa felicita la città tornare sotto i miei occhi -forse è il caso di avvisare- pensai chiamando Morte Bianca, il telefono squillava, ma nessuna risposta -cavolo, che diamine le sarà successo?- mi chiesi scrivendole per messaggio che stavo per tornare, ma nulla, non le arrivò nemmeno il messaggio. Sconsolato decisi allora di aspettare di essere a Lipona per poi cercarla e dirle come stavano le cose.
 
Il treno arrivò dopo un po’ in stazione ma neanche il tempo di scendere che delle gocce di pioggia mi caddero sul viso -non ci voleva proprio- pensai iniziando a cercare un passaggio per il centro, ma nessuno mi ha dato attenzioni. Preso dallo sconforto iniziai a camminare sotto la pioggia andando verso i pullman. Entrai nel pullman per la zona di Lipona più vicina a casa di Morte Bianca e andai subito dall'autista. -hey... Posso comprare un biglietto? -
-un biglietto? Da quando li pagate voi ragazzacci di strada? - disse guardandomi
-c'è un malinteso, sono solo rimasto sotto la pioggia, ho i soldi per pagare- dissi dandogli delle monete
-bhe mi fa piacere vedere che sei un ragazzo apposto, prendi e siediti comodo, se devi arrivare nei pressi della cava dubito vorrai farti il viaggio in piedi-
disse dandomi il biglietto. Dopo averlo convalidato mi avviai al posto più vicino. Ero stato piuttosto fortunato a trovare le monete in tasca, senza sarei rimasto a piedi.
 
Dopo circa mezz'ora il pullman si fermò nei pressi della cava - sei arrivato ragazzo--disse l'autista. Sceso presi il telefono e cercai la strada più veloce per casa di Morte Bianca. La pioggia continuava a cadere ed io tutto inzuppato riuscì ad arrivare al suo palazzo. Per mia fortuna qualcuno aveva lasciato il cancello aperto e potei entrare nel palazzo.
 
-cosa le dico? E cosa dirà lei? M... Mi vorrà più?- iniziai a chiedermi bussando alla porta. Nessuno rispose, provai altre volte ma nessun risultato. Preoccupato appoggiati l'orecchio alla porta e appoggiandomi troppo notai che era socchiusa. - che sta succedendo? - mi chiesi sentendo un forte odore di alcool invadermi il naso. Entrai e seguendo una fioca luce mi avviai in cucina. Allungai lo sguardo per terra e notai una macchia scura vicino al tavolo -cos'è? -  mi chiesi mettendoci un dito dentro. Quando vidi il mio polpastrelli sporcarsi di rosso rabbrividì. Seguendo il sangue vidi per terra una bottiglia spaccata e su uno spigolo del tavolo una macchia di sangue. -che cazzo è successo qui? - mi chiesi prendendo un coltello dalla cucina. Le scie di sangue continuarono verso il bagno.
 
Armato e pronto ad attaccare entrai in bagno e i miei oggi si spalancarono a vedere Morte Bianca sdraiata alla fine del sangue - Bianca! Cazzo, che ti è successo? - chiesi andando da lei
-come è possibile che ovunque guardi ti veda? Esci dalla mia testa... Oppure uccidimi... Trafiggimi il cuore come hai fatto dal primo istante... Ma stavolta toglimi il respiro per sempre... Non posso vivere vedendoti ovunque... Senza averti con me...- disse mettendo la lama sul suo petto mente chiuse gli occhi piangendo. 

ANGOLO DELLO SCRITTORE

Buonsalve gente, qui è pokepony10 che scrive e vi do il benvenuto in un nuovo angolo dello scrittore.

Partiamo dal presupposto che io ho amato questa ultima parte della storia, il cambiamento dei due e le loro paure di perdersi per sempre. È proprio vero che quando perdi qualcuno ne capisci anche il valore… povera Morte Bianca, ma almeno ha trovato il coraggio di parlare, ora tocca ad Alexey rivelare qualcosa, chissà che cosa nasconde con tanta tenacia dentro.

Lo scoprirete nel prossimo titolo della serie col titolo di "Sorry", godetevelo!

Buona notte.

pokepony10.

   
 
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