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Autore: Aryuna    22/07/2009    2 recensioni
Inverno:"Osservo nuovamente la strada davanti a me. Per me, il grande principe dei demoni, essere immortale, il tempo non ha importanza. Eppure, senza rendermene conto, mi ritrovo ad accelerare il mio passo lungo il cammino."
Primavera:“Cosa sei andato a fare oggi?”, domando sospetta e – anche se mi costa ammetterlo – preoccupata, “Non dovevi semplicemente benedire una casa?”.“Ehm… sono caduto da un albero”, liquida lui. Inarco le sopracciglia, allentando un poco la presa.“E che ci facevi su un albero?”.
Estate: “È la luna”, dico come uno stupido, forse pensando che la sua curiosità richieda spiegazioni. Ma lei continua ad allungarsi, con enorme sforzo, verso la sfera d’argento. “Guarda che non puoi mica prenderla”. Altra frase da stupido. È ovvio che non può prenderla! Mica devo spiegarglielo io.
Autunno: Gli umani sono così superficiali. Quella fu la prima volta che mi ritrovai a pensare in maniera così altezzosa riguardo la mia stirpe. Adesso lo faccio spesso.
Raccolta di quattro Shot prima classificata al concorso "Four Seasons" indetto da Roro e Emiko92.
Genere: Commedia, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Four Seasons

-Raccolta-


 

Autunno

 

Inu no Taisho –Izayoi

 

 

 


Sayonara itsuka wa kurukamoshirenai

Kisetsu wa soredemo meguri megutteku

Chiisaku mayottemo aruiteku

Kimi to aruiteku

Sore dake wa kawaranaideiyoune.

 

[Let it Out, FMA BH 2° Ending]

 

Gli addii non si possono scansare,

e le stagioni continuano a passare.

Anche se ho perso me stessa, continuerò a camminare…

A camminare al tuo fianco.

Questa è l’unica cosa che vorrei non cambiasse mai.


 

 

Ricordo questo viale alberato.

Era la fine dell’inverno.

Gli alberi erano ricoperti di neve, e il tempo sembrava immobile. E tu eri lì, e mi davi le spalle. Forse già conoscevi il destino a cui stavo andando incontro e che io allora ignoravo.

Tu già sapevi. Sapevi che dovevi lasciarmi, ma sapevi che saresti tornato.

Ma non sapevamo per quanto. Quanto tempo ancora potevo sperare di vederti apparire davanti ai miei occhi? Non volevo vederti sciogliere come quella neve, che delicata ricopriva la tua pelle. Si sarebbe tramutata in gocce, le mie lacrime amare.

Le lacrime di una donna innamorata che da sempre sapeva ciò a cui andava incontro.

Ricordo questo viale alberato.

Lo ricordo all’inizio della primavera.

Gli alberi di ciliegio erano in fiore, e io aspettavo il tuo ritorno. Lo aspettavo ormai conscia della mia situazione. E del figlio, il tuo, che cresceva nel mio grembo. Il figlio che non ero riuscita a nascondere. E già il peso di quella gravidanza aleggiava su di me. Gli sguardi dei servitori, la paura delle ancelle: tutti temevano quell’innocente creatura.

Solo perché figlia di un demone.

Ricordo questo viale alberato.

Lo ricordo durante l’estate, quando di notte guardavo la luna, seminascosta dalle foglie dei ciliegi. E tu arrivasti, e posasti una mano sul mio ventre ormai gonfio.

“È cresciuto”, sussurrasti sorridendo, dissipando ogni mio dubbio. Tu avevi sempre saputo. Sapevi da quel giorno d’estate. Carezzasti a lungo la mia pancia, come un bambino curioso. Come potevano avere paura di te? Come potevano temere tuo figlio?

Gli umani sono così superficiali.

Quella fu la prima volta che mi ritrovai a pensare in maniera così altezzosa riguardo la mia stirpe.

Adesso lo faccio spesso.

Adesso che mio figlio deve nascere, non riesco ad evitarlo.

E percorro questo viale, i capelli scombinati dal vento, ammirando i colori caldi delle foglie secche, scricchiolanti sotto ai miei sandali. Anche l’autunno sarà testimone del mio amore per lui. E per mio figlio.

Anche se sarà dura, anche se significherà sofferenza, io non smetterò di camminare al di sopra di questo mondo secco e senza amore. Abbraccio il mio ventre gonfio, facendo una smorfia di dolore.

Ci sarà qualcuno che abbraccerà così mio figlio, quando io non potrò più farlo?

Se potessi schiacciare in eterno la cattiveria degli uomini come adesso calpesto questo foglie, lo farei.

Ma sono umana anche io.

E non posso fare altro che vivere finché potrò.

E pregare di vivere un’altra stagione ancora.

 

Haru no hikari atsumetara hana sakasete
Natsu wa tsuki ukabu umi de mitsumete
Aki no kaze fuyu no yuki mo
Sono toiki de atatamete hoshii
FOUR SEASONS WHIT YOUR LOVE
Mou ichi dou.

 

Raccogliere i fiori che sbocciano alla luce della primavera,
osservare la luna che si riflette sul mare d'estate,
il vento d'autunno e la neve d'inverno...
vorrei che ognuna di queste visioni mi scaldasse il cuore...
QUATTRO STAGIONI COL TUO AMORE,
un'altra ancora…

[Four Seasons – Namie Amuro]










  
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