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Autore: Harley Sparrow    12/04/2019    3 recensioni
Seguito di This is Us – Youth
Anno 1994/1995
Edmund, Frannie e Margaret proseguono con il loro sesto anno gli studi presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Li abbiamo lasciati sull'Espresso del ritorno, e li ritroveremo con l'estate nel mondo magico.
Tra la Coppa del Mondo di Quidditch, il Torneo Tremaghi, nuovi amici e vecchi rancori, conti in sospeso e baci rubati nelle aule deserte, sirene squamate e draghi sputafuoco, ce ne saranno per tutti, di belle e di brutte.
Saltate a bordo e tenetevi forte, un nuovo anno vi aspetta!
*
Dal testo:
-Sai mamma, Edmund e Margaret giocano per Serpeverde!
Esclamò Frannie, per cambiare argomento.
-In verità io giocavo.
-Non dire sciocchezze, Mag. Dopo la disfatta di Draco di quest'anno, il prossimo avrai un posto assicurato in squadra!
La rassicurò Edmund, deciso. A quelle parole i genitori di Frannie si guardarono complici.
-L'anno prossimo, dici? Chissà...
Iniziò Jane, ridendo sotto i baffi.
-È possibile che avrete altro a cui pensare...
Continuò Josh, guardandola ammiccante.
-Io non mi preoccuperei molto della squadra! Anzi, fossi in voi non me ne preoccuperei per niente!
Frannie sbuffò.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XI
 
IL BALLO DEL CEPPO
 
 
“Perhaps, after all, romance did not come into one’s life with pomp and blare, like a gay knight riding down; perhaps it crept to one’s side like an old friend through quiet ways; perhaps it revealed itself in seeming prose, until some sudden shaft of illumination flung athwart its pages betrayed the rhythm and the music.
Perhaps —
perhaps — love unfolded naturally out of a beautiful friendship, as a golden-hearted rose slipping from its green sheath.”
L.M. Montgomery – Anne of Green Gables (vol. 2)

[Forse, dopotutto, il romanticismo non irrompeva nella vita di una persona in pompa magna, come un principe azzurro sul cavallo bianco; forse era qualcosa che cresceva piano e silenziosamente accanto a te, come un vecchio amico, e forse si mostrava in quelle che al principio sembravano parole povere, ma che potevano illuminarsi all’improvviso e rivelare un ritmo e una musicalità nascosti.
Forse – forse – l’amore poteva sbocciare spontaneamente da una bella amicizia, come una rosa dal cuore dorato che viene fuori dal suo bocciolo verde]
 
 
 
 
Tony uscì dalla sua Sala Comune in netto anticipo. Si era offerto di andare a prendere Luna direttamente davanti alla Torre Corvonero, ma la ragazza aveva insistito per non scomodarlo.
Così risparmi le forze per ballare” gli aveva detto con quella solita aria sognante che la faceva sembrare perennemente in un altro mondo.
Non aveva trovato la forza di dirle che non aveva alcuna intenzione di ballare. Decise di incamminarsi verso la torre, dato che non aveva altro da fare.
Arrivato nella Sala d’Ingresso vide che iniziava già a esserci un po’ movimento. Alcuni suoi compagni di corso erano già arrivati. Aurora e Philip chiacchieravano con Aladdin e Jasmine, mentre Fred o George Weasley stava scendendo le scale con la Johnson. Li salutò e passò oltre. Vide che dalla grande porta di quercia iniziarono a entrare anche gli studenti delle altre scuole. Fece le scale abbastanza velocemente finché non si ritrovò davanti alla ragazza vestita nel modo più assurdo che avesse mai visto. Con sommo imbarazzo si rese conto che era la ragazza con cui avrebbe dovuto passare l’intera serata.
“Ciao Luna!” disse sforzandosi di guardarla negli occhi e non soffermarsi sul resto del vestito.
Si ritrovò a chiedersi non tanto con che coraggio stava andando al Ballo vestita così – quello lo avrebbe pensato più tardi, passato lo shock – bensì a come avesse fatto a trovare o fabbricare un abito del genere.
Bolle di sapone. Era ricoperta di bolle di sapone dalla testa fino a poco sotto le ginocchia. Sotto doveva aver messo un vestito giallo canarino, perché le bolle riflettevano quel colore. Al posto delle maniche aveva un paio di bolle più grandi delle altre, mentre dalla vita in giù diventavano sempre più piccole fino a svanire. Sembravano vere e si chiese cosa sarebbe successo se le avesse toccate. Sarebbero esplose? Sarebbe stato come toccare una normalissima palla? Lo avrebbero morso? Non era da escludere. Come se non bastasse, aveva indossato delle calze arancioni che tutto sommato non erano così male con il giallo del vestito, anche se era sicuro che non fosse l’abbigliamento più consono per un ballo, bolle a parte. Vide che al collo aveva una collana fatta con i tappi di succo di zucca. Fortunatamente aveva lasciato gli Spettrocoli nel dormitorio.
“Oh, ciao Tony!” disse lei illuminandosi quando lo vide.
“Come sei…” iniziò il ragazzo.
Strana.
‘Strana. Dai, dillo’ pensò mordendosi un labbro nel tentativo di non mortificarla.
“…Elegantedisse sorridendole incerto “e particolare!”
“Anche tu” disse guardando il completo nero del ragazzo e soffermandosi sulla camicia grigia “…Incredibilmente ordinario
Le offrì il braccio, lei lo prese con piacere e si diressero insieme verso la Sala d’Ingresso, che nel frattempo si era riempita ancora di più. Vide che Frannie Firwood era già arrivata e stava salutando il suo accompagnatore di Beauxbatons. A un certo punto si voltò verso la scalinata per vedere chi si stava avvicinando e si accorse di lui; vedendolo arrivare con Luna prese il suo compagno per un braccio e lo trascinò nella loro direzione.
“Ciao Tony!” disse con un gran sorriso quando fu abbastanza vicina “Luna, stai benissimo!”
“Oh, grazie! Anche tu sei molto bella!” rispose la ragazza visibilmente felice “…Però stai attenta a non metterti sotto al vischio perché i Gorgosprizzi potrebbero scambiare il tuo vestito per una foglia e deporci sopra le uova. Una volta mi è successo”
“Va bene” disse Frannie cercando di assumere con poco successo un tono solenne. Mantenne lo sguardo fisso su Tony, che si chiese se avesse qualcosa di strano sulla faccia.
Nel frattempo arrivarono Yvonne e Dimitar e passarono a salutarli. Yvonne era semplicemente magnifica nel suo vestito rosso. Guardò Luna in modo strano, ma fu l’unica a chiedere alla ragazza come avesse fatto a creare un abito così bello. Luna spiegò l’incantesimo alla ragazza, la quale ascoltò affascinata.
“Dove Margaret e Edmund?” chiese Dimitar guardandosi intorno.
“Arriveranno a momenti” disse Frannie guardandosi intorno in cerca dei due amici. Ormai era da più di un quarto d’ora che aveva lasciato Mag nel dormitorio. Nel frattempo erano arrivati Potter e Weasley junior. Per poco non scoppiò a ridere vedendo come era vestito il fratello minore di Fred e George. Era l’abito più grottesco che avesse mai visto in vita sua.
“Ma non poteva trasfigurare quella giacca in qualcosa di meno pomposo?” chiese Frannie tornando a voltarsi verso il gruppo di amici, anche loro impressionati da quell’orrore.
“A me piace!” disse Luna “almeno si nota”
Tony si chiese se fosse una frecciata nei confronti del suo outfit, ma in fondo non gli importò perché era convinto che la normalità fosse la cosa che più gli si addiceva, in quel frangente.
Frannie intanto si morse un labbro, sperando che Mag non fosse ancora nel dormitorio in preda al panico. Decise che se non fosse arrivata entro venti minuti sarebbe andata a cercarla.

 
*

Margaret invece era uscita eccome dal dormitorio. Edmund l’aveva aspettata in fondo alla scalinata che portava ai dormitori. Vedendola arrivare, le aveva detto che era bellissima e lei era arrossita, poi senza guardarsi negli occhi si erano diretti insieme verso la Sala d’Ingresso.
Quando furono usciti dalla Sala Comune finalmente Mag si decise a dire qualcosa.
“Alla fine non hai messo la felpa dei Tornados” disse ridendo nervosamente.
Edmund si guardò una manica e parve accorgersi in quel momento di indossare la camicia e la giacca che gli aveva regalato Draco per il suo compleanno.
“Ah. Beh, forse non era il caso” disse rimanendo serio.
Percorsero con calma il corridoio che portava alla stretta scala. Mag avrebbe desiderato andare più veloce, ma i tacchi glielo impedivano. Quel silenzio stava diventando insopportabile.
“…Comunque anche tu stai benissimo vestito così” disse la ragazza per rimediare, arrossendo al pensiero di aver fatto una battuta banale.
“Grazie. Anche tu” disse lui guardando davanti a sé, come se avesse avuto paura di guardare di nuovo la ragazza al suo fianco.
Poi accadde una cosa che né Mag né tantomeno Edmund avevano programmato. Il ragazzo si fermò, si voltò e la guardò negli occhi.
“…Sei bellissima” mormorò distogliendo lo sguardo a fatica, quando ormai le guance di Mag erano andate in fiamme e la sua gola si era completamente seccata.
Mentre la ragazza contemplava l’idea di fargli notare che glielo aveva già detto poco prima, accadde un’altra cosa che nessuno dei due aveva programmato.
Edmund strinse i pugni e parlò con un filo di voce.
“Ho bisogno di parlarti. Puoi venire un attimo…?”
Al posto di continuare a camminare dritto davanti a sé deviò verso l’aula di pozioni, dove si trovava un atrio abbastanza ampio e isolato dal corridoio da una serie di pilastri e colonne.
Mag lo guardò sbigottita per alcuni istanti, poi annuì debolmente e lo seguì, dato che lui sembrava non voler fare diversamente. L’atrio era appena illuminato da qualche torcia, il cui fuoco rifletteva pigramente il riflesso sulle pareti grigie. Mag si mosse in maniera meccanica sui tacchi; era così in ansia che in quel momento avrebbe anche potuto correre senza sentire alcuna fitta ai piedi. Si appoggiò a una colonna e incrociò le braccia sul petto, imbarazzata e spaventata.
“Ed, cosa…?” riuscì a dire anche se aveva la gola secca. Lui la interruppe subito. Aveva uno sguardo folle, ma in realtà era spaventato quanto lei.
“Senti, lo so che probabilmente rovinerò la serata a entrambi con quello che sto per dire… è che… non ce la faccio più a stare zitto” disse lui fissando un punto dietro alla spalla della ragazza.
Mag lo fissò intimorita, senza capire. Edmund pensò che ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Fece un respiro profondo e continuò a parlare.
“Io… Io non ti ho chiesto di venire al ballo da amico per farti un favore…” disse, consapevole di essere arrivato ad un punto di non ritorno.
Sentendo quelle parole Mag lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, sempre più confusa. Edmund lo notò e lentamente le prese una mano. Non era la prima volta che succedeva, ma mai lo aveva fatto con tanta consapevolezza per quel che stava facendo e per quel che sentiva in quel momento.
“Mag… io volevo – voglio – venire davvero con te” disse sollevando lentamente lo sguardo per guardarla negli occhi.
“Cosa vorrest–” chiese Mag, anche se stava iniziando a capire. Eppure una parte di lei, sempre più debole ogni secondo che passava, stava ancora cercando di convincerla che non era vero, che Edmund le stava dicendo quelle cose per farle uno scherzo di cattivo gusto, non perché in realtà…
Lui finalmente la guardò negli occhi, e il flusso di pensieri della ragazza si arrestò.  
“Che voglio stare con te” disse con un filo di voce “…Io sono innamorato di te”
La ragazza lo fissò con gli occhi spalancati, così sconvolta che pur essendo riuscita a realizzare in fretta quel che le aveva appena detto Edmund, il sorriso che premeva per uscire tardò ad arrivare e perlopiù sembrò una smorfia.
Tenendo ancora stretta la mano di Mag – sempre più stretta, tanto era forte la paura di un rifiuto che attanagliava il cuore del ragazzo – Edmund si avvicinò a lei e la baciò.
La ragazza spalancò gli occhi e rimase immobile per qualche istante, poi mosse la mano libera e la portò ad accarezzare la guancia di Edmund. Sentendo che era lì, in carne e ossa, reale, assolutamente perfetto, si ridestò e finalmente chiuse gli occhi e rispose al bacio.
Quando si staccarono si guardarono per un attimo sconvolti, ma poi si sciolsero in un sorriso. Mag cinse il collo di Edmund con entrambe le braccia e si strinse forte a lui, che a sua volta rispose all’abbraccio.
“Anche io, Ed” mormorò poco dopo, prendendogli il viso con entrambe le mani “…ma non riuscivo dirtelo… Avevo paura che…”
Edmund si distanziò leggermente per poterla guardare negli occhi.
“Allora non me l’ero solo immaginato” disse sorridendole.
“…Perché abbiamo aspettato così tanto?!” chiese Mag appoggiando la fronte a quella di Edmund, tenendo gli occhi bassi “…Anche io credevo di essermi solo immaginata che tu provassi qualcosa per me” borbottò abbracciandolo di nuovo.
“Io non avrei aspettato così tanto se non fosse stato per…” disse il ragazzo bloccandosi alla fine.
Non gli andava di nominare quell’orribile ragazzo che gli aveva guastato gran parte dell’anno precedente e soprattutto non voleva far sentire in colpa Mag per quello. Lei sembrò intuirlo e improvvisamente tutto le parve chiaro come un cristallo. Tutte le risposte acide, i musi lunghi, i silenzi carichi di tensione, Katie Bell… Non erano state normali reazioni a una semplice antipatia. Era perché lei gli stava spezzando il cuore.
“Oh” disse semplicemente “…Sono stata una stupida”
“Ma no, non è vero” disse lui sorridendole debolmente.
“E invece sì. Per stare con lui ho represso sentimenti che provavo già… per te” era indecisa se dirglielo o no, ma in quel momento sentiva di potergli dire qualsiasi cosa.
Edmund prese questa rivelazione come uno schiaffo in pieno viso. Quindi quegli sguardi che si erano scambiati il Natale precedente e qualche altra volta non se li era immaginati. Quella notizia da una parte gli fece pensare che fossero stati davvero tanto stupidi, dall’altra si sentì meno sciocco per aver pensato che Margaret avrebbe potuto starci già l’anno prima… Perché era la verità.
Però non riusciva a sentirsi arrabbiato o offeso. Era stata colpa di entrambi ma in fondo nessuno dei due aveva sbagliato. Le cose erano andate in quel modo e nulla avrebbe potuto cambiarle, anzi, forse se si fossero dichiarati da subito non sarebbero riusciti a durare a lungo. Erano cambiati molto in quell’anno, e forse questo fatto avrebbe giocato a loro favore.
“Bene, siamo stati due idioti” disse prima di scoppiare a ridere.
Mag si lasciò presto contagiare dalla risata. Prima che smettessero fu lei a sporgersi verso il ragazzo per baciarlo di nuovo.
“…Che ore sono? Ci avranno dati per dispersi!” disse Edmund a un certo punto. Da quando si erano fermati lì doveva essere passata quasi mezzora, avevano perso il senso del tempo.
Mag controllò l’ora e si rese conto che mancavano tre minuti alle otto.
“Andiamo, sì” disse “Anche se sinceramente non ho più molta voglia di andare”
“Nemmeno io” le disse Edmund prendendole la mano e stringendola “Ma dobbiamo onorare la festa che ci ha fatti mettere insieme, no?” aggiunse voltandosi verso di lei per baciarla di nuovo.
“Hai ragione, Ed” disse Mag con aria sognante.
Si strinse al suo braccio e camminò con lui verso la Sala d’Ingresso, dove ormai la festa stava per iniziare. Non c’era neanche stato il bisogno di chiarire il fatto che da quel momento sarebbero stati insieme.
Dopo essersi fermati varie volte per scambiarsi uno o due baci, finalmente arrivarono a destinazione. Ormai erano tutti arrivati; Mag, ancora stretta al braccio di Edmund, vide la professoressa McGranitt parlare con Harry Potter davanti alle porte della Sala Grande. Il ragazzo era a braccetto con una sua compagna di classe, una delle gemelle Patil, e aveva la sua solita aria spaesata.
Intravide fra la folla Aurora e Philip, semplicemente meravigliosi come al solito, vide anche che Luna e Tony si guardavano intorno con aria confusa, anzi, Luna sembrava particolarmente interessata al vischio sopra di lei, mentre Tony si guardava intorno sperando di non dare troppo nell’occhio. Il vestito di Luna era la cosa più assurda che avesse mai visto e Edmund concordò con lei. Videro Luna dire qualcosa e a Tony e anche questi prese a guardare il vischio intimorito. Una voce alle loro spalle li fece sobbalzare e si divisero, come se qualcuno li avesse scoperti a fare qualcosa di sbagliato.
“Ma dove eravate finiti?!” esclamò Frannie guardando Mag con aria di rimprovero.
La ragazza non fece in tempo a rispondere – non che avesse la risposta pronta – perché le porte della Sala Grande erano appena state spalancate e tutti i ragazzi eccetto i campioni avevano iniziato a entrare.
“Non importa, andiamo” borbottò Frannie passandole davanti con il suo accompagnatore per mettersi in fila.
Mag e Edmund si scambiarono uno sguardo imbarazzato.
“Dobbiamo dirglielo” disse Mag a bassa voce sporgendosi verso di lui.
“Per me possiamo anche aspettare” disse lui, desideroso di vendicarsi di tutte le volte che Frannie lo aveva stressato e messo in imbarazzo con la storia di Mag.
“Beh, troveremo un modo” disse Mag stringendogli leggermente il braccio.
Una volta entrati nella Sala Grande si accorsero subito di quanto si fossero impegnati per decorarla in modo sbalorditivo. Le pareti erano interamente coperte di brina d’argento scintillante, con centinaia di ghirlande di edera e vischio che s’intrecciavano al nero soffitto stellato. I tavoli delle Case erano spariti; al loro posto ce n’erano un centinaio più piccoli, illuminati da lanterne, e ciascuno ospitava una dozzina di persone. Dove solitamente si trovava il tavolo degli insegnanti era stato allestito un palco su cui i musicisti attendevano l’inizio delle danze, mentre al centro c’era la pista da ballo. Gli studenti si disposero ai lati della sala per accogliere i campioni. Le porte furono chiuse e dovettero attendere per altri minuti.
Frannie osservò attentamente Mag e notò che aveva un’espressione un po’ persa, ma la spiegò col fatto che fino a mezz’ora prima la ragazza era in preda al panico e doveva esserlo ancora. Probabilmente era uscita dal dormitorio pochi minuti prima. Edmund però sembrava totalmente a suo agio, e in effetti anche Mag, solo che era rossa in viso e aveva un ché di strano, ma non riusciva a capire in che senso. Mentre Cedric Diggory e il resto dei campioni faceva la sua entrata accolto dall’applauso generale, si sporse verso Margaret.
“Hai dimenticato di mettere il rossetto” le disse a bassa voce.
La ragazza sembrò prendere piuttosto male quella notizia. Si portò una mano alla bocca e se la passò sulle labbra per constatare che l’amica dicesse la verità, poi si voltò verso Edmund, che stava parlando con Dimitar e Yvonne e scoppiò a ridere.
“Ops” disse semplicemente.
“Tutto ok, Mag?” chiese Frannie guardandola con incertezza.
Ancora una volta Mag non fece in tempo a rispondere perché poco lontano da loro accadde una cosa che attirò l’attenzione delle due. Alex Windfall si era appena rovesciato del succo di zucca sullo smoking azzurro pastello.
“Stai attento!” sbraitò Belle accanto a lui.
Il ragazzo la guardò con aria assente e balbettò che non aveva fatto apposta.
“Guardate Aladdin!” disse Mag a Frannie e Edmund, che nel frattempo si era voltato e si stava godendo la scena.
Il giovane Grifondoro stava risistemando la bacchetta nell’interno della giacca con accanto una Jasmine che lo guardava adorante, cosa molto strana perché di solito era Aladdin a guardarla con quell’espressione intontita.
“Dopo le chiedo cosa è successo” disse Frannie mentre Windfall e O’Hara continuavano a battibeccare. La ragazza aveva tirato fuori la bacchetta per pulirgli la giacca e i pantaloni con la magia ma sembrava non essere in grado.
Intanto si erano persi le parole che aveva detto Silente per dare inizio alla serata e i musicisti avevano iniziato a suonare un valzer che Mag non aveva mai udito prima, probabilmente era stato realizzato da qualche compositore del mondo magico. Harry Potter era la persona più impacciata che avesse mai visto. La Patil lo stava letteralmente trascinando, era davvero buffo. Anche Davies era piuttosto impacciato, ma almeno Fleur compensava per entrambi, e comunque dopo un paio di giravolte erano entrati in perfetta sintonia. Krum ballava con una ragazza che assomigliava moltissimo a Hermione Granger. Nel corso della serata avrebbero avuto la conferma che effettivamente si trattava lei. Silente offrì a Madame Maxime la mano e i due si unirono a ballare con i campioni. I primi ragazzi, quelli più temerari o semplicemente più sicuri di sé, presero parte alle danze. Contro ogni previsione i primi furono Neville Paciock e Ginny Weasley, che quella sera era più carina del solito, anche se il suo vestito era decisamente fuori moda. Anche Aurora e Philip presero parte alle danze e Mag fu sicura che la loro grazia e leggiadria battesse tutti i presenti, compresa Fleur Delacour. Anche Frannie e il suo accompagnatore si buttarono nella mischia. Luc era decisamente portato per quel tipo di ballo e Frannie sembrava molto felice. Sentì Edmund prenderle la mano, si voltò verso di lui con un sorriso.
“Ti va?” le chiese indicando la pista.
“Ma certo” rispose lei, sorridente.
Iniziarono a volteggiare anche loro in mezzo al resto dei ragazzi e si resero conto ben presto di non essersi mai sentiti così tanto a loro agio fra di loro quanto lo erano in quel momento.
Intanto, sul bordo della pista, Luna guardava la massa di ragazzi con gli occhi spalancati, mentre Tony parlava con un amico. Si avvicinò a lui.
“Balliamo?” chiese la ragazza.
“Luna, ti ho mai presentato Kristoff e Wade?” le chiese cercando di sviare l’argomento.
“Oh, no! Piacere!” disse allungando la mano verso i due ragazzi.
“Bel vestito!” disse il ragazzo di nome Wade, genuinamente ammirato.
“Grazie!” rispose la ragazza con un sorriso che le illuminò il volto.
“…Ora andiamo a ballare? Io ho voglia di ballare!” chiese Luna quando partì una canzone decisamente più ritmata.
“Non mi piace ballare” disse Tony leggermente imbarazzato “magari dopo, quando c’è meno gente!”
“È così bello ballare” disse Luna “Non ti capisco”
“Beh, se vuoi puoi andare, io ti guardo!” azzardò il ragazzo.  
Qualsiasi ragazza a cui il suo accompagnatore avesse detto una cosa del genere, se ne sarebbe andata mollandogli un ceffone; Luna no. Luna si illuminò come una bambina a cui viene fatto un regalo inaspettato e sorrise.
“Davvero? Allora vado!” disse con gli occhi che brillavano per l’emozione. Si sistemò i capelli e corse sulla pista, dove iniziò a volteggiare da sola come se ci fosse stato un fantasma a farle da cavaliere. Guardò verso Tony, gli sorrise e lo salutò. Tony si sentì un po’ in colpa, ma rispose al saluto della ragazza con vivo entusiasmo.
Si guardò intorno e vide che dopo la prima canzone molti avevano già smesso di ballare, ma l’arrivo delle Sorelle Stravagarie aveva attirato moltissimi ragazzi sotto al palco, che sembravano completamente impazziti alla vista di quel celebre gruppo rock. Vide Frannie ballare con il suo accompagnatore, tranquilla e sicura di sé come al solito. Si ritrovò a pensare che con quel vestito fosse ancora più carina del solito, poi però si ridestò, incuriosito da quel pensiero, e la sua attenzione fu catturata di nuovo da Luna, che aveva smesso di ballare con il cavaliere immaginario e aveva iniziato una danza strana: sembrava che stesse cogliendo delle ciliegie immaginarie sopra alla propria testa. Vedendo che qualcuno iniziava a ridere di lei, Ginny Weasley la raggiunse e si unì nel suo ballo per un po’.
Frannie intanto ballava con Luc, che sembrava divertirsi molto con lei. Lei invece continuava a guardare dalla parte di Tony. A un certo punto i loro sguardi si incrociarono, così si sbracciò per salutarlo, desiderando ardentemente di andare da lui e trascinarlo sulla pista, anche se sembrava non gradire alcun tipo di danza. Fred e Angelina si avvicinarono a lei ballando scatenati.
“Non hai qualche bottiglia di rum da versare nel punch?” chiese Fred all’orecchio di Frannie, alzando la voce per farsi sentire.
I due guardarono verso la fontana da cui scorreva la bibita analcolica sorvegliata da Gazza, il quale stava ballando con la sua gatta in modo grottesco. Dietro di lui Piton sembrava non aver nulla di meglio da fare che controllare che nessuno si avvicinasse alla fontana.
“Solo se inviti Piton a ballare” gli urlò all’orecchio la ragazza.
“Mi arrendo” disse Fred alzando le mani al cielo.
Angelina scoppiò a ridere e fu difficile fermarla. Gazza era facilmente aggirabile, Piton no, e quella sera non valeva la pena essere cacciati dal Ballo per un po’ di alcol.
“Io mi siedo un po’” disse Frannie al suo accompagnatore.
Si sarebbe riposata per un paio di canzoni e poi sarebbe tornata a ballare, ne aveva proprio voglia quella sera. Si guardò intorno per controllare che Mag e Edmund si stessero divertendo ma non li vide da nessuna parte. Andò a sedersi insieme a Luc a d un tavolo dove erano seduti Jasmine e Aladdin.
“Allora, cos’è successo a Windfall, prima?” chiese sedendosi davanti ai due.
“Al è il mio eroe” disse Jasmine accarezzando il viso del suo ragazzo “Io non l’ho sentito, ma pare che Windfall abbia criticato il mio vestito”
“Perché lui ne sa molto di vestiti” disse Frannie ridacchiando.
“Sì, infatti. Non capisco per quale motivo gli stia così antipatica, non è la prima volta che mi critica” borbottò Jasmine.
“Semplice, è stupido” disse Frannie “…Avete visto Mag e Ed?”
“Sono là! Non ti sembrano piuttosto affiatati questa sera?” disse Jasmine facendo un cenno con il viso.
Frannie sbuffò. Da una parte era felice che Mag non le stesse appiccicata come temeva che avrebbe fatto, dall’altra però sperava che la calcolasse un po’ di più, stessa cosa per Edmund. Guardò di nuovo verso la pista da ballo e finalmente li vide.
“Sono strani, non aff­ia—” borbottò Frannie, ma si bloccò prima di concludere la frase.
Non riuscì a concluderla perché in quel momento vide il suo migliore amico afferrare la sua migliore amica per fianchi, attirarla a sé e baciarla con passione. Era una cosa così assurda che rimase a guardarli aprendo e chiudendo gli occhi almeno cinque volte nel giro di due secondi. Quel che la lasciò ancora più perplessa fu il fatto che Mag avesse risposto a quel bacio da subito, cingendogli il collo con le braccia, come se i due fossero fidanzati da mesi. Si voltò sconvolta verso Jasmine e Aladdin e dalle loro espressioni non si era sognata quel che aveva appena visto.
“Ma da quando…?” chiese Aladdin pensando di essersi perso qualcosa, ma dallo sguardo che avevano assunto le due amiche capì che non era l’unico a non sapere cosa stesse succedendo.
I due si staccarono dopo parecchio tempo; Mag fu la prima ad accorgersi di essere osservata. Sussurrò qualcosa all’orecchio di Edmund e anche lui si girò intimorito verso Frannie. Quando la vide, sul viso della ragazza si era aperto un sorriso di trionfo. Mag prese Edmund per mano e lo trascinò attraverso la pista per raggiungere Frannie e gli altri.
Mentre ancora camminavano, la mente di Frannie aveva elaborato tutto quel che le serviva in quel momento. I suoi due amici stavano insieme, e questo era decisamente una cosa buona perché non sapeva quanto a lungo li avrebbe sopportati ancora. Secondo, ma non meno importante, aveva appena vinto una scommessa contro i gemelli Weasley. Sarebbe andata a incassare il suo galeone prima di subito. Terzo, ancora più importante, aveva vinto una scommessa contro Mag e Edmund e non vedeva l’ora di avvisarli che le dovevano pagar da bere alla prossima gita a Hogsmeade.
“Bella serata, eh?” osservò con un gran sorriso quando i due amici furono abbastanza vicini; Mag era arrossita ma sorrideva felice.
“Non c’è male” disse Edmund con un ghigno.
“Volevamo dirtelo ma non c’è stato il tempo” tentò di scusarsi Mag.
“Beh, direi che vi farete perdonare per non avermelo detto immediatamente” disse alzandosi in piedi “Potete seguirmi?”
“Che cosa vuoi fare, scusa?” chiese Mag confusa.
“Oh, niente, ho bisogno che mi assistiate per una transazione d’affari, è importante” disse Frannie muovendo la mano con noncuranza “Luc, arrivo subito!”
Edmund e Mag si guardarono; Edmund ebbe la strana sensazione di sapere di cosa si trattasse ma non ci arrivò finché non vide spuntare dalla folla i due gemelli.
“Diteglielo voi, prima che non mi credano” disse Frannie quando Fred e George li raggiunsero.
“Che cosa ci devono dire?” chiese George.
“Che cosa dobbiamo dire?” chiese Mag alzando gli occhi al cielo.
“Quel che è successo questa sera, ovvio!” disse Frannie sforzandosi di non ridere.
“Non ci credo, avete scommesso anche su di noi” borbottò Edmund “…Allora, chi avrebbe vinto?”
“IO!” esclamò Frannie ad alta voce, la sua felicità era incontenibile. “E sapete qual è la parte più bella, intrigante e dolce di tutta questa storia?”
“Non voglio saperlo” si lamentò Edmund voltandosi verso Mag, che non sapeva se essere divertita o indignata.
“Che vincendo questa scommessa ne ho vinta un’altra. Con voi. Perché ho vinto la prossima scommessa, ricordate?” disse.
“Non ci posso credere” disse Mag chiudendo gli occhi, travolta dalla consapevolezza che quel giorno non avrebbe dovuto stringerle la mano.
“Sei spregevole” disse Edmund, che in fin dei conti iniziava a essere divertito dalla cosa. Forse perché quella sera niente e nessuno avrebbe potuto intaccare la sua gioia.
“Preferisco intelligente, attenta osservatrice e astuta” rispose la ragazza con convinzione “…E se volete aggiungere anche bella e perfetta fate pur–”
George le mise una mano sulla bocca per metterla a tacere.
“Firwood, meriteresti di essere portata ad Azkaban” disse Fred scuotendo la testa.
“Sei una pessima vincitrice” aggiunse George.
“E voi siete dei pessimi perdenti” rispose lei alzando le spalle.
Mag e Edmund erano troppo felici quella sera per prendersela. Il ragazzo le passò un braccio sulle spalle e la strinse leggermente a sé.
“Beh, se avete finito di prenderci in giro noi andremmo a sederci” disse alzando gli occhi al cielo.
“Aspettate, vengo anche io” disse Frannie ridacchiando.
I tre si diressero verso il tavolo dove gli altri amici li stavano aspettando. Frannie moriva dalla voglia di chiedere ai due come fosse successo ma decise di rimandare ad un altro momento. Si sedettero al tavolo insieme a Jasmine, Aladdin e Luc, che si era messo a parlare con Jasmine dell’Egitto, dove era stato in vacanza l’estate precedente.
“Ho sistemato le cose” annunciò Frannie sedendosi.
“Brava” disse Jasmine ridacchiando “Lo sapevo che sarebbe andata così, te l’avevo detto”
Mag sbuffò è appoggiò la testa sulla spalla di Edmund. Sentiva il bisogno di stare da sola con lui, ma erano appena le dieci, non voleva andarsene subito. Lui le prese la mano sotto al tavolo e sembrò pensare la stessa cosa.
Rimasero a chiacchierare per una buona mezzora. Frannie e Jasmine raccontarono ai due amici l’episodio di Windfall, suscitando ancora le risate di tutti. Sulla pista ancora molti stavano ballando e rimasero un po’ a commentare le coppie che si erano formate. Miles e Adrian erano usciti in giardino da poco e lo avevano fatto tenendosi per mano la prima volta in pubblico. Luna Lovegood continuava a ballare incurante di chi aveva attorno, Mag la ammirò molto per la sua spontaneità. Tony invece era seduto con alcuni amici e ogni tanto la guardava con un sorriso, ma non sembrava volersi unire a lei.
“Come è carino, guardatelo!” disse Frannie mentre Luc era distratto.
“Potresti andare da lui!” propose Jasmine.
“Ma lui è con Luna, e io con Luc… non sarebbe carino” disse Frannie sbuffando e guardando altrove.
Era partita una canzone decisamente più lenta e romantica e si erano alzati per ballarla due professori che nessuno si sarebbe mai aspettato: Madame Maxime e Hagrid. Hagrid era impacciatissimo, fu uno spasso vederlo ballare.
Ben diversa cosa erano Yvonne e Dimitar, che sembravano divertirsi molto insieme. E ora che Fleur e Roger Davies si erano allontanati dalla Sala Grande, probabilmente per pomiciare, sulla pista risplendeva Aurora, che aveva occhi solo per Philip. Anche Laetitia sembrava divertirsi molto con Alfred, il ragazzo Serpeverde del settimo anno che le aveva chiesto di andare la ballo insieme a lui. Mag si rese conto che la presenza di Hans non la innervosiva come al solito, non sentì proprio niente e fu quasi felice di vederlo riaffiorare dal giardino tenendo Elsa per mano.
Solo quattro persone sembravano non divertirsi minimamente: Ron Weasley guardava la pista con sguardo truce e braccia incrociate; ogni tanto borbottava qualcosa a Potter, che sembrava non divertirsi molto ma almeno non aveva quello sguardo arrabbiato. Probabilmente le feste di quel genere non facevano per lui. Le persone che però sembravano divertirsi ancora meno erano le due accompagnatrici dei ragazzi. Una sembrava sul punto di piangere, mentre l’altra fissava la pista come un miraggio. A un certo punto un ragazzo di Durmstrang andò da quella che doveva essere Calì e le chiese la mano. Quella accettò senza pensarci due volte e senza nemmeno salutare Harry. Padma sospirò sconsolata e borbottò qualcosa a Ron, ma questi le rispose con un monosillabo, facendola sospirare di nuovo.
“Non pensavo che il fratello di Ron fosse così insofferente alla vita” disse Mag guardando il ragazzo borbottare di nuovo qualcosa a Potter mentre guardava Krum e la Granger ballare sulla pista.
“Sì, è completamente diverso dai fratelli” dovette convenire Jasmine.
“A me ricorda qualcuno” disse Frannie ridacchiando e guardando Edmund di sottecchi.
Il ragazzo era occupato a parlare con Luc di una cosa e non sentì la frecciata dell’amica, mentre Mag strabuzzò gli occhi. Era vero che a volte Edmund aveva la tendenza a brontolare e a chiudersi in sé stesso quando era contrariato per qualcosa, ma non le sembrava che fosse mai arrivato a quei livelli. Stava per dire a Frannie che forse esagerava un po’ quando la loro attenzione venne catturata dall’entrata in scena di una ragazza che quel gruppo aveva imparato a conoscere molto bene. Indossava un abito molto scollato rosa shocking decorato con grossolane decorazioni in verde e sulle spalle aveva un pellicciotto dello stesso colore delle decorazioni; camminò sui tacchi alti – sembrava che non li avesse mai provati prima – nella direzione di Harry e Ron. Senza essere invitata si sedette al posto di Calì e iniziò a parlare con i due, che la guardarono stupefatti. Padma parve ridestarsi per un attimo, divertita dalla situazione, ma poi precipitò nuovamente nello sconforto. A Frannie fece molta pena e nella sua mente prese vita un’idea, ma doveva pensarci un attimo prima di realizzarla. Intanto si concentrò su Mary Sue che importunava Potter e Weasley.
“Quanto vorrei essere lì per ascoltarli” disse Frannie con un sospiro.
“Dal labiale sembra che abbia chiesto a Ron di ballare con lei” disse Jasmine stringendo gli occhi.
In effetti, dalla risposta secca che le diede il ragazzo, non poteva essere andata diversamente.
“È arrivata la Sue e neanche me lo dite!” disse Edmund mettendo una mano sulla spalla di Mag, che gli restituì uno sguardo complice.
“Ha chiesto a Weasley junior di ballare e lui le ha detto di no” gli disse per aggiornarlo sugli eventi.
“Strano che non l’abbia chiesto a Potter, dato che è il suo migliore amico” disse Edmund ridacchiando, poi fissò lo sguardo su Mag e le chiese sottovoce se aveva voglia di uscire a fare un giro.
“Sì, andiamo” disse lei sentendo tornare la voglia di baciarlo e di stare da sola con lui.
Si alzarono e dissero al resto degli amici che andavano a farsi un giro. Tenendosi per mano passarono davanti al gruppetto del quarto anno e sentirono Mary parlare.
“Va bene, allora non cercatemi più!” disse con tono accusatorio. Si alzò indispettita e andò verso la pista, dove Draco Malfoy e Pansy Parkinson ballavano ancora.
“Ma chi la conosce!” sibilò Ron a Harry.
Sentendoli Mag si fece scappare una sonora risata, ma fortunatamente erano abbastanza lontani da non farsi sentire.
Mentre i due si avviavano verso l’uscita Frannie prese coraggio e si sporse verso Luc per parlargli.
“Non ho molta voglia di ballare adesso” disse.
“Davvero? Quel dommage!” mormorò il ragazzo, un po’ deluso.
“Guarda, penso che a quella ragazza invece piacerebbe!” continuò Frannie indicando Padma “Se vai da lei non mi offendo!”
Luc ci pensò su per un attimo. Guardò l’amica che a sua volta lo guardava incoraggiante, poi guardò Padma, che sembrava davvero molto carina. Prese la sua decisione.
“Quando ti va vienimi a chiamare!” disse alzandosi.
“Ma certo! A dopo!” disse Frannie con un sorriso a trentadue denti alzando il calice di burrobirra per salutarlo. Lo vide allontanarsi e ne fu sollevata.
Intanto Mag e Edmund erano usciti all’aperto, finalmente soli.
“Poverina, non la invidio per niente…” disse Mag riferendosi a Padma. Non aveva visto che ora la ragazza aveva un cavaliere decisamente invidiabile. Edmund in tutta risposta la attirò a sé e la baciò.
Rimasero nel giardino per poco, giusto il tempo di vedere varie coppie appartarsi fra i cespugli di rose incantati, per carpire mezza conversazione fra Hagrid e Madame Maxime – sembrava che stessero litigando – e infine per assistere alla scena più buffa della serata.
Luna Lovegood era uscita dalla grande porta di quercia tenendo Tony per mano, il quale non sembrava molto convinto e le continuava a dire che preferiva tornare dentro.
“Ma no, aspetta! Devo farti vedere una cosa!” disse Luna con entusiasmo.
La ragazzina andò in mezzo ai cespugli di rose, sui quali brulicavano centinaia di fatine che sembravano delle normali farfalle, e iniziò a cantare.
Tony si guardò intorno in preda al più totale imbarazzo e la implorò di cantare a bassa voce. In quel momento le fatine iniziarono a danzarle intorno, lasciando tutti i presenti, specialmente gli studenti di Beauxbatons a bocca aperta.
“Sono le bolle!” spiegò Luna “dentro c’è dell’aceto e le attira! Non è bellissimo?”
Mag e Edmund erano rimasti a guardare leggermente storditi, poi l’attenzione di Mag fu attirata da un’orribile cimice che stava camminando sul muro davanti a lei.
Ew” disse schifata dando una manata all’insetto, che finì nel prato “Che schifo!”
“Senti, e se tornassimo in Sala Comune?” chiese Edmund a Mag prendendole la mano.
“Sì andiamo, tanto a quest’ora sarà deserta” disse con un sorriso affettuoso.
Rientrarono nella Sala d’Ingresso. Mentre discutevano su quale divanetto fosse più lontano da occhi indiscreti, si accorsero che Frannie era uscita per parlare con Jasmine e Aladdin, che probabilmente se ne stavano andando, così si avvicinarono per salutarla. Avevano quasi raggiunto il gruppetto quando qualcuno tagliò loro la strada. Ron Weasley ed Hermione Granger stavano discutendo animatamente, incuranti del fatto che ci fosse almeno una mezza dozzina di persone lì ad assistere.
“Che cosa? CHE COSA! È questo che pensi?!” sbraitò Hermione, la quale camminava infuriata accanto al ragazzo. Questi le disse qualcosa che né Edmund né Mag riuscirono a capire, ma probabilmente si trattava di una risposta affermativa.
“Allora sai qual è la soluzione, non è vero?!” sibilò Hermione con la voce più alta di almeno due toni.
“Sentiamo” borbottò Ron senza fermarsi.
Con due ampie falcate la ragazza lo raggiunse e gli si parò davanti, rendendogli impossibile camminare.
“La prossima volta che c’è un ballo, raccogli il coraggio e invitami prima che lo faccia qualcun altro, e non come ultima risorsa!” gli urlò con la voce incrinata dalla rabbia.
“Beh, questo…” balbettò Ron, visibilmente in difficoltà “Questo, insomma, non c’entra un tubo!”
In quel momento arrivò Potter, che sembrava stesse crollando dal sonno, o forse era solo sovrappensiero. Hermione andò da lui e gli fece una ramanzina del tutto fuori luogo e lo mandò a letto. Frannie si morse il labbro per non ridere, Mag invece era in imbarazzo per Hermione.
“Ma che…” borbottò Edmund accanto a lei.
Harry raggiunse l’amico e gli chiese cosa stesse succedendo, questi fece un commento poco carino su Hermione e sul fatto che fosse pazza, così la ragazza urlò l’ultima cosa prima che i due se ne andassero definitivamente.
“RON HAI ROVINATO TUTTO!” urlò Hermione. Sembrava sul punto di rincorrerli per picchiarli, ma crollò sulla scalinata e scoppiò a piangere.
Mag si guardò intorno imbarazzata e fece un paio di passi verso il gruppo di amici, che stavano già discutendo sull’accaduto.
“…decisamente imbarazzante” disse a bassa voce Frannie sforzandosi di non ridere.
“È dall’anno scorso che si vede che si vogliono” disse Mag con il tono di una che la sa lunga “che idioti”
“Un po’ come te e Edmund” cinguettò Frannie con un sorriso maligno, spegnendo in un attimo il sorriso divertito che si era dipinto sui volti di Mag e Edmund. Entrambi assunsero un’espressione intontita, come se avessero appena ricevuto uno schiaffo in pieno viso.
“Non è vero!” disse debolmente Edmund.
“Sì, è vero, e io non vi sopportavo più” continuò Frannie.
“Noi non siamo così!” disse Mag fermamente.
“Nelle ultime tre ore, forse” insistette Frannie “ma fino a ieri era un’agonia starvi vicino”
“Concordo” disse Jasmine ridendo e reggendosi ad Aladdin, che cercava di rimanere serio per essere solidale con l’amico.
Mag boccheggiò senza sapere cosa dire, convinta di non essere mai arrivata ai livelli di quella scenata di gelosia. Beh, certo, il suo essere apatica nei confronti di Edmund era da considerarsi grave e odioso, ma per come la vedeva lei una scenata di gelosia davanti a tutti era decisamente peggio.
Edmund le strinse la mano e si ridestò.
“Come dici tu, Fran” cantilenò indispettito “Noi andiamo comunque, buona prosecuzione!”
Fran gli fece la lingua ma alla fine sorrise a entrambi. Li avrebbe presi in giro a lungo ma era davvero felice per loro, così li abbracciò insieme e disse che sarebbe rimasta ancora per un po’.
“…Sia chiaro, un pochino di ragione ce l’ha, ma non lo ammetterò mai e poi mai in sua presenza” disse Mag mentre lei e Edmund si dirigevano verso i sotterranei.
“Figurati se lo farò io!” rispose lui.
“Mi piace questa tattica” approvò Mag stringendo il braccio del ragazzo mentre si dirigevano verso i sotterranei.

 
*

Nel frattempo Frannie era tornata nella Sala Grande e stava decidendo se andare da Luc per chiedergli di ballare ancora un po’ oppure se unirsi al tavolo di George dove questi, Lee Jordan e Katie Bell non facevano che ridere, ma si accorse di non aver voglia di parlare con nessuno di loro. Luc ballava ancora con Padma Patil insieme a qualche altro ragazzo. Pensò che avrebbe potuto aggiungersi anche lei, così mosse qualche passo incerto nella loro direzione, ma poi si bloccò di colpo. Tony era appena rientrato nella Sala Grande da solo e si stava dirigendo verso alcuni suoi amici. Luna non doveva averlo seguito e si sforzò di pensare che fra i due non fosse successo niente, come aveva pensato in preda allo sconforto quando li aveva visti abbandonare la Sala. Impulsivamente andò dritta verso di lui con lo scopo di intercettarlo prima che raggiungesse il suo gruppo. Non era mai riuscita a camminare tanto velocemente sui tacchi alti e prima che gli fu davanti si fece mentalmente i complimenti per la performance.
“Hey, Tony!” lo chiamò.
“Ciao Fran!” disse lui bloccandosi sul posto.
Buon segno’ pensò la ragazza.
“Ti va un po’ di punch?” gli chiese indicando il tavolino su cui c’era la fontana che nel corso della serata si era svuotata e riempita diverse volte.
“Perché no!” rispose il ragazzo muovendosi per primo in direzione del tavolo. Frannie fece un respiro profondo e lo seguì con sguardo rapito.
Tony versò in due bicchieri il liquido rossastro e ne porse uno a Frannie.
“Beh, salute!” disse la ragazza avvicinando il suo bicchiere per fare un brindisi.
“Salute!” rispose Tony sorridendo.
“Allora… Dove hai lasciato Luna?” chiese Frannie per tastare il terreno.
“Oh, è tornata nel suo dormitorio perché ha detto che a mezzanotte in punto il pupazzo incantato a forma di fenice che tiene in camera inizierà a ballare il twist o il charleston – non ricordo – e voleva essere presente” rispose il ragazzo alzando le spalle e scuotendo la testa, indeciso se ridere o se rassegnarsi di fronte alla follia di quella ragazzina.
“Capisco” disse Frannie cercando di non scoppiare a ridere.
Optò per bere un sorso dal bicchiere, dato che in quei mesi aveva imparato che a Tony non piaceva ridere o parlare male dei suoi amici. Uno dei tanti motivi per cui adorarlo.
“…E la serata come ti è andata?” gli chiese riscuotendosi dai suoi pensieri di venerazione.
“Bene, mi sto divertendo molto!” rispose lui “Non pensavo che Hogwarts potesse organizzare feste così grandiose”
“È vero, peccato che non lo facciano tutti gli anni” convenne Frannie “o tutti i mesi”
Rimasero a discutere per un po’ sul gran numero di cose buffe che avevano visto, tipo Moody che ballava con la professoressa Sinistra, oppure Fred che mentre ballava con Angelina aveva dato una manata in faccia a Tiger, o di Rosander e Pevensie che si erano decisi a dichiararsi, suscitando la gioia di Frannie.
Erano rimasti in piedi sul bordo della pista da ballo, e una volta esaurito l’argomento festa, Frannie si mise a guardare i numerosi ragazzi che ancora ballavano. Improvvisamente desiderò di trovarsi lì a ballare con Tony.
“Ti va di ballare?” chiese al ragazzo senza neanche pensarci.
“Oh” disse il ragazzo arrossendo lievemente “No, io non ballo”
“Ma dai, ci divertiamo!” disse Frannie diventando improvvisamente determinata a convincerlo “…Tanto non puoi essere peggio di Potter a ballare, ci scommetto. E ti informo che oggi ho già vinto due scommesse, quindi so per certo che vincerei anche questa”
“Che tipo di scommesse…?” chiese il ragazzo cercando di sviare l’argomento ‘ballo’.
“Te lo dico solo se balli con me” disse la ragazza sorridendo e mettendosi davanti a lui. Gli prese una mano e lo tirò leggermente verso la pista – verso di sé.
Tony la guardò. Era davvero carina quella sera, ne prese atto consapevolmente in quel momento. Pensò che con Luna, con i suoi balli strambi e imbarazzanti per chiunque avesse un po’ di sale in zucca, non avrebbe mai ballato. Ma Frannie era diversa, di Frannie si poteva fidare.
“Solo un ballo” le disse muovendo il primo passo verso di lei “poi ci sediamo”
“Va bene, va bene” rispose la ragazza senza lasciargli la mano e guidandolo dove c’era il resto della gente.
Frannie si voltò e si ritrovò fin troppo vicina a lui. Sollevò il viso per guardarlo negli occhi e vide che era ancora imbarazzato, così gli prese le mani e iniziò a muoversi andando a ritmo con la musica. Pian piano il ragazzo iniziò a sciogliersi imitando i suoi movimenti.
“Visto? Non è diffic­–!” disse Frannie con un sorriso. Non era riuscita a terminare la frase perché la gola le si era completamente seccata. Deglutì e ripeté le ultime parole. La serata finalmente stava avendo un senso, ma forse stava accadendo tutto troppo velocemente persino per lei.
“Mi sento un idiota” disse Tony ridendo amaramente.
“Ma non lo sei!” insistette lei facendo una giravolta.
Verso la fine della canzone, Frannie gli mise le mani sulle spalle e fu davvero a un passo dal baciarlo. Solo che terminata la canzone non ci fu verso di convincere Tony a continuare a ballare anche quella successiva.
“Va bene, dai, sediamoci” disse Frannie continuando a sorridere e lasciandolo andare con sommo dispiacere.
“Grazie” disse il ragazzo ridacchiando “Davvero, non ce la posso fare, scusami”
“Devi fare pratica” disse lei ridendo a sua volta “Alle prossime feste clandestine dobbiamo riprovarci”
Tony pensò che non avrebbe mai più partecipato a feste clandestine, non dopo la figuraccia dell’anno precedente, ma decise di non condividere questo pensiero con la ragazza, per il momento.
Rimasero a parlare per un’altra mezzora, nel frattempo la Sala si era svuotata significativamente. Rimanevano ancora pochi ragazzi a ballare canzoni lente e romantiche, mentre altri erano ancora seduti a chiacchierare ai tavolini. Gazza si era addormentato sulla sedia con Mrs Purr in grembo, mentre Piton guardava con sommo ribrezzo le coppiette che ballavano al centro della sala. A un certo punto Tony iniziò a sbadigliare, così annunciò a Frannie che a breve sarebbe tornato nel suo dormitorio.
“Beh, se vai tu, vado anche io” disse Frannie con semplicità. In quella sala non c’era nulla – o nessuno – che avrebbe potuto trattenerla oltre.
“Beh, allora io vado a salutare i miei amici, poi possiamo fare un pezzo di strada insieme” propose il ragazzo leggermente sorpreso. Frannie aveva la fama di essere una festaiola, come aveva potuto lui stesso appurare in quegli ultimi mesi, e gli sembrava strano che preferisse rientrare al posto di rimanere con i suoi amici, alcuni dei quali erano ancora lì a far baccano.
“Ok, ti aspetto qui!” disse lei con un sorriso. Tony si allontanò, scambiò qualche parola con due suoi amici. Uno di loro guardò verso Frannie e alzò le spalle. Quando fu di ritorno Frannie si alzò in piedi.
“Beh, andiamo!” disse al ragazzo con un gran sorriso.
La Sala Comune dei Tassorosso era accanto alle cucine, non troppo lontano da dove si trovava la scalinata che conduceva ai sotterranei. Il tragitto non era eccessivamente lungo, ma i due camminarono piuttosto lentamente, affaticati dalla lunga serata.
“Mi spiace non essere potuto venire al ballo con te” disse Tony a un certo punto, facendo perdere un battito a Frannie “…Però alla fine abbiamo ballato, no?”
Il suo tono era garbato e cordiale come al solito, non sembrava nascondere più di quel che aveva detto, ma in Frannie ebbe l’effetto di una fiamma che divampa all’improvviso.
“Sì, dispiace molto anche a me” disse cercando di rimanere vaga “Ma, come hai detto, alla fine abbiamo avuto un momento anche per noi”
“Vero!” disse il ragazzo “…che Natale strano” borbottò senza saper che altro aggiungere.
Erano quasi giunti a destinazione, la scalinata già si intravedeva. Ovviamente nessuno dei due avrebbe accompagnato l’altro davanti alla sua Sala Comune, sarebbe stato troppo strano. In giro non c’era anima viva. Frannie sentiva il cuore batterle all’impazzata, desiderosa come non mai di fare una cosa che sognava ormai da anni.
“Beh, è stato bello” disse Tony fermandosi improvvisamente.
In altre occasioni Frannie si sarebbe ridestata dai suoi pensieri, ma ora che Tony era davanti a lei, sorridente, gentile e maledettamente bello, non riuscì a reprimerli.
“Sì, è stato bello” disse guardandolo con gli occhi che brillavano.
Poi accadde in un attimo. La ragazza fece due passi avanti, prese il viso del ragazzo fra le mani e posò le labbra sulle sue. Tony sbarrò gli occhi e passarono un po’ di secondi prima che si accorgesse con sommo stupore che stava rispondendo a quel bacio totalmente inaspettato.
Quando si staccarono fu come se il tempo si fosse fermato. Erano entrambi rossi in viso, ammutoliti, sconvolti da quello che era appena successo. Forse se lo erano solo immaginati, ma ciò non spiegava il rossore, il battito accelerato e soprattutto l’imbarazzo che si faceva sempre più palpabile fra di loro.
Tony sembrava aver perso l’uso della parola, mentre Frannie lo guardava con gli occhi sbarrati perché aveva appena realizzato che era lui. Era lui. Era lui l’uomo della sua vita. Era sempre stata fermamente convinta di quel che sentiva nei confronti di Tony, ma mai – mai ­– quanto in quel momento. Era come se un velo si fosse alzato fra di loro, un velo che credeva non esistesse più da tempo. Ma come dirglielo? Avrebbe dovuto spiegare tante, troppe cose, e lo sguardo sbigottito di Tony le suggerì che in qualche modo non era ancora pronto per ascoltarle.
Si schiarì la voce e disse la cosa più logica che le fosse venuta in mente in quel momento di panico. Dopotutto, se non ci fosse stato quel bacio, se lo sarebbero detti ugualmente.
“Beh, buonanotte!”
Tony sbatté le palpebre un paio di volte, poi parve riprendersi.
“Buona… Buonanotte” disse guardandola; sembrava che stesse lottando per dire qualcosa.
Indeciso sul da farsi, si voltò meccanicamente. Frannie lo imitò e sparì in fondo alle scale proprio nel momento in cui Tony si voltò di nuovo per guardarla in faccia e chiederle cosa stesse succedendo, ma questi vide solo una parte della gonna verde sparire dietro un angolo. Un’idea sarebbe stata quella di seguirla, ma era così spaesato che non aveva le forze per affrontare quella nuova, strana e impensabile situazione.
Frannie invece aveva camminato alla velocità della luce per un paio di minuti, poi, con il fiato corto e un dolore lancinante alle gambe, si era fermata per appoggiarsi al muro e riprendere fiato. Rifletté attentamente su ciò che era successo.
Aveva baciato Tony McMartian, su questo non c’erano dubbi.
Non c’erano neanche dubbi sul fatto che la cosa avrebbe dovuto ripetersi all’infinito perché era lui che voleva prima ed era lui che voleva ancora di più adesso e per sempre.
Purtroppo però non c’erano dubbi anche sul fatto che avesse fatto una cosa avventata che aveva messo in imbarazzo entrambi. Si chiese se le cose sarebbero cambiate fra di loro se non avesse cercato di riparare quel danno. Dopo aver respirato a fondo per alcuni lunghi minuti, decise di tornare in Sala Comune. Si guardò indietro, sperando di vederlo apparire sulle scale, ma Tony non arrivò. Pensò che se fosse arrivato gli avrebbe detto tutto sui sentimenti che la seguivano e perseguitavano da anni, ma il fatto che non lui l’avesse seguita significava sicuramente che per lui quel bacio non aveva significato assolutamente niente.
Tranello del Diavolo” sussurrò al serpente di pietra che faceva da guardia al passaggio per la Sala Comune.
Sarebbe andata a dormire in fretta e l’indomani avrebbe analizzato la situazione con lucidità, avrebbe pensato a cosa dire a Tony per giustificare quell’atto irrazionale – per lui, di certo non per lei – e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Si tolse le scarpe per cercare di non fare rumore. Ci mancava solo che qualcuno la sentisse e si mettesse a parlare con lei. La stanza sembrava completamente deserta. Chi era tornato dalla festa era già andato a dormire, mentre gli altri dovevano essere ancora in Sala Grande. Affrettò il passo per raggiungere la scalinata del dormitorio.
La sua serata romantica non era andata esattamente come si era aspettata, salvo quello strano e inaspettato premio finale, ma quella sera il romanticismo era nell’aria, e Frannie inciampò improvvisamente su esso quando guardò distrattamente verso il caminetto.
Margaret e Edmund erano seduti insieme su un divanetto appena illuminato dalla brace davanti a loro. Mag era appoggiata allo schienale laterale del divano, le gambe accavallate su quelle di Edmund, che vi teneva una mano sopra. L’altra mano del ragazzo era intrecciata a quella di Mag; il suo viso era chino verso di lei e le parlava con un tono basso e serio e lei stava sorridendo tranquilla. Non c’erano altre persone al di fuori di loro due in quel magico momento, così nessuno dei due vide Frannie, la quale, dopo uno sguardo di stordita comprensione, si voltò e imboccò la scalinata senza fare alcun rumore e senza fermarsi finché non fu nel dormitorio.
Margaret e Edmund stanno insieme’ pensò travolta dalla consapevolezza che da quel giorno molte cose sarebbero cambiate. Questo però non la spaventava. Sapeva che prima o poi sarebbe successo e sapeva anche che nessuno dei due si sarebbe mai pentito di quel grande passo in avanti che avevano fatto quella sera.
Alla luce di quel che era successo quella notte, si ritrovò a invidiarli. Aveva sempre pensato che per lei e Tony le cose sarebbero andate esattamente come avrebbe voluto lei, secondo i suoi termini, ma quando poi era successo non era stata in grado di dichiararsi. Lei, che sognava quel momento da anni.
Tormentata da quei pensieri iniziò a svestirsi e a struccarsi. Jasmine non era ancora rientrata, mentre Miles doveva essersi appena messa a letto, perché la salutò ma non disse altro e Frannie ne fu grata. Quando ebbe finito si mise a letto senza avere il minimo accenno di sonno. Passò almeno un’ora, Miles ormai si era addormentata, poi arrivò Mag, che camminava come se appartenesse ad un altro pianeta. Senza fare rumore entrò in bagno per mettere il pigiama e quando tornò nella stanza si mise a letto senza proferir parola. Frannie la osservò in silenzio. La luna filtrata dal Lago Nero illuminava appena la stanza. Mag non aveva smesso di sorridere da quando era entrata nel dormitorio.
“Sei sveglia?” chiese Mag in un sussurro.
“Sì” rispose Fran.
Rimasero in silenzio per alcuni istanti. Frannie stava lottando contro sé stessa per raccontarle quel che aveva fatto ma non ci riuscì. Non lo avrebbe rivelato a nessuno finché non avrebbe capito cosa fosse successo esattamente fra lei e Tony.
“…Non sai quanto sia felice per te e Edmund” disse a bassa voce.
“Oh Fran, anche io!” disse Mag “Sono così felice che non puoi immaginare”
Un po’ sì, invece’ pensò Frannie, che, infondo, nonostante l’angoscia che le procurava quella situazione, era enormemente felice. Rimase in silenzio, poi Mag si rese conto di essere sembrata un po’ egoista a voler parlare solo di sé stessa.
“A te come è andata la serata?” chiese Mag sforzandosi di sembrare incuriosita.
“Una meraviglia” mormorò Frannie “è stato molto bello, sono stata bene”
E ho baciato Tony, ho baciato Tony, ho baciato Tony’ pensò sorridendo appena.
“Sono contenta” rispose Mag. Si sentiva dalla voce che era davvero felice.
“Beh, continueremo a parlarne domani!” disse Frannie voltandosi sulla schiena “adesso sono proprio stanca”
“Anche io! Buonanotte!”
“’Notte” sussurrò Frannie.
Non riuscì a chiudere occhio fino alle quattro di mattina, mentre Mag si addormentò quasi subito.
Quando Frannie si svegliò al mattino ci mise un po’ per realizzare tutto quel che era successo la sera prima. Non era riuscita a decidere cosa fare con Tony. Guardò verso il letto di Mag e vide che era vuoto, cosa che la fece sorridere. Fra lei e Edmund le cose erano finalmente andate a posto e sentiva che presto anche fra lei e Tony tutto si sarebbe risolto per il meglio.

 
*
*
*
 
 
Frannie scivolava tra i corridoi col cuore che batteva all'impazzata. Aveva appena lasciato Edmund e Margaret in Sala Comune a discutere di Quidditch, decidendo di lasciarli soli. Ultimamente cercava di passare un po' meno tempo con loro, per lasciare spazio alla nuova relazione. Col tempo sarebbe probabilmente tornato tutto come prima, ma per le prime uscite preferiva lasciar loro un po' di respiro. E poi oggi aveva una cosa importante da fare. Il castello era più vuoto del solito, anche se non tanto quanto solitamente nelle vacanze di Natale. In quel momento il corridoio era deserto. La ragazza si dirigeva a passo svelto verso la Sala Grande, sperando di trovarlo lì. Si mordeva il labbro cercando di concentrarsi.
"Cosa potrei dirgli? La verità? Non vorrei spaventarlo, potrebbe rifiutarmi. Potrei chiedergli di vederci ogni tanto, senza impegno. Perché mai dovrebbe rifiutare? Magari col tempo si innamora di me. Sì, una cosa senza impegno è perfetta. Lui non prova nulla per me, non ancora, ma un incontro ogni tanto penso possa far solo piacere, quale ragazzo rifiuterebbe? Stando più vicini magari si abituerà alla mia presenza. Magari inizierò a piacergli. Magari..."
“Ehi Frannie.”
Una voce incerta la fece fermare in mezzo al corridoio delle cucine. Si voltò già sapendo chi avrebbe trovato.
“Tony.”
Lui la guardò, cercando di pensare il più in fretta possibile a cosa dire.
“Parliamo?”
Propose infine, a bassa voce. Lei annuì. Il ragazzo la prese per il polso e si diresse a passo sicuro verso l'ala nord. Le vacanze non erano ancora finite e le aule erano tutte vuote, non c'era motivo per cui qualcuno si sarebbe dovuto trovare lì. Qualcuno di vivo, almeno. A Frannie parve di scorgere il lembo della gonna di un fantasma che spariva dietro l'angolo. Deglutì. Lo guardò negli occhi e pensò a come potesse sempre stupirsi di quanto fosse bello. La luce fioca del corridoio gli faceva brillare gli occhi nocciola. Alla luce del sole diventavano verdi, se n'era accorta al terzo anno. Si accorse di essersi incantata a guardarli e si riscosse. Lui era in silenzio che aspettava, la ragazza capì che era arrivato il momento di giustificarsi. Prese un bel respiro, e parlò.
“Senti Tony, mi dispiace per l'altro giorno. Ho pensato di volerlo fare e l'ho fatto. Non so che mi sia preso. Io...”
Il ragazzo scosse la testa impercettibilmente e si chinò in avanti. Chiuse gli occhi e la baciò. Le loro labbra rimasero unite per una manciata di secondi in cui lei smise letteralmente di respirare. Quando il ragazzo tornò al suo posto, Frannie prese una boccata d'aria.
“Non fa niente.”
“Non fa... niente?”
Lui sorrise e scosse la testa.
“L'avrei fatto se fossi arrabbiato con te?”
“No. Non lo so. Non credo. A questo proposito...” Tony la guardò con un ghigno aspettando che la ragazza finisse di articolare le parole. “A me è piaciuto. Mi va. Cioè... se io ti chiedessi di vederci ogni tanto, così come oggi... tu che mi diresti? Niente di serio. Solo, ogni tanto. Io e te. A me fa piacere. A te?”
“Sai, quando sei imbarazzata parli troppo.”
Lei non rispose, così il ragazzo continuò.
“Non ho mai apprezzato questo tipo di relazioni. Non sono il tipo. Preferisco quelle più... tradizionali.”
“Scus...”
“Però alla fine, beh, perché no? Potrebbe essere divertente, immagino. Se non mi stai prendendo in giro. Mi stai prendendo in giro?”
"Prendendo in giro? Se ti sto prendendo in giro? Beh, sì... ma non come pensi tu" pensò Frannie.
“…No. Non lo farei mai. Mi va. Se te l'ho chiesto vuol dire che mi va.”
“Però la cosa deve restare tra te e me. Te l'ho detto, non sono quel tipo di ragazzo, e non voglio si dica in giro che lo sono. Non devi dirlo a nessuno. E con nessuno intendo neanche a Rosander, o Pevensie. Nessuno.” Lei annuì debolmente. “Ho la tua parola?”
“Hai la mia parola.” rispose lei, e poi gli si gettò al collo, dandogli il bacio che aveva sempre voluto dargli. Lui fece tra passi indietro per non perdere l'equilibrio ma la circondò con le braccia mentre la ragazza gli accarezzava i capelli. Aveva il suo sapore che gli riempiva la bocca e sentiva le sue labbra premere contro le sue, il suo respiro sulla pelle. La stringeva sentendo le sue mani che prima indugiavano sulla nuca, poi scendevano lungo la schiena, poi...
“Ehm, ok. Ok, basta così.” balbettò, forzandosi ad allontanarsi. Frannie lo guardò confusa, aveva le guance rosse.
“Qualcosa non va? Ho fatto qualcosa di male?”
“No, no. È solo che potrebbe arrivare qualcuno.”
“Qui? E per fare cosa?”
“Non so, quello che stiamo facendo noi?”
“Sì, potrebbe essere in effetti.” fu costretta ad ammettere, ma aveva un'aria delusa. Tony alzò gli occhi al cielo ma sorrise e gli diede un buffetto sulla guancia. 
“Hai fatto bene a chiedermelo. Credo che staremo bene.”
“Sì, anche io.”
“Ora devo andare, Cedric si starà chiedendo che fine ho fatto. Sta ancora impazzendo dietro la seconda prova.”
“Sì, posso immaginare.” La ragazza prese un profondo respiro. “Quindi... quando ci rivediamo?”
“Domani? Dopo colazione?”
“Sempre qui?”
“Sì, direi di sì. Quando riinizieranno le lezioni penseremo a qualcos'altro.”
“A domani, Tony. Sono contenta che ci siamo chiariti.”
“A domani Frannie.”
Lui si voltò e fece per andarsene, poi tornò in fretta sui suoi passi, le diede un bacio a stampo e si dileguò. La ragazza rimase ferma lì dov'era, in silenzio, a pensare a quello che era appena successo e fissare il punto in cui lui era sparito poco prima. Una parte di lei esplodeva dalla gioia, un'altra invece sentiva un peso stringerle il petto. Tutto quello che era successo era molto, molto di più di quanto non fosse riuscita a combinare in quasi sei anni, ma non era quello che voleva. Pensava di aver sbagliato. E se per questa cosa senza sentimento si fosse giocata l'occasione di avere una relazione seria con lui? Una parte di lei le diceva che no, il piano filava liscio, che come con Miles e Adrian poi il loro rapporto si sarebbe evoluto, ma in realtà quante possibilità c'erano che questo accadesse? Non moltissime. Si appoggiò al muro con la schiena e si lasciò scivolare a terra, inginocchiandosi sul pavimento.
“Cazzo. Ho fatto un casino” mormorò, sospirando e chiudendo gli occhi, cercando di rivivere il bacio di qualche minuto prima. “Merlino aiutami, ho fatto un casino.”
 

 
Note autrice:
 
Ebbene sì, finalmente ce l’hanno fatta!

Rivelazione importante: la cimice che Mag scaccia via a un certo punto è Rita Skeeter. Peccato che non l'abbia schiacciata. 


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Colonna sonora del capitolo:
-Scena Mag e Edmund: Planetarium, La La Land
-Scena Frannie e Tony: Epilogue, La La Land


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Altre canzoni a cui mi sono ispirata mentre scrivevo il capitolo.
- Hello, Glee Version
- Total Eclipse of the heart, Glee Version
- Alone, Glee Version

   
 
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