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Autore: mikyintheclouds    22/04/2019    2 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Madama Pince stava camminando per i corridoi della sua amata biblioteca, borbottando tra sé e sé riguardo al disordine che gli studenti lasciavano sempre sugli scaffali o sui tavoli adibiti allo studio, quando, con la coda dell’occhio, colse una figura che camminava spedita nel corridoio di fianco.
Infischiandosene delle sue stesse regole, cominciò essa stessa a correre per poter intercettare quella figura.
Lo vide fermarsi vicino all’area dedicata allo studio e lo osservò mentre scrutava le facce delle persone sedute ai tavoli. Aveva decisamente l’aria di qualcuno che stava tramando qualcosa e, finché lei fosse stata in quella biblioteca, nessuno si sarebbe dovuto permettere di commettere qualcosa di losco.
Si avvicinò a lui, silenziosa come un’ombra, gli si mise alle spalle e cominciò a fissarlo intensamente.
 
James Potter cominciò a sentire uno strano formicolio alla nuca, come se qualcuno lo stesse osservando da molto vicino. Si girò e per poco non gli venne un infarto quando vide l’arcigna bibliotecaria ferma immobile dietro di lui come una statua di cera che lo osservava con occhi attenti e vigili.
“Madama Pince!” Esclamò, “Mi ha quasi fatto prendere un colpo.”
L’anziana donna non badò alle parole del ragazzo, ma rispose in un sussurro molto concitato. “Shh! Non alzare la voce. Cosa combini qui, Potter? La Evans non c’è, quindi è inutile che la cerchi e, se non vuoi finire in punizione, ti consiglio di andartene immediatamente.”
James non rimase troppo sorpreso dal fatto che la Pince avesse associato la sua presenza lì con l’intenzione di trovare Evans. Dopo tutto, durante gli anni precedenti, aveva passato buona parte del periodo dedicato a studiare per gli esami a fare sciocche scenette in biblioteca giusto per il gusto di attirare l’attenzione della bella Grifondoro.
In tutta onestà, capiva anche perché la povera bibliotecaria temesse la sua presenza lì. Solo l’anno prima, lui e Sirius avevano trasfigurato dei libri in modo che avessero le zanne e li avevano incantati così che rincorressero Mocciosus per morsicargli il sedere e mostrare a tutti i suoi sudici mutandoni ingialliti.
Quel giorno, però, le intenzioni di James erano totalmente buone; stava effettivamente cercando qualcuno, ma quel qualcuno, per una volta, non era Lily Evans.
“Tranquilla mia cara Madama Pince, stavolta non sto tramando nulla.” Le disse James, sfoderando il suo miglior sorriso malandrino.
“Ne dubito fortemente, Potter! Tu e i tuoi amici state sempre tramando qualcosa per quanto mi riguarda. Ora fuori di qui, altrimenti ti mando dritto dal Preside!”
“Va bene, va bene.” Commentò semplicemente James, dirigendosi verso l’uscita della biblioteca. Restare lì sarebbe stato inutile in ogni caso perché aveva già visto che la persona che stava cercando non era presente. Poco male, sarebbe andato dritto alla fonte, ossia la Sala Comune dei Tassorosso che, per esperienza, sapeva trovarsi nei sotterranei vicino alle cucine.
La persona che stava cercando da quando erano finite le lezioni, infatti, era Margareth Linch, una Nata Babbana Tassorosso del suo anno, alta poco meno di un metro e sessanta, con due splendidi occhi azzurri tendenti al violetto, capelli castani lisci che le arrivavano appena sotto le spalle e decisamente una secchiona.
A vederla, infatti, era anche di bell’aspetto, ma il fatto che passasse la maggior parte del suo tempo in biblioteca, unita alla noncuranza che aveva per il suo aspetto fisico (a differenza di altre streghe non amava truccarsi, vestirsi bene quando non doveva portare la divisa o acconciarsi i capelli) l’aveva reclusa nella categoria ‘strana’ e per questo veniva ignorata dai ragazzi e dalla maggior parte delle ragazze.
Evans, però, la conosceva bene frequentando essa stessa la biblioteca e James le aveva viste parlare in qualche occasione. Aveva, inoltre, sentito dire che per poco non era stata scelta come Prefetto della sua Casa.
Tutte queste caratteristiche, quindi, la rendevano la candidata ideale per essere la sua accompagnatrice alla festa di Lumacorno che si sarebbe tenuta solo due giorni dopo per fortuna; stava diventando un incubo quel dannato party! Ma, se Margareth avesse accettato il suo invito, le cose avrebbero decisamente preso una piega divertente.
Nessuno, infatti, si sarebbe mai aspettato di vedere James Potter con una ragazza come lei; ormai tutta Hogwarts aveva saputo del rifiuto di Lily Evans al bel James e le ragazze avevano fatto a gara per mettersi in mostra davanti al Grifondoro.
Le sue ex-ragazze, per esempio, avevano ricominciato a fare le gattine, ma lui non aveva ceduto di fronte al seno prosperoso di Angela, o di fronte agli occhioni da cerbiatta di Charlotte e nemmeno alla chioma bionda e liscia di Sarah. Aveva preso una decisione ed era ben intenzionato ad andare fino in fondo.
Non voleva il classico tipo di ragazza che aveva frequentato fino a qualche mese prima. Voleva Margareth, una ragazza seria, studiosa, con la testa sulle spalle. Voleva una ragazza per certi versi simile a Evans, così avrebbe dimostrato a tutti quanto fosse cambiato, così avrebbe fatto notare a Lily la differenza tra lui e quello scemo di Harrison e le avrebbe fatto rimpiangere di aver preso la stupida decisione di averlo rifiutato.
 
Margareth Linch aveva deciso di fare una passeggiata lungo le rive del Lago Nero dopo le lezioni. Nonostante il clima freddo di fine ottobre e il vento infido che passava attraverso il mantello e la divisa, infatti, amava respirare un po’ di aria fresca dopo essere stata per tanto tempo al chiuso.
Amava anche passare il tempo in biblioteca a studiare, ovviamente, ma ogni tanto era bello potersi sgranchire le gambe.
Stare sola, inoltre, non le dispiaceva affatto. Non più, almeno.
Appena arrivata ad Hogwarts era stata smistata nella Casa di Tassorosso, ma aveva subito trovato molta difficoltà a farsi amiche o amici. Parlava con molti suoi compagni, ma non aveva stretto un legame vero con nessuno, né della sua Casa, né delle altre.
Questo la faceva piangere spesso quando era più piccola, sola nei cubicoli dei bagni delle ragazze o sola in qualche scaffale isolato della biblioteca, ma ora era abituata e riusciva a gestire meglio la situazione, comprese le prese in giro.
Essere chiamata ‘La Strana’ non le dava più problemi, anzi ora quasi sorrideva… era bello essere diversi in un mondo in cui il gregge sembrava essere l’unica alternativa possibile.
Rientrò nel castello rinvigorita dal vento fresco, con le gote rosse e i capelli scompigliati dal vento, pronta a studiare un po’ prima della cena. Stava cercando gli appunti da ripassare nella borsa, quando sentì una voce conosciuta, ma che di certo non si stava rivolgendo a lei, dire: “Ciao!”.
Alzò gli occhi per vedere chi stesse salutando James Potter (avrebbe riconosciuto la sua voce ovunque; nonostante fosse considerata una ‘strana’, infatti, aveva degli occhi anche lei e non le era mai sfuggito quanto affascinante fosse il casinista Cercatore Grifondoro) e si sorprese di vedere che, oltre a loro due, non ci fosse nessun altro nei sotterranei.
Si guardò intorno, giusto per sicurezza, poi rivolse la sua attenzione al ragazzo che la stava guardando fisso e le sorrideva in un modo che quasi le fece girare la testa e, ancora molto titubante, rispose: “Ciao.”.
“Ti stavo aspettando.” Disse subito James, andando verso di lei e porgendole la mano.
“Non penso ci abbiano mai ufficialmente presentati, anche se ovviamente so chi sei. Sono James Potter.”
Aveva sentito bene? James Potter stava aspettando proprio lei?
Rimase anche molto sorpresa dal gesto del ragazzo, ma lo trovò tutto sommato molto gentile. Era carino che James Potter si stesse presentando. In fondo, anche se avevano frequentato le lezioni insieme per cinque anni e continuavano ancora a farlo, non si erano mai parlati.
“Margareth Linch.” Rispose, sentendo la sua voce strana alle sue stesse orecchie.
“Ottimo! Volevo chiederti una cosa… che ne dici di andare alla festa di Lumacorno insieme?” Domandò James a bruciapelo. Meglio evitare i convenevoli e andare direttamente al sodo.
“Cosa?!” Esclamò Margareth totalmente presa alla sprovvista da questa richiesta.
Tu stai chiedendo a me di andare insieme alla festa di Halloween? Ma lo sai chi sono io?” Chiese Margareth rabbuiandosi in volto. Era chiaro che James Potter la stesse prendendo in giro, doveva aspettarselo. Uno come lui non sarebbe mai uscito con una come lei e glielo aveva sicuramente chiesto per vincere una scommessa che probabilmente aveva fatto con Sirius Black o con qualche altro suo amico e non avrebbe mai permesso che la trattasse da stupida. Okay le offese, ma fino a un certo punto.
“Certo che so chi sei, per questo voglio andare a quel party con te.”
Margareth allora si fece brusca: “Smettila di prendermi in giro. Levati. Ho molto da studiare. Se devi vincere qualche stupida scommessa, vai ad ingannare qualcun’altra.”
Da una parte James capiva la sua reticenza, dopotutto l’aveva accuratamente evitata fino a quel giorno proprio perché era considerata una ‘strana’, ma sapeva che aveva bisogno di andare al party con quella ragazza. Non voleva prenderla in giro e ingannarla. Forse un pochino usarla, ammise a sé stesso, ma non si sarebbe mai spinto oltre a un certo limite. Si sarebbe fermato in tempo per non illuderla e non farle del male.
‘Sarà un’ardua impresa convincerla’ pensò James osservando l’atteggiamento difensivo che aveva assunto Margareth, ma di certo non voleva mollare la sua preda.
 
Ebbe bisogno di tutta la sua capacità persuasiva, ma alla fine Margareth accettò di essere l’accompagnatrice di James al ballo e finalmente il tanto sognato, agognato e odiato sabato arrivò.
James aveva dato appuntamento a Margareth fuori dalla Sala Comune dei Tassorosso alle 20 in punto e si presentò lì con dieci minuti di anticipo, cosa alquanto insolita per uno come lui che prendeva tutto sottogamba e che era costantemente in ritardo.
Sirius lo prese in giro quando lo vide uscire dalla torre dei Grifondoro così presto, ma a James non importava; voleva far vedere che era diverso, che era cambiato. Perché James Potter era effettivamente un’altra persona rispetto a quella cui tutti erano abituati e doveva dimostrarlo.
La vide arrivare dal fondo del corridoio fiocamente illuminato e rimase piacevolmente sorpreso da quello che vide. Nonostante le apparenze che aveva sempre mostrato, Margareth infatti aveva deciso che la serata era un’occasione speciale e si era truccata e sistemata i capelli.
A dirla tutta, le sue compagne di stanza avevano sentito che sarebbe andata al party con James Potter e, incredule e un po’ approfittatrici, da un momento all’altro l’avevano trovata immensamente interessante.
Margareth non aveva la minima intenzione di stringere amicizia con loro, non dopo essere stata ignorata per tanti anni, ma aveva accettato di buon grado che la truccassero e che le sistemassero i capelli e doveva ammettere che il risultato le piaceva parecchio.
I grandi occhi azzurri erano ora impreziositi da un sottile tratto di matita violetta che richiamava le striature delle sue iridi e le ciglia erano state allungate dal mascara. I capelli, invece, erano stati acconciati in un semplice chignon che però permetteva di mettere in mostra tutto il suo visino sottile.
Il vestito che aveva scelto di mettere non era nuovo (visto il poco preavviso dell’invito, sarebbe stato impossibile farsene arrivare uno nuovo in tempo), ma nessuno l’aveva comunque vista indossarlo, quindi non sfigurava nemmeno con quello. Era un semplice tubino nero, un po’ troppo aderente per i suoi gusti, ma che stava divinamente sul suo fisico asciutto. Un paio di scarpe con un tacco non troppo alto rosa antico e una pochette abbinata completavano l’opera.
“Sei davvero carina.” Si complimentò James quando la vide e lo pensava davvero.
Lei gli sorrise e rispose un timido: “Grazie.”, prima di arrossire violentemente.
Anche James era dannatamente bello in un classico abito da mago nero con decorazioni verde bottiglia.
“Andiamo?” Chiese James, porgendole galantemente il braccio.
“Certo.” Rispose, avvicinandosi a lui e intrecciando il braccio nel gomito del ragazzo. Anche con i tacchi era decisamente più bassa di lui e la differenza della loro massa corporea la faceva sembrare ancora più piccola. James, in realtà, adorava questa cosa; gli trasmetteva un innato senso di protezione nei confronti di quella ragazza, una sensazione che fino a quel momento aveva provato solo per Lily Evans.
Arrivarono davanti all’ufficio di Lumacorno dopo qualche minuto, giusto in tempo per vedere una bellissima Lily Evans in un vestito spettacolare salutare entusiasta quello scemo di Sebastian Harrison che la stava aspettando. Non aveva nemmeno avuto la decenza di andarla a prendere nei pressi della torre di Grifondoro. Che razza di idiota.
James ebbe un tuffo al cuore quando vide Evans, ma nascose le sue emozioni, stringendo Margareth ancora più stretta a sé e salutando l’odiata coppia come se niente fosse.
“Evans, Harrison, buona serata a voi.”
 
Lily si girò verso di loro e rimase basita quando vide chi fosse l’accompagnatrice di Potter.
Le venne un tuffo al cuore quando lo vide così bello e sentì una punta di gelosia quando notò Margareth Linch avvinghiata al suo braccio.
“Potter!” Lo salutò con una voce più acuta di quanto intendesse avere, “E Margareth! Che sorpresa, non sapevo usciste insieme.”
“Non usciamo insieme, infatti.” Precisò subito Margareth.
“Aspetta la fine della serata, poi vedremo se sarai dello stesso parere.” Le disse Potter con fare malandrino, sorridendole in modo che fece fare una capriola sia allo stomaco di Margareth che a quello di Lily.
Margareth fece un risolino e arrossì.
Lily aveva sempre pensato che fosse una ragazza sveglia, intelligente e con la testa sulle spalle. Evidentemente si era sbagliata.
Come aveva potuto una ragazza come lei decidere di uscire con uno come James Potter e come aveva potuto lui chiedere ad una come lei di accompagnarlo alla festa? Perché non era venuto con una delle sue ex oche che pensavano solo a farsi belle? Voleva dimostrarle cosa? Perché sicuramente aveva fatto quella scelta per lanciare un messaggio a lei e quello che le dava più fastidio era che quell’ingenua di Margareth ci era cascata e sarebbe stata poi male perché inevitabilmente si sarebbe innamorata di Potter perché tutti si innamoravano di Potter, tranne lei, ovviamente. Lei non si sarebbe mai innamorata di Potter. La sola idea le faceva venire il voltastomaco. O forse il suo stomaco era così in subbuglio proprio perché James Potter era davanti a lei, era bellissimo, profumava e lei avrebbe voluto tanto essere al posto di Margareth.
No! No, no e poi no!
Lei era con Sebastian e Sebastian era carino e voleva passare una bella serata con lui e l’avrebbe fatto. Fine della discussione.
“Beh, noi entriamo. Ci vedremo sicuramente dentro. Buona serata.” Concluse Potter, bussando alla porta dell’ufficio del Professore.
“A dopo.” Rispose cordiale Harrison che non si era accorto degli sguardi tra Lily e James e nemmeno del nervosismo della ragazza alla vista di Potter e Margareth.
“Oh, hai un vestito stupendo Lily, complimenti.” Disse Margareth sincera, prima di congedarsi definitivamente dalla coppia. A differenza di Sebastian, aveva notato le scintille tra Evans e Potter, ma preferiva non farci caso. James le aveva assicurato che non voleva fare una ripicca a Lily e lei voleva fidarsi.
“Grazie.” Rispose Lily, sentendosi leggermente in colpa per quello che aveva pensato di Margareth. Era davvero una brava ragazza e Potter aveva fatto un’ottima scelta a decidere di invitarla e, in fondo, meglio vederlo con una secchiona con cui magari non avrebbe mai fatto nulla, piuttosto che pensarlo con una delle sue ex con cui sicuramente sarebbe andato a letto a fine serata.
Non che le importasse sapere con chi andava a letto Potter, assolutamente. Era solo un pensiero casuale, tutto qui.
“Vogliamo entrare anche noi?” Chiese Sebastian appoggiandole una mano sulla schiena.
Pur notando che quel contatto non le aveva procurato alcuna sensazione, al contrario di quanto le accadeva quando Potter anche solo la sfiorava, rispose: “Certo.”. Si fece condurre nell’ufficio del Professore, abilmente ingrandito per ospitare diverse persone e magnificamente decorato per Halloween.
Scheletri ballerini, zucche incantate che emettevano versi inquietanti quando qualcuno passava loro davanti, ragnatele e pipistrelli veri avevano drasticamente modificato l’ufficio di Lumacorno che, elegantemente vestito in uno stravagante abito che gli stringeva un po’ sull’enorme pancia, salutava entusiasta i suoi ospiti, offriva cibi e bevande che sembravano non esaurirsi mai e intratteneva brillanti conversazioni con tutti.
Quando vide Lily, le si avvicinò e si congratulò subito con Harrison per essere riuscito a conquistare la ragazza più carina e più brillante di Hogwarts.
Lily arrossì e ringraziò il bonario Professore, poi si diresse ad un tavolo con Sebastian e si accomodò mentre lui andava a prendere qualcosa da bere per entrambi.
Le Sorelle Stravagarie si stavano già esibendo, ma ancora nessuno era in pista a ballare. Pensò che fosse meglio così. Non aveva molta voglia di ballare con Sebastian a dire la verità.
 
Dopo la prima mezz’ora, gli ospiti cominciarono a rilassarsi, soprattutto per via delle elevate dosi di Whisky Incendiario e Idromele che circolavano nella stanza. Anche James, senza farsi vedere, aveva bevuto un piccolo bicchierino del potente alcolico e adesso era molto meno nervoso rispetto all’inizio della serata.
Ovviamente la sua preoccupazione non era per Margareth, con cui si stava trovando molto bene, ma riguardava la Evans, in particolare la Evans insieme a quell’idiota di Harrison.
Erano seduti in tavoli diversi, ma aveva la visuale diretta su di loro e li aveva osservati da quando si erano seduti. La vedeva ridere, la vedeva accavallare le gambe, giocare con i ciuffetti che erano sfuggiti all’acconciatura e avrebbe voluto spaccare la faccia di Harrison che continuava a guardarla, a fare battute e ad accarezzarle il braccio.
A un tratto Harrison si alzò in piedi e la invitò a ballare. La vide esitare per qualche minuto, poi alzarsi a sua volta e andare con lui, mano nella mano, in pista.
Per tutti gli Ippogrifi, era davvero bella come un sogno quella sera. Indossava un abito color champagne lungo fino ai piedi che le stava a pennello e le metteva in risalto tutte le curve. Era a collo alto sul davanti, ma sulla schiena aveva una profonda scollatura che scendeva quasi fino al sedere. I capelli erano acconciati in una morbida treccia incastrata che le ricadeva su una spalla.
La musica era lenta ed Harrison la strinse a sé, provocando un inevitabile moto di gelosia in James. Evans, dapprima titubante e un po’ rigida, si lasciò poi circondare la vita e si abbandonò al corpo del Corvonero.
James aveva una gran voglia di invitare a sua volta Margareth a ballare, solo per il gusto di andare vicino a quei due e dar loro fastidio, ma sapeva che si sarebbe bruciato subito con la sua dama e decise di aspettare.
Doveva ammettere che Margareth era molto simpatica e intelligente, faceva battute giuste al momento giusto e si stava divertendo davvero con lei.
Aveva notato le occhiate che gli altri studenti invitati alla festa le avevano lanciato ed era orgoglioso del fatto che fossero tutti rimasti a bocca aperta di fronte alla trasformazione che la ragazza aveva fatto.
Era davvero carina quella sera e probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato di vederla in quelle vesti, soprattutto in compagnia di James Potter.
Era sicuro che anche lei si stesse divertendo e, rispetto all’inizio della serata, la vedeva molto più rilassata e a suo agio. Anche lei, in realtà, aveva bevuto un sorso di Whisky, cosa che l’aveva fatto sorridere, ma che aveva apprezzato. Gli piacevano le ragazze spigliate e che amavano un po’ di rischio ed era stupito che una come lei fosse così. L’aveva sempre valutata male. Anzi, non l’aveva mai nemmeno presa in considerazione. Non c’era ovviamente paragone con la Evans, ma doveva ammettere che era stata una piacevole rivelazione.
Aspettare ad andare a ballare, inoltre, si rivelò essere un’ottima decisione, dato che fu proprio Margareth a chiedergli se avesse voglia di scendere in pista.
Colse al volo l’opportunità e, neanche a farlo apposta, si ritrovarono proprio vicini a Evans ed Harrison. Lui la teneva stretta a sé, aveva un sorriso sornione che James avrebbe volentieri spaccato, ma non la stava guardando in faccia.
 
Nemmeno Lily stava guardando il suo cavaliere in faccia, impegnata com’era ad osservare le altre coppie in pista, quasi annoiata da quel contatto così ravvicinato. Harrison aveva un bel fisico, nulla da dire, anche se non era allenato come quello di Potter, ma quella improvvisa e prolungata vicinanza le stava dando sui nervi. Più tentava di staccarsi, più lui la stringeva a sé.
Non la stava nemmeno guardando in faccia. Aveva solo un sorriso ebete, gli occhi chiusi e la testa pesantemente appoggiata alla sua spalla.
Era stufa di ballare e le facevano male i piedi.
Voleva sedersi, ma poi si accorse che Potter e Margareth erano scesi in pista.
Decise quindi di ignorare il dolore che le scarpe le procuravano e si mise ad osservare i due ragazzi, fingendo di essere completamente assorta dalla sua danza con Sebastian.
Potter strinse Margareth a sé e lei, sorprendendo sia Lily che lo stesso Potter, si trovò subito perfettamente a suo agio tra le braccia del ragazzo.
Iniziarono a muoversi a ritmo, perfettamente coordinati come se avessero ballato insieme da tutta la vita. Potter la stava guardando negli occhi, aveva i capelli disordinati come al solito e un sorriso malandrino che avrebbe sciolto un cuore di ghiaccio. Lily si scoprì intensamente gelosa e cercò con lo sguardo Sebastian che ancora aveva la testa appoggiata sulla sua spalla.
Potter notò quel movimento e per un attimo i loro occhi si incontrarono e i loro stomaci fecero una capriola.
Potter alzò un sopracciglio, quasi a chiederle se volesse qualcosa, quindi lei distolse veloce lo sguardo e, quando dopo qualche secondo lo diresse di nuovo verso di lui, notò che era tornato a rivolgere la sua attenzione a Margareth.
Non poteva sopportare oltre quei due e decisamente non poteva sopportare oltre il mal di piedi, il peso di Sebastian su di lei, le sue braccia attorno alla vita e tutto quel muoversi senza senso.
Si staccò da lui un po’ bruscamente e si scusò dicendo che voleva andare a bere qualcosa. Sebastian si propose di andare lui al suo posto, la invitò ad accomodarsi al tavolo e ad aspettarlo, ma lei non ne aveva la minima voglia.
Voleva stare un po’ da sola, farsi un giro, sgranchirsi le gambe e magari parlare con qualche persona interessante.
Vagò per qualche minuto attorno alla sala, osservando gli esuberanti abbigliamenti dei vari maghi e delle streghe presenti. C’era chi era vestito con i classici abiti da cerimonia dei maghi, chi era più classico, chi addirittura era mascherato, come quelle tre figure che si stavano allontanando dal tavolo delle bevande proprio quando Lily arrivò lì.
Era terribilmente assetata e prese un grosso boccale di Burrobirra che aveva un aspetto molto invitante. Lo portò alle labbra, notando che aveva un profumo leggermente più dolce rispetto al solito, ma non ci fece molto caso e lo bevve tutto d’un fiato, assaporando il calore che le provocò quando scese in gola. Forse, doveva averla bevuta troppo in fretta perché era un po’ troppo caldo. O forse qualcosa non andava, perché ora le bruciava la gola. Faticava a respirare e posò bruscamente il bicchiere sul tavolo, muovendo con un dito il collo del suo vestito per cercare di prendere un po’ d’aria. Ma era inutile, non riusciva a respirare. Ma cosa diamine stava succedendo? Cercò di chiedere aiuto, ma la gola si era gonfiata. Non respirava e ora non riusciva nemmeno a vedere bene.
‘Aiuto! Aiuto! Aiutatemi!’ Pensò senza emettere alcun suono.
La musica era alta, la gente parlava e c’era confusione, nessuno la stava considerando e lei non avrebbe resistito a lungo.
Aveva un disperato bisogno d’aria.
Ora vedeva solo nero.
L’ultima cosa che ricordò fu la sensazione del pavimento freddo e duro, prima che attorno a lei calasse definitivamente il buio.







Buonasera a tutti e Buona Pasqua in ritardo! Scusate se ho impiegato così tanto tempo ad aggiornare, ma ho cominciato a lavorare e ho poco tempo libero. Sono a casa in ferie fino a domenica prossima, quindi cercherò di portarmi avanti un po'.
Ringrazio comunque tutti quelli che mi seguono e che recensiscono, siete stupendi!!

Baci!

 
  
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