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Autore: Harley Sparrow    26/04/2019    2 recensioni
Seguito di This is Us – Youth
Anno 1994/1995
Edmund, Frannie e Margaret proseguono con il loro sesto anno gli studi presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Li abbiamo lasciati sull'Espresso del ritorno, e li ritroveremo con l'estate nel mondo magico.
Tra la Coppa del Mondo di Quidditch, il Torneo Tremaghi, nuovi amici e vecchi rancori, conti in sospeso e baci rubati nelle aule deserte, sirene squamate e draghi sputafuoco, ce ne saranno per tutti, di belle e di brutte.
Saltate a bordo e tenetevi forte, un nuovo anno vi aspetta!
*
Dal testo:
-Sai mamma, Edmund e Margaret giocano per Serpeverde!
Esclamò Frannie, per cambiare argomento.
-In verità io giocavo.
-Non dire sciocchezze, Mag. Dopo la disfatta di Draco di quest'anno, il prossimo avrai un posto assicurato in squadra!
La rassicurò Edmund, deciso. A quelle parole i genitori di Frannie si guardarono complici.
-L'anno prossimo, dici? Chissà...
Iniziò Jane, ridendo sotto i baffi.
-È possibile che avrete altro a cui pensare...
Continuò Josh, guardandola ammiccante.
-Io non mi preoccuperei molto della squadra! Anzi, fossi in voi non me ne preoccuperei per niente!
Frannie sbuffò.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XIII

LA GIORNATA PIÙ STRANA 
 
-Sì, una festa è davvero quello che mi ci vuole!
Esclamò Frannie, sdraiata sul divano della Sala Comune, accavallando le gambe e accarezzando Arcobaleno pigramente. Edmund e Margaret erano appena tornati dalla colazione, che il sabato si prendevano solo per loro mentre Frannie dormiva sino a tardi. Era uno dei modi che trovavano per stare insieme, dato che in un posto come Hogwarts era difficile trovare un po' di privacy.
-Come mai sei già sveglia?
Chiese Margaret alzando un sopracciglio, sospettosa. Lei alzò le spalle e fece un mezzo sorriso. Quel giorno sapeva che come al solito gli amici avrebbero fatto colazione da soli con calma, così appena Margaret aveva lasciato la stanza Frannie era sgusciata fuori dal letto ed era andata a trovare Tony nell'aula della professoressa Cooman. Per un sabato invernale come quello, l'aula vuota e calda andava alla grande.
-Oggi non avevo molto sonno.
Liquidò lei, sapendo di non essere molto convincente. Se anche avessero sospettato qualcosa di certo non avrebbero sospettato questo.
-Com'è andata la colazione, piccioncini?
Chiese sbadigliando, per cambiare argomento. Edmund alzò gli occhi al cielo, Margaret arrossì.
-È andata come al solito.
Rispose Edmund in tono burbero. Non che si vergognasse davanti all'amica, ma non gli piaceva parlare dei suoi sentimenti apertamente. Frannie lo sapeva ovviamente, e parlava per stuzzicarlo.
-Sai, ti abbiamo portato della torta alla melassa così non devi scendere per forza a colazione, ma dal momento che oggi ti senti così simpatica penso proprio che la darò a Miles!
Disse Margaret con un ghigno. La ragazza schizzò a sedere.
-È quella glassata al cioccolato?
-Oh, sì.
Rispose l'altra, camminando verso il dormitorio.
-Ehi, che fai?! La stai davvero portando a Miles?!
-Ovviamente sì.
La ragazza sparì nel corridoio che portava ai dormitori e Frannie sbuffò.
-La tua ragazza è pessima. E io la odio.
Borbottò, abbandonandosi nuovamente sul divanetto con espressione irritata.
-Oh no, non lo è affatto. E tu la adori.
Rispose Edmund, sedendosi sulla poltrona con un sorriso sornione.
-Bah.
 
Quando Margaret tornò in Sala Comune, l'amica stava ancora borbottando.
-Che facciamo oggi tutto il giorno? La festa è dopo cena!
Esclamò Margaret, che dato che Frannie occupava ancora tutto il divano si accomodò sulle gambe di Edmund.
-Non lo so. Ho tanta voglia di fare una passeggiata al Lago, ma con questa pioggia non può funzionare!
Sospirò Edmund sconsolato. I ragazzi si voltarono meccanicamente verso il finestrone che dava sul Lago Nero. L'acqua era agitata, più torbida del solito, non trapelava luce e non si vedevano neanche le alghe più vicine. Nero non era mai stata definizione più azzeccata. Margaret attese qualche secondo, poi alzò gli occhi al cielo.
-Inizia col fare colazione, ingrata. Tieni.
Ed estrasse dal mantello un fagottino avvolto in un fazzoletto. Gli occhi di Frannie brillarono.
-Quindi non la darai a Miles?
-Ma figurati! E poi dorme come un sasso.
La ragazza divorò la sua fetta di torta con avidità e lasciando qualche briciola, che ripulì distrattamente con la bacchetta.
-Non posso neanche leggere.
Borbottò Mag.
-Ho finito i libri, e non ho voglia di andare sino in biblioteca!
-Se vuoi ti presto il vecchio e il mare... anche io l'ho finito da un pezzo.
Propose Frannie.
-L'ho già letto. E comunque non puoi dare in prestito un libro se non è il tuo, Fran. Dovresti restituirlo una buona volta.
Lei arrossì e scosse la testa.
-Non ci penso neanche. Se glielo dessi ora, dopo tutto questo tempo, penserebbe che sono una smemorata cronica o che glielo ho rubato.
-Non so di cosa state parlando, ma tu sei una smemorata cronica, Fran.
Intervenne Edmund.
-Ma Tony non lo sa.
-Se i tuoi piani vanno a buon fine lo saprà, prima o poi!
-Di che parli? Certo che andranno a buon fine!
-Ultimamente ti vedo meno convinta...
Prima che il ragazzo potesse finire la frase, due facce spuntarono dal dormitorio. Pansy Parkinson e Daphne Greengrass, ciascuna con un diavolo per capello, entrarono in Sala Comune con aria assonnata. Frannie trattenne a stento un risolino. Pansy alzò un sopracciglio e li guardò sospettosa, Daphne tentò di appiattirsi i capelli con le mani, poi sparirono nei sotterranei.
-È sempre bello vedere miss perfettina la mattina presto.
Ghignò Frannie, come se ne furono andate, per poi aggiungere
-Uffa, si stanno già svegliando tutti. Meglio trovarci qualcosa da fare, non mi va che si affollino qui in Sala.
-Già, potrebbe arrivare Draco.
Sospirò Margaret.
-O Blaise a stressarmi con gli scacchi.
Fece eco Edmund.
-O Mary, vorrà imbucarsi alla festa di stasera. Sicuramente ci proverà col suo amico Edward!
Ridacchiò Frannie facendo l'occhiolino compiaciuta. Lui sgranò gli occhi in realizzazione.
-Ok. Andiamo.
Sussurrò, alzandosi di scatto e quasi rovesciando Margaret per terra, che alzò gli occhi al cielo ma rise di gusto.
Frannie si alzò a malincuore dal suo amato divano e i tre si addentrarono nei sotterranei. Edmund si guardò intorno sospettoso, come se temesse che la Sue potesse spuntare da un momento all'altro. Dopo aver tirato un sospiro di sollievo ma ancora guardingo, fece passare il suo braccio intorno alle spalle di Margaret e si rilassò impercettibilmente. Frannie allargò il sorriso guardando i due amici trovarsi assolutamente a loro agio.
-Potremmo andare nelle cucine, che dite?
Propose, mordendosi il labbro.
-Ma abbiamo appena fatto colazione!
Replicò Margaret.
-Potremmo andare sulla Torre di Astronomia.
Provò Edmund.
-Ma a fare cosa?
Chiese Frannie scuotendo la testa. Mentre si infilavano nel corridoio che portava alla Sala Grande, però, apparvero due figure che caracollavano stanche verso di loro. Fred e George, con quelli che sembravano i vestiti del giorno prima, dall'aria insolitamente stanca e la faccia sbattuta, non appena li videro si animarono di nuova forza e corsero verso i compagni. I tre Serpeverde strabuzzarono gli occhi  alla vista dei gemelli. Su una spalla di quel che sembrava George stava un gufo molto grosso che non avevano mai visto, che aveva l'aria parecchio incarognita.
-Perché dovrebbero portarsi dietro un gufo diverso dal loro?
Sussurrò perplesso Edmund, le altre due alzarono le spalle confuse.
-Ragazzi! Per la barba di Merlino...
-... eccovi finalmente!
-Vi abbiamo cercati dappertutto!
-Dovete aiutarci!
-Ehi, ehi, ehi, che accidenti vi è successo?
Chiese Margaret osservandoli più da vicino. Avevano il fiatone e l'aria preoccupata.
-Già, avete un aspetto orribile.
Commentò Frannie alzando un sopracciglio.
-Sempre gentile Firwood.
Rispose Fred lanciandole un'occhiataccia.
-Dovere.
Esclamò la ragazza, facendo un inchino e sorridendo.
-Venite, qui non è sicuro parlare!
Sussurrò George, guardandosi alle spalle con il terrore che Gazza o la McGranitt passassero da quelle parti.
-Dove penso io, fratello?
Chiese Fred, e l'altro annuì in risposta.
-Seguiteci.
Il gufo si grattò le penne mantenendo uno sguardo assassino, sembrava quasi umano. Mag deglutì, Edmund strinse la presa sulle sue spalle, poi guardò Frannie e sillabò con le labbra, senza emettere suono "Questa storia non mi piace." l'amica annuì in risposta. Fred e George così preoccupati poteva significare solo guai grossi.
Salirono lungo le scale in silenzio, Fred e George scuotevano la testa e ridacchiavano. I Serpeverde li fissavano con sguardo sospettoso. Il gufo sbuffò.
-Oh, finiscila.
Lo ammonì Fred ridendo.
Quando arrivarono al terzo piano, George imboccò un’aula vuota in disuso. Gli altri entrarono svelti, e Fred chiuse la porta alle loro spalle. I Serpeverde li guardarono con aria interrogativa, Fred si schiarì la voce ma prima di riuscire a spiegare scoppiò in una risatina.
-Insomma, si può sapere che vi prende?
Chiese Margaret in tono curioso ma un po' seccato. George prese con cautela il gufo e lo posò su un banco impolverato.
-È tutto ok Lee, andrà tutto bene vedrai.
Sussurrò, e il gufo rizzò le penne e lo guardò con odio.
-LEE?
Esclamarono i tre Serpeverde in coro.
-Shhhh! Per carità, abbassate la voce!
Li pregò Fred, che sembrava a un passo dal ridere e dall’andare nel panico contemporaneamente.
-Per tutte le Nimbus 2000, come diavolo avete fatto?
Chiese Frannie agitata ma in un sussurro. Margaret si batté una mano sulla fronte, senza sapere cosa dire. Edmund aveva un ghigno divertito e tentò di toccare il gufo, che gli beccò il dito.
-Non lo sappiamo! Stava andando tutto così bene...
-... abbiamo passato la notte a testare le crostatine canarine...
-... come sapete testiamo tutto prima di vendere, e con le crostatine non avevamo mai avuto problemi...
-... quest'ultimo ordine era andato liscio, erano rimaste da provare solo quelle. Eravamo stati svegli tutta la notte, avremmo dovuto provare quelle e andare a dormire il resto della mattina...
-... il sabato molti dormono sino a tardi, nessuno se ne sarebbe accorto...
-...io e Fred eravamo stanchi, era l'alba e non avevamo chiuso occhio, così Lee si è offerto di provare le crostatine al posto nostro, ci aveva tenuto compagnia sonnecchiando ogni tanto e scambiando qualche parola tra un sonnellino e l'altro...
-...aspettando che arrivasse l'effetto, ci mette qualche minuto ad attivarsi, ci siamo addormentati...
-Quando ci siamo svegliati il sole era già alto e Lee non c'era più, solo questo brutto gufo al suo posto!
Lee sbuffò nuovamente e agitò le ali con disapprovazione.
-Non ci era mai capitata una cosa del genere! Non sempre uscivano canarini inizialmente, ci era capitato un falco una volta, anche una civetta, ma ormai non c'era più nessun problema...
-... e comunque, canarini o gufi che fossero, spariva tutto in qualche minuto, anche in fase di collaudo!
-Abbiamo passato le ultime tre ore a tentare di farlo tornare normale...
-...Niente sembra funzionare, non sappiamo cosa fare!
I gemelli si guardarono negli occhi, sorridevano divertiti ma avevano anche uno sguardo preoccupato.
-Avete provato con Hominiverto?
Chiese Edmund pensieroso. Aveva ancora sul volto un ghigno beffardo, divertito dalla situazione. Anche Frannie sembrava compiaciuta, mentre Margaret sembrava la meno convinta, anche se era evidentemente divertita anche lei.
-Certo. Come sempre. Che qualcuno si trasformasse in qualcosa è capitato altre volte con altri scherzi...
-... hominiverto ha sempre riportato tutto alla normalità! Con questo non funziona niente.
Margaret si grattò la testa pensierosa.
-Revelio forse potrebbe funzionare... smaschera i cammuffamenti, no?
Frannie annuì.
-Prova, dovrebbe andar bene.
-Per questo abbiamo chiamato voi secchioni! Sapete troppi incantesimi!
La ragazza tirò fuori la bacchetta, sorridendo e arrossendo leggermente. Tutti gli occhi erano puntati su di lei.
-Revelio.
Mormorò, e qualche scintilla partì dalla sua bacchetta. L'incantesimo era andato a buon fine, nessun errore, ma non accadde nulla. Il gufo starnutì.
-Per le mutande di Godric.
Imprecò Frannie, guardando l'animale che alzò i suoi occhietti gialli al cielo. La ragazza parve avere un'illuminazione.
-Reverso!
Esclamò, e anche dalla sua bacchetta sgorgò una pioggia di scintille. L'esito fu lo stesso. La ragazza sbuffò, Edmund diede a entrambe una pacca sulla spalla di conforto.
-Ci deve essere un modo.
Borbottò, afferrando una sedia dalle gambe arrugginite e abbandonandovisi sopra.
-Perché non lo portate da Madama Chips e basta?
Chiese infine Margaret, dopo aver considerato tutte le possibilità.
-Scherzi? Avviserebbe la McGranitt prima che la Lovegood possa dire "nargilli"...
-...e la McGranitt avviserebbe nostra madre...
-... e diciamo che non è ancora troppo entusiasta della nostra attività...
-... per usare un eufemismo!
Frannie si mise le mani tra i capelli e sospirò.
-Ok. Ok. Pensiamo. Forse dovremmo andare in biblioteca a cercare qualcosa. Non dovrebbe esserci troppa gente.
Mormorò, grattandosi la testa con nervosismo.
-Ci sarà la Granger. E non deve assolutamente scoprirci!
Esclamò Fred alzando la voce. Il fratello gli diede una gomitata e posò l'indice sulle labbra.
-Ha promesso che se avessimo fatto del male a qualcuno ci avrebbe denunciati alla mamma.
Spiegò, con preoccupazione.
-A me non sembra che gli abbiate fatto del male. È anche più bello di prima
Commentò Edmund ridacchiando.
-Buona questa, Pevensie!
Esclamarono in coro i due, scoppiando a ridere. Il gufo inchiodò Edmund con lo sguardo. Se avesse avuto le mani, gli avrebbe dato un pugno.
-Non divertitevi troppo, o quando tornerà normale ve la farà pagare!
Li ammonì Margaret, guardando Edmund. Lui alzò gli occhi al cielo.
-Potremmo lasciarlo così, a ripensarci. Ho sempre voluto un gufo tutto mio.
Rifletté Fred ad alta voce. L'uccello gli beccò il braccio, offeso.
Frannie sospirò e afferrò Margaret per il braccio.
-Andremo noi in biblioteca e vedremo cosa possiamo fare. Voi continuate a pensare, mi raccomando.
Le due ragazze uscirono dalla stanza sorridendo, ma alzando gli occhi al cielo. Chiudendo la porta, sentirono Edmund dire
-Proviamo a mettergli il mantello e la sciarpa, scommetto che sarà un figurino!
Frannie ridacchiò e Margaret sbuffò.
-Sono davvero idioti.
Commentò, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.
-Sì, lo sono. Ma come avranno fatto poi?
-Non ne ho idea! Insomma, già è difficile trasformare qualcuno in un animale per un'ora, loro sono tre ore che cercano di ritrasformarlo!
-Beh, prima o poi tornerà normale, non possono averlo trasformato per sempre!
-Ma chissà quanto ci metterà, a questo punto... non possono nasconderlo troppo a lungo, i Grifondoro si chiederanno dove è finito... oggi ci sarà la festa e lui è uno degli organizzatori...
-Che casino. Speriamo di trovare un modo presto, o ho paura che dovremo dirlo alla McGranitt.
Arrivate in biblioteca, come previsto, la Granger sedeva su un banco colmo di libri e aveva lo sguardo totalmente assorto. Non sembrava esserci nessun altro. Margaret aprì la bocca per dire qualcosa ma una voce le bloccò.
-Frannie!
Le due aggrottarono la fronte prima di voltarsi. La voce era familiare.
"Draco Malfoy? Cosa ci fa Draco Malfoy in biblioteca il sabato mattina?"
In un angolo remoto della biblioteca, Draco aveva un'aria funerea e le guardava come se fossero la sua unica occasione per fuggire. Immediatamente alle due fu chiaro il motivo per cui si era rifugiato lì. Mary Sue gli era praticamente addosso, gli stringeva il braccio come un koala e gli sorrideva in estasi. Sicuramente, sapendo che la ragazza lo stava cercando, si era rifugiato nell'ultimo posto in cui sarebbe potuto essere. Evidentemente Mary però, che per questo tipo di ricerche era più efficace di un cane da tartufo, lo aveva trovato da qualche minuto, perché la Granger emise un sospiro che aveva l'aria di essere l'ultimo di una lunga serie, sicuramente infastidita per il chiacchiericcio indesiderato.
-Frannie!
Ripeté Draco, e le due si avvicinarono.
-Diglielo tu per favore, a me non dà ascolto!
-Ehm, ciao Draco. Dirle cosa?
Margaret stava già sorridendo come uno squalo osservando la scena con sommo godimento.
-Draco sostiene che la festa di stasera è vietata ai minori di quindici anni! È un'assurdità, il limite è sceso a quattordici, lo sanno tutti!
-Sei solo una stupida. Perché sarebbe dovuto scendere a quattordici, di grazia? Sentiamo.
Chiese secco il ragazzo. Mary agitò la chioma bionda, sbatté le sopracciglia da cerbiatto e cinguettò
-Ma perché la festa è per il Torneo Tremaghi! Non possono mica mettere una regola che estrometta uno dei campioni!
Sentendo parlare di Potter in quei termini, Malfoy fece una smorfia di disgusto.
-Che scemenza. E poi non avrebbe senso, lo sfregiato non va alle feste, nessuno lo inviterebbe.
A quelle parole, Margaret aggrottò le sopracciglia e lo guardò con odio. Frannie sospirò, e decise di dare una mano.
-Ha ragione lui, Mary. Niente festa per voi questa sera.
-In realtà Frannie ti sbagli. Ho sentito distintamente Fred e George dire che avrebbero aperto le porte a quelli del quarto per oggi. Come ha detto lei, festeggiamo perché Hogwarts ha i primi due posti al torneo. Estromettere i quattordicenni e quindi Potter sarebbe sciocco.
Il ragazzo le lanciò un'occhiata di fuoco, Mary si illuminò.
-Questo... questo è tutto da dimostrare. E lasciami!
Sbottò, strattonando il braccio e facendole perdere presa.
-Lasciando stare le feste per un attimo... sono venuta a chiamarti Draco, Piton ti sta cercando.
La ragazza la guardò con sufficienza, il ragazzo sorrise e annuì furiosamente.
-E perché mai Piton dovrebbe dirlo a te?
Frannie sorrise a trentadue denti e indicò la spilla da prefetto con un dito. Draco si separò con fatica dalla stretta e sussurrò un "grazie". Dileguandosi. Anche Mary si allontanò, sconfitta. Hermione Granger tossicchiò, come a intimar loro di fare silenzio.
-Perché le hai detto che la festa era aperta anche a quelli del quarto?
Sibilò Frannie all'amica.
-Perché è vero, e Draco lo sa benissimo! Voleva solo togliersela dai piedi.
-Comunque ha ragione, in effetti Potter neanche ci viene... avrebbero potuto lasciare tutto com'era.
-Beh, quelli del quarto sono invitati, che gli piaccia o no. E poi non potevo lasciarlo andar via così dopo quello che ha detto su Harry. E comunque...
Margaret la guardò con un ghigno
-... Non vorrai mica perderti la Sue alla festa! Scommetto che ci regalerà dei momenti di qualità!
Frannie sbuffò ma sorrise, sapendo che aveva ragione. Anche lei non si sarebbe persa Mary Sue dare spettacolo per nulla al mondo. Le ragazze si avvicinarono al reparto sulla trasfigurazione, cercando qualche libro sulla trasfigurazione umana. Mentre Margaret afferrava un volume dallo scaffale, Frannie azzardò, pensierosa
-Forse non funziona perché stiamo sbagliando approccio. Loro non lo hanno trasfigurato, hanno usato una pozione. Insomma, una specie di pozione. Non un incantesimo. Forse se sapessimo che accidenti hanno usato per quelle crostatine, potremmo trovare un antidoto.
Margaret ci pensò su, poi annuì.
-Sì, è una buona idea. Io resto qui, tu vai a prendere qualcosa al reparto di pozioni. Meglio consultarli insieme agli altri, io direi di portarli via.
Disse, guardando la Granger di sottecchi. Frannie fece un cenno, e si allontanò. Qualche minuto dopo, erano entrambe con una pila di libri che levitava davanti a loro, andando verso l'aula in cui si trovavano i ragazzi. Come ogni sabato mattina, il castello era quasi deserto. Incontrarono solo Luna Lovegood nel loro cammino, che chiese alle ragazze perché portassero in giro palloncini a forma di libri. Quando entrarono in aula, Fred George e Edmund sussultarono.
-Non si usa più bussare?
Chiese il Serpeverde portandosi una mano al petto.
-Conigli.
Commentò Frannie ridacchiando. I libri volteggiarono sulla cattedra e alzarono una nube di polvere.
-Che cosa diavolo è quello?
Chiese Margaret, fissando Lee con aria confusa. Il gufo aveva un'aria indignatissima, in testa aveva posato un cappellino di paglia che evidentemente odiava, e sotto l'ala aveva incastrato un ombrellino da cocktail.
-Dove avete trovato questa roba?
Chiese Frannie, guardando il povero animale sfortunato da vicino.
-Nei cassetti. Evidentemente è un'aula di babbanologia. Ci veniamo spesso quando dobbiamo fare cose... ehm... non troppo legali. È piena di roba interessante e non la usa più nessuno.
Rispose George ridendo.
Margaret alzò un sopracciglio.
-Babbanologia?
-Ma sì Rosander, non vedi? È un tipico abbigliamento da mare babbano! Almeno tu potresti arrivarci!
Rispose George che era piegato in due dalle risate.
-Oh, quanto ci vorrebbe Colin Canon. Stamperei la foto e tappezzerei la Sala Comune!
Il gufo fece schioccare il becco. Edmund si avvicinò alle ragazze e cinse la vita di Margaret con un braccio.
-L'infame mi ha anche morso! Guardate!
Disse, sollevando il dito da cui spuntava una gocciolina di sangue.
Frannie scosse la testa facendosi sfuggire un risolino. Margaret alzò gli occhi al cielo, tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e tamponò il taglietto.
-Se ti ha morso, vuol dire che te lo sei meritato.
Gli disse, sospirando.
-Avete trovato qualcosa, vero?
Chiese Fred speranzoso, avvicinandosi ai libri.
-Forse. Ma ci serve la lista di ingredienti delle vostre crostatine.
Rispose Margaret, appellando uno dei libri di pozioni e sedendosi a un banco. Edmund e Frannie la seguirono, tossendo per via della polvere.
-Tergeo.
Sussurrò Edmund, e il banco fu lindo come non era probabilmente da mezzo secolo.
-Molto meglio.
Sospirò Frannie, aprendo il libro. George si tolse un foglietto stropicciato dalla tasca.
-È tutto qui.
Mormorò, e Margaret afferrò il foglio e lo spianò tra le pagine del libro.
-Farina di bambù, acqua lunare, menta piperita, scorza di limone, corno di unicorno e cuore di prugne dirigibili.
Lesse Edmund ad alta voce.
-Allora, escluderei che l'effetto sia dato dal limone o dalle prugne dirigibili.
Disse Margaret pensierosa.
-La farina di bambù e la menta piperita solitamente servono a dare una sensazione di euforia. Io direi che l'agente da contrastare può essere solo l'acqua lunare o il corno di unicorno. Ma per sicurezza controlliamo le tabelle degli ingredienti, magari mischiandoli male qualcosa ha reagito. Mi pare di aver letto qualcosa sulla menta piperita e l'acqua lunare combinate insieme che potevano dare effetti collaterali...
Mormorò Frannie, Edmund sfogliava le pagine assorto. Fred e George li guardavano speranzosi e confusi, mentre il gufo si puliva le penne distrattamente come se non gli importasse più di tanto tornare normale o se non pensasse che loro ci sarebbero riusciti e stesse semplicemente aspettando di andare in infermeria.
-Ecco qui!
Esclamò Margaret.
-L'acqua lunare, in abbinamento a una dose eccessiva di menta piperita, può deformare il risultato finale della pozione desiderata, renderlo a tempo illimitato o in casi estremi entrambi. Per fortuna, essendo un errore molto comune, esiste un rimedio altrettanto comune. Ingerire un petalo di viola di laguna sarà sufficiente come antidoto.
Edmund alzò gli occhi dal libro e fissò i due ragazzi.
-Quanta menta piperita avete messo?
George aggrottò le sopracciglia.
-Come sempre! Non abbiamo mai avuto problemi!
-Pezzo di idiota, la hai messa tu questa volta! Hai esagerato!
Sbottò Fred, furioso.
-Tu hai messo l'acqua lunare! Sei tu che ne hai messa troppa poca!
Replicò George, dandogli una spinta.
-È tutta colpa tua! Io l'ho detto che eravamo troppo stanchi!
-Ragazzi, basta.
Disse Margaret, ma i due parvero non sentirla.
-Tu eri troppo stanco, io stavo benissimo!
-Ragazzi, basta!
Ripeté, Frannie intanto desiderava ardentemente appellare una busta di popcorn e si godeva la scena sorridendo.
-Questa me la paghi!
Ruggì Fred, sfoderando la bacchetta. George lo imitò.
-Stupe...
Margaret strinse la mano del ragazzo sotto il banco, con preoccupazione.
-Pietrificus totalus!
Un raggio partito dalla bacchetta di Edmund li investì in pieno.
-State calmi un secondo! Potremmo togliere punti a Grifondoro per questo, sapete?
Disse il ragazzo in tono freddo.
-Oh, Ed, sembrava così divertente.
Sbuffò Frannie.
-Fran, se non taci anche tu giuro che ti silenzio.
Rispose lui.
-Ah, come se ci riuscissi!
Replicò, e l'amico la guardò scettico.
-Non dobbiamo farci sentire! Se ci scoprissero ora, saremmo nei guai anche noi!
Sussurrò Margaret, che aveva paura per il suo futuro da insegnante nel castello.
-Adesso vi libero, e voi andate a rubare dei petali di viola giù alla serra. Avete capito?
Per ovvi motivi, i due non risposero.
-Relascio.
Disse Edmund, e i gemelli si guardarono in cagnesco sistemandosi i vestiti.
-Perché dobbiamo rubarli? Non siete migliori amici di Piton? Dite che state facendo esercizio e chiedeteli a lui!
Propose George, che non sembrava molto propenso a uscire allo scoperto.
-Certo, come no.
Disse Frannie, in tono sarcastico,
-Noi andiamo da Severus Piton, l'occlumante migliore della scuola dopo Silente, a chiedere un forte antidoto per pozioni trasfiguranti che non abbiamo ancora affrontato, di sabato mattina, dicendo che stiamo facendo esercizio. Che gran piano! Non ci scopriranno mai!
-Se lo faceste davvero, non mi stupirei.
-Borbottò Fred.
-Beh tu non sei Piton. E ora forza, andate, prima che qualcuno si accorga che Jordan non si trova!
Li incoraggiò Margaret, e loro, borbottando tra loro e prendendosi a spintarelle, uscirono dalla stanza.
-E siate naturali!
Gridò Frannie, mentre si allontanarono.
-Non sono tranquilla.
Sospirò Margaret, guardando Lee che si era liberato del cappellino e lo stava stracciando in mille pezzi.
-Neanche io. Meglio guardare cosa combinano.
Annuì Edmund.
-Torre di Astronomia?
Propose Frannie. Gli altri acconsentirono. Edmund si rivolse a Lee, che li guardava con aria scettica.
-Andiamo, volami sulla spalla. Dobbiamo controllare quei due.
Lui in tutta risposta fece schioccare il becco, ostile.
-Non ti ci mettere anche tu, per favore! Non è colpa mia se i tuoi amici sono degli idioti!
Borbottò, e prendendo a due mani se lo posò sulla spalla lui stesso.
-Possiamo andare.
Disse, mettendo la mano sulla maniglia.
-Facciamo in fretta, voglio esserci quando spunteranno dal portone principale!
Sussurrò Margaret mentre imboccavano una scalinata.
-Speriamo non si facciano beccare.
Sospirò Frannie, guardando il gufo che stava a petto gonfio sulla spalla destra di Edmund e guardava tutto con sommo fastidio.
-Tornerai come prima, non preoccuparti.
Lo rassicurò a bassa voce il ragazzo.
-Probabilmente vuole soltanto mandarci al diavolo e andare da Madama Chips. In effetti ritardare così la sua trasformazione per non farsi beccare da parte dei gemelli è un po' egoista.
Disse Margaret, e gli altri convennero con lei. Il gufo continuò a far roteare gli occhi iniettati di odio, se avesse potuto avrebbe sputato sulla nuca a tutti e tre. Mentre salivano l'ennesima scalinata per arrivare alla torre, incrociarono Miles e Pucey che venivano da quella direzione. Ricordarono che la Torre di Astronomia era il luogo in cui solitamente si vedevano prima di rendere ufficiale la loro relazione, probabilmente dunque avevano tenuto l'abitudine, per avere un posto in cui stare un po' da soli. La coppia venne loro incontro, tenendosi per mano.
-Ciao ragazzi!
Esclamò Miles in tono cordiale. Adrian invece fissava Edmund con aria confusa.
-Ed...
Balbettò, guardando il gufo sulla sua spalla,
-Ma... Silver?
Il ragazzo alzò le spalle, se fu colto alla sprovvista dalla domanda non lo diede a vedere. In effetti, avendo lui un falco personale, era abbastanza strano vederlo andare in giro con un gufo.
-Oh, non sta bene oggi, così Il Profeta mi ha mandato la gazzetta con un loro gufo privato.
-Ah. Non sapevo che ci fosse anche questo servizio!
-Sì, beh, è una cosa nuova, solo per gli abbonati. Chissà se andrà in porto. Ora, se vuoi scusarci...
Disse, e li oltrepassò, seguito dalle altre due. Quando furono abbastanza lontani, tirarono un sospiro di sollievo.
-Io non so proprio come fai.
Disse Margaret, guardandolo ammirata.
-Oh, è tutta una questione di improvvisazione.
Rispose lui, con un sorriso a trentadue denti.
Quando arrivarono in cima alla torre, si accorsero del temporale. Edmund e Frannie corsero ai binocoli e li inforcarono, Margaret si avvicinò titubante.
-Che bello.
Sospirò, osservando un lampo cadere a qualche metro dal platano picchiatore. Deglutì e prese un binocolo a sua volta.
-Eccoli! Tre gradi a destra, cinquantacinque in basso.
Sussurrò Edmund, e le due seguirono le indicazioni. La visibilità era bassa e la pioggia fitta. L'aria era carica di elettricità, e il vento arrivava sin sopra la torre. Le nuvole erano così dense e cupe che anche se non era neanche ora di pranzo sarebbe potuta essere anche mezzanotte. Fortunatamente, loro si trovavano sopravvento e la pioggia batteva sul lato dietro di loro, lasciandoli protetti. Le due macchie che dovevano essere di Fred e George scendevano lentamente per la campagna, ogni tanto dandosi una spinta e finendo nel fango.
-Meno male che non dovevano dare nell'occhio.
Si lamentò Frannie.
-Almeno fuori non incontreranno nessuno, con questo tempaccio chi mai uscirebbe?
Un fulmine atterrò con uno schianto vicinissimo ai due ragazzi, e i tre Serpeverde urlarono.
-Forse avremmo dovuto chiedere a Piton.
Sussurrò Margaret.
-Se lo meritano, sarebbero dovuti andare in infermeria dall'inizio!
Replicò Frannie decisa. Il gufo emetteva suoni striduli disperati nascosto sotto il mantello di Edmund, probabilmente terrorizzato dal temporale.
-Jordan, finiscila per carità.
Lo pregò lui, dimenandosi e sistemandosi il mantello senza staccare gli occhi dalla campagna sottostante. Essere una piccola creaturina in mezzo a quel temporale, soprattutto se non abituati, doveva essere parecchio sconvolgente.
-Vediamo il lato positivo... nessuno li scoprirà, nella serra non c'è nessuno e con questo buio dal castello non c'è modo che li vedano... a meno che qualcuno non sia alla finestra con un binocolo in questo momento.
Esclamò Margaret, mentre una sferzata di vento investiva in pieno i due gemelli, parecchi metri più in basso.
-Non invidio quelli di Durmstrang. Meno male che è sabato e non devono venire al castello...
Mormorò Frannie, spostando l'inclinazione del binocolo puntandolo sul Lago Nero e pensando a Dimitar. Il veliero era appena distinguibile e dondolava sulle acque agitate. La ragazza si era sentita un po' in colpa nel non invitarlo alla festa, ma effettivamente essendo in onore dei due campioni di Hogwarts sarebbe stato alquanto spiacevole.
-Penso sia sicuro. Spero. Avranno chissà quali incantesimi, neanche se ne saranno accorti.
La rassicurò Edmund. Intanto i due erano arrivati alla serra.
-Sapranno cos'è una viola di palude?
Chiese improvvisamente Margaret, pensierosa.
-Non abbiamo spiegato bene cosa fosse e non brillano certo in erbologia.
-Spero che non ci sia bisogno di spiegare cosa siano le viole di palude, Mag. Tutti lo sanno.
Replicò Frannie, e dentro di lei sperò di avere ragione.
Dopo qualche minuto i due uscirono titubanti dalla serra, i Serpeverde tirarono un sospiro di sollievo.
-Spero che si puliscano prima di entrare, almeno.
Borbottò Edmund. Lee si era calmato ma stava artigliato al suo maglione sulla sua schiena, sotto il mantello. Non potevano biasimarlo. Se qualcuno avesse fatto irruzione in quel momento, avrebbe visto un ragazzo con una piccola gobba tremolante sulla schiena. Quando le due macchie rossastre sul paesaggio grigio scuro furono a metà strada tra la serra e il castello, i ragazzi decisero di scendere per farsi trovare nell'aula. Aspettarono con ansia, e più i minuti passavano più erano preoccupati che qualcuno li avesse scoperti lungo la via e gli avesse chiesto cosa diamine ci facessero fuori con quel tempo, a quell'ora, e con le tasche piene di petali viola. Quando dopo interminabili minuti i due Weasley spuntarono dalla porta dell'aula, i Serpeverde tirarono un lungo sospiro di sollievo.
-Cosa sono quelle facce? Avete messo in dubbio forse la nostra efficienza?
Chiese Fred tirando fuori un pugno di petali dalla tasca.
-Trovo insopportabile la vostra mancanza di fede.
Continuò George, e Margaret si grattò la testa, convinta di aver già sentito quella frase da qualche parte.
-Ma quanti ne avete presi? Avrete distrutto chissà quanti fiori! Il libro dice che ne basta uno, avreste potuto prenderne tre o quattro per sicurezza, questi sono decine!
I due si guardarono con aria colpevole.
-Beh, non volevamo rischiare che non fossero sufficienti...
-... noi quando facciamo qualcosa la facciamo bene, sai?
Edmund sospirò.
-Almeno sono davvero petali di viola di palude.
Disse Margaret, alzando le spalle. Frannie ne prese uno dal tavolo su cui Fred li aveva posati e ne porse uno a Lee, che scansò la testa guardandola sospettosa.
-Andiamo  Jordan, non è il momento di fare i capricci! Non ti portiamo da Madama Chips, hai capito? Su, mangia!
Il gufo per tutta risposta le morse il dito.
-Ah! Maledetto! Io ti...
-Ok, ok, Firwood. Ci pensiamo noi.
Disse George, afferrandola per le spalle e spostandola più in là.
I due gemelli si guardarono complici e si fecero l'occhiolino.
"Non mi piace. Non mi piace per niente..."
Pensò Margaret, e loro scattarono. George afferrò il gufo con una mano e lo tenne fermo, aprendogli il becco con l'altra.
-Amico, lo facciamo per il tuo bene...
Disse impietosito, ma tenendolo stretto.
-Forse ha una mente da gufo e non capisce. Forse non sa di essere Lee Jordan.
Azzardò Edmund, pensieroso. Intanto Fred, presi tre o quattro petali dal banco, glieli ficcava nel becco spingendoli col dito.
-Sei pazzo? Lo soffocherai così!
Abbaiò Margaret.
-Lo sto facendo per il suo bene! Su Lee, mandalo giù.
A interrompere questa scena grottesca, la porta dell'aula si spalancò. Il sangue dei presenti si congelò, e i ragazzi alzarono gli occhi verso la porta attendendo di sapere di che morte morire.
-Ragazzi! Ecco dov'eravate! Vi ho cercati dappertutto!
Sull'uscio, in tutto il suo splendore, Lee Jordan, perfettamente sé stesso.
-Che cavolo state facendo a quel povero gufo?
Fred e George mollarono la presa all'istante, e il gufo sputacchiò brandelli di petali di viola.
-Che ci fanno qui tutti quei libri? E quelli cosa sono?
Chiese, indicando i petali ammucchiati sul banco. I cinque rimasero congelati a fissarlo.
-Perché mi guardate così? Che succede?
Fred fu il primo a cedere, seguito da George. Iniziarono a ridere sino ad afflosciarsi a terra e battere mani e piedi sul pavimento. Il gufo continuava a sputacchiare. Poi, dopo qualche sbuffo, Margaret cadde su una sedia e cominciò anche lei a singhiozzare in preda alle risa, piegata in avanti tenendosi la pancia. Edmund e Frannie infine iniziarono a ridere a gran voce, senza riuscire a fermarsi, appoggiati alla parete per non cadere. Lee li guardava basito, senza riuscire a decifrare la situazione. Attratto dagli schiamazzi si affacciò anche il ragazzo che aveva accompagnato Jordan a cercare i gemelli, Stanley Bradford, il loro quarto compagno di stanza. Il ragazzo non commentò l'assurdità della scena ma esclamò
-Polly?
Il gufo tossì in risposta sputacchiando un altro brandello viola, e gli volò incontro.
-Che cosa state facendo al mio gufo?
I ragazzi iniziarono a ridere ancora più forte, Fred e George ululavano incontrollabilmente contorcendosi sul pavimento.
-È tuo?
Chiese Lee, cercando di cambiare argomento, a disagio per la situazione.
-Da quanto hai un gufo?
-È mia, sì. Dal mese scorso. È un regalo di Natale.
-Ah. Molto... carina.
Polly tossì nuovamente, provocando il terzo eccesso di risa. Bradford si allontanò in silenzio verso la gufiera, accarezzando il povero animale e sussurrandogli parole dolci. Lee Jordan attese, seduto su un banco con le gambe che dondolavano, che i ragazzi si calmassero. Dopo diversi minuti ciò avvenne.
Fred e George, gemendo e scossi da un terribile singhiozzo, strisciarono senza forze sino al muro, dove si aiutarono ad alzarsi. Margaret era paonazza e faceva lunghi respiri, aveva gli occhi chiusi perché non riusciva a sostenere la visione di Jordan in piedi davanti a lei. Edmund e Frannie si sorreggevano a vicenda barcollando, lei si teneva un fianco e aveva l'espressione un po' deformata dal dolore, sicuramente per le troppe risate.
-Dove eravamo finiti noi?
-Dov'eri finito TU semmai!
-Ci siamo svegliati che non c'eri più, al tuo posto solo quel maledetto gufo!
Il ragazzo scosse la testa.
-Dov'ero finito? Ma sono andato a letto, ovvio. Voi eravate crollati, effetti collaterali non erano arrivati... ho finito la mattinata dormendo! Mi sono svegliato un'ora fa!
I due gemelli erano sotto shock. Margaret socchiuse le labbra e li fissò con odio.
-Fatemi capire bene, non avete neanche guardato in dormitorio? Vi siete svegliati e avete dato per scontato che si fosse trasformato in un gufo perché sì?
-Non avevamo dormito niente Rosander, sii comprensiva...
-... stavamo testando delle merendine che ti trasformano in un uccello...
-... nella sua sedia c'era un uccello al nostro risveglio...
-... era la cosa più naturale!
-No! No! La cosa più naturale era che lui fosse tornato a dormire e quello fosse il gufo del vostro compagno di stanza!
Abbaiò Edmund, esasperato.
-Ora fate sparire quei maledetti petali e sparite anche voi! Altrimenti giuro che vi schianto! Tre... due...
Gridò Frannie, e i due si ficcarono di volata i petali di nuovo nelle tasche e corsero via, buttandosi a perdifiato giù dalle scale.
-Non voglio neanche saperlo.
Disse Lee, a mezza voce.
-Ottima scelta amico, ottima scelta.
Sussurrò Edmund, con lo sguardo perso mentre rifletteva sull'assurdità di quello che gli era capitato.
Frannie si schiarì la voce.
-Senti Lee, parliamo di cose serie. Si è deciso dove sarà la festa?
Il ragazzo annuì.
-Io ero un po' scettico, ma Fred e George dicono che il fratello Ron glielo ha assicurato come posto sicuro. Ci ha fatto qualcosa di losco, a quanto pare. Voi ragazze saprete dirmi meglio.
Frannie e Margaret lo guardarono, curiose e confuse.
-Il vostro bagno del secondo piano.
Edmund strabuzzò gli occhi senza capire, le due spalancarono la bocca in una perfetta "o" di sorpresa.
-Azzardato.
Disse Margaret.
-Come farete per convincere Mirtilla a non dire nulla?
Lee sorrise compiaciuto.
-Abbiamo pensato a tutto. Anzi, se tutto sta andando secondo i piani, avranno già iniziato l'operazione.
 
*
 
Cedric Diggory camminava lentamente verso il secondo piano, allargandosi il collo della maglia che per qualche motivo gli dava un senso di claustrofobia. Per non farla sembrare troppo ovvia, si era portato dietro i fedelissimi. McMartian da un lato e Ossas dall'altro (Rosie non era portata per quel genere di spedizioni), si dirigevano con calma e titubanza al luogo del misfatto.
-Non mi sento tranquillo. Non è una cosa carina da fare.
Mormorò Diggory a voce bassa.
-Lo sapevamo quando abbiamo accettato, Ced. Non c'è niente di male, davvero. Le farà solo piacere.
Commentò Tony.
-La stiamo prendendo in giro!
-Io non la vedrei da questo punto di vista.
Si inserì Susan,
-È una bugia bianca, farà bene sia a noi che a lei!
Il ragazzo sospirò e si sistemò i capelli, cercando di farsi bello.
-Ok. Ci siamo. Ricordate il piano?
Chiese titubante, e i due annuirono. Aprì piano la porta e si affacciò al suo interno.
-Non c'è. Forse dovremmo tornare più tardi, o forse semplicemente cambiare posto...
-Fammi capire, ti sei tuffato nel Lago Nero e hai accecato un drago quest'anno, ma hai paura di Mirtilla Malcontenta?
Rise Tony e lo spinse dentro con la mano, seguendolo subito dopo. Susan si infilò per ultima e chiuse la porta.
-UOMINI NEL BAGNO DELLE RAGAZZE! UOMINI NEL BAGNO DELLE RAGAZZE! UOMINI... oh, sei tuuu...
Il fantasma di una ragazzina fluttuò verso di loro con aria ammiccante. Sembrava molto giovane, aveva i capelli corvini lunghi e lisci come spaghetti e un'aria decisamente inquietante.
-Che carino che sei a venirmi a trovare proprio qui. In genere devo sempre venire a scovarti nel bagno dei prefetti, non amo attraversare tutti quei tubi, lo sai.
Il suo sguardo cadde sull'altro ragazzo nella stanza.
-Oh! Hai portato un amico, vedo... è carino... perché non me lo presenti?
Il fantasma ridacchiò e volò incontro a Tony, passandogli in mezzo alle gambe e provocandogli una sensazione di freddo sgradevole al basso ventre. Non appena il fantasma passò, lui tossicchiò  e si spianò i jeans dissimulando il disagio. Prima che la situazione si sgonfiasse come un palloncino, la Ossas iniziò le manovre.
-Cedric!
Esclamò, a voce alta e con un sorriso forzato. Mirtilla la guardò con fastidio, volendo l'attenzione dei ragazzi tutta per sé.
-Ma quindi è questa Mirtilla! La splendida ragazza di cui mi hai parlato!
Mirtilla sbatté le palpebre confusa, ma compiaciuta.
-Esatto, è proprio lei!
Disse Cedric un po' goffamente.
-È per questo che sono venuto Mirtilla, per presentarti i miei amici! La tua compagnia mi ha allietato tanto in queste settimane che dovevo condividerla con qualcuno.
Tony porse la mano e le fece segno di prenderla, facendole un baciamano con inchino.
-McMartian signorina, è un vero piacere incontrarla.
Lei gorgogliò sempre più compiaciuta e avvicinò il volto.
-Il piacere è tutto... mio...
Sussurrò, e il ragazzo deglutì.
-Dovresti portarmi più spesso amici carini, tesoro.
Squittì, tornando a fluttuare a qualche metro da terra.
-Già, beh, ora dobbiamo andare però, che sfortuna.
Esclamò Susan, con finta afflizione.
-Andare via? Di già?
Piagnucolò il fantasma.
-Sì Mirtilla, purtroppo per stasera abbiamo organizzato una festa e non sappiamo ancora dove la faremo... penso che andremo a chiedere alla Dama Grigia se ci ospiterà nella sua torre...
Sospirò Cedric in tono mesto.
-Peccato, la Dama Grigia mi è sempre stata antipatica. Non ha un minimo di fascino. E poi potrebbe fare la spia.
Sussurrò tristemente Tony,
-Non possiamo proprio fare la festa qui, Ced?
Il prefetto scosse vistosamente la testa.
-No Tony, assolutamente no! Non potrei mai disturbare tanto Mirtilla! Ha bisogno di riposo! Vedrai che convinceremo la Dama Grigia a mantenere il segreto!
Il fantasma spalancò la bocca, oltraggiata.
-La Dama Grigia? Non se ne parla neanche! Non farei mai stare i miei amici da una tipa come quella! Ha ragione il tuo amico, non ha un minimo di fascino, tesoro! E poi farebbe la spia subito! Io d'altro canto non vi tradirei mai. Mai e poi mai! Non posso credere che hai pensato prima alla Dama Grigia che a me!
Ossas intervenne prontamente dicendo
-Ovviamente sei stata tu la prima a cui ha pensato! Solo che non vorrebbe mai disturbarti, non è vero Ced?
-Ovviamente.
Lo sguardo della ragazza si addolcì.
-Tesoro, dovresti saperlo, io amo la buona compagnia! Non mi disturbi affatto! E poi verranno i tuoi amici belli che vanno nel bagno dei prefetti, giusto?
-Ehm... amici belli?
-Ma sì, li vedo nel bagno dei prefetti ogni tanto... quel Knight  si fa sempre il bagno lì... e c'è quello coi capelli neri e l'aria da bel tenebroso ...
-Certo! Ovviamente! Ci saranno tutti!
-Vi aspetto allora, tesoro. Passa a trovarmi più spesso. E tu, carino... sei invitato nel mio cubicolo, quando vuoi!
Tony le sorrise cercando di essere convincente.
-Grazie Mirtilla, sei adorabile!
Esclamò Cedric, aprendo la porta per uscire.
-Dovere caro, dovere. E vestiti come si deve!
 
*
 
La giornata di sabato passò pigra, tra partite a gobbiglie e letture distratte. I ragazzi decisero di star leggeri a cena, per non appesantirsi prima della festa. Era sera, e l'ora iniziava a essere tarda.
Nel dormitorio le quattro ragazze tentavano disperatamente di essere pronte in tempo.
-Ma siamo sicuri che Mirtilla Malcontenta non dirà nulla?
Chiese Margaret mentre Jasmine le fissava la cinta di pelle in vita.
-Ho parlato con Tony prima, mi ha assicurato che siamo in una botte di ferro.
Rispose Frannie, mettendosi il mascara.
-Tony? Hai visto Tony oggi e non ce l'hai detto?
Chiese Jasmine, a bocca aperta. La ragazza arrossì.
-Sì, l'ho incrociato mentre tornavo dal bagno questo pomeriggio, mentre voi giocavate a gobbiglie.
-È per questo che sei tornata così tardi?
Chiese Margaret, scettica.
-Sì, esattamente.
-E perché non ce l'hai detto?
-Perché non volevo seccarvi per l'ennesima volta!
Margaret e Jasmine si guardarono e scoppiarono a ridere.
-Ormai per questo è tardi, cara. Fidati.
Disse Mag, scuotendo la testa.
-Vi piaccio? Non è troppo? O troppo poco?
Chiese cambiando argomento, cosa per cui Frannie la ringraziò mentalmente. Agitò la gonna del vestito nero a fiori, si guardò le décolleté nere e sospirò.
-Stai benissimo. Edmund lo adorerà.
Disse affettuosamente Jasmine, tentando di farle una treccia. Miles intanto stava cercando di entrare in una gonna a tubino nera, stavolta sarebbe venuta anche lei. Una volta tirata su a vita alta, ci infilò una canotta verde bottiglia.
-Oggi ci sarà un sacco di gente. Si festeggia per il torneo, e sono invitati anche quelli del quarto! Lo sapevate?
Frannie ridacchiò.
-Oh sì che lo sappiamo. Ma voi non sapete chi viene stasera!
Esclamò Frannie, tentando goffamente di chiudere la zip al vestito rosso.
-Lascia, faccio io.
Mormorò Jasmine, sollevandola. Frannie si osservò soddisfatta, ammirando la gonna a palloncino.
-Finiscila di pavoneggiarti e finisci la frase! Chi ci sarà?
Chiese Jasmine ansiosa. Margaret si schiarì la voce.
-Mary Sue.
Le altre due sgranarono gli occhi.
-Giuralo.
Sussurrò Jasmine, restando congelata dov'era.
-Lo giuro.
Le ragazze sorrisero malefiche mentre  davano gli ultimi ritocchi.
-Frannie! Margaret!
Una voce seccata venne dai comodini delle ragazze.
-Uh, deve essere Edmund, Jas puoi rispondere per favore?
La ragazza, che era pronta già da mezz'ora, si avvicinò al comodino di Margaret, il più vicino, aprì il cassetto e si mise lo specchio davanti al volto.
-Siamo già in ritardo. Che fine avete fatto?
-Stanno finendo di prepararsi, Ed.
Uno sbuffo chiaramente distinguibile arrivò dallo specchio alle loro orecchie.
-Vorrà dire che per una volta arriveremo in ritardo! La festa non finirà subito, per qualche minuto non succederà nulla!
Esclamò Frannie ad alta voce, perché sentisse.
-Guardate che vado da solo se continua così.
-Vai se vuoi, Edwin. Ma ricordati che ci sarà anche la tua amichetta Mary.
Ricordò Margaret, e Jasmine ridacchiò. Edmund doveva aver fatto una faccia proprio divertente. Udirono uno sbuffo e poi un "sbrigatevi" e Jasmine posò lo specchio scuotendo la testa.
Qualche minuto dopo, pronte, uscirono dal dormitorio coperte dai mantelli di tutto punto. La Sala Comune era piena di ragazzi dal terzo anno in giù, molti già in pigiama, che si preparavano ad andare a dormire. Degli altri nessuna traccia.
-Alla buonora!
Esclamò Adrian, prendendo Miles sottobraccio. Edmund diede un breve bacio a stampo a Margaret ma le guardò con severità.
-Come siete noiosi! Non siamo mai in ritardo...
Camminarono per i corridoi parlando del più e del meno, cercando di dare meno nell'occhio possibile. Incontrarono il barone sanguinario, che ricordò che a breve ci sarebbe stato il coprifuoco, e loro ringraziarono molto e dissero che sarebbero tornati il prima possibile. Quando furono davanti al bagno si guardarono intorno nervosamente. Se qualcuno li avesse visti entrare in sei coperti di mantello nel bagno delle ragazze si sarebbe insospettito. Dato che nessuno era in vista, aprirono la porta e si infilarono dentro di corsa, chiudendosela alle spalle per non far uscire la musica. Margaret iniziò a togliersi il mantello, con Every breath you take dei Police che tuonava nelle orecchie. Edmund la sorprese dandole un bacio sulla fronte e sorridendole, e lei arrossì. Miles e Adrian si erano già tuffati tra la folla, e Jasmine era corsa a raggiungere Aladdin, che parlava con Lee ridendo di qualcosa. Frannie scandagliò la sala in cerca di una persona, e quando la trovò rimase interdetta sui suoi passi. Tony chiacchierava con niente di meno che Mirtilla Malcontenta in persona (o in fantasma) e aveva l'aria di essere a disagio.
-Vado a salvare Tony!
Disse, e si allontanò dai due amici. Edmund e Margaret decisero di raggiungere Fred e George al tavolo degli alcolici, Margaret si versò della burrobirra  e se la portò alle labbra.
-Vi siete ripresi ragazzi?
Chiese Margaret guardandoli attentamente, tirando un sospiro di sollievo nell'accorgersi che si erano finalmente cambiati.
Fred si grattò la testa imbarazzato.
-Sì, abbiamo dormito tutto il pomeriggio...
-... siamo come nuovi ora!
Lo sguardo di George saettò dall'altra parte della Sala. Cedric Diggory, che sino al momento prima ballava con Cho Chang vicino ai lavandini, ora era appoggiato al muro a prendere fiato.
-Diggory! Ehi, Diggory! Vieni qui!
Esclamarono i gemelli in coro, e il Tassorosso si avvicinò sorridendo. Quando fu accanto a loro, George gli passò un braccio intorno alle spalle.
-Eccola qui, la star della serata!
Lui fece un'espressione imbarazzata e Margaret si chiese se la sua fosse finta umiltà o facesse sul serio.
-Io e Potter, non cercare di attirare tutte le attenzioni su di me... siamo pari, ricordi?
Margaret sorrise compiaciuta. Falso o meno, quel commento lo faceva salire di qualche punto.
-Già, mi ha fatto vincere un sacco di soldi alla prima prova! Sapevo che era il cavallo vincente! Senza offesa, Diggory.
Disse Edmund, e Cedric liquidò l'offesa con un cenno della mano e un sorriso.
-Già, quel fesso di Potter non è voluto venire. Sembra che ci tenga a isolarsi certe volte.
Commentò Fred, in modo eccezionalmente serio.
-Ci abbiamo provato a dargli una svegliata, ma niente. Beh, sempre meglio di mio fratello Ron...
Aggiunse George. Margaret stava per commentare in sua difesa ma Edmund le diede una gomitata e le indicò qualcosa con lo sguardo. Tony sedeva vicino alla porta su una sedia tra quelle trasfigurate per la festa, Frannie era seduta sulle sue gambe. Entrambi avevano in mano un bicchiere di whisky incendiario. Margaret strabuzzò gli occhi vedendo l'amica dirgli qualcosa all'orecchio e lui ridere. Mirtilla Malcontenta non era più con loro, era intenta a toccare con aria da intenditrice i pettorali di Philip, che sorrideva per dissimulare, con Aurora che cercava vanamente di non sembrare troppo sconvolta.
-Non pensi che qualcuno possa scoprirci se stiamo in questo modo?
Chiese Tony a bassa voce, mentre lei si sistemava sulle sue gambe.
-Non ci si può più sedere in grembo a un amico, adesso?
Rispose lei, in tono offeso. Lui alzò le spalle.
-Se lo dici tu...
E le cinse i fianchi con le mani tirandola un po' su. I due buttarono giù il bicchiere in un sorso, Frannie tossì leggermente, ma chiese.
-Che dici, ne prendiamo un altro?
Il ragazzo sembrò pensarci su, ma annuì. Al tavolo degli alcolici incontrarono Margaret.
-Come va la serata?
-Oh, molto bene grazie. Quei bicchieri sono tutti per te?
Chiese Frannie, guardandola con due calici di burrobirra in mano. L'amica rise.
-Certo che no, uno è per Edmund.
-Aspetta, ti aiuto a portarli.
Intervenne Tony, prendendone uno.
"Com'è gentile..."
Pensò Frannie sognante, e Margaret parve leggerle quel pensiero negli occhi, perché scosse la testa.
-Grazie mille, Tony. La bacchetta è finita in fondo alla borsa.
Tornando verso Edmund e i gemelli, si accorsero che questi erano spariti. Non fu difficile capire perché. Mary Sue, già barcollante, aveva un braccio intorno alle spalle di Edmund, che la guardava con disgusto misto a terrore. Margaret esplose in una risata e per poco non rovesciò la burrobirra, Frannie le intimò di tacere.
-Andiamo a sentire cosa si dicono!
Si avvicinarono di soppiatto, e gli altri due non si accorsero che venivano spiati.
-Quindi hai detto che vuoi fare l'auror... molto interessante. Amo i maghi con la divisa, lo sai?
Lui si schiarì la voce in imbarazzo.
-Ah sì?
-Sì... ma non pensare che siccome ti dico queste cose io sia una facile... nessuno mi ha ancora fatto sentire il calamaro gigante, se capisci cosa intendo...
Il ragazzo divenne scarlatto e ora anche Frannie e Tony facevano una grande fatica a non ridere.
-Ma dimmi, auror... non hai paura? Nel senso, da un momento all'altro potresti trovarti nel bel mezzo di un'avadakedavratoria... che faresti?
-Una... cosa?
-Ma sì, un'avadakedavratoria! Diventerai un auror e non sai neanche cosa sono?
Finalmente Mary parve accorgersi di avere tre paia di occhi che la stavano fissando.
-Non è la tua ragazza quella che ci sta guardando male?
Edmund uscì dalla trance di disagio e si guardò intorno. Il suo volto si illuminò.
-Oh sì, esatto. Ciao AMORE MIO !
Esclamò, enfatizzando le ultime due parole. Mary alzò gli occhi al cielo.
-Beh, ci vediamo Desmond. È stato un piacere parlare con te.
Disse, e si avviò verso il gruppetto di Draco Malfoy, Tiger e Goyle, che erano seduti in un angolo ridendo e bevendo a turno da una bottiglia di burrobirra bollente. Frannie, Margaret e Tony esplosero in una risata fragorosa.
-È stato un piacere Desmond!
Rise Margaret, e lui la guardò con odio.
-Che cosa sarebbe poi un'avadakedavratoria? Vorrei tanto saperlo!
Aggiunse Frannie sghignazzando.
-È babbana di nascita, no? Penso intenda sparatorie, ma con l'avada kedavra. Credo.
Azzardò Tony, mentre si stava riprendendo dalle risa. Questo fece ridere Margaret ancora di più.
-Può essere! Ahahahah! Non ce la faccio!
Frannie e Edmund si scambiarono uno sguardo confuso.
-Cosa sono le sparpatorie?
-Aaaaaaahhhh!
Un urlo scosse tutti i presenti dai loro discorsi.
-Spero che il muffliato e il salvio hexia reggano.
Sussurrò Tony, guardando la porta preoccupato.
-Ahhhhhhh!
Mirtilla piangeva a gran voce, sino a sovrastare la musica. Cedric Diggory, che sapeva che il fantasma aveva un debole per lui, andò a cercarla nel cubicolo in cui si era rifugiata, non prima di aver intimato ai presenti di continuare la festa.
-In carne e ossa! Quel ragazzino mi ha chiesto se ero Mirtilla Malcontenta in carne e ossa! Credono che sia divertente? AAAAAHHHH!
Le urla continuarono per un po', accompagnate dai mormorii di conforto di Diggory, e infine si calmarono.
Intanto, Elsa e Hans erano appena arrivati, in grave ritardo. Elsa aveva gli occhi rossi e lui le labbra strette in una fessura. Dovevano aver fatto tardi perché avevano litigato. Evitavano il contatto visivo, ma nonostante ciò lui la aiutò a sfilarsi il mantello e lo posò sull'appendiabiti . Edmund e Margaret ballavano vicino al porta asciugamani, Aladdin e Jasmine volteggiavano guardandosi negli occhi al centro della Sala e Laetitia, con cui non si erano ancora incrociati, saltava a ritmo di musica con Belle, Alex e il prefetto Corvonero. Frannie e Tony si erano seduti nuovamente e continuavano a bere, il Tassorosso non amava ballare e non lo faceva quasi mai.
-Ti stai divertendo?
Chiese Edmund, mentre per la stanza echeggiava Africa dei Toto. 
-Sì, molto.
Lui le spostò una ciocca di capelli da davanti al volto.
-Sono contento di quello che abbiamo. So che non te lo dico sempre, non sono molto bravo in queste cose, ma tu meriti di sentirtelo dire.
Margaret arrossì e gli sorrise.
-Non preoccuparti. Lo so che lo pensi, anche se non me lo dici.
-Grazie di essere così. 
I due smisero di ballare e nello stesso momento si sporsero in avanti e si diedero il primo vero bacio della serata.  Non lo sapevano, ma entrambi pensavano a quanto erano fortunati.
 
Nel frattempo, Mirtilla e Cedric erano usciti dal bagno. Il fantasma guardava tutti in cagnesco, e ogni tanto diceva una frase sprezzante come "che avete da guardare?" "ora tutti a deridere la povera Mirtilla!" "quando inizierete a lanciarmi le cose attraverso come al solito?"
Quando passò accanto a Frannie e Tony, però, disse una cosa che fece rizzare le orecchie alla ragazza.
-Almeno io non sono patetica come quella lì. Non ho bisogno di versare chissà che roba nel bicchiere per essere considerata.
Il cuore di Frannie si fermò. Aveva un pessimo presentimento. Individuò subito Mary Sue, era impegnata a importunare Draco e i suoi amici. La ragazza scattò a sedere e Tony dietro di lei. Malfoy stava per portare alle labbra un bicchiere di acquaviola.
-Draco, no! Non bere!
Il ragazzo restò col bicchiere fermo a mezz'aria e lei lo raggiunse. Tiger e Goyle la fissarono con aria instupidita. Mary la fulminò con uno sguardo carico di rabbia.
-Si può sapere cosa ti prende?
-Ci ha messo un filtro d'amore, non ber...
-Bene Firwood, finalmente.
Una voce acuta e fastidiosa veniva dalle sue spalle. Il suo grido doveva essersi sentito per tutta la sala, perché molti li stavano fissando, e dal gruppo dei Corvonero si era avvicinata Belle, seguita da Laetitia che temeva che avrebbe dovuto raffreddare i toni se si fossero scaldati troppo. Anche Edmund e Margaret si stavano avvicinando, per dare una mano all'amica nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.
-Finalmente ti vedo fare una cosa intelligente da prefetto, in due anni è la prima volta. Malfoy, sei troppo giovane, ti proibisco di bere questa roba.
Disse fredda, e gli strappò il bicchiere dalle mani.
-Ancora una volta, O'Hara, la tua mente acuta e penetrante si è applicata e sei giunta alla conclusione sbagliata.
Rispose Frannie, sprezzante. L'altra alzò il sopracciglio.
-Ho detto che finalmente ti sei comportata degnamente Firwood, non farmi rimangiare quello che ho detto.
-Non sia mai.
Draco per tutto quel tempo era rimasto immobile, a occhi spalancati. Tiger e Goyle non avevano capito niente, come al solito, mentre Mary aveva l'aria terrorizzata.
-NO!
Gridò, mentre Belle scolava il bicchiere di Draco tutto in una volta.
-Mag, Ed... non avete idea di cosa è appena successo.
Disse Frannie, rivolgendosi ai due amici. Il retroscena fu facile da intuire appena un attimo dopo. Le pupille del prefetto Corvonero si dilatarono, e guardò la Sue sbattendo le palpebre come una bambolina.
-Emily... sei bellissima.
-Oh porco Godric.
Imprecò Laetitia, reggendola un secondo prima che saltasse addosso alla ragazza.
-Ti prego dammi un bacio, Mary! Dammi un bacio!
-Stupeficium!
Esclamò qualcuno dall'altra parte della sala. La presa di Laetitia cedette e Belle volò sino al muro, priva di sensi.
-Che cavolo ti salta in mente?
Ruggì Elsa. Hans, ancora con la bacchetta sguainata, alzò le spalle.
-La stava molestando. E poi ci serve tempo per pensare.
Margaret e Frannie intanto si abbracciavano ridendo, reggendosi a vicenda. Ormai quasi tutta la festa aveva occhi solo per Mary.
-Io non ho fatto niente! Perché guardate tutti me?
Philip la guardò severo.
-I filtri d'amore sono un tipo di magia intollerabile. Dovresti saperlo.
-Ma io non ho fatto niente! È un complotto! Mi adora perché sono fantastica, il bicchiere non c'entra niente!
-Avrei dovuto capirlo subito. Sono abituato purtroppo a stare in mezzo alla feccia, ma tu li batti tutti. Mi fai schifo.
Vomitò Draco, pur moderandosi con gli insulti razzisti perché sapeva di essere in minoranza. Si sarebbe rifatto nei giorni successivi.
"Babbana schifosa. È peggio dei Weasley. Mio padre lo verrà a sapere."
Pensò, alzandosi e allontanandosi con sguardo schifato. I due gorilla lo seguirono.
-Grazie, Fran. Ti devo un favore.
Mormorò andandosene, ma lei, impegnata dal troppo ridere, non lo sentì.
-Siete voi che vendete questa schifezza, non è vero?
Abbaiò Daphne Greengrass, rivolta ai gemelli.
-Non di certo a quella lì! Non guardare noi!
Si difesero in coro.
-Filtri d'amore? Vendete anche filtri d'amore? Avete esagerato stavolta!
Commentò Susan, dal capannello che ormai si era formato lì intorno.
-Perché ve la prendete con noi, si può sapere? È lei che ha messo il filtro nel suo bicchiere. E comunque noi non vendiamo ai Serpeverde, non siamo stati noi.
Rispose Fred, freddamente.
-Questo cosa vorrebbe dire, scusa?
Intervenne Edmund, offeso. Frannie e Margaret smisero di ridacchiare e li guardarono, colpite.
-Noi non intendevamo...
-... ovviamente voi non...
-... insomma, avete capito.
-Intanto abbiamo una ragazza fuori uso! Qualcuno deve pagare per questo! Propongo dieci punti in meno a Grifondoro e Serpeverde!
Esclamò, il prefetto Corvonero. I suoi compagni di casa presenti annuirono vistosamente, i Tassorosso non commentarono, seguendo la scena. I Grifondoro insorsero.
-È ingiusto! Il filtro d'amore lo ha messo lei! Solo Serpeverde dovrebbe perdere punti!
Esclamò indignato Lee Jordan.
-Io non ho fatto niente! E chiunque sia stato, loro gli hanno venduto il filtro! Solo Grifondoro dovrebbe perdere punti!
Replicò Mary.
-Zitta tu! Sei la vergogna della nostra casa!
Scattò Adrian, che aveva l'aria di essere molto arrabbiato.
-Non ci posso credere che perderemo punti per colpa di quella!
Mormorò Margaret, furiosa. Edmund le strinse la mano per confortarla.
-Un attimo, calmatevi! Nessuno toglierà punti a nessuno!
Esclamò una voce dietro di loro. I ragazzi si girarono. Effettivamente, ubriachi com'erano, si stavano facendo sfuggire la situazione di mano. A parlare era stato Terence Higgs, cacciatore di Serpeverde del settimo anno, che da Settembre sembrava essere diventato un fenomeno in pozioni.
-Ora vado a prendere i miei, ehm, appunti e vediamo di trovare un antidoto.
Hans lo guardò con l'aria di sapere qualcosa che gli altri ignoravano e Higgs  annuì. Laetitia e Alex erano inginocchiati accanto a Belle, ancora priva di sensi. Terence uscì, seguito dai gemelli.
-Non svegliatela sinché non abbiamo trovato un antidoto.
Si raccomandò Cedric. Cho Chang stava attaccata al suo braccio e osservava la scena con aria sconvolta.
-Per rasserenare gli animi farò uno spettacolo solo per voi! Sapete, sono una gran ballerina.
Esclamò Mary, agitando i capelli e mettendosi al centro della sala. Probabilmente voleva sviare l'attenzione dal suo essere colpevole. Proprio in quel momento partì una canzone.
 
Today is gonna be the day
That they're gonna throw it back to you.
By now you should've somehow
Realized what you gotta do
 
La ragazza iniziò ad agitare mani e piedi decisamente fuori tempo. Fece ondeggiare il bacino muovendo le labbra cercando di seguire la musica.
-Secondo me ha le convulsioni.
Esclamò Roger Davis.
-Magari si è avvelenata da sola.
Commentò Miles.
-Sarebbe una fortuna.
Mormorò Draco.
La ragazza si alzò e si mise a sbattere il bacino contro i lavandini scuotendo i capelli con fare suadente.
 
Backbeat, the word was on the street
That the fire in your heart is out
I'm sure you've heard it all before
But you never really had a doubt
 
-Noi andiamo. Abbiamo fatto troppo per oggi.
Disse Philip, cingendo amorevolmente Aurora con il braccio e portandola all'appendiabiti, cercando di scuoterla dallo sguardo vacuo che aveva in viso.
 
There are many things that I
Would like to say to you but I don't know how...
 
-Perché non andiamo a fare un giro?
Propose Frannie, all'orecchio di Tony. Lui la guardò e annuì. Si allontanarono dal centro dell'azione, dove tutti guardavano fissi le piroette di Mary, e si infilarono svelti in uno dei cubicoli.
-Non molto romantico, eh?
Rise la ragazza. Avevano entrambe le gote rosse dall'alcool. Lui non rispose, ma la afferrò per i fianchi e la baciò.
 
Because maybe, you're gonna be the one that saves me
And after all, you're my wonderwall.
 
-Dov'è Frannie? Devo assolutamente commentare con lei questo spettacolo!
Esclamò Margaret, e Edmund alzò le spalle non conoscendo la risposta. Lui le diede un bacio sulla tempia, godendosi lo spettacolo grottesco.
 
La porta del bagno si aprì di colpo e la coppia fu distratta da Higgs, Fred e George che entravano di soppiatto. I gemelli erano usciti insieme a lui perché disponevano di un'infinità di ingredienti di pozioni e quindi non rendevano necessario rubare dalla serra o, peggio, dalle scorte di Piton.
Tornarono con un vecchio libro di pozioni avanzate rovinato e con una boccetta con qualche grammo di sostanza annerita all'interno.
-Cos'è?
Chiese Hans avvicinandosi.
-Una scaglia di bezoar essicato.
-Era negli appunti?
Chiese, indicando il libro. L'altro annuì.
-Svegliatela, dobbiamo farle ingerire questa.
Disse Terence, avvicinandosi a Laetitia.
-Questa non me la voglio perdere.
Sussurrò Margaret, e trascinò Edmund con sé.
-Innerva.
Mormorò Laetitia, e Belle aprì gli occhi. Sbatté le palpebre confusa, e poi poso gli occhi su Mary, che ancora ballava sguaiatamente.
-Non è la cosa più meravigliosa che tu abbia mai visto, Laets?
-Sì Belle, sì.
-Secondo te potrei mai conquistarla?
-Ehm, sì. Può darsi.
-Balla come un angelo...
Margaret e Edmund guardavano la scena estasiati e con un sorriso che esprimeva felicità purissima. Terence fece cadere la scaglia di bezoar sul palmo di Laetitia, che lo porse a Belle.
-Che cos'è questo?
Abbaiò la ragazza, fissando la mano dell'amica.
-Tu... tu mi stai ingannando! Tu vuoi portarmela via! Questo mi farà dimenticare di lei!
Gridò, agitandosi. A Laetitia sfuggì il bezoar, che fu però prontamente afferrato da Alex.
-Belle... Belle, calmati.
-Io ti amo Mary Sue! Lotterò per te!
Urlò Belle, ma Mary, in piena trance artistica, non la sentì.
-Questo è il giorno più bello della mia vita.
Disse Margaret tra le lacrime. Si teneva la pancia dal gran ridere. Edmund non rispose, impegnato a ridere anche lui. Mirtilla Malcontenta sghignazzava senza ritegno svolazzando sopra di loro. Finalmente Roger Davis e il prefetto Corvonero riuscirono a ficcarle in bocca la scaglia nera. Dopo qualche secondo Belle ammutolì.
 
Tony e Frannie erano chiusi nel cubicolo immersi nel loro mondo, completamente avulsi a quello che accadeva fuori. Come una doccia fredda, però, la porticina dietro cui erano nascosti si spalancò.
-Scusate. Già occupato.
Ridacchiò Cedric, richiudendo la porta imbarazzato e portando Cho in un cubicolo più a sinistra. I due amanti rimasero congelati sul posto. Si separarono.
-Merda. Ci hanno visti.
Sussurrò Tony, reggendosi la testa con le mani.
-Cosa facciamo? Chiese la ragazza, guardandolo spaventata.
-Tra poco lo sapranno tutti.
-Diggory è ubriaco. Magari tra due secondi se ne sarà dimenticato.
-Chang era sobria. L'ho vista.
Il Tassorosso si appoggiò alla parete di legno e sospirò.
-Ora tutti penseranno che mi chiudo in bagno con le ragazze anche se non sono fidanzato. Cosa diranno di me?
-Non c'è niente di male a divertirsi un po', Tony.
-No, tu non capisci. Io non sono uno che fa queste cose. Io non voglio che la gente pensi... pensi... non dobbiamo vederci più.
"No. No. Non dopo tutta la fatica che ho fatto. Non adesso. Non lo accetto."
Il ragazzo fece per uscire dal bagno ma lei lo trattenne.
-No, aspetta! Tu dici che non sei il tipo che si apparta senza essere fidanzato, giusto?
Lui annuì.
-Stiamo insieme allora. Davvero, stiamo insieme. Non più di nascosto, facciamolo sul serio. Proviamoci.
-Cosa? Ma tu non vuoi stare con me. Era soltanto per divertirci, lo hai detto tu.
La ragazza metabolizzò le parole che aveva appena sentito e scoppiò a ridere. Gli prese la mano.
-Io voglio stare con te. Lo ho sempre voluto. È dal primo anno che ti ho notato, che non faccio che pensarti! Non puoi non essertene accorto Tony, non puoi!
Fece una piccola pausa e trattenne un singhiozzo.
-Sono contenta di essere ubriaca perché altrimenti non ti avrei mai detto queste cose. Ti prego, non te ne andare. Voglio stare con te, proviamoci. So che può funzionare, me lo sento.
Lui la osservò qualche istante. Aveva il vestito scombinato, i capelli un po' arruffati e gli occhi un po' stralunati per via dell'alcool.
-Mi stai prendendo in giro, vero?
-No. Te lo giuro Tony. Te lo chiedo sul serio. Vuoi stare con me?
Il ragazzo parve soppesare la situazione. Improvvisamente le mise la mano sulla nuca tra i capelli e la avvicinò a sé.
-Sì.
Disse. Per Frannie sembrò come in un sogno e pregò di non svegliarsi.
 
-Tu non pensi male di me, non è vero Edison?
Chiese Mary avvicinandosi a Edmund, finito il suo ballo forsennato.
-No no, per carità. Non potrei mai.
Rispose lui sarcastico, e Margaret fece un sorriso tirato.
-Sai io non ho bisogno di filtri d'amore. Posso prendere tutti gli uomini che voglio.
Disse in tono lascivo, avvicinandosi pericolosamente. Lui indietreggiò.
-Ahem, io sono proprio qui nel caso in cui non lo avessi notato. Sono la sua ragazza.
Disse Margaret freddamente, incenerendola con lo sguardo. La ragazza fece una smorfia per scimmiottarla. Doveva essere parecchio ubriaca. Ormai la festa era sul finire e quasi tutti se n'erano andati.
-Ora ve lo dimostrerò.
Borbottò Mary, e spingendoli camminò verso il corridoio coi bagnetti, da cui venivano Tony e Frannie, che si tenevano per mano. La ragazza camminò spedita verso di loro e si alzò in punta di piedi, cercando di dare un bacio a Tony di punto in bianco. Lui impallidì e la spinse via. Frannie strinse le labbra sino a farle quasi sparire. Probabilmente se fosse stata un poco meno lucida la avrebbe scuoiata viva. Il ragazzo sollevò le loro mani strette per evidenziarle e alzò le spalle.
-Scusami, ma sono impegnato adesso.
Solo a quelle parole Edmund e Margaret parvero realizzare che i due erano spariti insieme e ora ricomparivano tenendosi stretti. Margaret per poco non soffocò.
-Cosa???
Frannie rispose con un sorrisetto verso i due amici. Mary con il volto scuro decise di uscire barcollante e tornare al dormitorio.
-Ehi, squinternata! Mettiti il mantello e fai silenzio, o ci farai beccare!
Le urlò Fred, e lei rispose con un dito medio.
-Beh, alla buon'ora!
Esclamò invece George, vedendo arrivare Frannie e Tony insieme.
-Oh, finiscila!
Esclamò arrossendo la ragazza.
-Fatemi capire... sono stato l'ultimo a sapere di questa cosa?
Chiese Tony sorridendo ma incredulo.
-Decisamente sì!
Si lasciò sfuggire un esasperato Edmund. Frannie alzò le spalle per scagionarsi.
-Andate già via?
Si lamentò Mirtilla, vedendoli smontare tutto e pulire i resti.
-Sembra di sì. La festa è finita.
Disse Jordan, ritrasfigurando le sedie in porta asciugamani. Intanto Fred e George facevano sparire gli alcolici rimasti in un sacchetto modificato da un incantesimo di estensione irriconoscibile.
-Ora le portiamo in dormitorio, ce ne libereremo domani. A parte i tre Grifondoro e le due coppie, solo Cedric Diggory era rimasto a sistemare le ultime cose.
-Ancora auguri, campione. Questa era la tua festa.
Disse affettuosamente Tony, battendogli una mano sulla spalla. Lui sorrise.
-Grazie a voi per essere venuti. E grazie Mirtilla. Prometto di venire a trovarti molto più spesso.
-Faresti meglio.
Rispose lei, per poi aggiungere in tono offeso
-Ma non portare quella cinesina che ti piace tanto. Mi sta antipatica.
Fu ridendo a quelle parole che i ragazzi si congedarono. Frannie e Tony si scambiarono un bacio di saluto.
-Dobbiamo parlare di tante cose noi due.
Lei annuì.
-Spero dicessi sul serio e non mi abbia preso in giro.
-Non lo farei mai. Sono sicura di quello che ho detto.
-Allora buona notte. Avremo tantissimo tempo per parlare in futuro.
I due Tassi si allontanarono verso la Sala Comune. Anche Fred, George e Lee si separarono.
-Bella festa, eh?
Chiese Edmund, stiracchiandosi con un sorriso.
-A chi lo dici!
Esclamò Frannie, trattenendosi dal saltare e dall'urlare.
-Tu devi raccontarci tutto.
Disse Margaret, non ammettendo repliche.
-Ne parlerò così tanto che ti pentirai di avermelo chiesto!
Rispose l'altra, e Edmund gemette a quelle parole.
-Mentre amoreggiavi ti sei persa una scena meravigliosa. Belle ha dichiarato il suo eterno amore a Mary!
Raccontò Margaret scendendo nei sotterranei.
-Cosa??? Avreste dovuto immortalarla in qualche modo!
-Credimi, è stato bellissimo!
Aggiunse Edmund, ancora incredulo verso gli eventi di quella serata. Quando passarono in Sala Comune e arrivarono davanti al dormitorio, Edmund salutò Frannie con una pacca sulla spalla e Margaret con un veloce bacio sulle labbra.
-Buona notte ragazze. Domani per la colazione facciamo alle dieci, eh Mag?
Lei annuì. Entrambe entrarono nel dormitorio sospirando.
-Questa è stata una delle giornate più assurde da quando siamo a Hogwarts.
Sussurrò Margaret, infilandosi il pigiama cercando di non fare rumore.
-Puoi contarci Mag... puoi contarci.
 

 
Note autrice
Beh, che dire? Questo sabato è stato certamente strano e movimentato.
Tra Lee Jordan quasi trasformato in un gufo, Belle che cade in preda a un filtro d'amore di Mary Sue, Cedric che flirta con Mirtilla Malcontenta e Frannie che va contro ogni suo principio e si dichiara a Tony, sicuramente ne sono successe di tutti i colori. Vi è piaciuto questo folle episodio? Quale parte è stata più strana?
A venerdì!

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