Day 3 - Phone calls
Tremava mentre tra le mani stringeva il telefono: chiamare o non chiamare?
Non sapeva come comportarsi, gli aveva promesso che l'avfrebbe aspettato, e così avrebbe fatto.
Ma da quel giorno le uniche cose con cui si erano tenuti in contatto erano le cartoline e le lunghe lettere con tante descrizioni di ciò che facevano e tutto ciò che pensavano.
Ma lei voleva risentire la sua voce, quel suo tono maturo e serio che tanto le mancavano.
Provò a comporre il numero, il suo numero, ma la paura di una sua reazione negativa la fermava: non riusciva a premere quella cornetta verde per dare il via alla telefonata.
Deglutì ricomponendo il numero, magari avrebbe atteso i due squilli prima di staccare.
"Dai ce la puoi fare, Sakura" si diedi qualche lieve schiaffo sulle gote, arrossamdole. Stava per premere quella cornetta quando il telefono squillò: in caratteri cubitali, sullo schermo del cellulare, vi era scritto il suo nome.
"Che faccio?! Che faccio?!" l'agitazione stava prendendo il sopravvento.
Il telefono era sul letto, che si illuminava e vibrava senza sosta.
"Insomma, rispondi al moccioso, ecco faccio io, tieni" Kero-chan le lanciò il telefono dopo aver risposto al posto suo.
"Sakura?" il cuore le balzò in gola nel sentire la sua voce mentre sul suo viso si apriva un sorriso, era così bello poterlo risentire nonostante la distorsione del cellulare.
"Syao- Syaoran" rispose veloce, portandosi il telefono all'orecchio, emozionata.
"Tutto bene?" l'imbarazzo era papabile: non era la prima volta che parlavano a telefono, ma da dopo quella dichiarazione... era così bello a sentirlo, di nuovo.
"S-sì, a te, invece?"
"Sì" rimasero qualche minuto a telefono, senza dire niente.
"Syaoran"
"Sakura" dissero in coro, contemporaneamente, per poi scoppiare a ridere insieme.
La sua voce era così bella e le mancava così tanto.
"Che volevi dirmi?" chiese lui, curioso.
"Mi mancava la tua voce" rispose lei, arrossendo subito dopo essersi resa conto di ciò che aveva detto.
"Anche a me" rispose prontamente lui, Sakura lo immaginava mentre imbarazzato si passava una mano tra i capelli scuri.
"Che... che ne dici se da oggi, ecco... se da oggi ti telefono alla stessa ora ogni giorno?" il cuore di Sakura vibrò veloce, come il battito d'ali di un colibrì.
Felicità, ecco come poteva definire tutto ciò.
"Mi... mi farebbe davvero piacere"
"Allora è una promessa: una telefonata al giorno, ogni giorno, fin quando non ci rivedremo. Okay?"
"Va bene, Syaoran"
Tremava mentre tra le mani stringeva il telefono: chiamare o non chiamare?
Non sapeva come comportarsi, gli aveva promesso che l'avfrebbe aspettato, e così avrebbe fatto.
Ma da quel giorno le uniche cose con cui si erano tenuti in contatto erano le cartoline e le lunghe lettere con tante descrizioni di ciò che facevano e tutto ciò che pensavano.
Ma lei voleva risentire la sua voce, quel suo tono maturo e serio che tanto le mancavano.
Provò a comporre il numero, il suo numero, ma la paura di una sua reazione negativa la fermava: non riusciva a premere quella cornetta verde per dare il via alla telefonata.
Deglutì ricomponendo il numero, magari avrebbe atteso i due squilli prima di staccare.
"Dai ce la puoi fare, Sakura" si diedi qualche lieve schiaffo sulle gote, arrossamdole. Stava per premere quella cornetta quando il telefono squillò: in caratteri cubitali, sullo schermo del cellulare, vi era scritto il suo nome.
"Che faccio?! Che faccio?!" l'agitazione stava prendendo il sopravvento.
Il telefono era sul letto, che si illuminava e vibrava senza sosta.
"Insomma, rispondi al moccioso, ecco faccio io, tieni" Kero-chan le lanciò il telefono dopo aver risposto al posto suo.
"Sakura?" il cuore le balzò in gola nel sentire la sua voce mentre sul suo viso si apriva un sorriso, era così bello poterlo risentire nonostante la distorsione del cellulare.
"Syao- Syaoran" rispose veloce, portandosi il telefono all'orecchio, emozionata.
"Tutto bene?" l'imbarazzo era papabile: non era la prima volta che parlavano a telefono, ma da dopo quella dichiarazione... era così bello a sentirlo, di nuovo.
"S-sì, a te, invece?"
"Sì" rimasero qualche minuto a telefono, senza dire niente.
"Syaoran"
"Sakura" dissero in coro, contemporaneamente, per poi scoppiare a ridere insieme.
La sua voce era così bella e le mancava così tanto.
"Che volevi dirmi?" chiese lui, curioso.
"Mi mancava la tua voce" rispose lei, arrossendo subito dopo essersi resa conto di ciò che aveva detto.
"Anche a me" rispose prontamente lui, Sakura lo immaginava mentre imbarazzato si passava una mano tra i capelli scuri.
"Che... che ne dici se da oggi, ecco... se da oggi ti telefono alla stessa ora ogni giorno?" il cuore di Sakura vibrò veloce, come il battito d'ali di un colibrì.
Felicità, ecco come poteva definire tutto ciò.
"Mi... mi farebbe davvero piacere"
"Allora è una promessa: una telefonata al giorno, ogni giorno, fin quando non ci rivedremo. Okay?"
"Va bene, Syaoran"