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Autore: cussolettapink    07/05/2019    3 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 10 – Fever.


Era passata ormai una settimana da quella discussione e tutto era rimasto identico, se non peggiorato.

La ragazza quel giorno, subito dopo l’ora di educazione fisica – in cui il coach Marcus li fece correre per forse più di un chilometro - faticò terribilmente a reggersi in piedi e dovette più di una volta appoggiarsi a Meghan, l’unica altra ragazza della sua classe e forse anche sua unica amica, visto che oltre ai ragazzi del dormitorio non aveva scambiato una parola con nessun altro.

La ragazza aveva ovviamente cercato di dimenticare il brutto episodio accaduto con Tod i primi giorni, restandogli lontana quanto più le era possibile.

Fortunatamente il ragazzo, forse sotto la minaccia del video che lo vedeva minacciarla e ancora presente nel cellulare di Zayn, si teneva alla larga sia da lei che da tutti i ragazzi del dormitorio.

“Paige, sono sinceramente preoccupata per te! Lasciami sentire il medico della mia famiglia, può venire qui in due minuti” tentò per l’ennesima volta di convincerla lei, mentre entrambe stavano tornando in aula dopo la palestra.

Dopo che Paige l’aveva salvata, ormai un mese fa, le due ragazza avevano lentamente cominciato a frequentarsi. Questa però era forse la prima volta che Meghan parlava così tanto, visto che di solito si limitava a commentare brevemente la lezione o ad annuire.

“Non esagerare, non occorre di certo un medico!” cercò di sminuire la cosa lei, sentendosi però tremendamente stanca “è solo un po’ di stanchezza”.

“Un po’ di stanchezza? Sul serio?!” alzò la voce lei, quasi attirando l’attenzione dei loro compagni di classe “Fai il turno serale alla tavola calda tre volte durante la settimana e il turno intero entrambi i giorni del week-end, senza contare i giorni in cui ti viene chiesto di venire per coprire il turno di qualcun altro!”
iniziò, non avendo alcuna intenzione di fermarsi “poi vai a pulire quel maledetto atrio ogni notte e ci perdi almeno un’ora/un’ora e mezza a sera! Come se non bastasse ora ti sei messa pure a pulire il dormitorio! Vuoi capire che ti stai massacrando di fatica per nulla? Quei ragazzi non ti aiutano neanche a mantenere quel posto pulito e anzi, fanno di tutto per farti ammattire con i loro vestiti in ogni dove o lattine di birra abbandonate anche nel bagno!” una volta concluso, la mora prese un ulteriore grande respiro, guardando con un sorriso bonario l’amica “sul serio, sei una ragazza fortissima ma a lungo tirare la corda si spezza e tu sei lì lì pronta a spezzarti… oggi evita di pulire, torna a casa e pensa solo a dormire un pochino e stasera ti vengo ad aiutare a pulire l’atrio ok?”

“Ma no Meghan, stai davvero esagerando” tentò come ultima linea di difesa la ragazza, seppur dovette ammettere a se stessa di non sentirsi affatto bene.

Quando le lezioni terminarono, intorno alle 14.00, Meghan riuscì a strappare alla ragazza la promessa che si sarebbe riposata un pochino. Nonostante avessero parlato più quell’unico giorno che tutto il mese precedente, la ragazza ormai si era affezionata molto a Meghan e tutto quel preoccuparsi le faceva piacere, visto che lo vedeva come un gesto di interesse nei suoi confronti.

Quel giorno fortunatamente non dovette andare al bar, quindi la ragazza poté buttarsi un po’ sul letto e riposare.

Verso le 15.00 un bussare alla porta la strappò duramente dal mondo dei sogni in cui era appena caduta, visto che si era addormentata da neanche un’ora.

Aprendo la porta, trovò un sorridente Louis con in mano un quaderno.

“La mia insegnante preferita è pronta per- ehi, ma stavi dormendo?” domandò, notando le profonde occhiaie che aveva la castana e il viso stanco.

“Stavo solo un po’ riposando” rispose subito la ragazza

“Ci credo che sei stanca, non ti fermi un secondo!” replicò Louis, entrando in stanza.

“Sembra di sentire Meghan! Voi due andreste tremendamente d’accordo!” dichiarò ridendo, vedendo come il volto del castano si era invece oscurato.

“Louis, tutto bene?” domandò, avvicinandosi al castano che aveva perso il sorriso con cui era entrato.
 


“Io e Meghan eravamo migliori amici da piccoli, la conosco da più di dieci anni” dichiarò, stupendo la castana che certo non si aspettava una rivelazione del genere.

Nonostante ormai fossero già un paio di settimane che si incontrava con Louis, nessuno dei due aveva mai rivelato niente della loro vita privata o passata, limitandosi a parlare di quello che succedeva al college o nel dormitorio.

“Davvero? Non ne avevo la minima idea” confessò la ragazza, sedendosi al suo fianco.

“Già, quando avevamo dieci anni eravamo praticamente inseparabili. Mio padre venne a scoprire che passavo moltissimo tempo alla tenuta di Meghan e, visto che era in cattivi affari con il padre, così come ci aveva imposto di giocare insieme da quando avevamo cinque anni, allo stesso modo mi strappò da quella casa e non rividi Meghan fino quest’anno”.

La ragazza rimase tremendamente colpita dal racconto, non immaginando come un uomo potesse privare due bambini della relativa amicizia.

“La mia famiglia ha un investigatore privato e quindi scoprì già a inizio estate che al mio ritorno qui avrei trovato Meghan, anche se un anno indietro in confronto a me. In effetti, sono davvero sorpreso dal tuo livello di spagnolo, ogni tanto mi scordo che io sono al quarto anno e tu solo al terzo!” tentò di alleggerire l’aria il ragazzo.

“Louis tutto ciò è davvero triste, tu e Meghan vi volevate bene! Lei è così gentile e carina, è un peccato che non abbia amici! Sono sicura che sarebbe felicissima se tu ti avvicinassi di nuovo a lei! Ormai hai ventuno anni, puoi fare come vuoi!” tentò di convincerlo la ragazza.

“Non so, ora ti lascio davvero riposare che nonostante la foga con cui parli si vede che sei sfinita! Stasera ti vengo ad aiutare a pulire l’atrio” dichiarò il ragazzo castano, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta.

Paige aprì bocca per tentare di convincere il castano che non occorresse venire quella sera quando il pensiero che anche Meghan si era offerta la colpì, facendola distrarre e non notare che nel mentre il castano aveva già lasciato la stanza.

Un quaderno verde attirò l’attenzione della ragazza, che si alzò dal letto e recuperò il quaderno.

“Ehi hai dimenticato quest-“ aprì la porta di scatto pronta a fermare Louis prima che entrasse nella sua stanza quando un petto si parò di fronte a lei, facendole cadere il quaderno dalla mano.

“Chi ha dimenticato cosa in camera tua?” domandò Harry, guardando interrogatorio la castana e poi il quaderno che era a terra, riconoscendo poi il nome che c’era riportato sopra.

“Nessuno, buona giornata!” dichiarò lei, non volendo che per un suo errore gli altri ragazzi scoprissero il segreto suo e di Louis. La ragazza temeva che, se fosse venuto fuori il fatto che stavano diventando amici, il ragazzo si sarebbe allontanato da lei o peggio, avrebbe potuto aver problemi con il resto dei compagni, cosa che lei voleva evitare a tutti i costi.

Paige si buttò nuovamente a letto e questa volta riuscì a dormire un paio di ore, prima di venir nuovamente disturbata da delle voci che provenivano dalla sala comune di sotto.

Prese distrattamente un giacchetto posato sulla sedia della scrivania e scese, trovandosi una decina di suoi compagni buttati sui vari divani e pouf impegnati a vedere una partita di pallone.

“Uomini” alzò gli occhi al cielo lei, osservando la foga con cui urlavano contro l’arbitro che in quel momento aveva annunciato un rigore.

Riconobbe Liam e Louis, che le fecero un gesto col capo come a salutarla e anche Harry.

La ragazza andò in cucina, aveva assolutamente bisogno di mangiare qualcosa e poi di buttarsi nuovamente a letto; aveva deciso che quel giorno avrebbe pulito il minimo indispensabile l’atrio e poi sarebbe tornata di corsa a casa a dormire.

Sentiva la fronte terribilmente calda e il presentimento di avere la febbre l’aveva accompagnata per tutta la giornata.

“Tolkin, non che di solito tu sia questo gran spettacolo ma oggi mi sembri davvero uno straccio” commentò una voce, facendo girare di scatto la castana.

“Styles, sempre gentilissimo non c’è che dire” commentò, guardando se nel cassetto a lei riservato ci fosse rimasto un po’ di pane in cassetta per farsi un panino.

Una volta trovato il pane, constatò vittoriosa di avere anche un po’ di affettati nel frigo e si apprestò a prepararsi il panino, pur sentendo la stanchezza colpirla sempre di più.

“Sono serio, hai un aspetto terribile”

“Ho capito! Starò poco bene, non so che altro dirti! Tanto ciò non cambia il fatto che ho tremila cose da fare! Non posso ammalarmi da ormai due anni!” si sfogò quasi, rendendosi conto solo in un secondo momento dello sguardo sorpreso del riccio. “Scusami, è una serataccia”.

Il riccio non proferì parola, si diresse però verso una mensola che si trovava lì nella cucina e ne estrasse una piccola scatolina bianca.

“Ecco, prenditi una pasticca di questo, dovrebbe farti star meglio” disse solo, lasciando la scatola del medicinale sul tavolo e tornandosene nell’altra stanza con gli altri.

La castana finì in poco tempo il panino e prese la pastiglia, sperando che iniziasse presto a farle effetto.

Erano le 20,30 quando la mora sentì nuovamente un frastuono terrificante venire dalla sala di sotto.

Gettò un’occhiata all’orologio e decise di alzarsi, visto che tra poco avrebbe dovuto farlo comunque per andare a pulire l’atrio.


“Nonostante la confusione, sembra tutto in ordine qui dentro ragazzi! Avete finalmente trovato una donna delle pulizie che sappia davvero lavorare?”

Quella voce, completamente estranea alle orecchie della castana, la fece fermare in cima alle scale.
“Ecco, ora vengo considerata anche una donna delle pulizie…” parlò lei a bassa voce, stringendo forte il corrimano delle scale. Si affacciò leggermente e notò come le persone presenti fossero aumentate di moltissimo da quando era scesa, appena un’ora prima, per fare la cena. Erano presenti tutti i suoi compagni di dormitorio e giurò anche di aver riconosciuto qualche suo compagno di corso che sapeva non alloggiasse nel Campus (visto che la maggior parte degli studenti tornava alla propria abitazione al termine delle lezioni).
 

“Ma no, è stata la nostra nuova coinquilina, ci tiene che le aree comuni siano in ordine! Dovresti vedere ancora le nostre camere, sono un putiferio!” scherzò Louis, tentando di difenderla senza esporsi in modo troppo vistoso davanti ai suoi compagni.

“Già, a volte cucina anche!” si aggiunse un’altra voce, facendola sorridere leggermente.
 
“E’ molto meglio che avere una cameriera, questa manco la dobbiamo pagare!”

“A volte quando sta piegata per pulire gli spizzo il culo!”

“E poi, certe volte si mette a cucinare e con quel grembiulino non avete idee di che pensieri mi escono! La cosa migliore è che non vuole manco essere aiutata, chi pensate pulirà questo casino domani?” l’ultimo commento scatenò le risa di tutti i ragazzi presenti nella sala comune.

La ragazza, che era rimasta molto felice dal primo commento fatto dai suoi compagni, sentì lentamente l’espressione di gioia sciogliersi dal viso. Quando riconobbe i passi di qualcuno salire le scale, si girò di scatto pronta ad allontanarsi dalla rampa ma si scontrò con un petto non appena si fu girata.

Quel movimento improvviso fatto di scatto e quell’ostacolo inaspettato le fecero perdere per pochi secondi la stabilità, facendola crollare a terra come una pera cotta.

“Tolkin, sei davvero una pessima spiona e hai davvero una cera schifosa. Ti riesci a reggere in piedi?” parlò il riccio, guardando la giovane donna con un’espressione preoccupata in viso.

Non solo lui aveva sentito ciò che era stato detto nella sala di sotto, ma l’aveva vista barcollare già prima, quando si era preparata la cena.

“Ehi Paige stavo venendo a chiamarti, dobbiamo and- Harry” Louis, che fino a quel momento non aveva notato la persona che stava sorreggendo l’amica, si interruppe di botto.

“Ragazzi seriamente, fate entrambi schifo a tenere nascoste le cose!” alzò gli occhi al cielo il riccio “come se non avessi notato le volte in cui lui è uscito dalla tua stanza – come oggi tra parentesi, sono felice che per certe attività tu abbia trovato comunque le forze – e anche i vostri cenni in cui pensate di non esser visti. Da quanto state insieme? O comunque, da quanto andate a letto insieme?” parlò, guardando prima l’amico e poi la ragazza che ancora non riusciva a reggersi bene in piedi.

La risata del castano risuonò per tutto il corridoio “Styles, nonostante non controbatto su quanto hai visto, controbatto senza farmi problemi per l’idea che ti sei fatto! Io e Paige ci siamo avvicinati perché lei sapeva che ero stato io ad incastrarla per lo scherzo dell’allarme e invece che dirlo alla preside mi ha coperto! Inoltre, essendo lei molto brava in spagnolo – come in molte altre materie, si vede qui il perché della borsa di studio – ogni tanto mi da una mano con gli esercizi, nonostante si trovi un anno indietro rispetto al m- Paige!“

La ragazza, ormai non resistendo più, si lasciò cadere tra le braccia del riccio mentre il castano stava argomentando il loro rapporto.

“Tolkin! Possibile che tu debba sempre svenirmi tra le braccia?!” udì come ultima cosa la voce di Harry, sentendo le braccia muscolose del castano avvolgerla per evitare che cadesse a terra.






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Angolo autrice:
Lo so ragazzi, lo so, sono un completo disastro!
Il fatto che il capitolo sia più lungo di 2.000 parole mi fa in qualche modo perdonare?
Comunque, ho ancora 5 o 6 capitoli pronti quindi prometto che cercherò di postarli in orario in modo da non farvi aspettare un'eternità tra un capitolo e l'altro, giuro!
Saluti,
Liz 
   
 
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