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Autore: la luna nera    21/05/2019    4 recensioni
Firenze, si sa, è una delle capitali mondiali dell'arte e della cultura. Non è quindi raro che ospiti mostre ed eventi nei suoi innumerevoli edifici storici. A Palazzo Pitti ha da poco preso il via un'esposizione dedicata a Van Gogh che sembra indirizzata verso un grande successo di pubblico e critica. Ma qualcosa non va. Una misteriosa aggressione durante la notte ai danni di una guardia giurata rischia di mandare tutto all'aria e Laura non permetterà tanto facilmente al commissario Fiorini di bloccare l'omaggio al suo grande idolo Vincent Van Gogh.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esposito bussò all’ufficio di Fiorini senza ottenere risposta. “’O commissario nun ci sta?” Chiese guardandosi attorno.
“Interrogatorio, Ispettore. Sta là dentro da quasi un’ora con Arcangelo, hanno beccato in flagrante quel tipo che si spacciava per tecnico della società elettrica e truffava gli anziani. La nostra esca ha funzionato alla grande.” Rispose Menna.
“Fetente….” Borbottò all’indirizzo di quel disonesto. “Vabbuo’, e allora c’assettam llà e l’aspettamm.”
“Intende che…ehm… ci accomodiamo nel suo ufficio e lo aspettiamo?”
“Sì, mo vi faccio il corso di napoletano, così quanno scendete a Napoli non terrete problemi.”
“Magari!” In effetti l’idea di visitare Napoli non le sarebbe affatto dispiaciuta.
“Io fra poco me ne vado in pensione, sapete, e vi invito fin d’ora a venire da me, mia moglie Francesca vi accoglierà come una figlia.”
“Troppo gentile, magari trovo un hotel, non vorrei mai disturbarvi.”
“Ma quando mai! Nel nostro appartamento ci stanno tre camere vuote, tre come i nostri figli che mo se ne sono andati per le loro strade. Mia figlia maggiore Maria Vittoria sta a Londra da anni, studia e lavora all’università. Poi ci sta Antonio, il secondo, che è poliziotto a Trieste e il terzo figlio, Nicola, si è aperto la pizzeria a Fuorigrotta, il quartiere di Napoli dove sta lo Stadio San Paolo. Vive lì con la moglie Anna e i miei due nipotini, Giuseppe come me, anche se mi faccio chiamare Pino, e la femminuccia Rosalba.”
“Complimenti, ha proprio una bellissima famiglia.”
“Eh, peccato che quelle belle tavolate per le ricorrenze non le possiamo fare più. Stanno quasi tutti lontani.” Volse lo sguardo verso la finestra, Laura vi scorse tanta nostalgia per i bei tempi andati, per i figli lontani, per la sua terra e per la sua città. “Sto bene a Firenze, ma Napoli è Napoli e sta sempre dint’o core mio.”
La ragazza sorrise, anche lei aveva sentito la mancanza della sua città quando si trovava nei Paesi Bassi per studiare. Lui mancava da Napoli da anni ed anni, chissà quanta nostalgia scorreva nelle sue vene. Gliela leggeva negli occhi, era impossibile non notarla e si sentiva impotente nel non poter far niente per essergli d’aiuto.
“Vabbuo’, accomodatevi pure, mo devo andare a prendere dei documenti per il commissario, dovrebbe aver quasi finito di interrogare quel fetente.” Uscì dall’ufficio di Fiorini, lasciandovi Laura. Nell’aria c’era sempre quell’odore di fumo sgradevole, nonostante il posacenere fosse vuoto. Accanto ad esso, sulla scrivania, c’erano montagne di carte e documenti, sugli scaffali troneggiavano faldoni su faldoni contenenti chissà cosa, non aveva mai notato quante scartoffie facessero da cornice a Leonardo. Mente osservava tutto questo, la sua attenzione cadde su un blocco di fogli bianchi posizionati vicino al telefono: qualcosa dentro di lei le chiedeva sempre con maggior insistenza di prendere quelle carte e disegnare, disegnare qualsiasi cosa le passasse per la testa. Non ci pensò più di tanto, afferrò una penna e iniziò a tracciare segni, linee, forme che andavano a comporre delle figure piuttosto sinuose. Stava ritraendo un angolo della stanza in maniera molto particolare, con tratti decisi e discretamente marcati per delineare gli spazi occupati dagli scaffali, il pavimento sembrava non perfettamente orizzontale e la finestra lasciava intravedere un cielo denso di nubi vorticose. Tutto questo era stato creato nel giro di pochissimi minuti, non più di cinque, da quando Esposito era uscito dalla stanza. Quella mano si muoveva senza sosta, in maniera quasi incontrollata, pareva non desiderare altro che disegnare come se non ci fosse un domani. I suoi occhi iniziarono a farsi pensanti, così come la testa che, abbassandosi, arrivò quasi a sfiorare il tavolo. Ma la mano continuava imperterrita a disegnare, nonostante le palpebre avessero quasi completamente privato gli occhi della luce.
Così la trovò Fiorini di ritorno nel suo ufficio, seguito dall’ispettore, dopo aver concluso l’interrogatorio. “Esposito, trasmetta tutto al PM, poi mi porti i documenti di cui mi diceva prima e…..” Si bloccò all’istante. “Laura!”
Lei sussultò, tornando repentinamente alla normalità. “Buongiorno… No, aspetta, ma che ore sono?” Sembrava appena uscita da uno stato di trance.
“Ehi, va tutto bene?” SI avvicinò a lei, visibilmente preoccupato. “Hai fatto tu questi disegni?” Chiese non appena li ebbe notati.
“Sì,….sì, li ho fatti io. Scusa se ho usato i fogli senza chiedertelo, ti ripago tutto.” Si rese conto di aver forse esagerato, utilizzando cose non sue. “E’….è stato strano, non sono riuscita a controllarmi, credimi, non mi era mai accaduto prima d’ora.”
“Stai tranquilla, non c’è problema.” Il problema c’era eccome e lui lo sapeva molto bene. “Senti, Esposito mi diceva della proposta di andare a mangiare una pizza dal suo amico Gennaro. “Buttò l’idea per farla parlare di altro, mentre con un piccolo apparecchio, di nascosto, registrava la sua voce.
“Sì, ma a dirla tutta non ne ho tanta voglia. Sai cosa vorrei fare?” Piegò le labbra in un luminoso sorriso. “Vorrei andare a Palazzo Pitti.” Notò la preoccupazione del volto di Leonardo, ma non se ne curò. “Non ci ho rimesso piede da troppi giorni e….. tu mi capisci, non è vero? Mi accompagni, per favore?”
“Non credo sia una buona idea.”
“Perché? Voglio solo andare a vedere la mia mostra. Se ti avessi chiesto di portarmi agli Uffizi me lo avresti negato lo stesso?”
Rifletté un istante in silenzio. “No, tuttavia credo tu debba stare lontano da quel luogo.”
“Ah, questa poi!” Sbottò contrariata. “Io lì ci ho buttato l’anima, te lo sei dimenticato?”
“No, ma fino a che non chiudo le indagini sull’aggressione alla guardia giurata tu devi fare quello che dico io.” Era fermo e deciso.
“Che cosa?!” Si alzò in piedi di scatto. “Nessuno mi dà ordini! Tantomeno tu!”
“Laura, è pericoloso, Cristo Santo, lo vuoi capire o no?!” Sbatté un pugno sul tavolo facendo sobbalzare tutte le penne sparse lì attorno.
“Non me ne frega un cazzo, io devo andare lì, che ti piaccia o no.”
“D’accordo. Facciamo così: ci andiamo insieme per non più di dieci minuti. Saluti la tua amica prof e poi ce ne andiamo in pizzeria o se non hai fame, torniamo qui. Siamo intesi?”
Lo fissava con aria di sfida. “Va bene. Così vedrai coi tuoi occhi che lì di pericoloso non c’è nulla.” Si avviò verso la porta senza aspettarlo.
Lui prese il mini registratore e la seguì, ma giusto un attimo prima di uscire lo consegnò ad Esposito. “Lo faccia pervenire immediatamente al Gruppo CICAP, voglio un’analisi di questa registrazione audio massimo entro un’ora.”
L’uomo capì subito la gravità della situazione e non perse neanche un minuto, si precipitò nel suo ufficio, cercò i contatti richiesti da Fiorini e in pochi secondi trasmise tutto agli esperti del settore. Solo loro potevano fornire prove scientifiche sul sospetto della presenza dello spirito di Van Gogh in Laura o qualcosa di simile.
 
 
Laura camminava a passo svelto in direzione di Palazzo Pitti, Leonardo quasi faticava a starle dietro. Era consapevole del suo grande amore per l’arte, ma sembrava esagerata tutta quella foga di raggiungere l’esposizione. Ma quando furono a poche decine di metri dall’ingresso, notarono una troupe televisiva e riconobbero una di quelle giornaliste ficcanaso tanto care al pubblico amante del gossip estremo. Si guardarono in faccia, decidendo di avvicinarsi con discrezione mischiandosi fra gli altri curiosi presenti.
“La vostra Ornella Azzurrini in collegamento da Firenze per Caccia allo Scoop per darvi gli ultimi aggiornamenti su quello che oramai viene descritto come Caso Van Gogh. Continuano a susseguirsi le voci sui fenomeni inspiegabili che si sono verificati nelle sale in cui è in corso un’esposizione dedicata al grande artista olandese. Sarà solo una trovata pubblicitaria per aver maggiore visibilità? Ci sono dei marchingegni in grado di riprodurre voci, immagini e rumori simili a quelli di uno spirito? Oppure c’è dell’altro?” Si avvicinò ad un gruppo di presenti. “Abbiamo qui alcune persone che hanno a che fare con la mostra e che potranno dire la loro su quanto hanno visto coi loro occhi. La signora Roberta è la responsabile delle pulizie. Signora, cosa ci può raccontare?”
“Ah, guardi, io non avevo mai visto cose del genere. I quadri si muovono, le luci si spengono da sole e poi si riaccendono…  Mi dica lei se è normale!”
“E secondo lei chi o cosa può esserci dietro tutto questo?”
“Mah, che le devo dire? Io mi faccio i fatti miei, però so che c’è una stanza in cui non fanno entrare nessuno, neanche noi a pulire. Io non lo so se lì c’è il fantasma o qualcuno a fare gli scherzi, però quella stanza è sempre chiusa. Veda lei!”
Era evidente il suo disappunto per non poter ficcare il naso dappertutto e con le sue dichiarazioni voleva lasciar intendere che dietro a quanto accaduto c’erano persone in carne ed ossa volte ad ottenere pubblicità gratuita per l’esposizione. Laura sarebbe esplosa, se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Leonardo che la trascinò a debita distanza dal luogo.
“Quella è solo una pettegola impicciona! Sta sparando cazzate su cazzate! Ci butterà tanto di quel fango addosso che diventeremo lo zimbello d’Italia!”
“Cerca di stare calma e lascia fare a me!”
“Calma io?! Sono calmissima! Ho o non ho il diritto di difendere la mia creatura?!”
Leonardo comprese che quel comportamento irruento ed improvviso era una nuova conferma dei suoi sospetti. Doveva assolutamente tenerla a distanza sia dalle indagini che dalla mostra. “Vieni, andiamocene via. Chiamo Esposito così mi faccio spiegare dove si trova il suo amico pizzaiolo.”
“Non mi va, non ho fame.”
“D’accordo, torniamo in Commissariato allora, così ti spiego cosa ho intenzione di fare.” Poi si sarebbe inventato qualcosa, intanto era riuscito a trascinarla via da lì.
 
 























 
 




 
 
 
Buongiorno a tutti!
Sono stata indecisa fino all’ultimo se aggiornare così rapidamente o meno, ma visto che il capitolo era pronto mi sono lanciata.
Dopo un paio di capitoli in cui sono uscite cose sul passato di Fiorini, adesso torniamo ad affrontare quello che potrebbe trovarsi in Laura. Il commissario richiede analisi al CICAP che, per chi non lo sa, è l’acronimo di Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze. Si prefigge di analizzare ed eventualmente smascherare fatti all’apparenza inspiegabili, fornendo prove scientifiche su manifestazioni di vario genere. Leonardo riuscirà ad avere le prove sulla presenza di Van Gogh in Laura?

Grazie a tutti VOI che seguite costantemente la vicenda, grazie anche e soprattutto ai recensori, sono felice che abbiate apprezzato la parte del capitolo precedente in cui Fiorini parla con don Gastone sulla morte e sulla sopravvivenza delle anime: non è stata facile da scrivere per la delicatezza dell’argomento “morte”.
Un grazie particolare a Emmastory per il suggerimento dell'espressione Caso Van Gogh.

 
Grazie a tutti e a presto!

Un abbraccio
La Luna Nera
 
 
 
 
 
  
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