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Autore: Anonima Italiana    26/05/2019    6 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inverno 1469
 
L’inverno era ormai arrivato in Inghilterra, e anche a Middleham era caduta la prima neve, che aveva imbiancato prati, campi e il castello. Ormai i camini erano accesi nelle stanze a pieno regime, anche se le ristrettezze in cui Lady Warwick, le sue figlie e la servitù dovevano vivere a causa del prolungarsi della rivolta non mancavano certo: ad esempio, i camini venivano usati solo nelle stanze principali, si risparmiava sulle provviste di cibo cucinando pasti più frugali, si riadattava qualche abito usato invece di ordinarne di nuovi.Lady Warwick era stata molto chiara: i tempi erano difficili per tutti e tutti dovevano contribuire e fare la loro parte. Si stringeva la cinghia e si aspettava, quindi.
 
 Quel giorno Anna guardava il paesaggio spruzzato di neve dalla finestra di una delle stanze della madre, con un sentimento diverso dal solito: fino all’anno scorso attendeva la prima neve con ansia e gioia, dato che questa preannunciava i divertimenti natalizi; quest’anno invece dentro di sé non poteva fare a meno di pensare a Riccardo, che forse proprio in quel momento doveva affrontare una marcia nel gelo e nel fango, con poco cibo e nessun rifugio sicuro. Mentalmente recitò una preghiera per raccomandare l’uomo che amava a Dio.
 
Ovviamente era preoccupata anche per suo padre e per Giorgio, un po’ meno però:non lo diceva apertamente, però in fondo se il Paese si trovava in questa situazione la colpa era anche loro.
 
Sbuffando, si staccò dalla finestra e tornò a sedersi al suo posto riprendendo in mano il proprio lavoro di cucito, con poca attenzione visto che quasi subito, essendo sovrapensiero, si punse.


- Ahi!-

- Fa attenzione – le disse Isabella, seduta accanto a lei. La duchessa di Clarence in quel periodo era al centro dell’attenzione di tutta la casa per via della sua gravidanza, che cominciava a farsi evidente. Giustamente le venivano riservate mille attenzioni: il suo posto era quello su una comoda poltrona accanto al fuoco, con una coperta calda posata accanto in caso non bastasse il camino; per lei non valevano le ristrettezze alimentari imposte a tutti gli altri perché “doveva mangiare per due”; doveva fare il meno possibile, in tutti i sensi.Anche ora, sua madre e sua sorella si interrompevano ogni tanto per chiederle se stava bene, per offrirle un piattino di frutta o della birra calda; si parlava dell’erede che sarebbe nato (sempre al maschile, visto che la speranza era quella di un primogenito maschio) e a volte si pensava anche al nome da dargli. Lady Neville insisteva per chiamarlo Richard come entrambi i nonni, cosa che avrebbe fatto particolarmente piacere a Warwick; ma Isabella era incerta e pensava che avrebbe voluto prima consultarsi con Giorgio, che magari avrebbe voluto chiamarlo Edmund come il fratello scomparso.

Nonostante ciò però, la quasi mamma non sembrava particolarmente felice, anzi spesso era piuttosto tesa; non parlava dei propri sentimenti molto volentieri- se non con Anna, l’unica che poteva comprendere questo tipo di confidenze- perché sapeva che non sarebbe stata capita e anzi, forse sua madre sarebbe stata persino contrariata, ma…in questo momento aveva molte preoccupazioni e strani presentimenti. Non desiderava essere regina, non condivideva le ambizioni paterne perché si rendeva che né lei né Giorgio sarebbero stati adatti a due ruoli di tale importanza; lei amava suo marito così com’era, vanesio, fanfarone e amante della mondanità, e non aveva mai preteso di cambiarlo anche se sapeva bene l’opinione che gli altri avevano di lui. In questo momento particolare avrebbe voluto averlo accanto a sé, e saperlo in costante pericolo per delle ambizioni che lei riteneva poggiate sul nulla le procurava una grande angoscia.
Ancora,  non poteva non pensare alla vera regina (o ex tale): la notizia che aveva finalmente partorito l’erede al trono era arrivata qualche tempo prima, e sinceramente pensare che una donna nelle sue stesse condizioni avesse dovuto vivere parte della gravidanza e anche il parto in quelle condizioni aveva aggravato l’angoscia che già provava, sentiva come uno strano presentimento che cercava di scacciare con scarso successo.
 
 
 
Era arrivata anche la notizia dell’assoluzione di Lady Rivers, e anche qui le due sorelle avevano segretamente esultato, dato che loro ricordavano Jacquetta come una donna molto amabile e gentile, che certamente non poteva aver fatto del male ad alcuno e tantomeno essere una strega.
La sua vittoria però- seppure ininfluente da un certo punto di vista- sicuramente mostrava che la ribellione di Warwick verso il trono non stava proprio dando i frutti sperati. Le scarse lettere che arrivavano a Lady Neville mostravano un cauto ottimismo, ma riguardante pochi risultati concreti.
 
 Poche ore dopo, mentre le tre donne stavano riponendo i loro lavori per recarsi nella cappella di famiglia a pregare prima di cena, improvvisamente sentirono nel cortile principale grida di gioia, voci concitate, cavalli che arrivavano scalpitando per poi fermarsi: affacciatesi alla finestra, con loro grande sorpresa videro Richard Neville e Giorgio mentre venivano accolti festosamente dal personale di casa, applauditi come degli eroi.

“Bentornato padrone!”, “Dio vi benedica, lord Warwick”, “Io e la mia famiglia abbiamo pregato molto per il vostro ritorno e quello di vostro genero”, “Per fortuna siete entrambi in salute”: le frasi della servitù si sovrapponevano a quelle dei due arrivati, che rispondevano a saluti e auguri ringraziando e benedicendo tutti.

Le tre donne scesero di corsa in cortile: nonostante tutto, erano felici di rivedere i loro uomini sani e salvi. Richard Neville baciò le mani a sua moglie, mentre Giorgio sceso da cavallo fu accolto a bracci aperte dalla commossa Isabella; abbraccio che il duca ricambiò con molto più affetto di quanto lui stesso si aspettasse. In quegli ultimi mesi aveva seguito il suocero nella sua missionefacendo spesso la figura del cagnolino agli occhi di tutti, e inimicandosi la propria famiglia; oltretutto inutilmente, almeno finora. Sua moglie era davvero l’unica persona da cui percepiva affetto sincero e disinteressato e gli era mancata molto: lei non lo giudicava e che non aveva mire di alcun tipo su di lui, e ora che aspettava un figlio gli era venuto il dubbio di essere manchevole nei suoi confronti; d’altra parte se fosse riuscito nella sua aspirazione di diventare re d’Inghilterra al posto di Edoardo lei sarebbe diventata regina e avrebbero entrambi guadagnato il doppio di quel posto in società che ora veniva loro negato.
Che soddisfazione vedere tutticoloro che li avevano finora snobbati inchinarsi al loro cospetto e obbedire ai loro ordini!

Dopo un breve abbraccio anche tra padre e figlie, i nostri rientrarono nel castello, dove la padrona di casa cominciò a impartire ordini per preparare tutto ciò che poteva servire allo scopo di rifocillare i due uomini appena ritornati dopo mesi di assenza.  Comprensibilmente, ogni aggiornamento riguardo all’attuale situazione familiare e del Paese venne rimandato al giorno dopo, e dopo la cena ognuno si ritirò nelle proprie stanze per riposare.


Il mattino dopo, una volta finita la colazione, un servitore annunciò ad Anna che la sua presenza era richiesta dai suoi genitori nello studio del padre. La giovane quindi vi si recò; la sua entrata interruppe una conversazione evidentemente già iniziata molto prima da entrambi i coniugi Neville. Suo padre vedendola la salutò con un caloroso sorriso e le si avvicinò abbracciandola con affetto.

- Buongiorno, mia carissima figlia! E’ da così tanto tempo che non ti vedo…lasciati guardare- disse Warwick, una volta sciolto l’abbraccio, rimirandola orgoglioso, mentre sua moglie sorridendo annuiva convinta.
Una punta di sospettò si insinuò immediatamente in Anna: i suoi genitori non erano mai stati particolarmente espansivi nelle loro manifestazioni di affetto- invero nemmeno tanto frequenti- ed in particolare suo padre  non aveva mai ecceduto. Affetto sì, ma misurato.  D’altra parte l’educazione dell’epoca, soprattutto per gli uomini, era questa.
E poi, perché Isabella e Giorgio non erano presenti? Non erano forse loro i favoriti, anche in vista del nipote atteso?
Il sospetto si aggravò alle seguenti parole di Warwick: 


- Sai, prima della mia partenza con tua madre abbiamo discusso molto della tua situazione e del tuo futuro- cominciò, cingendo le spalle della figlia con un braccio. – Purtroppo, per una volta la nostra ingenuità e buona fede ci hanno traditi: abbiamo acconsentito a un fidanzamento che ci sembrava perfetto sotto
ogni punto di vista, ma quanto accaduto in seguito ci ha mostrato chiaramente che abbiamo sbagliato.-


Avendo capito dove il discorsa sarebbe andato a parare, Anna cercò di intervenire, ma venne subito bloccata dal padre.

- Sì mia cara, so cosa stai per obiettare: ma nessuno è perfetto e succede anche ai migliori genitori di sbagliare. Spesso l’amore per i propri figli acceca…e ovviamente noi siamo stati guidati dal desiderio della tua futura felicità- sorrise, guardando la moglie che ovviamente confermò ogni parola.

- Una volta preso atto dei propri errori però, sarebbe grave perseverare in essi, giusto? E’ necessario correggerli e voltare pagina quando si è ancora in tempo-

- Anna ha sofferto molto per la situazione che si è venuta a creare- intervenne Lady Warwick.

- Hai perfettamente ragione mia cara- concordò il marito. – Ed è logico che sia così, dopotutto: nostra figlia è stata disprezzata e trattata alla stregua di un soprammobile. E’ veramente incredibile che sia potuta succedere una cosa simile!-

- I nostri cuori di genitori hanno sofferto molto per questo. Forse avremmo dovuto intervenire molto prima per porre fine a questo scempio!- asserì di nuovo la donna. 

- Non posso che essere d’accordo con te, mia diletta. Tuttavia- sorrise, di nuovo rivolto alla figlia- non è certo troppo tardi per rimediare: e, nonostante tutte le preoccupazioni che ho avuto in questo periodo, mi sono dato da fare anche in questo senso, trovando un’altra persona che apprezza la nostra cara Anna quanto noi, e che sicuramente saprà apprezzarla e valorizzarla ancora di più dopo che si saranno sposati-

A queste parole, Anna fu pervasa dall’angoscia, aspettando l’inevitabile continuazione.

- Marito mio, nessun padre è più meritevole di te! E chi…?-

Warwick fece un ampio sorriso, pronto a giocare il proprio asso nella manica.

- Edoardo di Lancaster-

Lady Neville rimase a bocca aperta, letteralmente: sapeva perfettamente- dato che lui stesso glielo aveva anticipato già da tempo- che era alla ricerca di un marito per la figlia minore, e che se non poteva essere il fratello del re non si sarebbe accontentato comunque di uno qualunque. Ma stavolta aveva decisamente superato qualunque aspettativa.

Alla povera Anna tremarono le ginocchia così forte che dovette sedersi senza chiedere il permesso ai genitori. Non sarebbe riuscita ad immaginare nulla di peggio nemmeno con tutta la sua fantasia, nonostante fosse consapevole della situazione critica.


- Ma…mio caro…ma come? Il figlio di Margherita D’Angiò?- la voce flebile di Lady Neville, non ancora ripresasi dalla notizia, risuonò nella sala come unica voce.

- Proprio lui!- le rispose felice come una Pasqua Warwick.

- Ma padre… non è possibile…il figlio della Regina Cattiva?!- mormorò altrettanto flebilmente Anna. Richard Neville scoppiò in una risata.

- Che bambina che sei figlia mia!! Eh ma la colpa è anche mia, in fondo, che ho sempre raccontato a voi figlie da piccole le storie della Regina Cattiva….quando era una nostra nemica. Ma sono passati molti anni da allora; voi siete donne ormai, e lei…beh, lei potrebbe non essere più tanto nemica-

- Perché? Non lo è più ora?- sua moglie cominciava a riprendersi dalla notizia, cercando mentalmente di capirne di più. Cosa stava combinando nuovamente il suo impossibile consorte?! Warwick guardò prima la moglie e poi la figlia con sguardo soddisfatto.

- Mia cara, questa è una sorpresa che ho tenuto apposta per questo momento. Ho preso da tempo contatti con la nostra ex regina, la quale in questi anni di esilio in Francia ha sempre desiderato riprendere il trono spettante a suo figlio. Considerata la situazione, anche lei ha ritenuto opportuno sotterrare l’ascia di guerra che ci ha sempre diviso e unire le nostre forze contro Edoardo di York. Il matrimonio tra Anna e Edoardo di Lancaster sancirà la nostra alleanza, e…in caso di vittoria…- si interruppe per un momento assaporando la genialità (secondo lui) della sua trovata- Anna diventerà regina d’Inghilterra!-

- Ma Isabella?- proruppe Anna, che davvero non sapeva che altro dire. Suo padre si strinse nelle spalle.

- Ho proposto il nome di Giorgio alla ex regina, ma lei giustamente vuole favorire il proprio figlio. Proverò  a fare un altro tentativo, tuttavia dobbiamo tenerci pronti a qualunque evenienza. –

Per la povera Anna era troppo. Scoppiò in lacrime attaccandosi al braccio del padre, cercando di perorare la propria causa.

- Padre vi prego! Non potete..non è giusto!-

Warwick guardò interrogativamente la moglie, la quale rispose scocciata: - Ha reagito così anche con me quando le ho comunicato la nostra decisione di trovarle un altro marito. A quanto pare nostra figlia ha altre preferenze. –

L’atteggiamento di Richard Neville cambiò improvvisamente, ridiventando l’uomo duro che era. Staccandosi la figlia dal bracciò la fissò con sguardo severo e disse:


- Ah , è così?! Contesti le mie decisioni per il tuo bene e quello della famiglia?! Ingrata che non sei altro!- mentre la povera Anna lo fissava senza vederlo, con lo sguardo annebbiato dalle lacrime.

.- Bene, vorrò dire che dovremo agire ancora più in fretta. Ordina alla servitù di cominciare a fare i nostri bagagli- si rivolse alla moglie distogliendo per un attimo l’attenzione dalla figlia.- Partiremo per Calais appena possibile, raggiungendo Margherita D’Angiò e suo figlio. Che tu lo voglia o no, è ininfluente. Sono stato chiaro?!-

Anna non potè fare altro che tornare nella sua stanza, e mentre sua madre si affannava a dare ordini alla serivitù, lei adducendo la scusa di un malessere riuscì a passare la giornata lì. Se dapprima versò tutte le sue lacrime, una volta finite queste cominciò a fare andare il cervello al massimo: DOVEVA assolutamente trovare una soluzione a questa vera e propria disgrazia. E doveva trovarla in fretta, dato che più di due giorni per i preparativi di certo non sarebbero stati impiegati. Lei non solo non poteva sposarsi visto che era già moglie di Riccardo, ma se anche così non fosse stato l’ultimo uomo sulla faccia della Terra che avrebbe voluto sposare era proprio Edoardo di Lancaster, noto per la sua crudeltà estrema.  

Dopo ore passate a riflettere, l’unica soluzione possibile nell’immediato appariva una sola: fuggire chiedendo asilo ai monaci dell’abbazia dove si era sposata e dove già aveva soggiornato poco tempo prima. Non le avrebbero negato riparo e lei avrebbe avuto un posto dove stare una volta abbandonata la famiglia. Da qui avrebbe aspettato di rintracciare Riccardo e riunirsi a lui.
Ma doveva agire in fretta, subito! Non c’era tempo da perdere!

Preparata una sacca con le cose più necessarie Anna attese la notte e, infilatasi il mantello, scese piano le scale percorrendo- forse per l’ultima volta, pensò lei- i corridoio e le stanze del castello natìo; uscì da un porta di servizio che dalle cucine dava vicino alle stalle dei cavalli ed, entrata, salì sul proprio cavallo e partì, nel cuore della notte. Per i familiari aveva lasciato un breve biglietto in cui diceva: “Vi voglio bene, ma non ho nessuna intenzione di sacrificare la mia vita sposando Edoardo di Lancaster. Che non sono comunque libera di sposare.  Sono costretta a fuggire ma, spero presto, capirete meglio il perché e avrete spiegazioni più esaustive. Addio, Anna”.
 
(fine quattordicesima parte)

Nota dell’autrice: capitolo lungo e dalla lavorazione sofferta. Purtroppo ho dovuto tagliare una scena tra Isabella e Giorgio per non renderlo ancora più lungo, spero di inserirla altrove.

2-Forse la Anna di questa storia risulta più intraprendente di quella della serie tv, almeno in questo periodo della sua vita; ma ricordatevi che, nel capitolo “Love and marriage”, lei ha già capito che, se non vuole essere una pedina nelle mani degli altri, deve agire da sola. E lo ha fatto sposando Riccardo di nascosto. Quindi ora anche questa soluzione non appare così improbabile.

3- Più avanti verranno spiegati bene i motivi della cattiva fama di Edoardo di Lancaster.
   
 
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