Spazio
autore
Salve!
Vedo che la storia sta
avendo un discreto successo.
Ma
quel che vorrei è sapere che
cosa ne pensate voi lettori, se le storie sono avvincenti e/o
interessanti, se
le teorie scientifiche hanno un qualche fondamento.
Gradirei
quindi che qualcuno
recensisse, tanto per farmi sapere il suo parere,q qualunque sia.
Dai,
cosa vi costa farmi questo
favore? Ne basta anche uno a capitolo!
Pain-
L’orrore nei sotterranei
Scozia, maggio 2006
La
mattinata era tiepida,
rinfrescata dal vento che soffiava da nord.
La
comitiva aspettava assonnata e
annoiata davanti al vecchio castello ridotto ormai a un rudere.
Sulle
sue torri crescevano arbusti
ed edera e facevano il nido gli uccelli; essi volteggiavano sopra le
torre
danneggiare dal tempo e dalle battaglie e i merli sgretolati delle
possenti
mura di blocchi squadrati: ogni tanto sembrava che qualcuno spiasse i
turisti
da brecce e feritoie, mentre l’ingresso ornato da
bassorilievi era collegato al
terreno da un ponte levatoio costantemente abbassato che scavalcava il
vecchio
fossato.
“Ma
là tenevano i coccodrilli?”
chiese uno dei visitatori con l’aria candida di chi ha appena
proferito una
grossa stupidaggine.
Mentre
la guida si dilungava in
noiose chiacchiere per rispondergli, l’uomo dai capelli rossi
avvolto in un
soprabito nero posò a terra la valigia e si chinò.
Pain
osservò estasiato la
dettagliata incisione che rappresentava proprio ciò che
voleva vedere:
un’enorme serpente, raffigurato con tale verosimiglianza da
incutere paura in
chiunque vi posasse lo sguardo, avvolto su sé stesso in
numerose spire che
teneva fra le zanne un uomo urlante con la faccia distorta dal terrore
e che
fronteggiava un gruppo di soldati armati di lance, spade e scudi.
Una
scritta maiuscola in latino
recitava solennemente: “Il
basilisco, re
dei serpenti, servo del signore, combatte i nemici”.
“Allora
non è una frottola campata
in aria se gli hanno dedicato persino un ritratto”
pensò compiaciuto, quindi
tornò ad ascoltare il cicerone che per aumentare
l’atmosfera pittoresca era
abbigliato con kilt, berretto e borsa di pelo.
“Come
vi avevo detto, il castello
McGregor fu costruito nel XIII secolo dall’omonimo clan per
controllare questa
zona. Nel tempo sopravvisse a numerosi assedi, ma non è a
una battaglia che
deve la sua notorietà, bensì alla leggenda del
mostro che lo avrebbe abitato e
forse continuerebbe ad aggirarvisi”.
Gli
altri tre turisti emisero uno
strano verso, estasiati, mentre Pain diceva fra sé e
sé: “Bravo bastardo,
arriva al punto visto che è per questo che sono venuto fin
qui”.
“Seconda
questa storia nel XVI
secolo il castellano, Ian McGregor, allevò per anni un
basilisco e lo impiegò
in battaglia contro i propri nemici. Il mostro gli era fedele come un
cane e
nessuno poteva ucciderlo, perché divorava e pietrificava con
lo sguardo anche i
più forti guerrieri”.
“Ma
è vero?” chiese un tipo alto e
scarno, maggiordomo in ferie.
“E’
impossibile da dire, perché
nessuno ha più abitato il castello dopo che nel 1642
è stato espugnato dagli
inglesi. Tuttavia, ogni tanto qualcuno ha giurato di aver sentito
strani rumori
provenire dai sotterranei, e chi è penetrato nelle rovine
è scomparso
misteriosamente”.
“Secondo
me è solo una trovata
pubblicitaria” proruppe un francese basso e tarchiato.
“E
se invece così non fosse? E’ un
buon motivo per andare a visitarlo, no?” intervenne Pain.
Tutti
si voltarono verso di lui, e
allora un ragazzo dalla chioma rossa, riconoscendolo, si
precipitò a
stringergli la mano e a chiacchierare incessantemente con un marcato
accento
scozzese: “Ma voi siete il professor Pain,
l’illustre criptozoologo ( la
criptozoologia è la scienza che studia gli animali ritenuti
leggendari nda)! Ho
letto tutti i vostri libri! Credo fermamente nelle vostre teorie! Cosa
vi
conduce nelle Highlands? Dev’essere stato un duro viaggio fin
da Londra!”.
Lo
scienziato si strinse nelle
spalle e rispose: “Beh, volevo svagarmi un po’, e
in più cercare materiale per
il mio nuovo libro dedicato al mito del basilisco. Ma se vuoi ti
racconterò
tutto più tardi, all’interno”.
La
comitiva si incamminò dunque
lungo il ponte levatoio ed entrò, attraversando
un’enorme cortile illuminato
dal sole che conduceva a una misera porticina dietro cui forse si
celava un
enigma da risolvere e temere.
***
La
visita alle mura e alle stanze dove
si svolgeva la vita di tutti i giorni era stata abbastanza noiosa, ma
desso
veniva il bello: i visitatori si stavano incamminando nei sotterranei.
Giunti
nella sala delle torture, la
guida iniziò a mostrare i truci attrezzi esposti alle pareti.
“Ma
i McGregor avevano un’arma
molto più convincente, vero professore?” disse il
ragazzo, che si chiamava
Malcolm.
Mentre
il gruppo si spostava verso
il deposito delle armi percorrendo un corridoio oscuro, basso e umido,
il rosso
e il criptozoologo discutevano animatamente.
“E
quindi com’è andata la vostra
ultima spedizione in Galles? Avete trovato qualche drago?”.
“Non
abbiamo avuto più fortuna di
quando cercavamo serpenti marini nella Manica. Ma questo caso
è interessante.
Sai, nel mio nuovo libro sostengo che il basilisco probabilmente era un
animale
reale, forse un parente di grosse dimensioni dei cobra, visto che
secondo gli
antichi greci proveniva dall’Africa. McGregor potrebbe aver
comprato il suo
all’estero, averlo portato qui e averlo addestrato a
combattere, anche se è
fisicamente e anatomicamente impossibile che pietrificasse con lo
sguardo:
certo è che i suoi denti dovessero essere
velenosi”.
“E
secondo voi…” continuò il
giovane incuriosito “ …potrebbe essere ancora in
vita?”.
“E
chi può escluderlo? Secondo la
leggenda il basilisco viveva molti secoli, e si sa che certi rettili
possono
superare il secolo. Potrebbe aver continuato a vivere qui, in una sorta
di
letargo, dato che i serpenti hanno un metabolismo molto lento, in
attesa che
arrivasse la cena…qualcuno come noi”.
In
quel preciso istante, la torcia
della guida esaurì le pile lasciando tutti al buio.
Mentre
l’uomo cercava quelle di
ricambio imprecando, si udì un suono cupo e misteriosamente
si aprì una porta
segreta nel muro.
Il
tipo in kilt si avvicinò per controllare
e in quell’istante fu scaraventato via con violenza da
qualcosa: quando si
rialzò in piedi e lo vide ne fu talmente terrorizzato da
avere un arresto
cardiaco.
Con
fare sinuoso sgusciò fuori
dall’apertura un grandissimo corpo squamoso, che quando si
drizzò in aria per
guardarsi in intorno si rivelò essere un gigantesco serpente
di colore
verdastro, dai grandi occhi gialli, con una sorta di cresta rossastra
sulla
schiena e la bocca piena di zanne acuminate.
“Il
basilisco…Esiste davvero…Ed è
qui!” mugolò Malcolm che non credeva ai propri
occhi.
Il
rettile si fece avanti, sempre
con il corpo per metà eretto, quindi scattò
rapidissimo con le mascelle
spalancate verso i turisti.
Tutti
riuscirono a salvarsi,
tranne il grasso francese che incespicò e venne raggiunto
dal mostro che lo
morse alla schiena facendolo urlare di dolore.
Dopo
averne consumato in parte le
carni si volse verso i restanti tre.
Nonostante
la situazione fosse
degenerata, Pain non aveva perso la calma e, a gesti, indicò
ai due di afferrare
delle alabarde attaccate al muro; così armati, si
scagliarono sul basilisco.
“Ricordatevi,
attenti ai denti:
sono velenosi!” gridò ancora il criptozoologo
mentre tormentavano con le
acuminate punte di ferro la creatura che si contorceva sibilando.
Purtroppo
per lui, il maggiordomo
fu colpito dalla coda del serpente e disarmato; un’altra
terribile frustata lo
colse e lo mandò a schiantarsi su una parete, per poi cadere
morto.
Malcolm,
inferocito dall’odio,
piantò l’alabarda tanto in profondità
nel corpo del mostro da non poterla più
estrarre: cercò allora di afferrare le spire a mani nude, ma
scivolò e fu
dilaniato da tremendi morsi.
“Noooo!!!
Brutto bastardo! Se
proprio devi comparire nel mio libro, lo farai da morto!”
urlò il professore
sconvolto da tanta crudeltà, e trafisse il mostro: ma mentre
alzava l’arma per
vibrare un secondo fendente, il rettile tranciò in due
l’asta con i denti.
Pain
fuggì, inseguito dal
basilisco che strisciando agitava la lingua biforcuta in aria, e,
raggiunta la
parete ne staccò una spada.
Bilanciandola,
la scagliò e centrò
il mostro accecandolo da un occhio.
Il
serpente si preparò a scattare
in avanti, ma all’improvviso il soffitto cominciò
a tremare.
Pezzi
sempre più grossi di pietra
presero a franare, seppellendo l’orrida creatura forse per
sempre,
mentre
Pain riuscì a salvarsi per
puro miracolo, fuoriuscendo da una breccia nella roccia.
I
quattro morti furono
ufficialmente attribuiti al crollo del castello.