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Autore: Anonima Italiana    08/06/2019    4 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo…
 
Giorgio era seduto sul letto accanto a sua moglie Isabella, cercando di rimboccarle bene le coperte perché non sentisse freddo. Il Duca di Clarence era già vestito di tutto punto, mentre la duchessa era ancora a letto, e probabilmente per quel giorno vi sarebbe rimasta, dato che non si sentiva molto bene.

- Non avremmo dovuto rimanere alzati a parlare fino a tardi ieri sera-  disse Giorgio preoccupato.

- Ma no, perché? Non ci siamo visti né sentiti per settimane!- rispose sua moglie. Giorgio le diede un bacio sulla fronte.

- Credo che comunque ti farebbe bene mangiare qualcosa. Appena scendo ti farò mandare una piccola colazione, e mangerai ciò che ti senti-

Si alzò e si avviò verso la porta della stanza, ma non fece in tempo ad aprirla perché al suo posto lo fece Richard Neville, che in quel momento aprì la porta della loro stanza sbattendola ed entrò furioso agitando un foglio in mano, diretto verso Isabella, mentre sua moglie poco dietro di lui cercava di trattenerlo e la poca servitù in giro se la filava di gran carriera.

- DOV’E’ TUA SORELLA?! TU DEVI PER FORZA SAPERNE QUALCOSA! AVANTI, PARLA!-

Isabella si sollevò a sedere atterrita, mentre suo padre le sventolava la lettera che Anna aveva lasciato la  notte della sua fuga.  La poverina- che ovviamente non sapeva nulla e che dall’atteggiamento del padre certo non poteva capire- istintivamente fece un cenno di diniego con il capo, ma a Warwick ovviamente non bastò, perché riprese a inveire contro la figlia.
A questo punto intervenne Giorgio, che dimentico di essere in casa del suocero lo fermò prendendolo per un braccio.

- Ma che fate, siete impazzito?!-

- Fino a prova contraria questa è casa mia, quella- disse indicando Isabella- è mia figlia e quindi faccio quello che mi pare!-

- Fino a prova contraria “quella” adesso è anche mia moglie. E oggi non sta bene, ha bisogno di riposo e voi venite qui a urlare e spaventarla! E poi cosa ne sa Isabella di dov’è Anna? Avete provato a cercarla altrove?-

- Magari è uscita a cavalcare presto…vuol dire che si è rimessa, no?- si intromise timidamente la giovane duchessa.

Warwick si calmò prendendo fiato e contemporaneamente osservando i due giovani. Il loro atteggiamento lo convinse che davvero erano all’oscuro di quanto accaduto, anzi: non sapevano nemmeno che Anna fosse fuggita. Pensavano che fosse ancora in camera sua con la scusa di un malessere, come il giorno precedente. Porse il biglietto lasciato la notte precedente a Giorgio dicendogli di leggere ad alta voce; quando finì, il duca e sua moglie erano entrambi esterrefatti. “Ma pensa te, la piccola Anna…chi l’avrebbe mai detto?” pensò tra sé Clarence. “Del resto, come biasimarla: chi mai vorrebbe sposare uno stroxxxo simile?”.
Isabella invece cominciò ad agitarsi: - Ma padre, non direte sul serio, vero? Non potete volere davvero maritare Anna con Edoardo di Lancaster?-

- Dopo tutto quello che sua madre ha fatto alle nostre famiglie…!- rincarò Giorgio con sguardo arrabbiato.

Warwick alzò gli occhi al cielo: inutile discutere con chi non voleva sentire ragioni. Persino sua moglie, nonostante affermasse di sostenerlo, gli aveva dato l’impressione di non gradire del tutto quest’idea.
D’altra parte cosa ne potevano capire tutti loro di queste cose? Cosa ne sapevano dei suoi sforzi? A loro bastava starsene tranquilli a godersi la loro vita, frutto di quello che LUI aveva conquistato. Comodi, eh…
 
 - Allo stato attuale delle cose è la strategia migliore da tentare. Margherita D’Angiò ha ancora molti simpatizzanti  in Francia, e se riuscissimo a unire le nostre forze potremmo avere più probabilità di sconfiggere Edoardo. Senza contare che l’ambizione di quella donna è senza limiti e ciò in casi come questo è un bene-

Poi Richard Neville passò a rendere edotti Giorgio e Isabella del suo piano: andare a Calais e lì incontrarsi con Margherita D’Angiò e suo figlio. Avrebbero dovuto recarvisi entro pochi giorni, ma la fuga di Anna aveva scombussolato i suoi piani, oltre a rendere quasi inutile un eventuale viaggio visto che uno degli scopi dello stesso era proprio siglare il fidanzamento ufficiale tra i due giovani.
 
- Ho dato ordine ai miei uomini di cercarla ovunque, non è possibile che da sola sia andata tanto lontano. Dovremo rimandare la nostra partenza, ma non di molto. Altrimenti, partiremo ugualmente e vedremo il da farsi una volta là-

Mentre Isabella non sapeva più cosa pensare di suo padre, Giorgio si rese conto- una volta di più- di essere una pedina nella mani del suocero, che poteva gettare o riprendere lui e sua moglie a piacimento. Non era certo questo a cui aveva pensato quando aveva accettato di mettersi contro il proprio fratello.
Il senso di frustrazione che da qualche tempo montava in lui crebbe ancora un poco di più, quel giorno.
 


 
 Anna aveva cavalcato tutta la notte senza fermarsi  nonostante la paura, ed era letteralmente distrutta quando giunse al monastero di Saint Martin  dove solo poco tempo si era sposata. Quando il monaco di guardia aprì il portone e se la trovò davanti, rimase stupito per un attimo, ma poi la fece entrare e, alla sua richiesta di rifugio, acconsentì immediatamente, accompagnandola  presso la stessa cella che l’aveva ospitata poco tempo prima. Poi andò ad avvertire il priore, il quale non fece troppe domande: ricordava bene  che, secondo i documenti in loro possesso, la giovane donna era la duchessa di Gloucester, quindi moglie di unod egli uomini più importanti del regno e cognata del re.
La situazione in cui versava il Paese non gli era certo sconosciuta e – nonostante non potesse certo immaginare i dettagli della storia- non fece alcuna fatica a collegare Anna con gli intrighi messi in atto dal padre. Non fece troppe domande, sicuro come era che la giovane donna dovesse avere parecchi buoni motivi per agire come stava facendo. E del resto la moglie del duca di Gloucester non poteva essere persona rifiutabile in alcun modo….
 
Dal canto suo, una volta insediatasi nella  cella messale a disposizione, Anna trascorse qualche giorno prima di decidersi a comunicare con qualcuno, nel timore che qualunque suo movimento avrebbe potuto tradire il suo nascondiglio .
Le dispiaceva dover mettere in mezzo altre persone (oltretutto in questo particolare momento per il Paese), d’altra parte essendo sola e con pochissimi mezzi aveva bisogno di un supporto. E ovviamente l’unica persona che poteva contattare in quel momento era Alice.

Mandò quindi un messaggio a sua cugina, la quale poco dopo averlo ricevuto si recò subito da lei. Del resto, Alice non era del tutto all’oscuro di quanto accaduto, almeno in parte: casa sua era stato il primo posto dove gli uomini di Warwick incaricati della ricerca della giovane figlia erano stati, pochi giorni prima.  Ovviamente non avevano trovato nessuno, ma Lady Lovell- già in pensiero per il marito, che in quel periodo come molti nobili combatteva a fianco del sovrano- aveva dovuto aggiungere anche la preoccupazione per la sorte della cugina, almeno fino a che non aveva ricevuto il suo messaggio.
Appena ritrovatesi le due giovani si abbracciarono.

- Anna! Come stai? E cosa sta succedendo? Qualche giorno fa sono venuti gli uomini di tuo padre a cercarti…ero molto preoccupata!-

- Sì, sto bene ma…non sai le ultime novità!-...E Anna prese a narrare ad Alice tutto ciò che era accaduto dal suo ritorno a casa fino a pochi giorni prima, mentre l’altra giovane ascoltava allibita, soprattutto il finale.

- Fidanzarti con Edoardo di Lancaster?! Mio zio ha forse perso il senno?!- sbottò Alice alla fine del racconto.

- Purtroppo no, è fin troppo lucido. A quanto pare sono una pedina facente parte del suo piano, così come credo proprio lo siano stati finora Isabella e Giorgio- sospirò tristemente Anna.

- D’accordo l’ambizione, zio Richard è famoso per quella, e ammettiamo pure che in taluni casi sia stata una dote che ha portato fortuna la vostro nome e alla vostra famiglia. Ma non avrei mai immaginato che potesse arrivare a questi punti- continuò Alice infervorata.
– Come può fidarsi della D’Angiò dopo tutto ciò che ha fatto alla nostra famiglia? A Edoardo di Lancaster poi non affiderei nemmeno un gatto, figuriamoci far sposare una figlia a un simile mostro!-

(E qui devo fare una breve digressione riguardante la figura di Edoardo di Lancaster: pare che il figlio di Margherita D’Angiò, nonostante la giovane età, avesse  mostrato fin da ragazzino di amare una preoccupante tendenza alla crudeltà. Ad esempio, quando aveva 11 anni, il giorno del suo compleanno sua madre come “regalo” gli diede l’opportunità di decidere il destino di due prigionieri- che tra l’altro erano due alleati di Richard Neville- , e il ragazzino dopo averci pensato ben bene decise di decapitarli.  Da allora pare che ogni anno, in occasione del suo compleanno, il giovane Lancaster scegliesse con entusiasmo questo tipo di rituale per festeggiare. Ecco perché generalmente veniva considerato un mostro.)

Anna scosse il capo sconsolata.

- Non ne ho proprio idea. Sembra tutto così assurdo! E pensare che ero così sicura che, proprio a causa della sua ambizione, alla fine avrebbe preso positivamente il fatto che Riccardo e io ci fossimo sposati di nascosto senza avvisare nessuno. E ora…non so proprio cosa fare!-

Alice pose affettuosamente una mano su quella di Anna.

- Intanto, sei stato molto coraggiosa a prendere questo tipo di decisioni per la tua vita. E poi, puoi sempre contare su di me, non preoccuparti. Solo…non sei in contatto con tuo marito da molto tempo, vero?-

Era un tasto molto dolente per la giovane lady. In quei lunghi mesi, non solo non aveva ricevuto notizie di suo marito dato che egli stesso era impossibilitato a mandargliene a causa della segretezza che dovevano mantenere, ma non aveva nemmeno avuto il conforto di potersi aprire con qualcuno e parlare della propria preoccupazione (per lo stesso motivo). Le uniche notizie che aveva avuto erano quelle ufficiali che giungevano tramite suo padre e che ovviamente riguardavano  la situazione generale della rivolta. Al pensiero gli occhi le si riempirono di lacrime.

Sua cugina l’abbracciò nuovamente.
-Su, non fare così…e non angustiarti troppo. Sono qui anche per portarti buone notizie!-

- Notizie di Riccardo?- fece Anna speranzosa, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto.

- Anche…ma non solo!- rispose l’altra con entusiasmo.

In definitiva, nelle Fiandre Edoardo & soci avevano trovato gli aiuti sperati, ma anche grazie ad essi le sorti si erano ribaltate clamorosamente: mentre Warwick era impegnato nel processo contro Jacquetta Woodville, gli alleati del sovrano avevano riguadagnato terreno sconfiggendo l’esercito dell’ex amico, il quale aveva dovuto ritirarsi. Elisabetta con la madre e i figli avevano finalmente potuto lasciare i sotterranei di Westminster e tornare nella casa di Grafton. A quanto pare la “rimonta” di Edoardo verso il trono si faceva più sicura ogni giorno che passava….

Ecco perché suo padre aveva ideato un piano di riserva, pensò Anna!

Alla fine della visita, le due giovani donne avevano convenuto che per la fuggiasca sarebbe stato, stavolta, più sicuro rimanere stabilmente all’interno dell’abbazia: Alice l’avrebbe volentieri ospitata, ma Anna non voleva che fosse coinvolta in qualche guaio per causa sua, soprattutto visto che casa sua era stato il primo posto dove gli uomini di suo padre erano venuti a cercarla, e probabilmente sarebbe rimasta per un bel po’ sotto osservazione da questo punto di vista. Le visite non sarebbero comunque mancate.
E presto,forse, tutto si sarebbe sistemato per il meglio, e avrebbe rivisto Riccardo…

(fine diciassettesima parte)
   
 
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