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Autore: Parmandil    10/06/2019    1 recensioni
Semidistrutta nella Guerra delle Anomalie, la Federazione è risorta dalle ceneri, fondendosi con Klingon e Romulani nella più vasta Unione Galattica. Gli Accordi Temporali, imposti agli sconfitti, preservano la Storia dalle interferenze. Ma con tante fazioni assetate di vendetta, occorre qualcuno che vigili sugli Accordi. L’Unione deve forgiare la sua prima generazione di Agenti Temporali.
Dalla nuova Accademia ecco arrivare Jaylah, figlia dei leggendari Chase e Neelah. Destinata a salvare i genitori nella Battaglia di Exosia, la ragazza sogna di diventare Agente Temporale. Ma il suo primo incarico la porta sulla misteriosa Keter, la nave dallo scafo invulnerabile che “ufficialmente non esiste”. Comandata da un Capitano ambiguo e piena di strani, inquietanti ufficiali, la Keter è autorizzata a difendere l’Unione e gli Accordi con ogni mezzo necessario.
Nella sua prima missione, Jaylah è alle calcagna di un imprendibile ladro, lo Spettro, i cui attacchi rischiano di scatenare una nuova guerra contro i Breen. Ma col procedere della missione, la lealtà della giovane sarà messa sempre più alla prova. E quando lo Spettro si toglierà la maschera, Jaylah capirà finalmente chi è il suo vero nemico.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-Epilogo:

Data Stellare 2585.181

Luogo: Terra (Sol III)

 

   I fuochi d’artificio illuminarono il cielo notturno, riflettendosi sulla cupola del Senato. Gli altoparlanti diffusero l’inno dell’Unione, mentre alcune navette lasciavano cadere coriandoli sulla folla che festeggiava per strade e piazze. Quando il nuovo Presidente dell’Unione apparve in forma olografica nella Piazza Centrale, torreggiando sui presenti, ci fu un boato d’entusiasmo, cui seguì un silenzio carico d’attesa. Su centinaia di pianeti, in tutta l’Unione, miliardi di olo-proiettori trasmisero la stessa immagine.

   «Salve, cittadini dell’Unione» esordì la Presidente Rangda, volgendo qua e là il collo da giraffa. «Mi rivolgo a voi in questa giornata storica. Grazie al vostro sostegno, il Partito Abolizionista è finalmente al governo. Ora abbiamo la possibilità concreta di migliorare la Galassia. Aboliremo la Prima Direttiva, permettendo al nostro benessere e alle nostre tecnologie di raggiungere anche i meno fortunati. Al tempo stesso, combatteremo le forze bigotte e reazionarie degli Umani. Intraprenderemo Azioni Positive per limitare il loro numero nella pubblica amministrazione e nelle forze di sicurezza, parificandolo a quello delle altre specie. D’ora in poi ogni Discorso d’Odio, ogni aggressione e micro-aggressione sarà punita severamente, con pene detentive e strategie di rieducazione sociale. Intensificheremo la nostra opera negli asili e nelle scuole, per inculcare Valori Positivi. Per la stessa ragione, bandiremo le opere letterarie e artistiche contenenti Idee Deplorevoli.

   Alcuni di questi cambiamenti potrebbero spaventarvi. Ma credetemi se vi dico che solo gli Umani Privilegiati hanno da temere. Per secoli hanno monopolizzato la nostra società e ora farebbero di tutto per mantenere il potere. Questo li rende indubbiamente la più grave minaccia alla nostra democrazia e ai nostri diritti. Perciò esorto ciascuno di voi a vigilare. Se qualcuno dice o fa qualcosa che vi mette a disagio, denunciate, anche in forma anonima! Perché da oggi non siete più soli. Dalle scuole ai posti di lavoro, veglieremo sulla vostra felicità e la vostra sicurezza.

   Nel quadro di queste riforme, la Flotta Stellare sarà ridimensionata e confido che, col tempo, sarà possibile abolirla del tutto. Le sue mansioni, assieme ai finanziamenti e alle risorse necessarie, saranno devolute ad associazioni non governative, più meritevoli e al passo coi tempi. Guardate! Gli Umani Privilegiati tremano nel loro fortino assediato e cadente... non capiscono che il loro tempo è finito!» concluse Rangda, allargando le braccia.

   Le grida d’entusiasmo della folla salirono ben oltre le guglie più alte dei grattacieli di Atlantide. I droni-telecamera inquadrarono persone che applaudivano, saltavano, si abbracciavano o addirittura piangevano di gioia. I notiziari informarono che il giorno dopo le scuole sarebbero rimaste chiuse, per consentire agli studenti di festeggiare.

 

   «Che ne pensa?» chiese Hod.

   «Denunce anonime, propaganda nelle scuole, arte e letteratura censurate... sono tutti i sintomi di un regime dittatoriale» rispose Juri. «E il capro espiatorio è la mia specie. Se quell’arpia fa la metà di ciò che ha promesso, avremo una guerra civile» previde lo storico. Lui e il Capitano erano in sala ricreativa per una partita a scacchi, quando l’oloschermo si era attivato per informare tutti i presenti dell’avvenuta elezione.

   «E lei, invece?» chiese l’Elaysiana, rivolgendosi a Jaylah.

   La ragazza era seduta a poca distanza da loro e fissava lo schermo con orrore. Le ci volle un po’ per elaborare una risposta. Si girò lentamente verso il Capitano, ma era come se i suoi occhi guardassero qualcosa al di là. «Ci sono già state profezie riguardanti una Guerra Civile. Finora non ci avevo mai creduto. Da oggi ci credo» disse con voce assente.

   Hod si allarmò: un Agente Temporale instabile poteva essere un pericolo per tutta la nave. «E in tal caso, a chi andrà la sua lealtà?» chiese, venendole accanto. «Agli Umani o al resto dell’Unione?» precisò, scrutandola attentamente.

   Jaylah la mise a fuoco, ma le ci volle un tempo incredibilmente lungo per rispondere. «Agli Umani» disse infine.

   «Ma lei è mezza Andoriana» notò Hod.

   «Non importa» disse Jaylah. «È una questione di giustizia, non di razza. Anche se non avessi una goccia di sangue umano, starei con loro... perché non meritano questa persecuzione».

   «Uhm... spero proprio che non giungeremo al conflitto» si augurò l’Elaysiana. «Perché in tal caso, la lealtà potrebbe dividerci» disse amara.

   Agghiacciata dalla risposta, che non si aspettava, Jaylah la scrutò con diffidenza. «Col dovuto rispetto, Capitano... spero ricordi perché esiste l’Unione: perché nessun popolo sia lasciato solo» disse.

   «Può andare, Agente» rispose freddamente Hod.

   «Vado, sì. A guardarmi le spalle» sibilò Jaylah. Le sue mani strinsero i braccioli metallici della sedia con tale violenza da deformarli. L’Elaysiana, che lottava ogni momento contro la gravità standard, si ritrasse intimorita. Per un attimo Jaylah le apparve non come uno dei suoi elementi migliori, ma come un serpente pronto a colpire. L’Agente Temporale se ne andò, sfrigolante di rabbia e delusione.

   Juri aveva assistito alla scena senza intervenire. Sapeva che confronti come quello stavano avendo luogo in tutta l’Unione. Colleghi, amici... persino parenti erano messi l’uno contro l’altro dalle diverse visioni politiche e dalle lealtà contrastanti. E ad ogni provvedimento di Rangda, il clima si sarebbe ulteriormente esasperato. Oppresso dal senso di disastro incombente, lo storico mosse alcune pedine e poi lasciò la sala, senza dire una parola.

   Ancora scioccata dall’accaduto, Hod tornò alla scacchiera, per vedere cos’aveva fatto Juri. Scoprì che entrambi i Re erano stati deposti. Tutti sconfitti, nessun vincitore: l’amara realtà della Guerra Civile. Il Capitano si prese la testa fra le mani e represse un singhiozzo, augurandosi che le istituzioni a cui aveva dedicato la vita non tradissero tutti loro.

 

   La Presidente Rangda percorse a grandi passi il suo ufficio, assaporando il profumo del successo. Aveva già fatto rimuovere la fotografia di Jonathan Archer, primo Presidente della Federazione, assieme a ogni oggetto inerente la cultura umana. I manufatti di Zakdorn erano molto più graziosi, si disse, osservando le statuine dei suoi animaletti domestici.

   «Attenzione, chiamata riservata su frequenza protetta» l’avvertì il computer.

   Rangda si affrettò all’interfaccia della sua scrivania, per vedere chi la contattava. Rimase di stucco nel vedere il numero riservato di Garm. Quel balordo era morto da mesi... chi poteva essere in realtà? Non volendo cadere in trappola, evitò di rispondere. Ma vide che un messaggio era stato lasciato in segreteria, così premette il tasto per visualizzarlo.

   «Salve, signora Presidente» disse una voce cavernosa. Alto e terribile, col viso celato dal casco nero, lo Spettro si stagliava davanti a lei. La sua nuova tuta a Occultamento Sfasato era ancor più sinistra della precedente.

   «A nome di tutti gli oppressi dell’Unione, le porgo le condoglianze per la sua elezione» disse lo Spettro, portandosi beffardamente una mano sul cuore. «So che il suo margine di vittoria è stretto e che piovono le accuse di brogli elettorali. So anche che è dentro fino al collo nell’inchiesta sullo schiavismo Breen. Non dubito che saprà corrompere, manipolare e uccidere quanto basta per risolvere questi inconvenienti» proseguì con calma. «La chiamo solo per suggerirle di pensare bene alle sue prossime mosse. Lei crede di poter estirpare fino all’ultima delle nostre libertà e si aspetta pure i ringraziamenti. Non si avvede che sarà divorata dall’incendio che sta appiccando. Perché un conto sono le fandonie che racconta a se stessa e agli altri; ben altro è la realtà che si muove là fuori. L’Universo, alla fine, esige sempre il suo prezzo. Lo immagini come un maniaco armato di ascia, che ogni giorno sfonda un po’ delle sue formidabili difese. Lei lo fugge, lo respinge, gli offre altre teste da tagliare... ma l’Universo è sempre lì, la sua scure si avvicina al suo collo. Ed è una cosa bella... somiglia molto alla giustizia. Lo tenga a mente: l’Apocalisse è la ricompensa per quelli come lei».

   Concluso il messaggio, lo Spettro svanì e l’ufficio tornò a illuminarsi. La Presidente Rangda si alzò e andò al replicatore. Si preparò la sua bevanda preferita, un infuso di erbe amare, e la sorseggiò adagio. Le sue mani tremavano leggermente. Poi tornò alla scrivania. «Computer, da dove veniva questo messaggio?» chiese con voce quasi normale.

   «Settore di Izar, griglia spaziale 4766» riferì il processore.

   Rangda si chiese se aveva appena localizzato il nuovo covo dello Spettro. Possibile che fosse così facile?

   «Correzione, il segnale è stato deviato da una serie di boe subspaziali» avvertì il computer.

   «Rintraccia la fonte, usa tutta la griglia sensori dell’Unione» ordinò la Presidente. «Autorizzazione Rangda-88-Omicron-6».

   «Autorizzazione confermata, elaboro. Prego, resti in attesa».

   Rangda tamburellò con le dita sulla scrivania. Nemmeno gli ultimi minuti prima dello scrutinio elettorale erano stati così snervanti.

   «Segnale tracciato» disse infine il computer.

   «Mostrami la posizione di tutte le boe, in ordine inverso a quello di trasmissione del segnale» disse Rangda, che voleva seguire a ritroso le briciole, fino alla loro fonte.

   Una mappa olografica dell’Unione fu proiettata sopra la scrivania. Le boe apparvero una dopo l’altra come punti rossi uniti da segmenti, mentre il computer elencava le località in cui si trovavano. «Izar. Zeta Serpentis. Xi Ophiuchi. Sauria. Gamma Serpentis. Arcturus. Sol III».

   «Sol III?!» si sgomentò Rangda. «Dove si trova esattamente l’ultima boa, quella da cui è partito il segnale?».

   «Trecento chilometri sulla verticale del palazzo presidenziale, signora Presidente» riferì il computer.

   Ranga alzò lo sguardo al soffitto. Trecento chilometri. Tanta era la distanza del maniaco armato di ascia, per usare la colorita metafora dello Spettro. Non erano molti, se rapportati a un’Unione che si estendeva per oltre mille anni luce. E quell’assurdo percorso, che partiva dal sistema solare per poi ritornarci, era solo un modo per prendersi gioco di lei. Per dire che poteva cercarlo in lungo e in largo, ma lui era più vicino di quanto si aspettasse. Tanto vicino che quasi sentiva il suo fiato sul collo.

   Con un tremito ancora più pronunciato, Rangda toccò un comando sulla scrivania. «Signor Turf, convochi una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri» ordinò la Presidente.

   «Dovrò giustificarne il motivo, signora Presidente» rispose l’Yridiano.

   «Procedure di sicurezza» spiegò Rangda. «Detto fra noi... dobbiamo accelerare i tempi. Lo smantellamento della Flotta Stellare è ancora più urgente del previsto».

 

 

FINE

 

 

   
 
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