I superstiti della ciurma di Arlong
Perché aveva deciso di andare da sola? Perché aveva rifiutato l’aiuto di Sanji?
Nami sospirò, guardando la giungla intorno a sé.
In realtà aveva sperato che lui si offrisse di accompagnarla, ma…non l’aveva fatto.
Così aveva detto di voler stare un po’ sola e anche se Sanji aveva insistito, l’aveva spuntata lei.
Ora, però, non le sembrava più una buona idea.
Intorno a lei, la giungla s’intrecciava sempre uguale e lei, persa nei suoi pensieri, si era allontanata dalla costa.
Nami sentì il panico che l’assaliva come un’onda. E adesso?
Se non fosse riuscita a tornare sulla Going Merry, cosa avrebbero fatto gli altri? Lui sarebbe venuto a cercarla? E se non l’avessero trovata?
“Calma, Nami.” si sforzò di riflettere chiaramente. “Non senti un ruscello scrosciare qui vicino? Rifletti, navigatrice da quattro soldi! Ogni ruscello prima o poi sfocia nel mare, no?”
Confortata da questi pensieri, raggiunse il piccolo corso d’acqua ed iniziò a camminare lì accanto alla riva.
Improvvisamente dall’acqua spuntò una figura.
-Bene, bene, guarda un po’ chi c’è, quella traditrice di Nami!
Un uomo pesce della ciurma di Arlong
-Ma…Zoro non…
-Spiacente, il tuo amichetto dai capelli verdi non ha fatto fuori tutta la ciurma di Arlong! Noi ci siamo nascosti in acqua e abbiamo visto tutto. Ora vendicheremo il nostro capo!
Di tutto questo discorso solo una parola era rimasta infissa nella mente di Nami: noi.
Noi? Si guardò intorno, come un cerbiatto braccato.
Dietro un altro uomo pesce la guardava sorridendo malvagio.
Di fianco a lei, un terzo l bloccava ogni via di fuga verso la foresta.
Era perduta.
E non era mai riuscita a trovare il coraggio di dire al suo capitano quello che provava per lui….
Alzò gli occhi e vide che era già il tramonto.
Gli uomini pesce le furono addosso.