Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: anna_mi    14/06/2019    1 recensioni
Tutto sembra compiuto, ma l'amore non conosce ragioni: nonostante l'abbandono e la lontananza, c'è qualcuno nel mondo che non accetta che la Madre dei Draghi sia morta.
L'inverno è davvero finito?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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<>. Quella domanda gli aveva gelato il sangue. Pensava di essere finalmente immune alle parole "pena" e "diserzione", come del resto a "guardiani", e "decapitazione". Sembrava passata una vita da quando rimbombavano minacciose nelle orecchie insieme al cozzare delle lame, alle urla di incoraggiamento o di scherno, e forse una vita era davvero passata. La metà o forse più degli uomini che gli sembrava di rivedere erano morti, la Barriera era diventata una prigione più che un valico, lui stesso era diventato altro da quello che era stato. Quando avevano bruciato il corpo di ser Jorah Mormont, non se l'era sentita di lasciare nella pira Veleno del Cuore; così l'aveva presa e l'aveva discretamente infilata in un sacco con altri indumenti e oggetti che presto sarebbero partiti, e che forse non sarebbero mai tornati indietro. Talvolta si chiedeva se non avesse dovuto riportarla alla Collina del Corno, dove il piccolo Sam giocava insieme alla nonna e alla zia, dove Gilly aspettava ansiosa la nuova creatura che li avrebbe resi effettivamente una famiglia; ogni tanto venivano a fargli visita ad Approdo del Re, ed erano i momenti in cui intravedeva il ponte con il passato che pensava distrutto. Forse quel ponte non era mai andato distrutto, invece; aveva la solida base della codardia che sempre lo aveva contraddistinto e che gli avrebbe impedito di fare qualsiasi scelta che prevedesse del coraggio. Samwell sapeva le intenzioni di Bran, come sapeva che, una volta partito Verme Grigio, nessuno si sarebbe più chiesto come mai il bastardo di Ned Stark vivesse ancora a Grande Inverno sotto la protezione della Regina del Nord. Ma Bran sapeva che Jon sarebbe dovuto andare lontano, per il bene di tutti. E lui non lo aveva contraddetto, non aveva speso una parola. Si sentiva male, quando la consapevolezza si faceva viva in lui: non gli aveva mai perdonato fino in fondo di essere rimasto fedele alla regina Targaryen; e, come una sorta di redenzione, sperava con tutte le sue forze che il figlio che Gilly portava in grembo sarebbe stato un maschio, per chiamarlo Jon, in onore di colui che di scelte sbagliate ne aveva fatte, e ci aveva sempre messo la faccia, come lui non aveva né avrebbe mai saputo fare. Ma niente, il passato non voleva abbandonarlo. Quella mattina il re lo aveva voluto nelle sue stanze prima del solito. Era nel solarium, intento ad osservare il sole stagliarsi su Approdo del Re. O forse, chissà dov'era. A Sam qualche volta inquietava trovare il corpo del re senza sapere dove lui fosse realmente, né quando sarebbe tornato. Non aveva mai capito bene se mentre era lontano lo potesse vedere. Ma re Brandon lo aveva sentito arrivare. <> <> <>. Sam era rimasto spiazzato, poi era arrossito ed aveva iniziato a balbettare come ogni volta che qualcosa lo metteva a disagio. <> <> <>. Brandon, ruotando la carrozzella su se stessa, lo aveva guardato. <>. Sam non capiva il perché di quelle domande; o meglio, preferiva fingere di non capirlo. Per quel che ne sapeva, il re sapeva guardare la storia della gente, ma non aveva potere di leggere nel pensiero. Sperava disperatamente che fosse così. <> <> <> <> <> <> <> <> <>. Re Brandon aveva sorriso. <>. Samwell adesso non capiva davvero. <> <> <> <>. Samwell aveva sospirato. <> <> <> <>. Così, anche Samwell aveva fatto partire un corvo. Il sinistro sospetto che il re sapesse cosa stava facendo, anche adesso, non lo abbandonava. Era consapevole che lui aveva visto quel corvo partire, probabilmente sapeva pure quali parole stesse portando, ma il fatto che non lo avesse fermato gli lasciava ben sperare. Si era guardato bene dall'informare chiunque altro: lady Brienne comandante della guardia reale, ser Podrick che glielo avrebbe subito detto, il Maestro del Conio e soprattutto il Primo Cavaliere del Re. Tyrion Lannister, nei momenti di pausa, spesso veniva visto sotto le rovine della Fortezza Rossa, là dove si usciva sulla spiaggia; andava a stare con la sua famiglia, là dove aveva cessato di esistere per sempre, soprattutto da suo fratello per cui si sentiva responsabile. Il fuoco aveva tolto qualcosa o qualcuno ad ognuno, in quella città, in modi e momenti diversi fra loro. Non aveva risparmiato lui, Samwell Tarly, a cui aveva portato via un padre che lo odiava ed un fratello che non poteva amarlo,come Jaime aveva amato apertamente Tyrion. Ci era mancato poco che gli prendesse un colpo, quando si era trovato davanti una sagoma ormai familiare, il viso dai tratti ordinari ma decisi. <> <> <> <> <> <> <> <> <> Davos adesso aveva distolto lo sguardo <>. Samwell aveva notato la sofferenza nel volto di Davos. <> <>. Samwell era sollevato: il discorso era caduto, si era fermato in tempo. Cosa sarebbe cambiato, poi? <>. Davos era scivolato in un discorso doloroso che riapriva vecchie ferite tutt'altro che rimarginate. Sanguinavano ancora molto, in realtà. Samwell capiva come non mai lo stato d'animo dell'ex cavaliere delle Cipolle, che aveva avuto un re, poi aveva seguito l'ideale di un'altra persona e aveva perso anche quella. Se c'era qualcuno che si trovava nella sua stessa situazione, quello era lui. Si chiedeva fino a che punto potesse fidarsi di un uomo per il quale la lealtà era fondamentale. Chiacchierando non aveva fatto caso al corvo che continuava a fissarlo con insistenza, con occhi bianchi.
   
 
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