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Autore: mikyintheclouds    16/06/2019    3 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Novembre arrivò in un lampo, tra lezioni, compiti e i mille impegni dei ragazzi del sesto anno.
L’evento del mese era sicuramente la partita di Quidditch che vedeva contrapposti Grifondoro e Serpeverde e il protagonista assoluto era James Potter. Talento indiscusso, era, in questa occasione, sostenuto da tutta la scuola che non voleva per nessun motivo la vittoria delle serpi.
Il sabato dell’incontro, entrò in una Sala Grande affollata, rumorosa e trepidante. Fu accolto da urla, esclamazioni, pacche sulla spalla, neanche avesse già vinto e, ovviamente, anche dai fischi dei Serpeverde.
“Buona fortuna, Potter! Sono sicuro che batterai Mulciber, ma non ti illudere, quando toccherà a noi, non avrai vita facile.” Fu il saluto e il simpaticissimo augurio di Sebastian che, come ogni mattina da quasi un mese a quella parte, era seduto accanto a Lily Evans al tavolo dei Grifondoro.
“Lo vedremo.” Ribatté James sedendosi di fronte a lui, accanto a Sirius.
“Pronti, amici?” Domandò James rivolgendosi a Frank, Sirius e Marlene.
“Prontissimi!” Rispose Marlene, entusiasta.
Frank, invece, era abbastanza teso dato che doveva affrontare una partita per la prima volta nella sua vita e James se ne accorse.
“Stai tranquillo, Frank. I gemelli faranno di tutto per difendere la porta e anche Sirius, Marlene e Benjamin si impegneranno al massimo per non far arrivare la Pluffa alle Serpi. Nel caso dovessero prenderla e gli avversari arrivassero a te, sono sicuro che saprai respingere ogni attacco. Ti ho scelto e mi fido di te.”
“Grazie, James.” Borbottò Frank, agitato.
“Tranquillo, tesoro, andrai alla grande. Ma mangia qualcosa.” Disse Alice, accarezzando la schiena del suo ragazzo, mentre gli metteva una cucchiaiata di uova sbattute nel piatto.
“Non credo di poter mangiare. Sto per vomitare.” Ribatté Frank, assumendo un colore verdastro sentendo l’aroma delle uova.
“Alice ha ragione, amico. Devi mettere qualcosa sotto i denti per essere in forze.” Diede man forte Sirius.
“Non insistete, ragazzi. Se non ne ha voglia è meglio che non mangi. Sarà meglio scendere agli spogliatoi ora. Ci cambiamo, ci riscaldiamo e poi facciamo tornare strisciando quelle Serpi dalle fogne da cui provengono.”
“Ben detto James! Andiamo!” Disse uno dei gemelli che si era seduto accanto a loro e che aveva ascoltato il discorso di James.
L’intera squadra Grifondoro si alzò tra il boato generale della Sala Grande e i fischi dei Serpreverde.
“James, aspetta!” Disse una vocina alle sue spalle.
James si girò e vide Margareth avvicinarsi di corsa. Gli gettò le braccia al collo, gli prese il viso tra le mani e gli scoccò un bacio a stampo sulle labbra.
James rimase molto sorpreso da quel contatto. Margareth, infatti, non era solita ad effusioni e ancora non si erano dati il primo bacio, dopo quasi un mese che si frequentavano. James rispettava il suo volere, anche perché il suo vero obiettivo era e sarebbe stata sempre Lily e, nonostante si trovasse molto bene con Margareth e gli piacesse molto passare del tempo con lei perché la trovava intelligente, simpatica e spiritosa (non si capacitava, infatti, di come mai fosse stata esclusa da praticamente tutti negli anni precedenti), non voleva nemmeno che lei si legasse troppo a lui.
“Buona fortuna!” Gli disse quando si staccò.
“Grazie, carina! A dopo. Sarò quello con in mano il boccino.” Rispose James, dandole un bacio in fronte.
 
‘Che noiosi.’ Pensò Lily vedendo James e Margareth abbracciati di fronte a lei.
Non voleva fissarli, ma non riusciva nemmeno a togliere gli occhi di dosso da James. Odiava che abbracciasse Margareth, odiava che si baciassero (cioè lei l’aveva baciato sulle labbra!), odiava che continuassero a vedersi (perché?), quindi si girò verso Sebastian e gli disse, con un tono di voce abbastanza alto da farsi sentire da James: “Vieni con me a vedere la partita?”
“Ma certo!” Rispose lui, entusiasta da quella richiesta.
James, ovviamente, sentì tutto, si girò verso di loro con uno sguardo di odio e lasciò la Sala Grande. Non poteva permettersi di essere nervoso e di avere pensieri che potessero distrarlo dalla partita.
Doveva asfaltare i Serpeverdi, doveva prendere il boccino, doveva vincere e nessun Harrison e nessuna Evans potevano mettersi in mezzo. Per quanto odiasse quei due insieme, non poteva permettersi di non essere concentrato in quel momento.
 
James raggiunse gli spogliatoi e si fermò per un attimo sulla porta ad osservare la sua squadra, orgoglioso come un padre con i suoi bambini. Erano tutti già vestiti e stavano facendo stretching, tutti tranne Frank che se ne stava seduto sulla panchina, tormentando i suoi guantoni da portiere.
Lo raggiunse e si sedette accanto a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
“Quello che ho detto prima è vero. Non ti devi preoccupare, tutta la squadra penserà a proteggerti e, se proprio dovesse arrivare la Pluffa, sono sicuro che la parerai. Sei un grande portiere, Frank, uno dei migliori che Grifondoro abbia mai avuto, devi solo credere in te stesso tanto quanto ci crediamo io e gli altri. Abbiamo fiducia in te, ho fiducia in te! Non dimenticarti che ti ho scelto personalmente e l’ho fatto solo perché sono convinto che vali e tanto anche. Se poi dovesse scapparti una palla e le Serpi dovessero segnare, non è di certo la fine del mondo. Forza, fai un po’ di riscaldamento anche tu.” Disse, dandogli una pacca sulla spalla, invitandolo ad alzarsi.
“Grazie, James.” Rispose Frank un po’ rincuorato.
James gli rivolse un breve sorriso, poi andò a cambiarsi per fare a sua volta un po’ di riscaldamento.
Mancava qualche minuto all’inizio della partita e sugli spalti si sentiva un grande boato, sembrava davvero che tutta la scuola fosse accorsa per vedere la partita del secolo e James era più gasato che mai.
Adorava quando il pubblico era in fermento, le urla, i colori rosso e oro che brillavano sulle tribune e amava sentire quel formicolio nello stomaco, l’adrenalina che scorreva nelle vene, quella sana ansia da prestazione che gli avrebbe consentito di svolgere il suo compito al meglio.
“Ragazzi!” Esclamò per radunare la squadra.
Tutti si avvicinarono, le divise rosse scarlatte fresche di bucato e le scope in mano, pronti, in fibrillazione, eccitati quanto lui.
“Siamo alla prima partita dell’anno e tutta la scuola è la fuori per noi. Vediamo di non fare una brutta figura, ma soprattutto divertiamoci! Sappiate che credo in ognuno di voi, credo nelle vostre capacità e nella vostra abilità e sono fiero di essere il vostro Capitano. Giocate come sapete fare, date il meglio di voi stessi per non dovervene pentire dopo, stringete i denti quando siete in difficoltà, ma soprattutto, ricordatevi del vostro valore, ricordatevi che state giocando lo sport che più amate e quindi dovete onorarlo! Sappiamo che i Sepreverde giocano sporco e proprio per questo dobbiamo stare attenti il doppio, dobbiamo avere più occhi del solito e, soprattutto, non dobbiamo rispondere alle loro provocazioni, anche quando sarà difficile. Loro fanno così perché non hanno altri mezzi per vincere, noi possiamo contare sulla nostra abilità, sulla nostra amicizia e sul fatto che siamo una grande squadra che ama quello che fa e che si diverte. Perciò ora usciamo e facciamo il culo a quegli idioti! Siete con me?”
La squadra rispose all’unisono con un “Sì, Capitano!” e, insieme, raggiunsero il centro del campo, dove una giovanissima Madama Bumb stava già aspettando con la Pluffa in mano e il fischietto attorno al collo.
Tutti i giocatori, eccetto i due capitani, salirono in sella alla scopa e li librarono in aria, tra il boato del pubblico che non vedeva l’ora dell’inizio della gara. Madama Bumb aprì il baule contenente i Bolidi e li liberò, fece lo stesso con il Boccino d’oro che girò attorno al volto dei due capitani (entrambi Cercatori) e poi sparì alla vista.
“Stringetevi la mano.” Ordinò la Professoressa a James e Mulciber. “Voglio un gioco pulito da parte di entrambe le squadre, intesi Mulciber?”
“Come sempre, Professoressa.” Rispose il Serpeverde, con un tono falso come un Galeone d’argento.
Strinse poi la mano di James, quasi stritolandogliela e, inforcando la sua scopa disse: “Vi distruggeremo, Potter.”
“Curioso, stavo per dire lo stesso, Mulciber.”
I due ragazzi spiccarono il volo, raggiungendo le rispettive squadre, Madama Bumb lanciò in aria la Pluffa, decretando ufficialmente l’inizio della partita e con esso la cronaca di Alice Prewett che dal primo anno commentava le partite.
“La Pluffa viene intercettata immediatamente da Black, dei Grifondoro. Che scatto quel ragazzo! Ed eccolo che si dirige verso gli anelli avversari. Zabini prova a fermarlo, ma Black riesce a scartarlo, un Bolide scagliato da quel vigliacco di Avery si dirige verso di lui, attento Sirius!”
“Signorina Prewett, si attenga a commentare quello che succede, senza aggiungere opinioni personali, per favore.” Le ricordò la Professoressa McGranitt che, come al solito, le era seduta di fianco.
“Mi scusi, Professoressa. Comunque, Black evita il Bolide, ma si sbilancia, allora passa la Pluffa a McKinnon che sfreccia aggraziata sulla sua scopa, si avvicina agli anelli, prende la mira e segna! Dieci meritatissimi punti per i Grifondoro!”
I ragazzi sugli spalti esplosero in un boato che coprì i fischi dei Serpeverde.
“Ottimo lavoro, Marlene! Continuiamo così, ragazzi!” Urlò James, incitando i suoi compagni.
Era leggermente sopra di loro, per avere una miglior visione sia della partita, sia del campo per cercare di individuare il Boccino.
La partita ricominciò con la Pluffa in mano ai Serpeverde. Zabini sfrecciò per qualche metro evitando Sirius e Benjamin, ma poi fu colpito dal Bolide di uno dei gemelli e rischiò di cadere dalla scopa, mentre il pubblico trattenne il fiato per l’ansia.
Riuscì comunque a mantenersi in sella con le gambe, ma aveva perso la Pluffa che, a un metro dal suolo, fu recuperata da Marlene che la intercettò dopo una picchiata che fece trattenere il fiato al pubblico per la seconda volta in pochi secondi.
Recuperata la palla, la giovane Grifondoro risalì rapida verso gli anelli, ma fu disturbata da un Bolide, allora passò la Pluffa a Benjamin che, con un tiro ad effetto, segnò il secondo goal per la squadra oro-scarlatta.
Anche questa volta il pubblico esplose di felicità, coprendo i miseri fischi dei Serpeverde che si stavano arrabbiando sempre di più. Odiavano perdere.
 
Anche Mulciber, ovviamente, odiava perdere e, siccome del Boccino non c’era ancora traccia (e in generale non era mai stato un grande Cercatore), per distrarre la squadra avversaria decise di passare all’attacco con i suoi subdoli metodi.
“Allora, Potter! Come andiamo?” Chiese, avvicinandosi al Cercatore.
“Sicuramente meglio di te, Mulciber. La tua squadra è già sotto di venti punti. O sei talmente ottuso da non averlo capito?”
“Non farei così lo sbruffone se fossi in te, Potter! Se mi fai arrabbiare, possono accadere cose brutte.”
“Tremo dalla paura. Non ho paura delle tue minacce, Mulciber.”
“E fai male. Vedrai.”
Detto questo scese leggermente di quota e rubò in malo modo la mazza al suo compagno Battitore, quindi intercettò un Bolide che scagliò con forza contro Marlene che riuscì prontamente ad evitarlo.
“Bastardo!” Gridò Marlene.
“Moderi i termini, signorina McKinnon!” Le urlò di rimando Madama Bumb che non aveva assistito all’azione illegale di Mulciber.
Marlene stava per replicare quando venne prontamente placata da James.
“Lascia stare, Marlene. Vogliono solo farci innervosire, non diamo loro la possibilità di farlo.”
Marlene replicò con un grugnito di protesta e volò lontano per sbollire la rabbia.
“Agitata la ragazza. È così focosa anche a letto, Black?”
“Invidioso perché a te non la da nessuno, Mulciber?” Ribatté Sirius che, dopo anni di esperienza, sapeva come non farsi soggiogare dagli avversari, soprattutto quando utilizzavano questi mezzucci e in particolare quando si trattava dei Serpeverde.
“Attento a come parli, Black, traditore del tuo sangue!” Disse Mulciber che poi volò via, offeso dalle parole del Grifondoro, ma pronto a passare nuovamente all’attacco.
Volò, quindi, verso Frank, pronto a divertirsi un po’. Non gli era sfuggito quanto fosse in ansia appena entrato in campo e sapeva che con lui avrebbe avuto vita facile, in fondo era alla sua prima partita.
“Paciock! La scopa non ti ha ancora disarcionato? Deve essere un successo per te, sapendo quanto sei sfigato.”
 
Frank non rispose, rimase con gli occhi fissi sulla Pluffa, ma sentiva la prepotente pressione dell’avversario su di sé. Doveva rimanere concentrato, non doveva farsi distrarre. James contava su di lui, la squadra contava su di lui.
“Allora, come sta la tua stramba madre, Paciock? Sempre con quell’uccello in testa? Pensa di poter spiccare il volo un giorno o l’altro?” Riprese Mulciber, facendo ridere un compagno che passava di lì in quel momento. Frank divenne molto rosso in viso, ma rimase comunque concentrato, non voleva cedere al trucchetto del Serpeverde.
“Non rispondi, Paciock? Quel tuo strano rospo ti ha mangiato la lingua?” Continuò imperterrito Mulciber, facendo ridere i compagni.
James stava assistendo alla scena dall’alto e ringraziò mentalmente Frank per la grande forza di volontà che stava dimostrando. Più tardi gli avrebbe fatto i complimenti.
Questi pensieri, tuttavia, vennero accantonati quando scorse un luccichio dorato proprio vicino al piede di Frank!
‘Dannazione!’ Pensò. ‘Se mi muovo ora, quell’idiota di Mulciber se ne accorge e, per quanto sia scemo, sarebbe impossibile non prendere un Boccino così vicino. Ma se mi allontano, rischio di non vederlo più. Devo agire ora ed essere rapido.’
Così scattò nella direzione di Frank e Mulciber che si accorse dell’azione dell’avversario e si guardò attorno stupito in cerca del Boccino.
Tuttavia, non riuscì ad individuarlo subito, ma lo scorse solo quando questo si allontanò dal piede di Frank e volò via, passando all’interno dell’anello più alto.
Mulciber, allora, seguì Potter all’inseguimento del Boccino e nel farlo diede una spallata a Frank che per poco non cadde dalla scopa, ma si riprese subito e, miracolosamente, riuscì a parare la Pluffa scagliata da Zabini in direzione dell’anello più basso, verso il quale era stato spinto.
Mosso dalle urla del pubblico, animato sia dall’azione di Zabini, sia da quella di Potter e Mulciber, urlò: “Grazie per l’aiuto, Mulciber. Sei proprio tonto come dicono, allora!”
I Grifondoro risero e Mulciber si arrabbiò sia per il punto preso dalla propria squadra, sia per la frase pronunciata da uno che disonorava il nome di Mago come Paciock. Riuscì a raggiungere James, gli si affiancò e gli diede una spallata vigorosa che fece un gran male al povero ragazzo che, tuttavia, non mollò la presa sulla scopa e rimase con gli occhi fissi sul Boccino che era sempre più vicino.
James allungò il braccio, il Boccino era a pochi centimetri da lui, ma non era abbastanza rapido per raggiungerlo. Si piegò di più sulla scopa per aumentare la velocità, era ormai vicinissimo al Boccino, poteva sentire l’aria vibrante smossa dalle sue ali, lo stava quasi per afferrare, quando Mulciber gli diede un’altra forte spallata facendogli perdere l’equilibrio.
La scopa si inclinò pericolosamente a sinistra e James, per non cadere e per non schiantarsi contro gli spalti, dovette fare una lunga deviazione che gli fece perdere il contatto con Mulciber e, soprattutto, con il Boccino.
Quando riprese la traiettoria corretta, notò che Mulciber stava ancora inseguendo il Boccino, ma, fortunatamente, era abbastanza distante. Al contrario di James, infatti, Mulciber aveva una maggiore massa corporea che lo rendeva più pesante sulla scopa.
James provava un male terribile alla spalla destra, quella che quel bastardo aveva ripetutamente colpito, ma non poteva permettersi di cedere.
Nonostante i Serpeverde non avessero ancora segnato alcun punto, se Mulciber avesse preso il Boccino, Grifondoro avrebbe comunque perso e James non voleva dare una simile delusione alla squadra.
Si piegò sulla scopa, accelerò e in pochi secondi fu di nuovo al fianco di Mulciber che, appena lo vide, gli diede nuovamente una spallata al braccio destro, quello che già gli doleva.
James si morsicò forte le labbra per evitare di urlare e dare una soddisfazione a quell’idiota, ma sapeva che non avrebbe potuto contare su quel braccio; la spalla era rotta o gravemente lussata.
Il Boccino era di nuovo a pochi centimetri da lui, poteva sentire di nuovo l’aria vibrante mossa da quelle piccole alucce dorate e, piegandosi ancora di più sulla scopa, provò a staccare il braccio sinistro tenendosi al manico solo con le gambe.
James si diede una piccola spinta, riuscì ad afferrare il Boccino e, miracolosamente, fu anche in grado di frenare la scopa solo usando le gambe.
Si fermò di colpo e alzò il Boccino verso il cielo.
“James Potter afferra il Boccino dopo un’azione splendida. Grifondoro vince per 170 punti a 0.” Esclamò Alice.
Il pubblico, che aveva seguito l’inseguimento quasi in apnea, esplose in un boato di gioia, mentre i Serpreverdi, arrabbiati, fischiavano e urlavano improperi contro gli avversari e gli studenti di Tassorosso e Corvonero che tifavano per i Grifondoro.
James venne raggiunto da tutta la squadra che esultò insieme a lui.
“Grande Capitano!” Urlarono i gemelli all’unisono.
“Stupendo come sempre James! Abbiamo fatto il culo a quelle Serpi anche quest’anno!” Si aggiunse Marlene.
“Strepitoso, amico! Con quella spalla, poi! Ti conviene andare da Madama Chips a farla vedere.” Disse Benjamin, raggiungendo il suo Capitano.
“Nah, la spalla può aspettare. Scendiamo, ci cambiamo e andiamo a festeggiare!”
“Così ti voglio, amico!” Rispose Sirius, avvicinandosi al suo migliore amico. “Ho mandato Peter e Remus a prendere le scorte da Mielandia e nelle cucine.” Sussurrò facendosi sentire solo da James.
“Sei il migliore!” Rispose James, mentre scendeva a terra con la squadra.
 
I Grifondoro raggiunsero gli spogliatoi, si cambiarono e si prepararono per tornare vittoriosi nella loro torre.
James rimase indietro con Sirius a sistemare lo spogliatoio e, quando uscirono, vennero intercettati da Mulciber e Avery.
“Come va la spalla, Potter?” Chiese Mulciber con un ghigno.
“Meglio del tuo orgoglio, Mucliber.” Rispose James.
“Cosa volete, Serpi?” Domandò Sirius.
“Ci avete fatto perdere. Ci avete fatto arrabbiare.” Disse Avery.
“E quindi?” Chiese James.
“E quindi dovreste stare attenti a farci arrabbiare, o potrebbero capitare cose molto brutte.” Rispose Mulciber.
“Sempre con queste minacce. Credete davvero di spaventarci?” Ribatté Sirius.
“Beh, Black, non si sa mai chi si nasconde sotto le maschere.” Insinuò Avery con un orribile ghigno sulle labbra.
James capì subito il riferimento a Lily e alla festa di Halloween e per poco non si scagliò contro Mulciber.
Si trattenne solo perché in quell’istante arrivò Madama Bumb per controllare gli spogliatoi.
“Tutto bene, ragazzi? Non andate a festeggiare?” Chiese, notando la tensione tra i ragazzi.
“Tutto alla grande, Professoressa. Ci stavamo giusto congratulando con Potter e Black per la bella partita.” Rispose Mulciber con un odioso ghigno sulle labbra.
 
James e Sirius rientrarono nella Sala Comune dei Grifondoro con le parole dei Serpeverde che rimbombavano prepotenti nelle loro orecchie e le facce scure.
Vennero, però, accolti da un meritato boato di gioia e decisero con uno scambio di sguardi di accantonare per un momento quello che avevano appena scoperto. Ne avrebbero dovuto parlare con Peter e Remus, ma ci sarebbe stato tempo e avrebbero di sicuro escogitato qualcosa per verificare ciò che avevano rivelato Mulciber e Avery.
Avevano detto la verità? O si stavano solo vantando di qualcosa fatto da altri solo per mettere loro paura e minacciarli?
“Dove eravate finiti? Cosa sono quei musi lunghi?” Un’accaldata Marlene, con le gote rosse e una bottiglia di Burrobirra in mano, interruppe i loro pensieri, gettando le braccia al collo di Sirius.
“Scusa, piccola. Siamo stati trattenuti da Madama Bumb. Sai come è fatta, non le va mai bene come sistemiamo gli spogliatoi. Ma ora siamo qui… dov’è la festa?” Mentì Sirius, cambiando poi prontamente il discorso.
Si fece trascinare da Marlene al centro della Sala, mentre James veniva osannato e accolto come l’eroe della giornata.
Quando entrambi raggiunsero gli altri membri della squadra, Mary urlò: “Per i Grifondoro… hip hip…”
“URRÀ” Fecero eco gli entusiasti compagni rosso-scarlatti.
Tutti volevano stringere la mano a James, dargli pacche sulla spalla, esprimere il loro ringraziamento per il buon esito della partita e il ragazzo si lasciò trasportare dall’entusiasmo degli amici e dei festeggiamenti.
Remus e Peter avevano fatto un ottimo lavoro, sgraffignando ottimi stuzzichini dalla cucina, da Mielandia e forse anche dai Tre Manici di Scopa a giudicare dalla quantità esagerata di Burrobirra che scorreva nella Sala.
 
Fu solo verso mezzanotte, quando la Professoressa McGranitt entrò furiosa a rimproverare e a mettere a letto tutti, che la festa si concluse.
James era esausto e si buttò sul divano, arruffandosi i capelli con la mano sinistra. Si era dimenticato per un momento del dolore alla spalla destra ma, ora che era passata l’adrenalina, maledisse nuovamente Mulciber per quello che gli aveva fatto.
Aveva lo sguardo perso nel fuoco del caminetto e si stava quasi addormentando, quando vide entrare dal buco del ritratto Alice e un Frank Paciock molto rosso in viso e con un sorriso a trentadue denti.
Anche Alice appariva molto accaldata e scarmigliata.
Finalmente quei due erano andati a letto insieme. Era contento per loro.
Aveva visto uscire anche Sirius e Marlene poco prima e immaginò che stessero per fare lo stesso.
“James!” Lo salutò Frank entusiasta.
“Ciao ragazzi. Tutto bene?”
“Tutto alla grande. Ottima partita oggi. È stato magnifico il modo in cui hai recuperato l’equilibrio dopo la spinta di Mucliber.” Disse Alice, sincera.
“Grazie. Ma il vero eroe della partita è stato Frank. È stato incredibile il modo in cui ti sei ripreso dopo la spallata di Mulciber e sei anche riuscito a parare! Lo sapevo io che eri un grande portiere.”
“Oh sì, si è proprio comportato bene!” Fece eco Alice, passando una mano tra i capelli del suo ragazzo, il quale divenne ancora più rosso e bofonchiò un timido grazie ad entrambi.
“Grazie anche per il discorso che mi hai fatto prima della partita, James. Mi hai proprio dato una grande spinta.”
“Sempre a tua disposizione, amico.” Rispose James, sorridendo.
I due innamorati si congedarono e Alice accompagnò Frank al suo dormitorio per il bacio della buonanotte, dal momento che era impossibile per i maschi salire al dormitorio femminile.
James li guardò sparire oltre il muro della scala a chiocciola e stava per alzarsi con l’intenzione di andare da Madama Chips (era tardissimo e si sarebbe arrabbiata, ma il dolore era quasi insopportabile, ormai), quando sentì dei passi leggeri scendere le scale del dormitorio femminile.
Rimase a guardare chi fosse e il cuore mancò un battito quando si accorse che si trattava di Lily Evans.
 
“Potter.” Lo salutò lei, evidentemente poco sorpresa di vederlo ancora lì.
“Evans.” Rispose rimettendosi comodo sul divano.
La osservò per un po’ mentre cercava qualcosa e apprezzò ancora una volta quanto fosse carina in pigiama.
Gli tornarono in mente le parole di Avery e Mulciber e con esse anche la rabbia. Se davvero erano stati loro a farle del male, l’avrebbero pagata cara. Aveva rischiato di perdere l’amore della sua vita e nessuno si poteva permettere di toccare la sua Lily.
Se davvero fosse riuscito a dimostrare il loro coinvolgimento nell’avvelenamento di Lily, sarebbero caduti tutti i suoi buoni propositi di fare il bravo ragazzo e avrebbe fatto seriamente male a quei due idioti.
La guardò ancora mentre camminava avanti e indietro nella Sala Comune, facendo ordine dove poteva. Ma quanto era bella?
“Hai perso qualcosa, Evans?” Domandò per rompere il ghiaccio.
“Stavo cercando qualcosa da bere. Non riesco a dormire. Ma vedo che è già stato finito tutto.” Disse sbuffando, lasciandosi cadere pesantemente accanto a James.
“Avresti dovuto approfittare dei festeggiamenti quando erano ancora nel vivo. Ora è troppo tardi. Perché non sei rimasta qui?” Domandò James.
Aveva, infatti, notato che Lily era rimasta un po’ con le sue amiche, ma poi era salita in camera quando Mary aveva cominciato a fare le moine a Remus, Marlene aveva iniziato a baciare appassionatamente Sirius e Alice era uscita dalla Sala con Frank.
“Stavo a reggere il moccolo alle mie amiche?” Ribatté sarcastica.
“Saresti potuta restare con me. Anche io ero solo. È la parte negativa di frequentare qualcuno di un’altra Casa.”
“Frequentare? Pensavo fosse una cosa seria, ormai.”
“Dopo nemmeno un mese? Ma sei impazzita.”
“Non ti scaldare, chiedevo solo. Vi ho visti molto complici oggi.”
“Era un bacio a stampo.”
“Non devi giustificarti con me per quello che fai con lei.”
“Lo so. E… come va con Harrison?”
“Molto bene. Non la definirei una semplice ‘frequentazione’.” Rispose con una tonalità più acuta del solito, volendo far pagare a James il bacio a stampo di fronte a lei di quella mattina (e ci riuscì in pieno, per la cronaca).
Non andavano bene le cose, in realtà, ma non c’era bisogno che Potter lo sapesse. Era però felice di sapere che lui non definisse Margareth ‘la sua ragazza’.
 “Bella partita, oggi.” Riprese poco dopo Lily, andando su un argomento sicuro che li levasse da quel momento di silenzio imbarazzato.
“Grazie.”
“Frank ci ha raccontato quello che gli hai detto prima della partita. Sei un bravo Capitano.”
“Evans che mi fa un complimento? È attesa neve per domani?” Scherzò James.
“Sciocco!” Rispose lei dandogli una leggera gomitata al braccio destro che, però, gli fece vedere le stelle.
Non urlò, ma Lily notò la smorfia di dolore.
“Ti prego, non posso averti fatto così male.”
“Normalmente no, ma credo che Mulciber mi abbia lussato la spalla come minimo.”
“E non sei andato da Madama Chips?” Domandò severa.
“Non ne ho avuto il tempo.” Rispose con finta innocenza.
Lily toccò delicatamente il braccio di James, facendogli aumentare i battiti cardiaci come ogni volta che avevano un contatto fisico.
Dimenticò all’istante il dolore. Voleva che quel contatto non finisse mai.
“Non è rotta, ma sì, è lussata.” Affermò Lily, poi prese la bacchetta di James dal tavolino su cui il ragazzo l’aveva posata e sussurrò: “Epismendo.”
James sentì una breve fitta di dolore, ma poi notò che il braccio era decisamente migliorato. Lei l’aveva guarito.
“Grazie.” Le disse, sinceramente colpito.
“Figurati.” Rispose lei che fece per alzarsi.
“Beh, se qui non c’è nulla da bere, me ne torno in camera. Buona notte, Potter.” Riprese.
Col cavolo che James l’avrebbe lasciata andare quando, per una volta, erano soli in Sala Comune e non stavano litigando.
“Aspetta! Non è finito tutto.” Disse prendendo in mano la bacchetta.
Accio.” Pronunciò, poi, e dal dormitorio scese una bottiglia di Burrobirra che si librò sopra le loro teste e si posò delicatamente sul tavolino di fronte a loro.
“La tenevo per le emergenze.” Spiegò, guardando lo guardo stupito di Lily.
“Questa è un’emergenza.” Riprese stappando la bottiglia e facendo comparire due calici.
“Alla tua, Capitano.” Disse Lily, contenta del risvolto preso da quella serata. Sorrise a James e si rilassò contro lo schienale del divano, godendosi il calore del caminetto, della Burrobirra e del corpo attraente di Potter.
 
Marlene e Sirius tornarono nella Sala Comune poco dopo le due, dopo un ottimo sesso e trovarono James e Lily addormentati sul divano, i calici vuoti posati sul tavolino, così come la bottiglia di Burrobirra ormai finita.
Erano sdraiati e, siccome lo spazio era quel che era, Lily era accoccolata a James che la teneva stretta tra le braccia.
“Questi due mi faranno impazzire.” Sussurrò Marlene a Sirius, osservando per l’ennesima volta quanto stessero bene insieme i suoi due migliori amici.






Buonasera! Scusate per la lunghissima attesa, ma sono stata super impegnata con il lavoro. Dovrei, però, avere un po' di tempo libero da settimana prossima in poi (spero), quindi conto di aggiornare a breve.
Grazie, come sempre, a chi mi segue e a chi commenta le mie storie.

Baci!!

 
  
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