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Autore: cucciolotta92    25/07/2009    0 recensioni
Il nostro mondo è davvero governato dagli uomini o c'è qualcosa di più grande rimasto segreto che ci permette di crederlo? Delle regazze lo scopriranno per noi!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao ciao a tutti! Questa è una storia che avevo scritto un paio di anni fa spero vi piaccia! Buona lettura!! ^_^ cucciolotta92

“...” discorsi parlati     -...- discorsi sussurrati     

*...* discorsi pensati


Capitolo1 Una comitiva di disperate

“Ragaaaazzeee!!”
L’urlo della professoressa Conte si propagò per tutto l’ostello di Londra svegliando non solo le sue alunne, ma anche tutte quelle povere anime che avevano avuto la sfortuna di incrociare la comitiva italiana. Non c’è bisogno di specificare il clima in cui le povere allieve di quell’insegnante balena-in-via-di-decomposizione-Conte (indovinate il perché del soprannome! Eheheh. NdA) si svegliarono e scesero nella mensa; né, tanto meno, il modo in cui il cuoco dell’ostello servì loro la colazione composta da uova e bacon poiché svegliato alle 5.00 di mattina come tutti.
“Allora giovani donne, che si fa oggi?” chiese l’ amatisssssima insegnante con il suo solito tono di voce squillante.
“....” le alunne, delle povere e delicate fanciulle di 16 anni appena compiuti, la guardarono un attimo in cagnesco per tornare poi a rivolgere la loro attenzione ai piatti che erano costrette ad ingollare dopo sole quattro ore dall’essersi sbafate del pasticcio di verdure fatto come si deve.
( Tanto per sottolineare le grandissime abilità culinarie britanniche.)
“Ok, tanto ho già scelto io!” disse tutta allegra dopo aver ingerito metà uovo in una volta sola.
“....”
“Non vi va di sapere dove vi porterò? Quali meravigliose scoperte vi farò fare?” chiese tutta ansiosa, aspettandosi una chissà quale reazione mentre le squadrava con gli occhi marroni scintillanti di auto-ammirazione per tutte le idee che le frullano per la testa.
“....” le ragazze continuavano a guardare ottusamente i rispettivi piatti
“Ah,beh. Chi tace acconsente. Allora oggi andremo..”
e tirò fuori una cartina formato gigante dell’intera città. “Qui, nel più bel parco di questa meravigliosa cittadina! E non solo, poi..”
-Ma non si è accorta che sta parlando da sola?- sussurrò Alessandra una delle cinque ragazze. Castana, magra, con pelle leggermente abbronzata, alta 1.55 m, nonostante non fosse esattamente carina, con il suo portamento attirava abbastanza ragazzi da rendere la cosa assurda.
-Lo sai che le piacciono un mondo i monologhi.- affermò Melania, l’unica rossa e strafiga del gruppo, mentre si pettinava. Due occhi da gatta che facevano venire voglia di coccolarla e un fondoschiena sodo che faceva venire invidia alle ventenni di tutto il mondo che la incrociavano, facevano di lei la preda più ambita del gruppo.
-Già e poi basta che fai segno di seguirla con la testa, però non bisogna mai farlo troppo spesso altrimenti salta da un argomento all’altro raccontandoti così tutta la sua vita!”continuò Giulia, la più scarsa e trasgressiva, inforcando con rabbia il suo bacon riuscendo così a spaccarlo a metà. I suoi veri capelli non si sa di che colore sono dato che è perennemente tinta di nero; bassetta, magra, con pelle bianca come un fior di loto (all’incirca eh!NdA), era abbastanza seguita, ma non appena la sentivano parlare perdevano ogni interesse da quanto era maleducata e “boara” come dicono quelli della nostra scuola.
-Ah, già, dimenticavo. Com’è andato il corso di recupero?- chiese Elisa con un ghigno perfido stampato in volto. Strano come le disgrazie altrui la sveglino d’improvviso. Alta 1.60 m circa, un po’ grassottella (A chi grassottella?!NdE) (Beh, è vero!NdAl) (Alessandra!Non iniziare anche tu ora!NdE) .. grassottella, con i capelli scuri e i modi un po’ rudi, è notata solo per la sua capacità di intavolare conversazioni e sentirsi a suo agio attorniata da maschi, oltre per il laargo balcone.
-Ti sconsiglio vivamente di chiederlo un’altra volta altrimenti potrei commettere un omicidio.-
Ribatté Giulia minacciandola con la forchetta e guardando storto la professoressa che si era lanciata in un racconto della sua prima gita a Londra e ai suoi parchi, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Potete stare zitte? Sto cercando di fare finta di essere ancora a letto.- disse scocciata Carola, la più sfigata del gruppo famosa per le sue disgrazie in famiglia (di giorno non fa altro che parlare!), e per le prese in giro dei loro compagni. Alta 1.63 m, capelli neri con perenni meches alle punte (o viola o blu) anche lei con un balcone non inosservabile, perennemente allegra, non aveva molto successo come ragazza, ma come amica, dolce e disponibile.
“Ragazze, mi state ascoltando, vero?” chiese preoccupata l’insegnante. Squadrandole con le braccia ancora in aria segno che stava descrivendo un qualche bel fusto che, ipoteticamente, le faceva la corte da giovane.
“Uh? Ah, si certo! Interessante il suo annedoto. Faremo le stesse tappe?” chiese prontamente Alessandra che ha l’innata capacità di registrare i discorsi nell’anticamera del cervello dove, secondo lei, un omino del cervello sceglie di tenere o buttare le informazioni.
Suddetto ‘ omino ’ non l’ha ancora tradita, in inglese, anche se un paio di volte le ha fatto lo scherzo di tirare fuori ‘ i fascicoli dall’archivio mentale ’ troppo lentamente. Invece, se si tratta di chimica, non esiste nessun aiutante di registrazione. Come succede sempre, infatti, prende prontamente un 3.
“Sapevo che avrebbe risvegliato il tuo interesse. Da animalista come sei, non potevi dire di no!”
“Allora noi siamo esonerate? Possiamo tornare a letto? Evvaiii!!” disse balzando in piedi Carola.
“No cara, ci muoveremo tutte insieme, come una grande famiglia.”
Le ragazze erano più scocciate che mai.
-Da quando siamo una grande famiglia?- borbottò Carola risedendosi e tornando ad assumere la sua solita aria da cane bastonato di prima mattina.
“Ma se siamo una grande famiglia come dice lei.. se anche un solo membro non è d’accordo bisogna cercare un obbiettivo comune e, quindi, cambiare meta.” Affermò trionfante Giulia colta da un’improvvisa ispirazione.
Le altre la guardarono come dire ‘ ti sei scavata la fossa da sola e ci trascini giù con te, grazie tante!’ E la ragazza ebbe come l’impressione di aver combinato un pasticcio.  
“Bene, allora andremo al museo storico, la professoressa di lettere mi ha confermato che siete tutte molto curiose per quanto riguarda la storia inglese. Ringraziate Giulia ragazze; ora abbiamo una meta!” aggiunse felice come una pasqua mentre metteva via la sua mega-maxi cartina e trangugiava il resto della colazione, benedicendo i piatti inglesi.

  
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