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Autore: Kiki_is_here    22/06/2019    9 recensioni
[STORIA INTERATTIVA] [ISCRIZIONI CHIUSE]
Ormai il mondo non è più al sicuro. Nonostante il simbolo della Pace e gli altri Hero facciano del loro meglio la criminalità dilaga in Giappone. La Yuei, per far fronte a questo fenomeno, ha deciso di aprire un nuovo corso, il corso E per eroi.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E PER EROI

CAPITOLO 1 -parte 1-

Davanti ai cancelli del liceo per supereroi più importante di tutto il Giappone c’erano centinaia e centinaia di ragazzi che, impazienti, non aspettavano altro che i cancelli si aprissero. Tra la folla di studenti c’era chi parlava con un amico o con un vicino mai visto prima, altri se ne stavano in disparte per rivedere mentalmente la strategia da adottare nell’esame pratico e altri invece si stavano riscaldando o esercitavano i loro quirk. Quest’ultimo era il caso di un ragazzo dai capelli di un caldo color arancione. In un angolo del cortile, abbastanza in disparte vicino ad un albero, il ragazzo apriva i palmi, li puntava verso il tronco e da essi fuoriuscivano delle catene. Queste lo avvolgevano e in seguito il ragazzo afferrava un estremità della lunga serie di anelli per tirare leggermente e verificare che la presa fosse sufficientemente salda. Hotako Asano sorrise soddisfatto del risultato richiamò la catena all’interno del suo corpo e ripeté nuovamente il procedimento. Dopo l’ennesimo movimento si fermò e si asciugò la fronte che aveva iniziato ad imperlarsi di sudore.
“Così dovrebbe decisamente andare bene. L’esame di ingresso sarà una passeggiata.”
Detto ciò si appoggiò con la schiena al tronco che aveva precedentemente colpito per riposarsi un po’ prima dell’apertura dei cancelli. Nel fare ciò notò che c’erano alcuni ragazzi che lo stavano  fissando. Effettivamente non si poteva dire che avesse fatto il massimo per passare inosservato. Fece un cenno di saluto verso gli ultimi ragazzi curiosi che ancora lo guardavano e quelli, colti in flagrante, girarono la testa di scatto.
“Non avresti dovuto trattare così quel povero albero. Non potevi aspettare l’inizio dell’esame per metterti in mostra?”
Hotako si voltò nella direzione di una ragazza dal fisico slanciato e di capelli decisamente particolari. Erano corti e quelle che solitamente dovevano essere ciocche di capelli per la ragazza erano foglie di un verde chiaro simile all’azzurro mentre le punte erano di un acceso color rosa. I suoi occhi gialli lo fissavano con una punta di disappunto. Hotako alzò le spalle.
“Ma cosa ti interessa? Infondo è solo un albero, non mi sembra che si sia lamentato e tanto meno abbia fatto qualcosa per evitare di essere colpito.”
Appena terminò la frase sentì qualcosa artigliarli la caviglia e l’attimo dopo il ragazzo si ritrovò appeso a testa in giù. Con una mano si tenne il cappello nero per impedirne la caduta e con l’altra andò a cercare il suolo da cui era stato malamente sollevato.
“Ehi che diamine è successo?”
Davanti al suo volto apparve quello pallido e coperto di lentiggini della ragazza con cui stava parlando poco prima.
“Sembra che l'albero possa fare qualcosa.”
Disse lei in tono pacato. Il ragazzo si guardò la caviglia e notò che un ramo dell’albero gli si era avvolto intorno. Tornò a fissare gli occhi azzurri in quelli gialli di lei.
“Molto divertente Insalatina, ora potresti cortesemente mettermi giù?”
Le rivolse un sorrisetto strafottente, come per mostrarle che non gli faceva nessun effetto. In risposta lei, lievemente irritata, agitò di un poco la mano e il ramo iniziò a dondolare ritmicamente, e con lui il ragazzo.
“I-insalatina non fare brutti scherzi, non si elimina la concorrenza prima di una gara.”
“Piantala di chiamarmi Insalatina e potrei prendere in considerazione l’idea di metterti giù.”
“E avresti un altro nome con cui essere chiamata, Insalatina?”
Chiese sillabando il nomignolo, ignorando il fatto che così avrebbe solo peggiorato la sua situazione.
“Echeveria-Elegans Shokubutsu.”
“Perfetto Shokubutsu, io sono Hotako Asuno. Fatte le presentazioni potresti mettermi giù così ci stringiamo le mani, da buoni amici?”
Chiese speranzoso il ragazzo che aveva iniziato a sentire una leggera nausea. Ad un gesto della ragazza la presa del ramo venne a mancare e il ragazzo cadde rovinosamente sul manto erboso davanti alla folla di potenziali eroi che, incuriositi, si erano messi ad osservare la scena.
“Che modi Insalatina! Sono più che sicuro che la delicatezza non sia il tuo quirk.”
Il ragazzo ridacchiò per la sua stessa battuta mentre Echeveria aveva alzato un sopracciglio. La ragazza poi sospirò, girò i tacchi e si fece largo tra la folla.
“Non perdo neanche tempo con te, sono più che sicura che la Yueei non ammetterà mai uno come te.”
“Se sei pronta a scommetterci Insalatina, scommetto anche io.”
“Non chiamarmi Insalatina!”
E con queste parole sparì tra la folla.
 
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Yuri Tanaka aveva preso velocemente posto all’interno dell’auditorium. Era abbastanza agitata, non aveva la più pallida idea di che cosa avrebbe dovuto affrontare ma era più che determinata a passare l’esame. Alzò gli occhi gialli dalle mani che si stava tormentando in grembo e passò in rassegna le persone che stavano entrando nell’auditorium. Ce ne erano di ogni tipo. Osservò affascinata il movimento ritmico della forte coda di un aspirante eroe per poi distogliere lo sguardo imbarazzata. Era incuriosita ma non voleva certo dare l’impressione di essere una ficcanaso. La sedia alla sua destra venne occupato da un ragazzo dal fisico atletico e allenato. Il volto era parzialmente oscurato dalla visiera di un cappellino da basket nero. Yuri fece un lieve cenno di saluto ma l’altro sembrava non essersi accorto del suo gesto. Sospirò lievemente, probabilmente anche lui era in ansia per l’imminente esame. All’improvviso le luci si spensero e sul palco fece il suo ingresso Present Mic che, come se si trattasse di una telecronaca, iniziò ad illustrare lo svolgimento dell’esame. Proprio mentre stava indicando i valori attribuiti ad ogni robot il sedile alla destra di Yuri venne occupato da un ragazzo parecchio slanciato e dai capelli castani che li sfioravano le spalle. Yuri abbozzò un cenno di saluto nella direzione del nuovo arrivato, ma venne nuovamente ignorata. Perplessa si guardò il palmo della mano, che avesse improvvisamente manifestato un secondo quirk dell’invisibilità? Nel frattempo il castano al suo fianco aveva iniziato a borbottare impaziente
“Ne ha ancora per molto il megafono? Voglio andare a disintegrare qualche macchinina da quattro soldi! Farò così tanti punti che...”
Yuri smise di prestare ascolto a quel continuo borbottio per tornare a concentrarsi sulla spiegazione. Purtroppo lo fece con scarsi risultati. Sobbalzò sul posto quando vide passarsi poco lontano dagli occhi una pallina di carta che andò a colpire il ragazzo alla sua destra. Si girò lentamente verso di lui e in quel momento desiderò non aver scelto quel posto. La pallina di carta nelle dita del ragazzo era stata trasformata in vetro e successivamente era stata frantumata in piccoli pezzi.
“Ehi tu, ti credi divertente a disturbare la gente?”
Il ragazzo furioso le scoccò un’occhiata glaciale, credendo che fosse stata la ragazza a lanciargli la pallina di carta. Yuri impallidì si grattò la nuca in difficoltà e cercò di giustificarsi
“Io, i-io non ho lanciato la pallina, l’ho semplicemente v-vista e...”
“Dannazione piantatela voi due! Mi state scocciando! Devo lanciarvi altre palline per farvi tacere?”
 Questa volta a parlare era stato il moro alla sinistra di Yuri. Ora da sotto la visiera del cappellino si potevano scorgere due occhi color nocciola per niente rassicuranti. La bionda rabbrividì.
“Ti chiedo scusa non vol...”
Fu interrotta però dal castano che si era sporto dal suo sedile per vedere meglio in faccia chi aveva osato colpirlo.
“Ehi idiota! Ti sembra il momento per lanciare cartacce?”
“E a te idiota sembra il momento di disturbarmi?”
“Come hai osato chiamarmi? Ho un maledetto nome che deve essere usato!”
“Tu non parlare proprio, mi stai disturbando!”
“Ma io ti cristallizzo!”
Yuri sempre più intimorita cercava di farsi sempre più piccola sul suo sedile. In quel momento avrebbe tanto voluto essere invisibile sul serio.
“Ragazzi non potreste rimandare questa amorevole conversazione ad un altro momento?”
“Stanne fuori tu, Capretta!”
Le rispose Ren irritato, facendo sussultare la ragazza che lanciò però un occhiataccia al castano per il soprannome appena datole. Intanto Reijiro aveva appallottolato un altro pezzetto di carta e lo aveva lanciato nuovamente verso Ren, questa volta centrandogli la bocca. Il castano schifato si liberò di quel pezzo di carta trasformandolo in vetro.
“Adesso ti disintegro sul serio!”
Il castano fece per alzarsi ma un pugno sulla nuca lo fece desistere.
“Tacete tutti, state disturbando la spiegazione del Senpai!”
Yuri si girò e vide un ragazzo con degli occhiali dalla montatura rettangolare guardarli seriamente. Gli rivolse un occhiata riconoscente per averle evitato di trovarsi coinvolta in una lite tra Reijiro e Ren. Lei annuì, Reijiro sbuffò ma obbedì mentre Ren sembrava ancora più irritato di prima.
“Macchinina non ti immischiare o ti disintegro!”
“Kojima taci.”
Questa volta non ribattè ma dal suo sguardo si capiva che avrebbe tanto voluto farlo. Yuri si ritrovò a sorridere pensando ad una nefasta eventualità: i suoi due vicini in classe insieme. Avrebbe dovuto avvisare gli sventurati che sarebbero capitati con i due di avere tanta pazienza.

 
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La  spiegazione sullo svolgimento della prova era appena terminata e Minami ora si trovava davanti all’ingresso della zona a cui era stata assegnata. Si guardò intorno notando che molti avevano iniziato ad attivare i loro quirk e altri semplicemente si riscaldavano, probabilmente per prepararsi all’uso di un quirk di tipo fisico. La rossa decise di fare altrettanto e di prepararsi a sua volta. Distese un braccio,arrotolò la manica della felpa e aspettò pazientemente che il grasso del suo corpo si unisse per formare un fucile a pompa. Successivamente mise in canna uno dei proiettili che la scuola le aveva precedentemente fornito. Essi erano stati progettati per chi aveva un quirk che prevedeva l'uso di armi da fuoco, come lei, per evitare che il colpo potesse colpire uno studente ferendolo.
“Quindi ricapitolando, per passare devo fare più punti possibili facendo fuori i robot. Non mi sembra così complicato.”
“Beh, la cosa complicata è non farsi schiacciare dai robot e soprattutto trovarli.”
La rossa sobbalzò, rendendosi conto solo in quel momento di aver parlato ad alta voce.
“Stavi parlando ad alta voce ed essendo l’unico qua vicino credevo stessi parlando con me, non volevo spaventarti. Comunque mi chiama Masaki Tachibana. Tu sei...?”
“Minami Toshiki. Non volevo disturbarti.”
L’albino le sorrise gentilmente.
“Non preoccuparti. Effettivamente avevo bisogno anche io di ricapitolare, se avessi ascoltato seriamente Present Mic a quest’ora avrei un mal di testa tremendo.”
La rossa sorrise, effettivamente passare mezz’ora con quell’uomo nella stessa stanza poteva comportare seri danni che andavano da un semplice mal di testa alla momentanea perdita di un timpano. Tornò a concentrarsi sull’albino davanti a lei,che sembrava averle appena chiesto qualcosa.
"Come scusa? Non ti stavo ascoltando."
Ammise imbarazzata la ragazza. L'albino scosse la testa sorridendo.
“Non preoccuparti. Ti ho semplicemente chiesto se potessi per favore spostarti leggermente da quella parete. Mi sembra di un materiale abbastanza resistente.”
Chiese Masaki leggermente imbarazzato. La rossa perplessa annuì e fece qualche passo verso destra per accontentarlo. Masaki si avvicinò picchiettò la superficie metallica e, constatato che effettivamente era un materiale abbastanza resistente, tirò fuori dalla tasca un pennarello e iniziò a disegnare sulla parete. Minami lo osservò curiosa.
“Si tratta del tuo quirk?”
La ragazza non ricevette alcuna risposta e decise di non insistere, pensando che forse avesse bisogno della massima concentrazione. Dopo qualche minuto il ragazzo si allontanò dalla parete con uno sguardo soddisfatto. Anche Minami osservò il disegno raffigurante una spada appena realizzato e dovette ammettere che era davvero ben fatto e molto realistico.
“Ancora non capisco però perchè tu l’abbia fatto.”
“Aspetta ancora qualche secondo e capirai tutto.”
Gli occhi castani di Minami tornarono ad osservare il disegno. Spalancò lievemente gli occhi quando vide la spada staccarsi dalla parete e cadere a terra tintinnando.
“Questo è stato decisamente inaspettato.”
“Beh, questa è l’arte, non sai mai cosa aspettarti.”
L’albino afferrò la spada e tirò qualche fendente in aria per provarla.
“Ehi! Siete ancora qui? La prova è già iniziata, vi aspettavate un segnale? Il crimine non ha segnali!”
La voce di Present Mic fece sobbalzare i presenti. Gli aspiranti eroi però non spesero neanche un minuto a lamentarsi del tono di voce troppo alto perchè avevano realizzato una cosa: avevano sprecato tempo prezioso per la riuscita positiva dell’esame.
“Spero di poterti rivedere in una classe del corso per eroi!”
Disse Minami prima di iniziare a correre salutando l’albino. La prova era ufficialmente iniziata.
 
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Natsuko si guardò intorno alla ricerca di qualche robot da distruggere. Non essendo molto veloce si era staccata dal gruppo più numeroso di aspiranti eroi, cosciente del fatto che se fosse rimasta non avrebbe trovato neanche un robot. Si portò una mano all’orecchio per attivare l’auricolare.
“TAM, vedi robot nella vicinanze?”
“Si signorina Sugiyama, ce ne sono tre nella via parallela alla sua sinistra.”
La turchina alzò lo sguardo al cielo dove un piccolo drone argentato sorvegliava la zona . Alzò un pollice nella sua direzione e iniziò a correre.
“Signorina mi permetto di dirle che lei ha appena svoltato a destra.”
La ragazza fece un immediato dietro front grattandosi la nuca, aveva un senso dell’orientamento davvero pessimo e se non ci fosse TAM probabilmente sarebbe stata in grado di perdersi nella sua stessa casa. Dopo aver imboccato un piccolo vicolo sbucò in una strada più ampia e lì vide i suoi obiettivi. Due robot da un punto e uno da due. Uno dei robot da un punto sembrava essere concentrato su un altra ragazza mora che stava agilmente schivando i colpi dell’automa. Gli altri invece andarono nella sua direzione. Natsuko sorrise , fece un paio di passi in avanti e poi portò le braccia in avanti. Tracciò con due dita un cerchio nell’aria e dopo un paio di secondi apparvero davanti ai due robot due portali che emanavano una luce celeste. Mentre i due li stavano varcando Natsuko schioccò le dita e i due portali si chiusero portandosi via metà dei corpi metallici. Lo sguardo dorato della ragazza osservò le metà davanti a lei cadere rumorosamente al suolo, ormai incapaci di muoversi. Infine puntò un dito verso un punto poco distante da lei, si aprirono altri due portali da cui uscirono le altre metà.
“TAM ho fatto 3 punti!”
Esclamò la ragazza entusiasta.
“Ne hai ancora di strada da fare se vuoi entrare alla Yuei.”
La turchina si voltò di scatto al suono di quella voce. Ora sui resti dei due robot si trovava la mora agile che aveva intravisto poco prima, Diana Casanova.
“M-ma l’esame è appena iniziato!”
“Già è appena iniziato e alcuni hanno fatto decisamente più di tre punti. Ora per quanto mi piacerebbe restare a parlare con te ho un robot da cui riscuotere un punto.”
Dopo aver detto ciò la ragazza si piegò sull’ammasso di ferraglia e ne estrasse un ingranaggio. Se lo rigirò tra le dita sottili osservandolo con cura. Si girò poi verso il robot di prima, che Natsuko notò avere un arto intrappolato nel muro di un palazzo. La mora saltò sulla schiena del robot e attivò il suo quirk. Un braccio della ragazza entrò all’interno del robot e iniziò a muoverlo come se fosse in cerca di qualcosa.
“Andiamo rotellina dei miei stivali fatti prendere.”
Quando la sua mano incontrò qualcosa di solido il suo viso si illuminò. Ritrasse il braccio e osservò vittoriosa l’ingranaggio che aveva in mano. Si staccò appena in tempo per non essere coinvolta nell’esplosione generata  dall’automa
“Credo che questo fosse abbastanza importante.”
Diana stirò le labbra in un sorrisetto e poi si gettò alle spalle l’ingranaggio.
“E con questo sono a nove. Vediamo un po’, dove sono tutti gli altri?”
“Gli altri sono molto distanti da qui, molti sono rimasti nello spiazzo centrale.”
La mora si girò verso Natsuko sorpresa. Non si aspettava che fosse rimasta lì ad osservarla.
“Oh, credevo fossi andata alla ricerca di altri punti visto che da quello che ho capito sei un po’ indietro. Comunque piacere di conoscerti, sono Diana Casanova.”
“Natsuko Sugiyama, piacere mio. Il tuo quirk esattamen...”
La turchina non potè terminare la domanda. Davanti a lei apparve il suo drone e nell’auricolare sentì la voce robotica di TAM
“Signorina non vorrei interrompere la conversazione, ma ho rilevato la presenza di altri sette robot nelle vicinanze.”
“Robot? L’esame, è vero! Devo rimanere concentrata!”
Guardò Diana un’ultima volta dicendo
“E' stato un piacere conoscerti, hai un quirk davvero interessante ma ora devo andare. Ciao!”
La turchina aprì un portale davanti a lei e lo varcò scomparendo davanti a Diana, la quale era abbastanza perplessa.
“Davvero quella si era dimenticata di essere nel bel mezzo di un esame?”
Non ci rimuginò più di tanto poichè l’arrivo di un robot da due punti la distrasse e anche lei tornò a concentrarsi sulla prova.


Space of Kiki:
Ciao a tutti, eccomi qui con la prima parte del primo capitolo. Non preoccupatevi, la prossima settimana uscirà anche la seconda parte. Parlando invece del capitolo qui presente, spero vivamente di essere riuscita a rappresentare in modo corretto gli OC fino ad ora comparsi, se dovessero essere necessarie delle correzioni scrivetemelo pure. 
Ultima cosa prima di lasciarvi: per i miei due OC ho scritto anche dei momenti dove loro frequentavano ancora le medie e mi sembrava giusto farlo anche per i vostri OC. Avrei voluto farlo già dal primo capitolo ma poichè scrivere di ogni personaggio singolarmente avrebbe comportato un capitolo moooolto lungo ho desistito. Non voglio però rinunciare all'idea di parlare del passato di ogni OC così ho deciso di fare come nel manga, cioè inserire  nei capitoli dei flashback dedicati ad un singolo personaggio, non so però se così facendo la lettura possa risultare un po' caotica. Così mi sono ingegnata per trovare una soluzione, ovvero realizzare una raccolta di OS dove in ogni capitolo si tratta del passato di un personaggio. 
Ricapitolando voi preferireste:
a)che ogni tanto la storia del presente si intrecci con la storia passata di un personaggio
b)che il passato dei personaggi venga trattato in una raccota di OS a parte (la quale però partirà quando la storia avrà già un po' di capitoli, circa 9/10)
c)che il passato dei personaggi non venga trattato e che emergano casualmente le informazioni su un OC.

Fatemi sapere cosa ne pensate e ci si vede la prossima settimana con la seconda parte. ^^

 
   
 
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